Concordato preventivo: come funziona per le imprese, con la riforma del fisco

Come funziona il concordato preventivo con l'Agenzia delle Entrate e cosa cambierà con la riforma fiscale per imprese e Partite Iva.

revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.
Concordato preventivo
  • Con la riforma del fisco arriva anche un potenziamento della misura del concordato preventivo tra fisco e aziende.
  • Una volta approvato, il concordato preventivo potrebbe riguardare 2 milioni di Partite Iva e la cooperative compliance almeno 6.200 imprese.
  • Questo strumento permette alcuni vantaggi fiscali le imprese per cui è presente un accordo, per almeno due anni.

Con la riforma fiscale 2023 del governo Meloni si ipotizzano diversi interventi per migliorare la trasparenza fiscale tra cittadini e fisco, in particolare per ciò che riguarda Partite Iva e imprese. Tra questi, vi è il concordato preventivo, che viene di fatto potenziato con la nuova riforma.

La misura consente a attività inerenti aziende e professionisti, di piccole dimensioni, di stabilire insieme al fisco l’imponibile su cui vengono applicate le imposte sui redditi, e l’Irap, indipendentemente dai ricavi effettivi conseguiti per due anni.

Si tratta di un meccanismo di semplificazione che garantisce una certa trasparenza fiscale tra imprese e fisco, tuttavia la misura ha anche registrato diverse contestazioni. Le modifiche previste potrebbero non escludere del tutto la fase di controllo, e utilizzare un criterio basato su punteggi.

Concordato preventivo e riforma fiscale

Il concordato preventivo subirà delle modifiche con l’approvazione definitiva della riforma del fisco, e il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha già dichiarato che la misura coinvolgerà almeno 2 milioni di Partite Iva e 6.200 imprese, per l’attività di cooperative compliance.

Ma cos’è il concordato preventivo, a tema fiscale? Questa misura consente a imprese e professionisti di piccole dimensioni di definire in modo preventivo qual è la base imponibile su cui verranno applicate imposte come quelle sui redditi e l’Irap, per cui il maggiore o minore ricavo poi effettivamente conseguito diventa irrilevante a fini fiscali.

L’Agenzia delle Entrate quindi prende appositi accordi con il professionista o l’impresa in base all’analisi sul fatturato del contribuente, e in base a dati precisi disponibili agli enti preposti che dimostrano qual è la storia fiscale del soggetto.

Si tratta di un’operazione che consente a professionisti e imprese di accedere a un possibile sconto fiscale per la durata di due anni. Tuttavia, date le perplessità intorno a questa misura, presto potrebbe cambiare, con la riforma del fisco, per imprese e Partite Iva.

Potrebbe quindi arrivare un nuovo sistema di controlli, e il concordato preventivo potrebbe essere disposto in base ad una valutazione non pregiudizialmente negativa, sulla base delle informazioni in possesso da parte dell’Agenzia delle Entrate.


Nuovo concordato preventivo: i punteggi

Per il nuovo concordato preventivo potrebbe quindi essere preso in considerazione un sistema di punteggi, in modo da dare precedenza per lo strumento a coloro che hanno un’elevata affidabilità fiscale, ovvero imprese e professionisti che hanno sempre versato regolarmente tutte le imposte.

Circa 900.000 contribuenti potrebbero essere inseriti in questa misura, che secondo le prime ipotesi avranno un range di punteggio a partire da 8 in su. Per chi ha una votazione inferiore di 8 invece, potrebbe essere più difficile accedere al concordato preventivo.

Nell’applicazione della misura, sarà quindi l’Agenzia delle Entrate a proporre questo tipo di concordato al contribuente, non viceversa. Il contribuente comunque non è obbligato ad accettare la proposta.

Tuttavia va considerato che si ipotizza un innalzamento della soglia di ricavi entro cui sarà possibile chiedere il concordato preventivo: fino a 5,1 milioni di euro di ricavi o compensi. Con questo sistema esteso potrebbero quindi essere superate le pagelle attualmente utilizzate come ISA.

