Sanzioni 730 errato: quali sono e come correggere

La corretta compilazione del modello 730 è cruciale non solo per ottenere eventuali rimborsi fiscali, ma anche per evitare possibili sanzioni. Sebbene la data limite per apportarvi modifiche sia il 20 giugno, esistono modalità per correggere eventuali errori anche dopo. Ecco quali.

di Francesca Di Feo

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  • La stagione delle dichiarazioni dei redditi è un periodo sempre delicato per i contribuenti italiani, con varie scadenze e opzioni a seconda del modello fiscale scelto.
  • Per il Modello 730, la data limite per apportare correzioni era il 20 giugno 2023: superato questo termine, le opzioni di rettifica diventano più complesse.
  • In caso di errori o omissioni, è possibile presentare un Modello Redditi Correttivo o un Modello Redditi Aggiuntivo per specifici tipi di reddito fino al 30 novembre 2023.

La stagione per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi rappresenta una fase critica e delicata per tutti i contribuenti in Italia, che si ritrovano a dover navigare tra una miriade di documenti, codici fiscali e regolamentazioni, con il rischio non indifferente di commettere errori o imprecisioni durante la compilazione del modulo.

Fortunatamente, il sistema fiscale italiano offre diversi strumenti che consentono di correggere o emendare gli errori, a condizione che si agisca entro determinate scadenze.

Tuttavia, come molti sapranno, la data limite per annullare o rettificare il modello 730 per l’anno fiscale 2023 è stata fissata al 20 giugno. Oltrepassato questo termine, la situazione si complica. Quindi, se un contribuente si accorge di un errore o di un’omissione solo dopo questa data, quali opzioni ha a disposizione? Vediamolo nell’articolo.

Modello 730: tutte le scadenze

Per la presentazione della dichiarazione dei redditi in Italia, i contribuenti hanno a disposizione vari modelli, ognuno dei quali ha date limite specifiche per la sua consegna.

Ad esempio, per quanto riguarda il modello 730 precompilato, la finestra temporale per la sua presentazione nell’anno 2023 è stata compresa tra l’11 maggio e il 2 ottobre.

Questa opzione, fornita in forma parzialmente compilata direttamente dall’Agenzia delle Entrate, risulta particolarmente vantaggiosa per coloro che hanno una situazione fiscale relativamente lineare e desiderano evitare la complessità associata ai calcoli e alle detrazioni fiscali.

A prescindere dal modello di dichiarazione dei redditi selezionato, era possibile annullare una dichiarazione già inoltrata mediante l’applicativo web fornito dall’Agenzia delle Entrate, ma soltanto fino al 20 giugno 2023. Superato questo termine, le modalità per apportare correzioni a eventuali errori o omissioni subiscono una variazione, diventando più articolate e potenzialmente più complesse.

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Modello 730: sanzioni per errori e omissioni

Quando la dichiarazione non viene presentata entro i termini previsti, o viene eseguita in modo non conforme, si innesca un regime sanzionatorio piuttosto severo.

La sanzione amministrativa pecuniaria prevista per l’omessa dichiarazione varia da un minimo del 120% a un massimo del 240% delle imposte dovute, con un importo minimo fissato a 250 euro. Queste cifre aumentano di un terzo nel caso di redditi prodotti all’estero.

Per i soggetti che non hanno imposte da pagare, la sanzione varia tra 250 e 1.000 euro, con la possibilità di un raddoppio se il contribuente è obbligato alla tenuta delle scritture contabili.

Se il caso riguarda la cedolare secca, le sanzioni possono raddoppiare, variando dal 240% al 480% dell’imposta dovuta nel caso di canoni di locazione non dichiarati. Inoltre, in caso di “infedele dichiarazione“, la sanzione va dal 180% al 360% dell’imposta.

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Per quanto riguarda l’IVA e l’IRAP, le sanzioni sono analoghe a quelle relative all’omessa dichiarazione dei redditi: dal 120% al 240% dell’imposta dovuta, con un minimo di 250 euro. Per l’IVA, se le operazioni sono esenti da imposte, la sanzione è compresa tra 250 e 2.000 euro.

È importante anche sottolineare che ci sono diverse circostanze in cui una dichiarazione può essere considerata omessa, come ad esempio:

  • quando è in ritardo di oltre 90 giorni;
  • quando è redatta su stampati non conformi ai modelli ministeriali;
  • quando non è stata sottoscritta.

In quest’ultimo caso, la nullità può essere sanata se il contribuente sottoscrive la dichiarazione entro 30 giorni dal ricevimento dell’invito dall’ufficio competente.

Se la scadenza del 20 giugno è passata, e se avete notato errori o omissioni nel vostro modello 730, ci sono ancora delle opzioni disponibili per rimediare, anche se sono più articolate.

In ogni caso si consiglia di affidarsi ad un esperto intermediario o ad un centro CAF per ogni dubbio su eventuali errori e su come procedere nello specifico alle correzioni. Qui di seguito vediamo alcune soluzioni possibili.

1. Il Modello Redditi Correttivo

Nel caso in cui vi accorgeste di aver inserito importi o informazioni sbagliate all’interno del vostro Modello 730, una delle vie più praticabili è quella di presentare un Modello Redditi Correttivo.

Quest’opzione, disponibile fino al 30 novembre 2023, funziona essenzialmente come una versione emendata della dichiarazione originale e può essere utilizzata per apportare modifiche a quanto già dichiarato, siano esse correzioni di errori materiali o aggiunte di dati precedentemente omessi.

