Quanto prende di pensione una Partita Iva: il calcolo

I titolari di Partita Iva, raggiunta l’età pensionabile stabilita dalla Legge e i contributi minimi versati, possono andare in pensione, ma quanto prende di pensione una Partita Iva? Leggi come calcolare l’ammontare della pensione per imprenditori e liberi professionisti.

revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.
Quanto prende di pensione una Partita Iva
  • I titolari di Partita Iva ad oggi possono andare in pensione a 67 anni di età e con almeno 20 anni di contributi, o in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi di contributi per le donne.
  • Quanto prende di pensione una Partita Iva dipende dagli anni di contribuzione, dalla cassa di appartenenza e dalla quantità di contributi versati.
  • In media, il titolare di Partita Iva riceve una pensione più bassa di circa il 40% rispetto all’ultimo stipendio percepito.

I titolari di Partita Iva, al pari dei lavoratori dipendenti, percepiscono una pensione. Ma quanto prende di pensione una Partita Iva?

La pensione di un imprenditore o di un libero professionista dipende da diversi fattori, tra cui la cassa di appartenenza o la gestione a cui è iscritto, ma anche gli anni di contribuzione e l’ammontare dei contributi versati.

Tuttavia, in genere il titolare di Partita Iva percepisce una pensione più bassa del 40% dell’ultimo stipendio percepito. Ma vediamo come funziona il sistema pensionistico per i titolari di Partita Iva, come calcolare la pensione che si andrà a percepire e come funziona la pensione per Partite Iva forfettarie.

Partita Iva e casse di previdenza

I titolari di Partita Iva, in base alla professione esercitata, si iscrivono a una delle seguenti casse o gestioni:

  • casse di Previdenza di categoria per i liberi professionisti con Albo professionale;
  • Gestione Separata INPS per i liberi professionisti senza cassa;
  • Gestione Artigiani e Commercianti INPS per artigiani e commercianti.

Le principali Casse di Previdenza sono le seguenti:

  • Cassa Forense (avvocati);
  • Cassa Geometri (geometri);
  • Cassa Notariato (notai);
  • Cassa Ragionieri (ragionieri e periti commerciali);
  • CNPADC (dottori commercialisti);
  • ENPACL (consulenti del lavoro);
  • ENPAB (biologi);
  • ENPAIA (agrotecnici e periti agrari);
  • ENPAF (farmacisti);
  • ENPAM (medici);
  • ENPAP (psicologi);
  • ENPAPI (infermieri professionali);
  • ENPAV (veterinari);
  • EPAP (agronomi, attuari, chimici, forestali, e geologi);
  • EPPI (periti industriali);
  • Inarcassa (architetti e ingegneri);
  • INPGI (giornalisti)​.

Le singole casse previdenziali di categoria prevedono un sistema di contribuzione stabilito da regolamento, mentre le Gestioni INPS prevedono un sistema di contribuzioni in cui annualmente vengono stabilite le percentuali sul reddito imponibile da versare.

Le aliquote previste per le Gestioni INPS al 2022 sono:

  • Gestione Separata: 33%;
  • Gestione Artigiani: 24%;
  • Gestione Commercianti: 24,48%.

Tuttavia, gli artigiani e i commercianti sono obbligati a versare un minimale e calcolare i contributi sulla parte eccedente.

I titolari di Partita Iva che aderiscono al regime forfettario, artigiani o commercianti, possono richiedere una riduzione del 35% dei contributi da versare all’INPS se fanno richiesta entro la scadenza.

Quanto prende di pensione una Partita Iva età minima

Quando va in pensione il titolare di Partita Iva

Il momento in cui si inizia a percepire la pensione viene stabilito dallo Stato, che impone l’età minima per andare in pensione e il numero di anni di contributi necessari. Per la pensione di vecchiaia contributiva occorrono 67 anni, e aver versato almeno 20 anni di contributi.

In base ai contributi versati, lo Stato prevede anche diverse alternative per poter andare in pensione prima del raggiungimento dell’età anagrafica richiesta. Le opzioni vigenti oggi sono:

  • pensione anticipata;
  • Quota 103;
  • Ape sociale;
  • Opzione donna.