Inoltre, per le imprese più grandi potrebbe essere anche estesa la misura della cooperative compliance, che attualmente riguarda 90 grosse aziende e garantisce alcuni vantaggi fiscali collegati alla trasparenza. Potrebbe includere con la nuova versione fino a 6.200 imprese.

Concordato preventivo riforma fiscale

L’addio agli ISA

L’adozione del concordato preventivo per imprese o professionisti con ricavi fino a 5,1 milioni di euro potrebbe sostituire quelli che fino ad ora sono stati utilizzati come criteri di valutazione, ovvero gli ISA. Gli Indici Sintetici di Affidabilità infatti potrebbero scomparire, con annesse pagelle.

Si tratta per il momento di un indicatore di affidabilità nel rispettare gli adempimenti fiscali a cui molte imprese sono sottoposte, tramite un sistema di votazioni che sfrutta i dati incrociati conosciuti dal fisco.

Con la riforma fiscale e l’addio agli ISA potrebbero arrivare meno controlli sulle Partite Iva, tuttavia il sistema di concordato preventivo potrebbe sostituire le pagelle con le votazioni, utilizzando un sistema di punteggi.

Gli ISA attualmente costituiscono i principali strumenti per incentivare la trasparenza fiscale, e prevedono una valutazione da 1 a 10, e l’utilizzo di dati con cui il fisco può evidenziare la presenza di eventuali anomalie negli adempimenti fiscali.

Nuovo concordato preventivo: l’uso dell’intelligenza artificiale

Una novità che potrebbe arrivare insieme alla riforma del fisco è l’impiego dell’intelligenza artificiale da parte degli enti preposti ai controlli fiscali. L’AI ha infatti riscontrato un discreto successo, e presto potrebbe essere impiegata per valutare l’affidabilità fiscale dei contribuenti.

Oltre ai dati derivati dalla SOSE (la società pubblica che gestiva gli studi di settore) e dall’Anagrafe Tributaria, potrebbe essere impiegata l’AI per predire i ricavi di un professionista o un’impresa rispetto ai dati già registrati in precedenza.

L’AI potrebbe quindi essere impiegata per predire la base imponibile, e per applicare la misura del concordato preventivo alle imprese più affidabili. la digitalizzazione, anche con l’impiego dell’intelligenza artificiale, rimane al centro dell’attenzione del governo.

Le nuove misure di concordato preventivo potrebbero già arrivare prima dei 24 mesi ipotizzati per applicare tutte le modifiche avviate con la riforma fiscale, per cui si preme per impiegare al meglio anche l’AI in tempi brevi.


Concordato preventivo e IVA

Il concordato preventivo prende in considerazione le tasse applicate sui redditi, come Irpef e Ires, e l’Irap. Tuttavia, nonostante la riforma fiscale, la misura ancora non potrà comprendere anche l’IVA, Imposta sul Valore Aggiunto: intervenire includendo anche questa tassa andrebbe contro alle regole presenti a livello europeo.

Si ipotizza quindi che il concordato preventivo non possa portare vantaggi a livello di IVA a professionisti e imprese. Questi vantaggi però potrebbero essere introdotti con altre misure specifiche, se il governo le includerà con la riforma fiscale.

Bisogna ancora attendere per conoscere i dettagli sulla riforma nel concreto, e conoscere tutte le tempistiche con cui le singole modifiche verranno applicate.

Concordato preventivo – Domande frequenti

Cos’è il concordato preventivo?

Si tratta di una misura del fisco per incentivare la trasparenza fiscale, rivolta a imprese e Partite Iva. Ecco come funziona e le prossime novità.

Come funzionerà il concordato preventivo con la riforma fiscale?

Si prevede l’impiego di questo strumento con una serie di punteggi da applicare in base all’affidabilità di imprese e Partite Iva. Nell’articolo, tutti i dettagli.

Quanto dura il concordato preventivo con l’Agenzia delle Entrate?

Il concordato preventivo con il fisco dura due anni, durante i quali il professionista o impresa può accedere ad uno sconto fiscale.

Autore
Classe 1992, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.
Fact-Checked
dottore commercialista giovanni emmi
Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 3 Giugno 2023
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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