Tassi d’interesse alti: conseguenze su imprese, economia e investimenti

Quali sono gli effetti dei tassi d’interesse alti sulle imprese e sui risparmi dei cittadini? Scopri perché la BCE ha adottato questa politica monetaria e le conseguenze dirette dell’aumento del costo del denaro.

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Tassi d'interesse alti
  • Oggi il valore del tasso d’interesse BCE ha raggiunto la percentuale del 3%.
  • I tassi d’interesse alti sono il principale strumento di politica monetaria utilizzato dalle banche centrali per contrastare la crescita dell’inflazione.
  • L’aumento del costo del denaro produce diverse conseguenze, tra le quali un incremento dei tassi dei mutui, una diminuzione degli investimenti da parte delle imprese e un rallentamento dell’economica.

L’aumento esponenziale dell’inflazione è un fattore che incide profondamente sull’economia italiana e sui Paesi dell’Eurozona. Come principale strumento per contrastarla, la BCE (Banca Centrale Europea) ha predisposto un aumento dei tassi d’interesse portandoli al 3%, ai livelli del 2007. Una strategia che ha ottenuto un rallentamento dell’economia e del tasso di crescita inflazionistico.

Infatti, si ipotizza che questa politica monetaria dovrebbe riportare il livello dell’inflazione al 2% entro il 2025. Tuttavia, i tassi d’interesse alti hanno delle conseguenze sulle imprese, sullo stipendio come dipendente o sulle attività di professionista. In questa guida siamo andati ad analizzare quali sono gli effetti diretti e indiretti.

Tassi d’interesse oggi

Nella riunione della BCE avvenuta il 3 febbraio 2023, si è deciso di alzare i tassi d’interesse, a partire dall’8 febbraio, di altri 0,50 punti. Ciò significa che la percentuale con riferimento al costo del denaro collegato ai rifinanziamenti, come i mutui e i prestiti, salirà al 3%, mentre il tasso sui depositi sarà pari al 2,50% e quello sui prestiti marginali al 3,25%.

Un aumento che non sembra essere l’ultimo, dato che la presidente della BCE Christine Lagarde ha confermato un nuovo intervento a marzo. In meno di un anno, a partire da luglio 2022, la percentuale dei tassi d’interesse è passata da 0% al 3%.

La ragione è strettamente collegata alla crescita dell’inflazione arrivata in Italia a quota 11,6%, con una media annua dell’8,3%, con un valore in Europa del 10,1% nel mese di gennaio e una media dell’8,4% per il 2022.

In base a quanto dichiarato nella conferenza stampa, Lagarde ha ribadito come l’aumento dei tassi d’interesse sia lo strumento principale per frenare l’inflazione e contribuire a dare nuovo impulso all’economia. Tuttavia, sono previste una serie di conseguenze sulle imprese e i risparmi dei contribuenti. Vediamo quali.

Aumento dei tassi d'interesse
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Tassi d’interesse alti e banche

Il tasso d’interesse identifica il costo del denaro in base al quale una banca riceve un prestito da quelle centrali e utilizza i soldi, investendoli, oppure garantendo prestiti e mutui alle imprese e ai cittadini. La percentuale dei tassi d’interesse viene di volta in volta stabilita dalle autorità monetarie nazionali.

Nel caso dell’Europa, si farà riferimento alla BCE, mentre per gli Stati Uniti alla FED (Federal Reserve System). Agendo sui tasi d’interesse, le banche centrali sono in grado di adattare le politiche monetarie ai continui cambiamenti dell’economica.

Infatti, un tasso d’interesse basso offre la possibilità alle banche e alle finanziarie di prestare soldi alle imprese e ai cittadini a un costo ridotto. In questo modo si immetterà denaro nell’economia incrementando i consumi e determinando una fase di crescita.

Viceversa, quando crescono i tassi, il costo del denaro aumenta: la conseguenza è che viene concessa dagli istituti di credito meno liquidità, producendo un rallentamento delle vendite e della produzione. Quindi, attraverso i tassi d’interesse è possibile dare una certa stabilità alla crescita economica mantenendo l’inflazione a un livello considerato ottimale per l’economia, pari al 2%.

