Modello redditi 2025 per startup: quale utilizzare e quali spese si possono detrarre, tutte le novità

Anche le startup devono procedere con la dichiarazione dei redditi: ecco quale modello usare e le detrazioni fiscali a cui accedere.

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  • Le startup, anche se muovono i primi passi nel mondo imprenditoriale, sono soggette agli stessi adempimenti fiscali delle imprese già avviate da tempo, con specifiche particolarità.
  • La recente normativa approvata su startup e PMI innovative modifica la definizione e i requisiti delle stesse, oltre a rafforzare le detrazioni fiscali previste per gli investimenti in queste imprese.
  • Le nuove regole premiano le startup realmente innovative e in crescita con incentivi fiscali generosi ma solo a fronte di requisiti più rigorosi e di una dimostrata capacità di sviluppo.

Come qualsiasi azienda, anche le startup devono effettuare ogni anno la dichiarazione dei redditi percepiti l’anno precedente, andando poi a versare le imposte e i contributi dovuti al fisco e alla cassa previdenziale. Per capire quale modello utilizzare si deve far riferimento al tipo di organizzazione dell’attività a livello giuridico.

Una startup solitamente si configura come società di capitali, come una Srl o una Spa, ma può anche avere altre forme di organizzazione. Da qui è necessario utilizzare il Modello Redditi corrispondente. Anche le startup possono dedurre dei costi, come qualsiasi altra impresa, in base al regime fiscale scelto.

Ma un punto interessante riguarda gli investitori, ovvero coloro che portano risorse alla startup: per questi soggetti esterni è possibile applicare una detrazione recentemente aumentata al 65% per investimenti in startup innovative, con il limite di 100 mila euro l’anno.

Dichiarazione redditi per le startup: quali modelli utilizzare

Per individuare il modello corretto per la dichiarazione dei redditi, è necessario conoscere la forma giuridica in cui la startup è inquadrata. L’Agenzia delle Entrate infatti mette a disposizione diversi documenti da compilare nei casi specifici, ovvero:

  • Modello Redditi Persone Fisiche: qui si dichiarano i redditi di impresa anche in forma di partecipazione, redditi di capitale, plusvalenze e redditi diversi;
  • Modello Redditi Società di Capitali: con questo documento si dichiarano i ricavi delle società di capitali e degli enti commerciali ed equiparati;
  • Modello Redditi Società di Persone: qui si dichiarano i ricavi di società semplici, società in nome collettivo e in accomandita semplice, società di fatto, associazioni senza personalità giuridica costituite fra persone fisiche, aziende familiari.

Per conoscere nel dettaglio gli adempimenti in ciascun caso è consigliato il supporto di un commercialista. Dichiarare i ricavi è obbligatorio ogni anno per qualsiasi startup, per cui si può essere sanzionati in caso di omessa dichiarazione. Successivamente all’invio delle informazioni, la startup deve provvedere al pagamento delle imposte.

Va evidenziato che le società di capitali devono presentare annualmente anche il bilancio di esercizio, per cui conto economico e stato patrimoniale sono importantissimi soprattutto se si parla di una startup.

Qui sono racchiuse tutte le informazioni economiche e finanziarie dell’attività, utili anche a conoscere dall’esterno la situazione finanziaria della stessa. Per le startup questo strumento è fondamentale anche per poter richiedere vari finanziamenti.

Detrazioni e deduzioni fiscali per startup

In quanto a deduzioni e detrazioni fiscali per le startup, si fa riferimento a quelle voci di costo che si possono detrarre con una partita IVA. Va ricordato che le partite IVA forfettarie non possono scaricare i costi dell’attività, in quanto beneficiano già di un’aliquota agevolata.

Al di là delle iniziative specifiche a cui le startup possono accedere, come incentivi, bandi e fondi europei, la legge prevede la possibilità di portare in deduzione i costi per l’attività (ovvero escluderli dalla base imponibile) come:

  • le spese per il personale;
  • spese per beni strumentali come impianti, prodotti informatici, macchinari usati esclusivamente per l’attività;
  • eventuali assicurazioni;
  • utenze per gli spazi dell’attività;
  • valori bollati;
  • contributi previdenziali.

Queste sono solo alcune delle spese che un’impresa può dedurre e allo stesso tempo esistono delle detrazioni (costi che si sottraggono all’imposta) come l’IVA sui beni o i servizi acquistati nell’esercizio dell’attività. Deducibilità e detraibilità non sono al 100% ma parziali per spese di rappresentanza, trasferte, manutenzioni ordinarie e omaggi, telefonia fissa e mobile.

