Pagamenti alle imprese in 30 giorni: la proposta europea

Una nuova proposta europea vorrebbe imporre il termine massimo di trenta giorni per i pagamenti delle fatture alle Pmi. Ecco come verrebbe applicata.

di Pierpaolo Molinengo

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  • L’Ue ha allo studio una direttiva per ridurre a 30 giorni i tempi di pagamento delle PA alle imprese.
  • Alle nuove regole si dovrebbero sottoporre gli enti pubblici e tutte le imprese.
  • Chi dovesse pagare in ritardo la fattura dovrà versare degli interessi.

Tempo massimo 30 giorni: questa è la deadline entro la quale dovranno essere effettuati i pagamenti alle imprese a fronte delle transazioni commerciali effettuate. Anche quelle che coinvolgono la Pubblica Amministrazione.

Ma non solo: in automatico arriverà il conteggio degli interessi e delle eventuali commissioni in compensazione. A tutela delle imprese e dei loro pagamenti, inoltre, saranno introdotte alcune misure per proteggerle dai cattivi pagatori

Sono questi, in estrema sintesi, i punti centrali di un nuovo regolamento proposto dalla Commissione Ue, il cui obiettivo principale è quello di combattere i ritardi nei pagamenti ed aumentare le tutele riservate alle Pmi.

Composto da un regolamento, una direttiva ed una comunicazione, il nuovo pacchetto legislativo dell’Unione europea, ora come ora, deve essere esaminato direttamente dal Parlamento e dal Consiglio Ue.

30 giorni per i pagamenti alle imprese

In Europa attualmente è in vigore una direttiva del 2011 che prevede il termine di pagamento per le transazioni commerciali in 30 giorni. Questa deadline, però, può essere estesa a 60 giorni, se questo lasso di tempo non viene ritenuto gravemente ingiusto nei confronti del creditore. Questa direttiva sarà abrogata.

Secondo la Commissione europea il vulnus delle regole attualmente in vigore è costituito dall’assenza di un termine di pagamento massimo effettivo. Ma soprattutto da un’ambiguità nella definizione di gravemente ingiusto contenuta proprio all’interno della direttiva.

Questi punti deboli, nella maggior parte dei casi, hanno allungato i termini di pagamento a 120 giorni o più, soprattutto quando le grandi aziende si interfacciano con i creditori più piccoli.

Attraverso la nuova proposta di regolamento sui pagamenti, l’Unione europea ha intenzione di razionalizzare le disposizioni attualmente in vigore ed introdurre un unico termine massimo per effettuare i pagamenti: 30 giorni.

La nuova scadenza sarà valida per tutti i ventisette paesi membri. Ricordiamo che ad oggi, in Italia il DLgs 231/2022 ha fissato il termine di pagamento in 30 giorni prorogabile a 60, ma anche oltre, quando si è in presenza di determinate condizioni.

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Cosa cambia sui termini di pagamento

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La proposta europea sui nuovi termini di pagamento prevede che le parti possano concordare qualsiasi termine di pagamento, che, però, non deve superare i trenta giorni. La nuova deadline targata Ue, comunque vada, non andrà a pregiudicare i termini di pagamento più brevi, stabiliti dalle varie legislazioni nazionali. In questo modo viene garantita la certezza del diritto.

Una novità molto importante è quella relativa agli enti pubblici: viene eliminata la proroga a 60 giorni dei termini di pagamento. Al centro di questo cambiamento ci sono le strutture che forniscono assistenza sanitaria e le autorità che svolgono attività economiche di natura commerciale od industriale.

Stando ai primi calcoli effettuati da Bruxelles, riuscire a ridurre a meno di un giorno i ritardi dei pagamenti andrebbe ad aumentare il flusso di cassa delle imprese che operano all’interno dell’Unione europea. E soprattutto, porterebbe ad un risparmio considerevole.

I termini di pagamento a 30 giorni verrebbero quindi stabiliti sia per i pagamenti tra le imprese che per i pagamenti della Pubblica Amministrazione verso le imprese.

Pagamenti alle imprese: la normativa attuale

In Europa attualmente è in vigore la Direttiva 2011/7/UE che, secondo la Commissione, risulterebbe inadeguata perché al suo interno non contiene delle misure preventive e deterrenti.

Introducendo una nuova direttiva rivista e corretta si vuole andare a correggere queste lacune e soprattutto andare a migliorare la disciplina dei pagamenti per tutti i soggetti interessati. Sono coinvolti, quindi, gli enti pubblici, le grandi imprese e le PMI.

I trenta giorni verrebbero applicati nelle varie transazioni commerciali a partire dal giorno nel quale viene ricevuta la fattura. La stessa scadenza viene fissata anche quando vengono stipulati degli altri accordi contrattuali.

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Mancato pagamento fattura: conseguenze

Nel caso in cui il debitore dovesse essere in ritardo con il pagamento delle fatture, scattano in automatico gli interessi di mora, che dovranno essere versati nel caso in cui:

  • il creditore abbia provveduto ad assolvere a tutti gli obblighi contrattuali e a quelli previsti dalla legge;
  • il debitore abbia ricevuto una fattura od una richiesta di pagamento equivalente;
  • il creditore non abbia ricevuto l’importo riportato in fattura entro il termine massimo di 30 giorni.

Il calcolo degli interessi di mora verrà effettuato tenendo conto del tasso di riferimento, maggiorato dell’8%. A questo importo si dovrà andare ad aggiungere un extra di 50 euro, a titolo di risarcimento delle spese di recupero.

In ogni caso si attende che queste proposte diventino legge, e vengano applicate dai singoli stati che fanno parte dell’Unione europea.

Pagamenti entro 30 giorni – Domande frequenti

Quali sono i soggetti che dovranno rispettare la nuova deadline di pagamento di 30 giorni?

Dovranno effettuare i pagamenti delle fatture entro 30 giorni le grandi, le medie e le piccole imprese. Alle stesse regole sono sottoposti anche gli uffici della pubblica amministrazione.

Cosa succede se un’impresa paga una fattura in ritardo?

Secondo le nuove proposte UE, scatterebbero gli interessi. Per il loro conteggio si dovrà fare riferimento al tasso di riferimento aumento dell’8%. Saranno tenute, inoltre, a versare 50 euro a titolo di indennizzo per il risarcimento delle spese di recupero.

Le imprese possono sottoscrivere accordi con i quali prevedere tempi di pagamento diversi?

Sì, sono libere di farlo. Ma il tetto massimo dovrà essere, comunque vada, di trenta giorni, secondo le recenti proposte a livello europeo.

Ad oggi è possibile il recupero crediti verso la Pubblica Amministrazione?

Sì, il fornitore può chiedere un decreto ingiuntivo nel caso di ritardi superiori agli accordi da 30 a 60 giorni, del pagamento delle fatture.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Ho una laurea in materie letterarie. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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