Se l’errore o l’omissione commessi comportano un maggiore credito a favore del contribuente o un minor debito da saldare all’erario, è possibile richiedere un rimborso.

Questa è una situazione che potrebbe verificarsi, ad esempio, se avete omesso di includere certe detrazioni o crediti d’imposta a cui avete diritto. In tal caso, l’Agenzia delle Entrate esaminerà la vostra richiesta e, se tutto è in ordine, procederà con il rimborso dell’importo dovuto.

Al contrario, sarà invece il contribuente a dover pagare l’imposta dovuta, gli interessi calcolati al tasso legale con maturazione giornaliera e la sanzione ridotta come previsto dal ravvedimento operoso.

Come presentare un Modello Redditi Correttivo

Ecco una guida su come accedere, compilare e inviare un modello redditi correttivo:

  • accedi al sito web dell’Agenzia delle Entrate utilizzando le tue credenziali (SPID, CNS, ecc.);
  • una volta autenticato, vai nella sezione dedicata alle dichiarazioni dei redditi;
  • qui troverai un’opzione per accedere al Modello “Redditi Correttivo”;
  • utilizza la funzionalità “Cerca i campi della dichiarazione” per individuare rapidamente dove apportare le correzioni. Cliccando sulla voce di tuo interesse, sarà possibile visualizzare il quadro corrispondente dove inserire o modificare i dati;
  • visualizza i quadri pertinenti e inserisci o modifica le informazioni necessarie;
  • verifica attentamente che tutte le informazioni inserite siano corrette e complete;
  • non dimenticare di selezionare la casella “Correttiva nei termini” nel Quadro Frontespizio. Questo è fondamentale per indicare che la dichiarazione è una versione corretta di una precedente;
  • clicca su “Calcola, stampa o invia” per eseguire un controllo finale dei dati inseriti. Se non vi sono errori, potrai procedere con l’invio;
  • se hai bisogno di annullare le modifiche e tornare alla versione precedente, l’opzione “Ripristina” che ti permetterà di farlo.

È fondamentale ricordare che la correzione di errori materiali o di calcolo non comporta sanzioni se effettuata entro il 30 novembre 2023. In ogni caso, è sempre buona pratica consultare un professionista del settore fiscale per assicurarsi che la procedura sia eseguita correttamente.

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2. Il Modello Redditi Aggiuntivo

Se, durante la compilazione della vostra dichiarazione dei redditi, vi accorgete di aver omesso di includere alcuni specifici tipi di reddito, come quelli soggetti a tassazione separata o a imposta sostitutiva, la soluzione è l’invio di un Modello “Redditi Aggiuntivo“, concepito proprio per integrare la dichiarazione dei redditi originale con informazioni specifiche che non sono state incluse inizialmente.

Questo potrebbe riguardare, ad esempio:

  • redditi da capitale;
  • plusvalenze;
  • altri tipi di introiti che necessitano di una tassazione separata o di un’imposta sostitutiva.

Anche in questo caso l’ultima scadenza è fissata per il 30 novembre 2023.

Come presentare un modello redditi aggiuntivo

Ecco una guida su come accedere, compilare e inviare un Modello Redditi Aggiuntivo:

  • accedi al portale web dell’Agenzia delle Entrate con le tue credenziali (SPID, CNS, ecc.);
  • naviga fino alla sezione delle dichiarazioni dei redditi;
  • in questa sezione, seleziona l’opzione per accedere al Modello “Redditi Aggiuntivo“;
  • se hai già in mente quali informazioni aggiungere o correggere, puoi utilizzare la funzione “Cerca i campi della dichiarazione” per individuare rapidamente dove inserirli;
  • dopo aver selezionato la voce di interesse, verrà mostrato il quadro corrispondente in cui dovranno essere inserite le informazioni;
  • negli specifici quadri RM, RS, RT, RW andranno inseriti i dati relativi, ad esempio, a redditi soggetti a tassazione separata e imposta sostitutiva, plusvalenze finanziarie o attività all’estero;
  • una volta completata la compilazione, è essenziale controllare che tutti i dati inseriti siano corretti e completi;
  • utilizza l’opzione “Calcola, stampa e invia” per effettuare un controllo automatizzato delle informazioni inserite. Se non emergono errori, procedi con l’invio del modello.

Modello 730 errato – Domande frequenti

Cosa succede se si sbaglia a fare il 730?

Nel caso in cui, una volta inoltrato il modello 730, si rilevi un’omissione o un errore nei dati forniti e il termine per l’annullamento sia già scaduto, è necessario sottoporre il modulo “Redditi correttivo” entro il 30 novembre 2023. Oltre tale data, si può procedere unicamente con la compilazione di un “Redditi integrativo”.

Chi paga gli errori del 730?

Se sono presenti errori nella fase di compilazione o nel pagamento, il contribuente è tenuto a saldare l’importo dovuto, ma può rivolgersi al commercialista che ha preparato la dichiarazione.

Quanto è la multa se non faccio il 730?

Se si verifica un’omissione nella dichiarazione dei redditi, la penalità amministrativa in denaro oscilla tra un minimo del 120% e un massimo del 240% dell’importo totale delle imposte da versare. La sanzione minima che può essere applicata è di 250,00 euro.

Autore
Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.

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