Resto al Sud per imprese, professionisti e società: il quadro della misura e le differenze

Resto al Sud è un'iniziativa mirata a favorire lo sviluppo di imprese e attività professionali nel Mezzogiorno. Nella guida, tutte le differenze tra imprese, professionisti e società nell'accesso alla misura.

di Ambra Munforte

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Resto al Sud imprese
  • Resto al Sud è una misura dedicata a imprese, professionisti e società.
  • L’iniziativa è promossa dall’agenzia Invitalia.
  • Resto al Sud consiste in una serie di agevolazioni per sostenere la nascita di imprese e attività al sud Italia, nelle regioni del Mezzogiorno.

Tra il panorama delle agevolazioni per incentivare la nascita di nuove imprese, la misura Resto al Sud rimane sicuramente la più interessante, e viene introdotta per sostenere la nascita di attività imprenditoriali al sud del paese.

La misura è vantaggiosa perché ad essere finanziate sono il 100% delle spese ammissibili sostenute per l’investimento, sia perché la composizione delle fonti di finanziamento prevede un 50% a fondo perduto e un 50% prestito a tasso zero per la futura impresa, professionista o società.

Il costo del capitale è interamente sostenuto da Invitalia, ossia l’agenzia per lo sviluppo deputata allo studio delle iniziative imprenditoriali e all’accoglimento delle istanze di finanziamento.

Requisiti per l’accesso a Resto al Sud

I soggetti che intendono usufruire di Resto al Sud devono rispettare alcuni requisiti. Devono avere la propria residenza e svolgere la propria attività in una delle seguenti aree: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Marche, Lazio, Umbria) o nelle isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord.

Precisamente al momento della presentazione della domanda i soggetti interessati devono essere residenti, oppure trasferire la residenza nelle suddette aree entro 60 giorni (120 se residenti all’estero) dall’esito positivo dell’istruttoria.

È inoltre possibile accedere a tale forma di finanza agevolata solo se:

  • il soggetto non ha compiuto il 56° anno di età, quindi al momento della domanda è necessario avere un’età compresa tra i 18 e i 55 anni;
  • non si è già titolari di altre attività d’impresa in esercizio alla data del 21/06/2017, è importante specificare che non essere titolare di un’attività d’impresa, in base ai punti successivi;
  • nel caso di ditta individuale, non si deve essere titolare di Partita Iva movimentata;
  • nel caso di società, non si deve essere rappresentante legale di società iscritte al Registro delle Imprese e attive;
  • la titolarità di impresa viene valutata al 21 giugno 2017. Quindi non sarà possibile presentare la domanda se si risulta titolare di impresa in esercizio a quella data, anche se nel frattempo l’impresa è cessata o è stata ceduta;
  • solo per il comparto delle attività libero professionali è necessario non risultare titolare di Partita IVA movimentata, nei 12 mesi antecedenti alla presentazione della domanda, per lo svolgimento di un’attività analoga a quella proposta;
  • non sono state ricevute altre agevolazioni nazionali per l’autoimprenditorialità nell’ultimo triennio;
  • non si è in possesso di un lavoro a tempo indeterminato e ci si impegna a non averlo per tutta la durata del finanziamento. Questo non significa che qualora si voglia intraprendere un’attività d’impresa e si stia lavorando non sia possibile inoltrare la domanda per Resto al Sud a Invitalia, ma al momento in cui la domanda verrà approvata, sarà necessario lasciare l’impiego e dedicarsi esclusivamente alla nuova attività.
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Attività finanziabili dalla misura

Resto al Sud è destinato al finanziamento di nuove attività produttive in alcuni specifici settori, che elenchiamo di seguito:

  • industria;
  • artigianato;
  • trasformazione dei prodotti agricoli;
  • pesca e acquacoltura;
  • fornitura di servizi alle imprese e alle persone;
  • turismo;
  • commercio;
  • attività libero professionali.

Sono escluse dal finanziamento le attività agricole. In particolare, a seguito dell’estensione dell’ambito di applicazione di Resto al Sud, sono state ricomprese tra le attività ammissibili quelle afferenti ad alcune sezioni di codici Ateco:

  • alla sezione M della classificazione Ateco: “attività professionali, scientifiche e tecniche”;
  • alla sezione G della classificazione Ateco: “commercio all’ingrosso e al dettaglio”.