Ad oggi, per il conseguimento della pensione anticipata (ex pensione di anzianità) occorrono:

  • per gli uomini 42 anni e 10 mesi di contributi;
  • per le donne: 41 anni e 10 mesi di contributi.

La pensione anticipata è prevista per i titolari di Partita Iva che sono iscritti alla Gestione Separata INPS.

Titolare Partita Iva: calcolo della pensione

Per calcolare l’ammontare della pensione lorda annua bisogna moltiplicare i seguenti dati:

  • il montante contributivo: la somma dei contributi versati negli anni;
  • il tasso annuo di capitalizzazione: valore determinato dall’ISTAT in relazione alla variazione dei PIL su cinque anni;
  • il coefficiente di trasformazione.

Il coefficiente di trasformazione è un’aliquota stabilita per legge dal Ministero del Lavoro e periodicamente aggiornata, ogni tre anni, in base all’adeguamento dell’età pensionabile rispetto all’aspettativa di vita.

L’assegno mensile della pensione è dato dal risultato di questa moltiplicazione diviso per 13 mensilità. La modalità di calcolo della pensione varia in base all’età contributiva maturata al 31 dicembre 1995, ossia:

  • per chi ha almeno 18 anni di contributi, il criterio usato è misto, “retributivo” per l’anzianità maturata fino al 31 dicembre 2011, e “contributivo” per l’attività successiva al 1° gennaio 2012;
  • per chi ha meno di 18 anni di contributi, il criterio usato è misto, “retributivo”, per l’anzianità maturata fino al 31 dicembre 1995, e “contributivo” per i periodi di attività successivi al 1° gennaio 1996;
  • per gli iscritti dall’1 gennaio 1996 e quindi privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, si applica solo il criterio contributivo collegato al valore della contribuzione versata negli anni.

Il sistema previdenziale è di tipo contributivo, quindi la pensione percepita dipende dai contributi versati negli anni.

Poiché le variabili necessarie per calcolare l’esatto ammontare della pensione sono tante, e variano di anno in anno, non è possibile stabilire con esattezza quanto prende di pensione un titolare di Partita Iva, e non tutti gli autonomi ricevono la stessa pensione. Per fare ciò, infatti, il titolare di Partita Iva può affidarsi ad un consulente fiscale o a un consulente del lavoro.

Quanto prende di pensione una Partita Iva calcolo

Gap pensionistico

Come anticipato, il titolare di Partita Iva, imprenditore o libero professionista, percepisce una pensione che è pari all’ultimo stipendio percepito ridotto del 40%.

Si tratta del cosiddetto gap pensionistico, ossia la differenza tra la prima rendita pensionistica e l’ultimo stipendio percepito, che comporta un profondo cambiamento nello stile di vita.   

Per aumentare l’ammontare della pensione, i liberi professionisti e gli imprenditori, ma anche i lavoratori dipendenti, possono decidere di aderire ad un fondo pensione integrativa ottenendo un rendimento che, come suggerisce il nome, andrà ad integrare la pensione percepita dalla Cassa di Previdenza o dall’INPS.

Quanto prende di pensione una Partita Iva – Domande frequenti

Quanto prende di pensione un lavoratore autonomo?

Per calcolare quanto prende di pensione il titolare di Partita Iva bisogna moltiplicare montante contributivo, tasso annuo di capitalizzazione e coefficiente di trasformazione. Ecco come funziona il calcolo.

Chi ha la partita Iva prende la pensione?

I titolari di Partita Iva devono iscriversi ad una Cassa Previdenziale di categoria o alle Gestioni INPS per professionisti o imprenditori. Raggiunta l’età pensionabile, la Cassa o la Gestione riconosce la pensione al professionista o all’imprenditore.

Quando possono andare in pensione i titolari di Partita Iva?

I titolari di Partita Iva possono andare in pensione a 67 anni, e con almeno 20 anni di contributi versati, oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne in caso di pensione anticipata.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.

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dottore commercialista giovanni emmi
Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 1 Aprile 2023
Dottore commercialista specializzato in organizzazione e gestione dello studio professionale, consulenza direzionale e digitalizzazione dei processi. Nonostante sia un pianificatore nato, ha delle intuizioni geniali.

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