Relazione tra inflazione e tassi d’interesse

Il tasso d’inflazione indica il valore dei prezzi al consumo, in pratica è un parametro che riguarda quanto i prezzi dei beni e dei prodotti aumentano o diminuiscono nell’arco dell’anno. La crescita dell’inflazione è sintomatica di un’economia forte, e per questo viene favorita dalle banche centrali.

Infatti, il suo aumento è strettamente connesso alla quantità di credito che viene immesso sul mercato, attraverso prestiti, mutui e finanziamenti delle banche. In questo modo il denaro verrà speso da imprese e cittadini, incrementando la produzione e la domanda.

Tuttavia, se la quantità di soldi aumenta in maniera esponenziale, il denaro si svaluterà, con la conseguenza diretta dell’aumento dell’inflazione. Ciò è successo durante la fase di pandemia con l’emergenza da Covid-19 e con la guerra in Ucraina.

Infatti, le strategie utilizzate dai Governi per far fronte ai lockdown e alla crisi economica si sono improntate su aiuti economici alle imprese e i cittadini con iniezioni di capitali. Vedi l’esempio dei bonus bollette, quello per partita IVA e quelli edilizi per imprese e partita Iva.

L’aumento di liquidità, combinato con altri fattori come la crisi energetica e il rallentamento dei consumi, ha portato a una crescita dell’inflazione. Il ruolo di controllo sull’inflazione viene effettuato proprio dalle banche centrali come la BCE e la FED. Semplificando:

  • se l’inflazione è bassa, la BCE ridurrà i tassi d’interesse favorendo la circolazione del denaro, e incentivando l’economia;
  • viceversa, se l’inflazione sale, i tassi d’interesse aumentano al fine di rallentare l’economia.

La percentuale di inflazione media in Italia nel 2022 è stata pari all’8,3%, mentre nell’Eurozona ha raggiunto a dicembre il 9,2%. Quindi come politica principale per contrastare gli effetti della svalutazione del costo del denaro la BCE ha adottato un aumento dei tassi d’interesse progressivo fino al raggiungimento del 3% a febbraio 2023.

Conseguenze tassi alti
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Quali sono le conseguenze dell’aumento dei tassi d’interesse della BCE?

In base a un report del Sole 24 Ore, l’aumento di 0,50 punti percentuali dei tassi d’interesse costerà 15 miliardi in più quest’anno alle imprese, aggiungendosi agli oltre 41,5 miliardi bruciati dai cittadini e dagli imprenditori dovuti all’aumento dell’inflazione e alla crisi energetica.

In particolare, ad essere più colpite in Italia sono quelle regioni con i maggiori poli produttivi, come la Lombardia, il Lazio, l’Emila Romagna e il Veneto. Vediamo quali sono le conseguenze dirette e indirette:

  • aumento dei prezzi per i mutui;
  • conseguenze sui prestiti;
  • riduzione degli investimenti delle imprese;
  • rivalutazione dell’euro;
  • gestione del risparmio e investimenti.

Effetto sui mutui

L’incremento del costo del denaro sortisce come primo effetto un aumento del tasso dei mutui. Tuttavia, devi distinguere tra:

  • mutuo con tasso d’interesse fisso;
  • mutuo con tasso d’interesse variabile.

Nel primo caso le conseguenze dei tassi di interesse alti sono minime, dato che questa tipologia di finanziamento con una rata fissa non verrà influenzata dalle politiche monetarie della BCE. Invece, se come partita IVA o persona fisica hai concordato con la banca un tasso variabile con riferimento all’indice Euribor, in questa evenienza sarai tra i primi a notare l’aumento del costo del denaro.

Infatti, in base a un report della Banca d’Italia, è stato calcolato che le rate di un mutuo a tasso variabile nel 2023 aumenteranno dai 30€ ai 50€ mensili.

Conseguenze sui prestiti al consumo

Anche i prestiti al consumo per dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi saranno soggetti a variazioni. Tuttavia, in questo caso l’influenza dell’aumento dei tassi d’interesse sarà minimo, dato che rispetto ai mutui, questa forma di finanziamento è meno soggetta al cambiamento delle politiche monetarie centrali.