Restano, pertanto, escluse dalle agevolazioni, le sole attività economiche rientranti nella sezione A della classificazione Ateco: “Agricoltura, silvicoltura e pesca”, ad eccezione della divisione 3: “Pesca e acquacoltura”.

Per nuove attività si intende imprese di nuova costituzione o imprese che siano nate, come già anticipato, dopo il 21 giugno 2017. La domanda può essere presentata quindi, da ditte individuali o società, che possono essere di capitali, di persone o cooperative, in particolare da:

  • imprese costituite successivamente alla data 21/06/2017;
  • imprese costituende, avendo come ultimo termine di costituzione 60 giorni, o 120 giorni se i soggetti sono residenti all’estero, dopo l’esito positivo alla richiesta.

Per il comparto delle libere professioni, sono previste la sola apertura della Partita IVA per le attività svolte in forma individuale e la costituzione di società tra professionista per le attività svolte in forma collettiva.

Spese Resto al Sud

Spese ammissibili a Resto al Sud

Come anticipato, Resto al Sud copre fino al 100% delle spese sostenute nell’investimento ritenute ammissibili, spese vincolate solamente in alcuni massimali di spesa e per alcune categorie di costi. Di seguito, una panoramica delle spese ammissibili.

Le spese per cui è possibile accedere alla misura riguardano, oltre alla la ristrutturazione o la manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa), anche i seguenti beni:

  • macchinari, impianti e attrezzature nuovi;
  • programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione;
  • spese di gestione (materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative) con un massimo del 20% del programma di spesa.

Le agevolazioni non coprono, invece, le seguenti spese:

  • beni acquisiti con il sistema della locazione finanziaria, del leasing e del leaseback;
  • beni e servizi di proprietà di uno o più soci del beneficiario, nel caso di soci di persone fisiche, anche dei relativi coniugi, ovvero di parenti o affini dei soci stessi entro il terzo grado;
  • investimenti di mera sostituzione di impianti, macchinari e attrezzature;
  • il cosiddetto “contratto chiavi in mano”;
  • commesse interne;
  • macchinari, impianti e attrezzature usati;
  • spese notarili, imposte, tasse;
  • acquisto di automezzi, tranne quelli strettamente necessari al ciclo di produzione o destinati al trasporto in conservazione condizionata dei prodotti;
  • acquisto di beni di importo unitario inferiore a 500 euro, ad eccezione delle spese afferenti al capitale circolante;
  • progettazione, consulenze ed erogazione delle retribuzioni ai dipendenti delle imprese individuali e delle società, nonché agli organi di gestione e di controllo delle società stesse;
  • scorte, tasse e imposte. Per ciò che riguarda l’IVA, realmente sostenuta dal soggetto beneficiario, la spesa è ammissibile solo se non è da egli stesso recuperabile.

In una FAQ, Invitalia ha chiarito che i beni non finanziabili non possono essere acquistati dalla ditta o società autonomamente per l’attività imprenditoriale, in quanto:

“il progetto imprenditoriale deve prevedere un programma di spesa completo e funzionale allo svolgimento dell’iniziativa. Quindi il programma di spesa per il quale si chiede il finanziamento non può avere un importo superiore all’ammontare massimo complessivo delle agevolazioni concedibili ai richiedenti.”.

Inoltre i beni agevolati non possono essere trasferiti dalla sede aziendale, né alienati o destinati a usi diversi per i 5 anni successivi al completamento del programma di spesa, e comunque non prima della completa restituzione del finanziamento bancario.

A seconda che si tratti di una ditta individuale o una società, e in ragione dei soci che rispettano i requisiti, il finanziamento erogabile tramite Resto al Sud può variare fino ad un massimo di 200.000 euro.

Resto al sud è sicuramente la misura che più di tutte permette a futuri imprenditori e professionisti di avere una chance nonostante non abbiano risparmi da investire nella loro idea imprenditoriale o professione. Ovviamente si tratta di micro realtà, in quanto gli importi finanziabili sono sicuramente contenuti.

Ulteriore contributo previsto dal Decreto Rilancio

A supporto del fabbisogno di circolante, in aggiunta a quanto previsto come massimo importo erogabile (si veda il paragrafo successivo al riguardo) il DL Rilancio ha previsto un ulteriore contributo a fondo perduto:

  • 15.000 euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale;
  • fino a un massimo di 40.000 euro per le società.

