- La tassa di soggiorno è un’imposta applicata ai turisti o ospiti che prenotano un alloggio in una città e che viene versata al comune di riferimento.
- L’ospite o il turista paga la tassa all’host (gestore) di una struttura alberghiera o extra alberghiera, che a sua volta dovrà versare l’importo al comune in cui ha sede l’attività.
- Il versamento da parte dell’host deve avvenire con cadenza trimestrale, entro il 15 del mese successivo, utilizzando il portale Tourist Tax dei singoli comuni.
Il 2015 è iniziato con una crescita dei versamenti della tassa di soggiorno riferiti all’anno precedente, con un +29,1%, pari a 1 miliardo e 24 milioni di euro incassati dai singoli comuni italiani. Per quest’anno, secondo l’Osservatorio sulla tassa di soggiorno JFC, si prevede un ulteriore incremento del 15,8%.
A favorire gli incassi sono state le recenti modifiche di legge che hanno permesso ai comuni di incrementare gli importi e la semplificazione dei pagamenti per gli host.
Non tutti i comuni applicano la tassa di soggiorno e il costo varia in base a diversi fattori. Di seguito scopriamo chi e dove pagare la tassa di soggiorno, come effettuare i versamenti al comune e quali sono gli adempimenti fiscali a carico del gestore.
Indice
Chi deve pagare la tassa di soggiorno
La tassa di soggiorno è un’imposta fissa da 1€ a 10€ che i turisti possono essere tenuti a versare quando prenotano un albergo, un bed and breakfast, una casa vacanze, un residence o altre strutture extra alberghiera. È prevista per i capoluoghi di provincia, per i comuni di località turistiche e le città d’arte, previa specifica delibera del consiglio comunale.
L’importo è per ogni persona, calcolato per un periodo di tempo massimo compreso tra 10 e 14 giorni e in alcuni casi anche con un massimo di 30 giorni (limite per gli affitti brevi).
Sono però esenti dal pagamento i minori di 10 anni e, in base alle direttive dei singoli comuni, anche quelli fino a 14 o 18 anni. Non devono pagare la tassa i malati e i disabili compresi i loro accompagnatori. Sono esentati anche gli autisti o le guide turistiche, le forze armate e i residenti.
La tassa di soggiorno non è pagata in modo diretto al comune ma al gestore della struttura ricettiva. Quest’ultimo svolge la funzione di agente contabile con una serie di obblighi fiscali. Vediamoli nel dettaglio.

Come funziona per gli Host (gestore)
I gestori (host) professionali e non professionali, quindi anche chi ha un’attività ricettiva senza partita IVA, hanno la responsabilità di incassare l’importo della tassa, in quanto svolgono la funzione di agenti contabili.
L’operazione può avvenire online al momento della prenotazione o al check-in. In quest’ultimo caso, il pagamento deve essere entro le prime 24 ore del soggiorno.
Se un ospite rifiuti di versare la tassa di soggiorno, il gestore non può obbligarlo né annullare la prenotazione, ma dovrà compilare un apposito modulo, diverso per ogni comune, da inviare al comune al fine di segnalare questa evenienza.
Gli host sono inoltre tenuti a calcolare l’importo della tassa di soggiorno al momento della prenotazione, verificare l’identità degli ospiti e chi ha diritto all’esenzione. Altro obbligo è quello di versare l’importo ricevuto al comune.
Quando e come si versa la tassa ai comuni
Dal 1° luglio 2020, la dichiarazione dell’imposta di soggiornò ai comuni avviene in quattro trimestri, marzo, giugno, settembre e dicembre con un versamento da effettuare entro il 15 del mese successivo.
Se tale data cade in un giorno festivo, il termine slitta al primo giorno feriale disponibile. L’operazione avviene tramite il sito Tourist Tax di ogni comune, a cui è possibile accedere previa registrazione, che può avvenire sia con partita IVA sia come persona fisica.
Si tratta di un software utilizzabile esclusivamente da browser, in cui inserire a ogni trimestre il totale degli ospiti e dei pernottamenti registrati. Prevede tre modalità per il versamento:
- manuale: dedicata alle attività che hanno una bassa frequenza di prenotazione, come appartamenti e affittacamere. Il gestore deve inserire i dati del capofamiglia e la data di check-in e check-out;
- dichiarativa: per le attività con un turnover medio-alto, come bed and breakfast e hotel. Basterà inserire il numero di pernottamenti e il totale degli ospiti nel trimestre;
- automatica: per le attività ricettive ad alta frequenza di prenotazioni. È possibile collegare il software a sistemi gestionali della struttura, con importazione automatica dei dati.
È prevista anche una comunicazione cartacea per chi non voglia utilizzare la modalità telematica, scaricando l’apposito modulo online dal sito del comune di riferimento. La trasmissione del modulo cartaceo avviene in modo diverso in base al comune.
Il versamento delle tasse di soggiorno incassate può essere effettuato tramite PagoPA, valido per tutti i comuni o altre modalità di pagamento, come conto corrente postale o bonifico bancario.
Altri obblighi fiscali dei gestori
Oltre al versamento dell’imposta al comune l’host è tenuto a rispettare alcuni obblighi fiscali dichiarativi. In primo luogo, entro il 30 gennaio di ogni anno deve compilare il modello 21, in cui inserire il totale delle somme incassate come tassa di soggiorno per l’anno precedente e gli estremi del comune di riferimento. Il modello deve essere inviato al comune sempre sul sito Tourist Tax, che a sua volta lo trasmetterà alla Corte dei conti.
