Resto al Sud 2.0 arriva a settembre 2024: chi può accedere e come fare domanda

Resto al Sud 2.0 è un'iniziativa per incentivare l'imprenditorialità giovanile nel Mezzogiorno, attraverso finanziamenti a fondo perduto e voucher per attività di formazione, tutoraggio e avvio dell'impresa.

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  • Ogni anno, circa un terzo degli studenti e quasi il 40% dei laureati del Mezzogiorno d’Italia si trasferiscono al Centro-Nord in cerca di migliori opportunità di studio e lavoro, a causa della scarsità di opportunità lavorative qualificate nel Sud.
  • Il programma “Resto al Sud 2.0” mira a contrastare questa migrazione offrendo incentivi economici per avviare attività imprenditoriali e professionali nel Sud Italia.
  • Le iniziative includono supporto finanziario, formazione e tutoraggio per giovani imprenditori e professionisti, al fine di sviluppare nuove opportunità lavorative e stimolare l’economia locale.

    Ogni anno, un elevato numero di giovani lascia il Mezzogiorno d’Italia, spinto da una varietà di fattori socioeconomici. Il rapporto ISTAT “I giovani del Mezzogiorno – L’incerta transizione all’età adulta1” evidenzia come il 28,5% degli studenti del sud si iscriva a università del Centro-Nord e gran parte dei laureati si trasferisca poi per proseguire la propria carriera in queste aree o all’estero.

    Questo fenomeno è strettamente connesso alla scarsità di opportunità lavorative stabili e di qualità nel Sud, dove il tasso di disoccupazione giovanile si attesta al 23,6%, contro il 9,1% del Centro-Nord.

    Per contrastare questa tendenza, il governo ha lanciato il programma “Resto al Sud 2.0. L’iniziativa, specificata nell’articolo 18 del DL Coesione e annunciata sulla Gazzetta Ufficiale n. 105 del 7 maggio2, è entrata in vigore l’8 maggio, sarà attiva da settembre 2024 e punta a stimolare la creazione di nuove imprese e attività professionali nel Sud Italia attraverso sostegni economici e agevolazioni per giovani imprenditori e professionisti.

    Cos’è Resto al Sud 2.0

    Il bando Resto al Sud 2.0 rappresenta quindi un’iniziativa governativa volta a sostenere e promuovere lo sviluppo economico nel Mezzogiorno d’Italia attraverso specifiche agevolazioni finanziarie destinate a giovani imprenditori e professionisti che desiderano avviare nuove attività nelle regioni meridionali e in alcune zone dell’Italia centrale colpite da eventi sismici.

    Il programma, sulla scia della prima iniziativa Resto al Sud, mira a incentivare la costituzione di nuove imprese individuali o collettive, come società di vario tipo e sono inclusi professionisti che richiedano l’iscrizione ad ordini professionali.

    Resto al Sud 2.0, il cui fondo ammonta a 49,5 milioni di euro per l’anno 2024 e 45,5 milioni di euro per l’anno 2025, prevede il finanziamento di diverse attività legate all’avviamento di nuove imprese, che includono formazione, supporto alla progettazione e tutoraggio per rafforzare le competenze necessarie a gestire una nuova azienda.

    Il governo ha anche messo a disposizione una misura speculare dedicata al Nord e al Centro del paese, ovvero Autoimpresa Centro Nord Italia per i giovani, con funzionamento molto simile all’intervento per il Meridione.

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    Come funziona Resto al Sud 2.0 2024

    Il programma è quindi specificamente progettato per assistere i giovani imprenditori e professionisti, con un’età inferiore ai 35 anni, che desiderano avviare o sviluppare attività imprenditoriali o professionali nel Sud Italia.

    Il decreto legislativo stabilisce che possono essere finanziati sia progetti individuali sia collettivi, comprendendo un’ampia varietà di forme giuridiche. Questo risponde ad una necessaria flessibilità nel tipo di attività che può essere sviluppata, da imprese singole a partnership più ampie.

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      Per essere ammessi al finanziamento, i giovani devono però rientrare in categorie specifiche, che includono stati di marginalità, vulnerabilità sociale o situazioni di disoccupazione. Il programma offre supporto attraverso formazione, tutoraggio e incentivi finanziari che possono consistere in:

      • voucher di avvio non rimborsabili fino a 40.000 euro, aumentabili fino a 50.000 euro per acquisti in ambito innovativo, tecnologico, digitale, o che favoriscano la sostenibilità ambientale;
      • contributi a fondo perduto fino al 75% per spese non superiori a 120.000 euro;
      • contributi a fondo perduto fino al 70% per spese oltre i 120.000 euro e fino a 200.000 euro.

      I fondi sono assegnati in base a regolamenti che seguono le normative dell’Unione Europea sugli aiuti de minimis, assicurando che i sostegni non alterino la concorrenza leale. Il finanziamento del programma è previsto per il 2024 e il 2025.

      Requisiti e beneficiari di Resto al Sud 2.0

      La misura è rivolta a giovani sotto i 35 anni di età, che possono essere in condizione di vulnerabilità sociale, discriminazione o marginalità secondo le definizioni del Piano nazionale “Giovani, donne e lavoro 2021 – 20273.

      Il programma è accessibile anche a chi si trova in stato di disoccupazione o inattività, compresi coloro che beneficiano di politiche attive del lavoro come quelle previste dal programma “Garanzia di occupabilità dei lavoratori GOL“.