In particolare, nel caso delle società, il DL Rilancio ha previsto che il contributo erogabile sia di 10.000 euro per ogni socio che presenti la domanda fino ad un massimo di 4 soci e un totale di 40.000 euro. Qualora invece la compagine sociale venga variata con l’aggiunta di un nuovo socio, la quota rimarrebbe ugualmente legata alla compagine che ha presentato la domanda, ma presente al momento dell’erogazione.

Ad esempio qualora a presentare la domanda di agevolazione fossero stati 4 soci e al momento dell’erogazione siano rimasti in 3, il calcolo per la determinazione del contributo previsto dal DL Rilancio dipenderà dal numero dei soci (sia con i requisiti, sia senza) effettivo al momento dell’erogazione, ossia 30.000 euro.

In pratica il contributo va calcolato sul dato minore tra il numero di soci inizialmente ammesso e quello effettivamente presente al momento dell’erogazione. Un’ultima precisazione che riguarda il contributo previsto dal DL Rilancio, va fatta sul conteggio dei soci: questi possono rispettare oppure no i requisiti, in quanto la norma prevede il contributo per ogni socio, senza alcuna specifica circa il possesso dei requisiti.

Progetto Resto al Sud imprese

Investimento finanziabile, ditta individuale o società, cosa cambia?

A seconda che si tratti di un’attività svolta sotto forma individuale o societaria, le soglie di finanziamento massime variano. Infatti, per le imprese esercitate in forma individuale, e quindi con un solo soggetto proponente, il finanziamento massimo è pari a 60.000 euro.

Mentre per le imprese esercitate in forma societaria è possibile richiedere un finanziamento massimo di 50.000 euro per ogni socio richiedente, che complessivamente può arrivare fino a 200.000 euro nel caso di società composte da quattro soci che rispettino i requisiti.

È d’obbligo quindi sottolineare che ogni socio richiedente deve possedere i requisiti soggettivi per poter accedere alle agevolazioni, questo non implica che l’intera compagine sociale sia costituita da soci che possiedono i requisiti, e non sono previsti vincoli per la ripartizione delle quote societarie.

Pertanto all’interno di una società sarà possibile avere soci “richiedenti” che possiedono i requisiti per accedere a Resto al Sud, e soci partecipanti che non concorreranno alla richiesta del finanziamento e che per tali ragioni non verranno computati nella sommatoria del massimale finanziabile.

Nelle FAQ di Invitalia è chiarito inoltre che i soci che non rispettano i requisiti, però, non devono superare 1/3 della compagine sociale e non devono avere rapporti di parentela fino al quarto grado con nessuno dei richiedenti.

Variazione della compagine sociale e cessione delle quote societarie

La variazione la compagine sociale è possibile solo a patto che siano osservate le previsioni di legge. Sarà fondamentale, oltre alla documentazione richiesta per la variazione, che siano indicate le motivazioni del cambiamento e le conseguenze sul progetto imprenditoriale approvato.

La richiesta di variazione è soggetta ad una valutazione che potrà comportare l’approvazione o il diniego. In ogni caso, non sono consentite variazioni che comportino modifiche sostanziali al progetto imprenditoriale approvato e individuato nel Provvedimento di concessione, pena la revoca delle agevolazioni.

Non sono ammesse variazioni che impattino su elementi oggetto di specifica valutazione in sede istruttoria, oppure che rilevino ai fini della coerenza complessiva del progetto o sugli aspetti indicati nel Provvedimento di concessione. È fondamentale ricordare che la variazione di compagine effettuata senza l’autorizzazione dell’Agenzia è causa di revoca delle agevolazioni.

Per qual che concerne invece la cessione delle quote societarie, fermo restando la validità di quanto già evidenziato nelle righe precedenti, trattandosi nel caso specifico della cessione di quote di una delle cause di variazione della compagine sociale, va aggiunto che per il caso specifico della cessione delle quote ad un’ investitore, Invitalia chiarisce che:

le imprese beneficiarie possono richiedere a Invitalia l’autorizzazione all’ingresso, in compagine, di investitori istituzionali o qualificati, o Business Angel. Tale richiesta sarà valutata dall’Agenzia sulla base della presenza delle seguenti condizioni: che l’investitore abbia intenzione di apportare risorse finanziarie pari almeno al 15% del programma di spesa ammesso alle agevolazioni e che abbia una quota di capitale sociale inferiore al 50%; inoltre, nel caso in cui l’investitore sia un Business Angel, lo stesso dovrà risultare iscritto ad una delle associazioni di categoria ad oggi esistenti, oppure dovrà dimostrare di aver già effettuato operazioni di investimento in almeno altre due Start-Up/PMI innovative, per un importo cumulativo minimo di € 50.000.

