Prosegue la carenza di medici ai pronto soccorso del sistema sanitario nazionale. Una situazione che vede almeno 3.500 medici mancanti, come confermato da un’indagine SIMEU (Società italiana di medicina dell’emergenza urgenza). E con l’estate, le cose non migliorano.
Sempre più spesso per ovviare al problema si ricorre a professionisti esterni, freelance, i così detti gettonisti, che lavorano con partita IVA e i cui servizi sono molto più costosi di quelli garantiti dai dipendenti del SSN. Un cortocircuito che spesso vede gli stessi lavoratori del sistema pubblico licenziarsi per aprire una partita IVA e raggiungere così un guadagno migliore.
Pronto soccorso italiani: mancano 3.500 medici
Attualmente mancherebbero almeno 3.500 medici in tutto il territorio italiano, a copertura dei pronto soccorso. E con l’arrivo dell’estate questo dato non può che peggiorare, visto che molti saranno in ferie. Ed è proprio questo il periodo in cui è maggiormente richiesto l’accesso alle cure d’emergenza, a causa del caldo.
Una situazione che per il sistema pubblico non è nuova, tenendo conto che allo stesso tempo mancano anche i medici di famiglia e i pediatri, soprattutto in alcune regioni. Presso i pronto soccorso, sarebbe coperto dai medici regolarmente assunti solamente il 62% dei reparti, mentre per il resto il sistema ricorre a specializzandi, cooperative esterne o ai liberi professionisti con partita IVA, ovvero i gettonisti.
Ma come si è arrivati a questo punto? Con un susseguirsi di fattori sfavorevoli, che hanno condotto sempre meno giovani ad iniziare una carriera in questo campo. In primis il numero chiuso per l’accesso agli studi, che negli anni passati ha visto sempre meno giovani avvicinarsi al settore.
Poi c’è la questione dei pensionamenti, ovvero del numero elevato di medici che accedono alla pensione, a cui non corrisponde un ricambio generazionale. Poi le condizioni di lavoro, un fattore che incide largamente sui nuovi ingressi. Tra precarietà e paghe basse, spesso si rinuncia alla professione oppure si sceglie di lavorare come gettonista.
Tutto questo ha portato ad una vera e propria emergenza per i pronto soccorso italiani, con attese medie di 164 minuti con il codice bianco e 229 minuti con il codice verde. Tempi che tendono ad essere sempre più lunghi a causa della mancanza di medici.
I pronto soccorso scelgono i medici gettonisti
In queste condizioni di carenza, il sistema sanitario nazionale si affida sempre di più ai medici gettonisti. Buone notizie per i medici freelance, che lavorano in autonomia turnando dietro il pagamento di un gettone. I così detti gettonisti sono infatti impiegati per coprire le carenze di medici assunti all’interno delle strutture, ma con un costo più alto per il SSN.
In questo contesto aumentano i medici a partita IVA e molti scelgono di rinunciare al posto da dipendente per intraprendere il lavoro autonomo. Medici gettonisti che fatturano fino a 80 o 100 euro all’ora, che quindi comportano una spesa non indifferente per il sistema pubblico.
Nel dettaglio, come conferma Il Sole 24 Ore, per il 18% delle carenze il sistema risponde interpellando cooperative esterne, per il 16% liberi professionisti e per il l’8% con specializzandi autonomi. Il resto viene coperto da prestazioni aggiuntive dei medici presenti. Una situazione critica per un settore che chiede e necessita di una riforma strutturale, per cui i primi interventi del governo non bastano.
Il superamento del numero chiuso per i test di medicina è un primo tassello, attuato quest’anno, per favorire l’ingresso dei giovani nel comparto medico, ma servono misure strutturali e investimenti nella sanità, per scongiurare carenze che lascerebbero fuori i pazienti che hanno diritto di accesso alle cure.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it