Detrazioni IRPEF e IRES per investimenti in startup innovative

Negli ultimi mesi del 2024 sono state approvate numerose novità in tema di startup e PMI innovative sia per quanto riguarda la normativa di queste società sia per la dichiarazione degli investimenti effettuati da persone fisiche o giuridiche. In particolare, con la legge annuale sulla concorrenza (L. 193/2024) e la “legge Startup” (L. 162/2024) sono stati introdotti cambiamenti importanti in tema di agevolazioni e detrazioni fiscali, ovvero:

  • la detrazione del 50% è stata aumentata al 65% per investimenti in startup innovative nel limite di 100 mila euro l’anno, a condizione che rientrino nei limiti previsti dal regime “de minimis e limitatamente ai primi tre anni di iscrizione della startup nella sezione speciale del Registro delle imprese;
  • per le persone fisiche resta invariata la detrazione IRPEF pari al 30% delle somme investite nel capitale sociale di startup innovative, fino a un massimo di 1 milione di euro;
  • per le persone giuridiche, invece, è prevista una deduzione pari al 30% sull’IRES per investimenti in startup innovative, per un importo massimo di 1,8 milioni di euro.

Viene poi confermata per tutto il 2025 la misura relativa al credito d’imposta Ricerca & Sviluppo che consente alle imprese di recuperare una parte degli investimenti effettuati per la realizzazione di progetti di ricerca, sviluppo tecnologico, innovazione e design, sotto forma di credito di imposta utilizzabile in compensazione. Va a decadere, invece, la detrazione IRPEF al 50% per gli investimenti in PMI innovative.

Questa normativa ha un duplice obiettivo: da un lato ampliare gli incentivi fiscali previsti per gli investitori, dall’altro lato ridefinire requisiti e obblighi per le piccole e medie imprese innovative.

Le novità fiscali per le startup innovative 2025: il parere dell’esperto

Le novità fiscali e normative per le startup innovative nel 2025 rappresentano un vero cambio di passo per l’ecosistema italiano dell’innovazione: a questo proposito abbiamo chiesto al Dottore Commercialista Rosario Emmi di ripercorrere e commentare i punti salienti della normativa:

Dal punto di vista fiscale, la novità più rilevante è senza dubbio l’incremento della detrazione IRPEF al 65% per le persone fisiche che investono nel capitale di startup innovative nei primi anni di vita, in regime de minimis. Si tratta di un incentivo molto forte, che supera il precedente 50% (valido fino al 2024) e rende l’investimento in startup innovative particolarmente attrattivo per i privati. La detrazione standard del 30% resta comunque applicabile, ma la vera differenza la fa il nuovo “super-incentivo” per le fasi iniziali.

Un’altra novità rilevante riguarda la conferma dell’incentivo per incubatori e acceleratori certificati, che prevede un credito di imposta dell’8% per incubatori e acceleratori certificati, quando investono in startup innovative. Si prevede un limite massimo di 500.000 euro annui, con obbligo di investimento per un minimo di tre anni.

Un altro aspetto molto importante per gli investitori è l’esenzione totale delle plusvalenze realizzate dalla cessione di partecipazioni in startup innovative, a condizione che le quote siano detenute per almeno tre anni e che le plusvalenze vengano reinvestite in nuove startup o PMI innovative mediante sottoscrizione di capitale sociale entro il 31 dicembre 2025. Per le cessioni successive al 31 dicembre 2025, il reinvestimento deve avvenire entro un anno dalla realizzazione del capital gain. Non è stata confermata, invece, la detrazione del 50% per investimenti in PMI innovative.

Startup innovativa: definizione e requisiti

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Oltre agli incentivi fiscali, la normativa va a modificare anche la definizione di startup innovativa per la quale vengono fissati precisi requisiti:

L’impresa deve essere una micro, piccola o media impresa secondo i parametri UE, non può avere come attività prevalente la consulenza o l’agenzia, e deve dimostrare una reale componente tecnologica e innovativa. La permanenza nello status speciale è ora più selettiva: si parte da un periodo base di 3 anni, estendibile fino a 5 o 9 anni solo se si raggiungono specifiche milestone di crescita (come un aumento delle spese in R&S o la crescita dei ricavi).

