- Il Bonus Befana verrà anticipato a dicembre e rinominato Bonus Natale, destinato a lavoratori dipendenti con figli e redditi fino a 28.000 euro.
- Il bonus contenuto nel Ddl Omnibus consiste in un accredito di 100 euro in più in tredicesima.
- Il governo sta inoltre considerando misure come la detassazione delle tredicesime e la riduzione delle aliquote IRPEF per i redditi fino a 50.000 euro. È in discussione anche il potenziamento dell’Assegno Unico, con l’obiettivo di contrastare la crisi demografica in Italia.
Il Bonus Befana, misura una tantum che originariamente doveva essere erogata a gennaio 2025, verrà anticipato al mese di dicembre e sarà quindi rinominato Bonus Natale. La conferma ufficiale arriva dal vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, che ha annunciato che il contributo di 100 euro sarà destinato a determinate categorie di lavoratori dipendenti, in particolar modo alle famiglie con figli e redditi non superiori a 28.000 euro.
Non si tratta però l’unico intervento di natura economica che il governo sta considerando per tentare di arginare il crescente rischio di povertà in Italia. Secondo l’ultimo Rapporto BES dell’ISTAT, il 20,1% della popolazione si trova infatti in condizioni di vulnerabilità economica, percentuale significativamente superiore alla media dell’Unione Europea, fissata al 16,5% per l’UE27.
Le ipotesi sul tavolo potrebbero infatti presto includere anche la detassazione delle tredicesime e il potenziamento dell’Assegno Unico. Intanto proseguono i lavori per il Ddl Omnibus, che verrà presto confermato definitivamente.
Indice
Cos’è il Bonus Natale
Il governo italiano ha deciso con il Ddl Omnibus di anticipare l’erogazione del Bonus Befana, trasformandolo così in Bonus Natale. Uno spostamento, a detta della premier Meloni, reso possibile grazie alle entrate fiscali superiori alle aspettative nei primi mesi del 2024, che hanno permesso di trovare le risorse necessarie per procedere all’anticipo del bonus.
Secondo quanto dichiarato da Maurizio Leo, l’erogazione avverrà insieme alla tredicesima mensilità, senza impatto sulla tassazione, garantendo quindi l’erogazione di 100 euro netti.
L’idea di anticipare il bonus nasce dall’intento di fornire un sostegno economico immediato alle famiglie italiane durante le festività natalizie, periodo dell’anno particolarmente gravoso dal punto di vista delle spese.
Tuttavia, la misura è rivolta a una platea molto ristretta: circa 1 milione di famiglie, con un costo stimato per le casse dello Stato di circa 100 milioni di euro.
A chi spetta il Bonus Natale
Non tutti i lavoratori dipendenti avranno quindi diritto al Bonus Natale. La misura è riservata solo ai lavoratori con un reddito annuo lordo non superiore a 28.000 euro e almeno un figlio a carico.
In particolare, il bonus sarà disponibile per le famiglie monoreddito con coniugi non separati e figli fiscalmente a carico, oppure per i genitori single con almeno un figlio a carico.
I lavoratori dipendenti senza figli e coloro che rientrano nella no tax area, ossia chi ha un reddito annuo inferiore a 8.500 euro, non potranno dunque accedere al beneficio. Restano quindi esclusi anche coloro che, pur avendo redditi medio-bassi, non hanno figli a carico.
Come richiedere il Bonus Natale
Per ottenere il Bonus Natale il lavoratore dipendente interessato deve presentare una richiesta apposita al proprio datore di lavoro, in quanto sostituto di imposta. Non si tratta quindi di un sostegno erogato in modo automatico, ma un aiuto una tantum applicabile su richiesta.
Il lavoratore così attesta il rispetto delle condizioni specifiche per accedervi, come la presenza di figli a carico e il reddito inferiore a 28.000 euro. Coloro che non lo ricevono anche dopo aver presentato la richiesta, possono procedere a domandarlo con la dichiarazione dei redditi relativa all’anno in corso.
Non solo Bonus Natale: altri interventi
Il Bonus Natale non è però l’unica misura al vaglio del governo per alleggerire il carico fiscale sulle famiglie italiane. Maurizio Leo ha accennato anche alla possibilità di introdurre una detassazione delle tredicesime per i redditi più bassi, provvedimento che potrebbe diventare realtà solo nei prossimi anni.
Attualmente, il governo sta valutando diverse opzioni per ridurre l’impatto fiscale su chi ha redditi fino a 50.000 euro, una fascia che secondo Leo non può essere considerata “ricca” e che necessiterebbe di maggiori agevolazioni fiscali.
Sebbene la detassazione delle tredicesime non sia ancora stata confermata per il 2024, l’idea rappresenta un tassello nel piano di riforma fiscale che mira a rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie italiane. La riduzione delle aliquote IRPEF e una possibile rimodulazione delle tasse sulla tredicesima sono però tutte misure che potrebbero essere discusse solo nell’ambito della prossima legge di bilancio.
Un altro tema che il governo sta valutando è l’estensione dell’Assegno Unico Universale. Introdotto per fornire un supporto economico alle famiglie con figli, il bonus potrebbe essere potenziato o esteso ad altre categorie, come parte di un piano più ampio per contrastare la crisi demografica che il Paese sta affrontando.
Attualmente, l’Assegno Unico è già disponibile per tutte le famiglie con figli a carico. Il governo sta quindi valutando se potenziarlo o introdurre nuove detrazioni, sempre e solo per le famiglie con figli.
Francesca Di Feo
Redattrice Partitaiva.it