Algoritmo antievasione, come funziona il nuovo software del fisco

Come funziona il nuovo algoritmo antievasione dell'Agenzia delle Entrate? Quali sono i soggetti maggiormente a rischio? Scopriamolo insieme.

di Pierpaolo Molinengo

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Algoritmo antievasione
  • Arriva il nuovo algoritmo antievasione dell’Agenzia delle Entrate, a contrasto dell’evasione fiscale.
  • Il nuovo algoritmo può accedere a diversi dati che riguardano da vicino i contribuenti.
  • Le informazioni sensibili vengono tutelate dagli enti preposti.

Debutta il nuovo algoritmo antievasione. Il nuovo strumento sarà utilizzato direttamente dall’Agenzia delle Entrate per redigere delle liste selettive di contribuenti, che sono a rischio evasione. I documenti saranno diramati agli uffici periferici del fisco per far scattare i controlli del caso.

Alla base di questo algoritmo antievasione vi è l’incrocio dei dati che al momento sono a disposizione dell’Archivio dei rapporti finanziari con le altre informazioni in possesso dei vari uffici del fisco. Il nuovo strumento in possesso dell’amministrazione tributaria utilizza sistemi informatici, tuttavia ha comunque un punto debole: le elaborazioni, che vengono effettuate tramite gli applicativi, potrebbero subire delle intrusioni o delle alterazioni indesiderate.

Date le numerose segnalazioni ricevute proprio in questo senso dal Garante della Privacy, gli uffici preposti hanno deciso di attuare alcune strategie tecniche che possano, impedire agli eventuali intrusi di andare al cuore dai dati raccolti dall’Agenzia delle Entrate.

Ai nastri di partenza l’algoritmo antievasione

Sostanzialmente possiamo affermare che il nuovo algoritmo antievasione è sulla rampa di lancio. A seguito delle indicazioni fornite direttamente dal Garante Privacy, sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il D.M. 28 giugno 2022 del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il quale ha provveduto ad attuare le nuove analisi di rischio, che si basano sulla interconnessione diretta tra molteplici dati in possesso dell’anagrafe tributaria.

Queste nuove procedure, sostanzialmente, hanno lo scopo di predisporre delle liste complete e ben documentate di contribuenti a rischio di evasione fiscale. Queste liste saranno successivamente diramate alle strutture periferiche dell’Agenzia delle Entrate.

Nel momento in cui verranno avviate queste procedure, verrà superata a tutti gli effetti la fase sperimentale che ha portato alla nascita del software VE.RA., un nuovo programma per l’incrocio dei dati per individuare situazioni di evasione fiscale.

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Il problema della privacy

Un problema strettamente connesso all’algoritmo antievasione è quello legato alla tutela della privacy. Proprio su questo punto, all’interno del decreto è stato dedicato ampio spazio: i diritti dei contribuenti, per quanto riguarda il trattamento dei loro dati personali e sensibili, sono stati al centro dell’attenzione.

Sono state adottate le opportune e necessarie misure per tutelare i diritti e le libertà dei diretti interessati, specialmente tenendo conto delle informazioni sensibili che si connettono direttamente ai guadagni, alle spese e ai conti correnti dei contribuenti.

A prescindere dal nuovo algoritmo antievasione, la privacy è uno degli argomenti più sensibili e delicati, nel momento in cui si parla di lotta all’evasione fiscale. Ogni attività che ne prevede il contrasto, oggi come oggi, deve essere considerata un obiettivo principale dell’ordinamento: proprio per questo alcuni diritti dei cittadini potranno risultare essere limitati ed in alcuni casi inibiti.

Grazie alle nuove disposizioni contenute all’interno del Decreto Ministeriale e al nuovo algoritmo antievasione, parte una nuova stagione della lotta all’evasione fiscale, che, in linea teorica, risponde alle esigenze di attuazione del PNRR.

Purtroppo uno dei punti deboli del nuovo modo di intercettazione dei soggetti considerati a maggior rischio fiscale è costituito proprio dalla possibilità che i dati elaborati attraverso degli applicativi informatici possano subire delle intrusioni o delle alterazioni indesiderate.