      I destinatari hanno l’opportunità di avviare iniziative sia in forma individuale, aprendo una partita IVA per una impresa individuale o attività libero-professionale, sia in forma collettiva, attraverso la costituzione di società.

      La finalità di “Resto al Sud 2024” è quella di stimolare lo sviluppo economico nelle aree meno sviluppate del Sud Italia, incentivando la nascita di nuove imprese e attività professionali che possano contribuire al riequilibrio delle opportunità economiche e alla coesione sociale.

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      Quali attività sono ammesse a Resto al Sud 2.0

      Possono partecipare all’iniziativa diverse realtà, anche costituite in forme molto differenti. Si parte dai lavoratori autonomi, ovvero liberi professionisti (anche iscritti ad un Albo) oppure imprese individuali, ma sono incluse anche le società in nome collettivo (SNC) e società in accomandita semplice (SAS).

      Sono ammesse società a responsabilità limitata (SRL), cooperative e società tra professionisti. In questo modo l’iniziativa viene aperta ad un ampio pubblico di potenziali beneficiari, includendo diversi tipi e strutture di attività.

      Come si compila la domanda per Resto al Sud 2.0

      Per compilare la domanda per il programma Resto al Sud 2.0, il primo passo è visitare il portale dedicato gestito da Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. Dopo aver creato un account personale, il richiedente può iniziare a compilare la richiesta online.

      È essenziale avere a portata di mano tutti i documenti necessari, tra cui il codice fiscale, un documento di identità valido e i dettagli della propria idea imprenditoriale o professionale.

      Il processo prevede la descrizione dettagliata del progetto imprenditoriale, comprese le informazioni relative alla pianificazione finanziaria, agli obiettivi e alle aspettative di mercato, tramite business plan. È importante dettagliare come i fondi richiesti saranno utilizzati per supportare l’avvio o l’espansione dell’attività.

      La domanda richiederà anche di specificare la localizzazione dell’attività nel Sud Italia e di dimostrare la conformità con i criteri di ammissibilità del programma, come l’età del richiedente e la situazione occupazionale. Può poi essere inviata attraverso il portale stesso.

      Dopo l’invio, il richiedente riceverà una conferma e sarà tenuto a monitorare lo stato della propria richiesta attraverso il portale di Invitalia, dove verranno anche comunicate eventuali domande di documentazione aggiuntiva o chiarimenti.

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      Quando sarà attiva Resto al Sud 2.0

      L’iniziativa sta per essere attivata: la versione 2.0 infatti verrà attivata a partire da settembre 2024, per cui chi intende candidarsi per partecipare può iniziare ad informarsi sulla procedura e accantonare tutti i documenti necessari per la domanda.

      L’iniziativa prevede come abbiamo visto sostegni a tutto tondo, dai contributi a fondo perduto per l’avvio dell’attività a quelli per servizi di formazione e tutoraggio, per cui si tratta di una delle principali misure rivolte al Sud del paese.

      In questo modo si incentiva la permanenza dei giovani nelle regioni meridionali dell’Italia, con l’obiettivo di limitare la fuga di cervelli ancora in aumento e consentire agli imprenditori di portare avanti i propri progetti con un aiuto decisivo.

      Bando Resto al Sud 2.0 – Domande frequenti

      Come funziona Resto al Sud 2.0 2024?

      Resto al Sud 2024 offre incentivi finanziari per avviare nuove attività imprenditoriali e professionali nel Sud Italia. I beneficiari ricevono contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per coprire le spese iniziali di avvio delle loro attività.

      Quanto ti danno con il Resto al Sud 2.0?

      Gli incentivi possono arrivare fino a 50.000 euro per attività innovative o sostenibili. Inoltre, per progetti più ampi, si può ottenere un contributo a fondo perduto fino al 75% delle spese per programmi di spesa fino a 120.000 euro e fino al 70% per spese tra 120.000 e 200.000 euro.

      Quali sono i requisiti per Resto al Sud 2.0?

      I requisiti includono: essere giovani sotto i 35 anni, residenti nelle regioni del Sud Italia e trovarsi in condizioni di marginalità, vulnerabilità sociale, disoccupazione o inoccupazione. È necessario presentare un progetto di impresa o attività professionale valida e sostenibile.

      Quanti anni dura Resto al Sud 2.0?

      Il programma Resto al Sud 2.0 non ha una durata fissa per i benefici concessi, ma il finanziamento deve essere utilizzato per avviare e sostenere l’attività imprenditoriale entro i termini specificati nel bando, generalmente entro pochi anni dall’ottenimento del contributo.

      Resto al sud 2.0 sostituisce Resto al Sud?

      Sono due iniziative distinte, perciò Resto al Sud 2.0 non va a sostituire Resto al Sud ma è un bando aggiuntivo per sostenere lo sviluppo nel Mezzogiorno.

      1. I giovani del mezzogiorno: l’incerta transizione all’età adulta, ISTAT, istat.it ↩︎
      2. Decreto 7 maggio 2024, n.60, Gazzetta Ufficiale, gazzettaufficiale.it ↩︎
      3. Pn Giovani, donne e lavoro, Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ↩︎
      Autore
      Foto dell'autore

      Francesca Di Feo

      Redattrice Partitaiva.it

      Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.

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