In linea di massima se hai sottoscritto un prestito a 10 anni con l’innalzamento al 3% dei tassi d’interesse la tua rata si modificherà dai 100€ ai 109€ al mese.

Riduzione degli investimenti delle imprese

La conseguenza diretta dei tassi d’interesse alti sarà quella di rallentare gli investimenti delle imprese. Infatti, il costo del denaro più elevato porterà le aziende ad accantonare eventuali progetti per aumentare la produzione.

Ad esempio, si limiteranno i finanziamenti per le scorte di magazzino, per aggiornare gli impianti già esistenti oppure assumere nuovo personale. Inoltre, non si lanceranno nuovi prodotti o sperimenteranno altri settori di mercato.

L’effetto è quello di rallentare la produzione da parte delle imprese, con conseguenze dirette sull’economia: con una minore offerta e una maggiore domanda, i prezzi tendono a salire con la conseguenza di gravare sui risparmi dei cittadini.

Inoltre, la mancanza di accesso al credito potrebbe portare anche alcune delle aziende con meno liquidità a una fase di sofferenza, con un possibile default e un aumento della disoccupazione.

Effettui sui risparmi

Rivalutazione dell’euro

L’aumento dei tassi porta un maggior flusso di denaro verso le banche. Ciò implica una rivalutazione della moneta unica che si rafforza rispetto a quelle estere. La conseguenza è che, se sei un’impresa che effettua diverse attività di export all’estero queste avranno un costo maggiore, mentre per ciò che riguarda le importazioni, il loro valore diminuirà.

Ciò favorisce quelle aziende che sono concentrate per lo più sul mercato nazionale, dato che si prediligerà l’acquisto di prodotti in base territoriale, ma andrà a penalizzare attività come gli e-commerce e il settore delle spedizioni.

Effetti sui risparmi

Un’altra conseguenza evidente è quella sui risparmi. Infatti, sia le imprese, sia i cittadini tenderanno a mantenere sui conti correnti i loro soldi, dato l’aumento degli interessi applicati.

Inoltre, si prevede un incremento degli investimenti su quegli asset che hanno ottenuto benefici dall’incremento dei tassi d’interesse come i BTP, con l’effetto di ridurre la spesa dei consumi.

Aumento tassi d’interesse e BTP

In questo clima di incertezza economica vi sono dei settori che beneficiano dall’aumento dei tassi d’interesse come quello obbligazionario e in particolare i BTP (Buoni de Tesoro Poliennali). In questo caso l’effetto immediato è quello di determinare un aumento del loro rendimento.

Tuttavia, questo comporta un incremento del debito sulle spalle dello Stato, che dovrà rimborsare chi ha sottoscritto l’obbligazione con un rendimento maggiore. Inoltre, l’acquisto di nuovi BTP con un tasso più elevato non sarà molto vantaggioso per gli investitori, dato che avranno un costo maggiore.

Questo porta alla successiva osservazione effettuata in questi giorni da alcuni analisti, in base alla quale la BCE non dovrebbe superare il tetto del 3,5% di tassi d’interesse. Infatti, un incremento troppo elevato andrebbe a intaccare i debiti sovrani di alcuni Stati, con la conseguenza di determinare una situazione di difficoltà nel restituire l’equivalente obbligazione.

Conseguenze dei tassi d’interesse alti – Domande frequenti

Cosa sono i tassi d’interesse?

I tassi d’interesse rappresentano il costo del denaro con cui ogni banca prende dalla BCE soldi a prestito al fine di utilizzarli per investimenti, mutui o finanziamenti.

Perché la BCE ha aumentato i tassi d’interesse?

L’aumento dei tassi d’interesse è uno dei principali strumenti per contrastare la crescita dell’inflazione, riducendo l’immissione di denaro nell’economia.

Quali sono gli effetti dell’aumento dei tassi d’interesse?

Sono diverse le conseguenze dell’aumento dei tassi d’interesse, anche per le imprese: le troverai descritte nel nostro articolo.

Autore
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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.

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