La forma giuridica indicata nella domanda è vincolante per l’ammissione alle agevolazioni?

La scelta indicata al momento della presentazione della domanda è vincolante solo per le attività libero professionali. In particolare, le attività libero professionali di tipo ordinistico devono obbligatoriamente costituirsi nelle forme di:

  • attività libero professionali svolte in forma individuale;
  • società tra professionisti.

Per le altre attività libero professionali, la scelta indicata nella domanda deve essere invece confermata al momento dell’ammissione alle agevolazioni.

Valutazione Resto al Sud
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Domanda on-line e iter di valutazione Resto al Sud

Per Resto al Sud sono stati stanziati 1.2 miliardi di euro. L’agenzia per lo sviluppo Invitalia si occupa di erogare i fondi messi a disposizione tramite valutazioni allo sportello di progetti imprenditoriali. La valutazione avviene per ordine cronologico fino ad esaurimento della dotazione. Per poter richiedere il finanziamento è necessario inviare una domanda on-line, attraverso la piattaforma web di Invitalia.

La persona che compila la domanda deve essere uno dei soggetti richiedenti, in possesso dei requisiti richiesti. Il sistema informatico verifica, al momento della presentazione della domanda, che il compilatore faccia parte della compagine.

Dal momento della presentazione della domanda, Invitalia impiega circa due mesi per l’iter valutativo. Normalmente l’esito della valutazione viene comunicato via PEC entro 60 giorni dalla data di presentazione della domanda. I tempi possono essere più lunghi in presenza di carenze progettuali e/o documentali.

La domanda per Resto al Sud viene valutata in due fasi: la prima serve a verificare il possesso dei requisiti, la seconda prende in esame le competenze dei soci e la fattibilità economico-finanziaria del progetto. In questa seconda fase è previsto un colloquio tra tutti i componenti del team imprenditoriale e gli esperti di Invitalia. Se anche un solo socio non partecipa al colloquio, la domanda viene respinta.

Durante la valutazione possono emergere carenze o criticità. Ad esempio: la domanda non rispetta tutti i requisiti di accesso o i punteggi assegnati per i singoli criteri di valutazione non sono sufficienti a renderla ammissibile.

In questo caso Invitalia comunicherà quali sono i motivi ostativi all’accoglimento della domanda. Se questo dovesse accadere è possibile rispondere entro 10 giorni con delle controdeduzioni scritte, che comportano un supplemento di istruttoria. Se le informazioni fornite consentono di superare le criticità, l’agenzia provvederà alla comunicazione di esito positivo. Nella situazione contraria, è in ogni caso comunicata la non ammissibilità della domanda.

Resto al sud per imprese – Domande frequenti

Quali sono le attività finanziabili da Resto al Sud?

Sono finanziabili da Resto al Sud tutte le attività di impresa avviate nel Mezzogiorno, per settori come: industria, artigianato, trasformazione prodotti agricoli, pesca, turismo, commercio, attività autonome professionali. Ecco come funziona la misura.

Cosa cambia tra ditta individuale e società per Resto al Sud?

Cambiano le soglie massime di finanziamento, garantite da Resto al Sud per ditte individuali e società. Scopri qui quali sono.

Come funziona la valutazione di Resto al Sud?

La valutazione di Invitalia per l’accesso alla misura Resto al Sud prevede una prima fase di conferma dei requisiti, e una seconda fase per la fattibilità del progetto proposto, tramite colloquio con i soggetti richiedenti.

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Ambra Munforte

Dottore commercialista specializzata in strategia e management aziendale, con focus sulla finanza agevolata.

Penso che il Dottore commercialista debba essere il principale business partner dell'imprenditore, condividerne la vision e strategie aziendali volte allo sviluppo d'impresa.
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Avatar di Giovanni Emmi
Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 26 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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