Per prevenire questa possibilità sono state previste alcune strategie tecniche che sono in grado di confondere le carte. Queste strategie sono anche in grado di impedire ad eventuali intrusi di risalire ai veri proprietari delle informazioni raccolte dal fisco.

Algoritmo antievasione: ecco come funziona

Attraverso il nuovo applicativo VE.RA., l’Agenzia delle Entrate sarà in grado di effettuare delle elaborazioni, per far emergere le posizioni di determinati contribuenti che devono essere sottoposti ad un ulteriore controllo. Al centro vi sono i dati che al momento sono presenti all’interno dell’Archivio dei rapporti finanziari, che senza dubbio è uno dei nuclei più sensibili e delicati di tutta l’Anagrafe tributaria.

Il patrimonio informativo in possesso dell’Agenzia delle Entrate è particolarmente corposo e contiene le informazioni più disparate su ogni codice fiscale. Si passa dalle dichiarazioni fiscali sul patrimonio immobiliare e mobiliare al tenore di vita, che viene estrapolato dalle spese che ogni singolo contribuente sostiene ogni anno. Si passa poi alle informazioni di carattere contabile per che ha aperto una Partita Iva.

Nel caso in cui l’algoritmo antievasione faccia il suo mestiere, le liste selettive che saranno prodotte dovrebbero dare un notevole slancio all’attività di contrasto all’evasione.

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Non mancheranno i test smaschera errori

Ovviamente, benché il software possa essere ben congegnato, le nuove procedure informatizzate di selezione dei contribuenti a rischio evasione verranno continuamente testate e sottoposte al controllo interno per impedire o limitare, il più possibile, il rischio dei cosiddetti falsi positivi.

Lo scopo, senza dubbio, è quello di cercare di limitare il più possibile di commettere degli errori e ritenere a rischio evasione un contribuente che in realtà non lo è. Ma soprattutto di evitare delle erronee rappresentazioni delle capacità contributive. Queste ultime situazioni potrebbero far inserire nelle liste selettive dei contribuenti che non presentano, in realtà, particolari indicatori di rischio.

L’intervento umano è sempre garantito: questo permetterà di limitare al massimo le anomalie che abbiamo appena elencato, in modo da avere una verifica ed un test aggiuntivo dei dati in possesso dell’amministrazione finanziaria.

Algoritmo antievasione – Domande frequenti

Come funziona il nuovo algoritmo antievasione?

Il nuovo software predispone delle liste di contribuenti e rischio evasione, che saranno poi controllate dagli uffici periferici del fisco in un momento successivo.

Dove vengono presi i dati per formare le liste nell’algoritmo antievasione?

Sono già in possesso dell’Agenzia delle Entrate, e provengono principalmente dall’Archivio dei rapporti finanziari e da tutte le operazioni effettuate con il codice fiscale. Scopri di più qui.

I dati dell’algoritmo antievasione saranno trattati rispettando la privacy?

Ai fini della lotta all’evasione fiscale i diritti legati alla privacy sono ridotti. I dati saranno comunque protetti da intrusioni esterne e manipolazioni di soggetti terzi.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Ho una laurea in materie letterarie. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 30 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

1 commento su “Algoritmo antievasione, come funziona il nuovo software del fisco”

  1. VERA: uno strumento di coercizione per rendere più difficile la vita alle partite IVA. Noi partite IVA produciamo PIL mentre i percettori del reddito di cittadinanza ( costo previsto annuale 10 miliardi) ed i clandestini ( loro mantenimento costo di 2,5/3 miliardi di euro per il 2022), invece no.
    Sono stanco di percepire questa enfasi sull’evasione fiscale. Pago le tasse da sempre ( dal 1979) e sono veramente seccato di leggere in merito all’ utilizzo di algoritmi come strumenti estorsivi a danno di chi ha la sfortuna di svolgere un’attività di lavoro autonomo con partita IVA.
    Ne terrò conto quando si dovrà votare alle elezioni politiche per il giorno 25 settembre.
    Altra idiozia riguarda il calcolo dei famosi “extra profitti”. Perchè il Ministero dell’Economia ( e/o l’Agenzia delle Entrate) non definisce il concetto, del tutto nuovo, di extra profitto. Extra rispetto a cosa? All’EBITDA, o EBIT o Reddito netto dell’anno precedente?

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