Inoltre entro il 30 giugno di ogni anno è necessario compilare la Dichiarazione dell’imposta di soggiorno sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Al suo interno devono essere inserite una serie di informazioni riguardanti:
- il gestore;
- le tasse di soggiorno incassate e versate;
- la tipologia di attività;
- il comune in cui si effettua l’attività.

Tassa di soggiorno e piattaforme online
Le piattaforme online come Booking, Airbnb o HomeToGo se da un lato rendono più semplice le prenotazioni di alberghi, case vacanze e bed & breakfast con la possibilità per il turista di comparare diverse offerte, dall’altro applicano regole diverse per quanto riguarda la tassa di soggiorno e le dichiarazione fiscali.
Un fattore che può generare confusione per chi decide di registrarsi. Vediamo per quelle principali come versare la tassa di soggiorno.
Booking
Booking non funge da agente contabile. Pertanto è sempre l’host a dichiarare l’importo ricevuto come tassa di soggiorno ed effettuare il versamento al comune di riferimento.
Booking semplifica però il pagamento dell’imposta con due opzioni. L’host può inserire il valore all’interno dell’offerta online: una volta che l’ospite ha pagato online l’importo, Booking verserà la somma ricevuta al gestore compresa la tassa di soggiorno, detratte però le commissioni.
L’altra opzione è di non includere l’imposta di soggiorno nel prezzo della camera o del B&B. In questo caso è necessario specificare che è prevista un’imposta di soggiorno da versare al check-in.
Chi utilizza Booking deve quindi:
- versare al comune l’imposta di soggiorno con decorrenza trimestrale;
- effettuare la Dichiarazione dell’imposta di soggiorno entro il 30 giugno dell’anno successivo sul portale dell’Agenzia delle Entrate;
- compilare il modello 21 entro il 30 gennaio di ogni anno.
Airbnb
Airbnb Italia funge da sostituto d’imposta semplificando il versamento della tassa di soggiorno, che avviene in automatico da parte della piattaforma, ma solo per alcuni comuni (attualmente circa 24).
È disponibile l’elenco nell’apposita sezione di Airbnb “Riscossione e pagamento tassa di soggiorno”.
Per gli altri comuni, la tassa di soggiorno deve essere riscossa direttamente dal gestore della struttura secondo quanto stabilito dal singolo comune.
In questo caso è il gestore a calcolare l’importo e l’esenzione di alcuni soggetti. L’host è anche responsabile per i versamenti al comune su base trimestrale. Invece, le dichiarazioni fiscali all’Agenzia delle Entrate e la compilazione del modello 21 saranno effettuate da Airbnb Italia.
HomeToGo
Per chi utilizza HomeToGo il discorso è simile a quello di Booking. La piattaforma specifica nel suo regolamento che il versamento della tassa di soggiorno è a carico dell’host.
Quest’ultimo deve verificare presso il comune in cui svolge l’attività se è applicata un’imposta di soggiorno e versarla secondo le modalità previste.
L’importo della tassa di soggiorno non è incluso nel prezzo indicato sulla piattaforma HomeToGo.
Tassa di sbarco e tassa di soggiorno
Un aspetto da considerare è l’eccezione prevista per i comuni delle isole minori che possono sostituire la tassa di soggiorno con la tassa di sbarco. Quest’ultima deve essere pagata da tutti i turisti che giungono nel comune dell’isola.
La tassa di sbarco è aggiunta al costo dei biglietti dei vettori navali abilitati a effettuare i collegamenti via mare. Deve essere pagata anche da chi, a fini commerciali, offre un servizio di trasporto verso le isole.
In presenza della tassa di sbarco, l’host non è tenuto a versare l’imposta di soggiorno. Tuttavia, se offre un servizio navetta privata per raggiungere l’isola dovrà includere anche la tassa di sbarco, da versare poi secondo le medesime modalità previste per la tassa di soggiorno al comune.
Cosa succede se non si versa la tassa di soggiorno al comune
Se il gestore non versa l’importo incassato della tassa di soggiorno entro i termini previsti, va incontro a una sanzione amministrativa che può andare dal 100% al 200% del valore della singola tassa.
La penale si applica anche in caso di ritardi nei versamenti o di errori che comportino importi inferiori a quanto dovuto al comune. In ogni caso, è possibile ridurre la sanzione amministrativa mediante una dichiarazione spontanea, avvalendosi dell’istituto del ravvedimento operoso.
Domande frequenti
La tassa di soggiorno può essere pagata dal turista online oppure al check-in. In quest’ultimo caso è prevista l’opzione tramite POS o in contanti. Il gestore verserà l’importo al comune ogni trimestre utilizzando la piattaforma Tourist Tax tramite PagoPa o altra soluzioni prevista dal comune di riferimento.
La tassa di soggiorno deve essere versata dal gestore di una struttura ricettiva a scadenza trimestrale: marzo, giugno, settembre e dicembre.
Sono esenti dalla tassa di soggiorno i minori di 10 anni e, in alcune regioni, anche quelli fino a 14 anni, i malati, i disabili e i loro accompagnatori. L’esenzione è prevista anche per le forze armate, la protezione civile e i residenti.
Gennaro Ottaviano
Esperto di economia aziendale e gestionale