Per le startup innovative che, all’entrata in vigore della riforma, risultavano già iscritte nel registro speciale, invece si prevedono periodi transitori per adeguarsi ai nuovi requisiti, oltre i quali si perde lo status agevolato. Le imprese in alternativa possono scegliere di transitare nel registro delle PMI innovative, mantenendo alcune agevolazioni (esclusi quelli previsti per la fase iniziale).

La normativa appena approvata premia, quindi, le startup innovative realmente in crescita offrendo incentivi fiscali molto generosi soprattutto nelle fasi iniziali, ma solo a fronte della soddisfazione di precisi requisiti:

Per gli investitori e per gli stessi founder, diventa essenziale pianificare con attenzione i propri investimenti e monitorare costantemente il rispetto dei requisiti, per non perdere i benefici acquisiti. La consulenza di un commercialista esperto in materia di innovazione diventa quindi ancora più strategica, sia in fase di avvio che di scale-up, per massimizzare le opportunità offerte dal nuovo regime e garantire la piena compliance normativa.

Detrazioni investimenti in startup innovative 2025: come si dichiarano

Con la risoluzione numero 30 del 28 aprile 20251, l’Agenzia delle Entrate ha istituito il codice tributo “7076” per utilizzare il credito di imposta in compensazione relativo all’eccedenza non detraibile per investimenti effettuati in startup o PMI innovative nel regime “de minimis“.

In particolare, le detrazioni al 30% o al 65% devono essere inserite nella sezione VI del quadro RP, al rigo RP80 del modello redditi PF. A partire dal 2025, però, le istruzioni prevedono l’indicazione separata degli investimenti nelle nuove colonne 5A e 6A della dichiarazione. Nello specifico, bisogna indicare:

  • nella colonna 5 l’ammontare della detrazione del 30% e nella colonna 6 il relativo totale;
  • nella colonna 5A l’ammontare della detrazione al 65% e nella colonna 6A il relativo totale.

Per beneficiare della detrazione bisogna mantenere l’investimento per almeno tre anni. Se l’investitore decide di cedere le proprie quote prima della scadenza va incontro alla decadenza dal beneficio, con obbligo di restituzione di quanto detratto oltre al pagamento delle sanzioni e degli interessi.

Dal 1° gennaio 2025 cambiano le regole sugli investimenti nel regime “de minimis, con detrazione aumentata dal 50% al 65% per le persone fisiche che investono nel capitale di rischio delle startup innovative.

Detrazione in regime “de minimis” e credito di imposta per l’eccedenza

Per gli investimenti effettuati nel periodo di imposta successivo al 31 dicembre 2023, è previsto un credito di imposta qualora la detrazione in “de minimis” sia di ammontare superiore all’imposta lorda: tale credito è fruibile in compensazione nel modello F24 o sotto forma di riduzione delle imposte.

Sarà possibile fruire del credito d’imposta sia nel periodo in cui è presentata la dichiarazione dei redditi sia nei periodi di imposta successivi, avendo cura di compilare il modello redditi PF seguendo queste istruzioni:

  • al rigo RN21, nella colonna 3 deve essere riportato l’ammontare della detrazione che trova capienza nell’imposta lorda;
  • al rigo RX42, nella colonna 2 deve essere riportato l’ammontare della detrazione che non trova capienza per il quale viene riconosciuto il credito di imposta.

Detrazione investimenti startup 2025 – Domande frequenti

Quali sono gli incentivi per investimenti in startup innovative?

Gli incentivi prevedono una detrazione IRPEF al 65% destinata a coloro che investono nel capitale di rischio di startup innovative in regime “de minimis”; e una detrazione al 30% per e persone fisiche che investono nel capitale di rischi delle startup innovative.

Come si può investire in una startup?

Ci sono diverse modalità per investire in una startup: per esempio attraverso l’investimento diretto, acquistando quote della società attraverso piattaforme di crowdfunding online oppure attraverso un fondo specifico.

Quali sono i bonus per le startup?

Le startup innovative, entro i primi anni di attività, possono richiedere un contributo a fondo perduto fino ad un massimo di 10.000 euro per acquistare i servizi dagli enti abilitati, come incubatori, acceleratori, organismi di ricerca e innovation hub.

  1. Risoluzione n.30/E del 28 aprile 2025, Agenzia delle Entrate, agenziaentrate.gov.it ↩︎

Autore
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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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