Vendere alimenti online: come fare e cosa dice la normativa

Vuoi iniziare a vendere alimenti online? Allora devi sapere cosa stabilisce la normativa sulla vendita di cibo online e quali sono i requisiti da rispettare. In questa guida ti illustreremo tutto ciò che c’è da sapere per iniziare a vendere cibo online.

di Ilenia Albanese

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • Per vendere alimentari online bisogna rispondere ad alcuni importanti requisiti stabiliti dalla Legge e ottenere le autorizzazioni.
  • Vendere cibo online richiede una serie di adempimenti amministrativi e burocratici, a partire dall’apertura della Partita Iva e all’iscrizione alla Camera di Commercio.
  • Per poter vendere alimenti online è obbligatorio riportare tutte le informazioni necessarie sulle etichette per garantire la massima trasparenza ai clienti.

Vuoi realizzare il progetto di vendita di alimenti online, ma non sai quali requisiti bisogna rispettare e quali sono gli adempimenti burocratici e amministrativi? In questa guida tratteremo proprio questi interrogativi per capire quali sono i passaggi da seguire per iniziare a vendere cibo online ed essere in regola.

Infatti, al giorno d’oggi sempre più persone scelgono di investire nel commercio online vendendo diverse tipologie di prodotti, tra cui quelli alimentari. Tuttavia, a differenza di altri generi di prodotti, per poter vendere cibo online è necessario rispettare alcuni requisiti e adempimenti per garantire il massimo della sicurezza.

Ma vediamo subito cosa stabilisce la normativa sul commercio di alimenti online, e tutti gli aspetti fiscali e burocratici da considerare per avviare l’attività. 

Vendere alimenti online: la normativa

Il cibo, prima di essere venduto, deve rispettare determinati standard che ne garantiscono la sicurezza, e il venditore deve ottenere le opportune autorizzazioni. La normativa riguardo la vendita degli alimenti online fa riferimento a:

  • Regolamento europeo 1169/2011/UE sull’etichettatura alimentare;
  • D. Lgs. 114/1998 e D. Lgs. 59/2010 sui requisiti morali e professionali;
  • D.Lgs 70/2003 sugli adempimenti necessari per il commercio online.

Il venditore di prodotti alimentari online deve rispettare sia le normative di tutela del consumatore che quelle di tutela della salute. La normativa stabilisce che per la vendita di alimenti online il venditore deve rispettare alcuni requisiti personali e professionali di onorabilità e che comprovino l’esperienza nella materia.

Il venditore deve, inoltre, possedere i requisiti oggetti per la vendita dei prodotti e garantire la sicurezza degli alimenti. Vi sono, poi, gli adempimenti burocratici che concernono qualsiasi tipologia di vendita online.

Vendere alimenti online
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Vendere alimenti online: i requisiti

Per essere autorizzato a vendere online prodotti alimentari, il venditore deve rispettare alcuni requisiti, sia personali che professionali. Quelli che vedremo tra poco sono noti come requisiti di onorabilità. Ci sono, infatti, alcuni soggetti che non possono occuparsi della vendita online di prodotti alimentari, ossia quei soggetti:

  • dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza, a meno che non hanno ottenuto la riabilitazione;
  • condannati per delitto non colposo con una pena detentiva non inferiore nel minimo a tre anni:
  • che hanno ricevuto una condanna per ricettazione, riciclaggio, insolvenza fraudolenta, bancarotta fraudolenta, usura, rapina, delitti contro la persona commessi con violenza o estorsione;
  • condannati per reati contro l’igiene e la sanità pubblica;
  • che riportano due o più condanne nei cinque anni precedenti all’inizio dell’esercizio dell’attività per delitti di frode nella preparazione e nel commercio degli alimenti previsti da leggi speciali.

Licenze per vendere prodotti alimentari

Per poter vendere online prodotti alimentare il venditore deve possedere almeno uno dei seguenti requisiti:

  • aver ottenuto la certificazione SAB (Somministrazione di Alimenti e Bevande);
  • un’esperienza lavorativa di almeno due anni, negli ultimi cinque, in un’attività di vendita o di produzione alimentare;
  • avere un titolo di studi attinente al settore del commercio, della preparazione e somministrazione di alimenti.

Nel caso in cui un venditore voglia vendere prodotti alimentari fatti in casa sarà anche necessario ottenere un attestato di frequentazione di un corso di formazione sul sistema HACCP, anche noto come certificazione HACCP. In più, deve essere dotato di una cucina che risponda a determinati requisiti e presenti caratteristiche specifiche stabilite dalla normativa.

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I requisiti oggettivi per la vendita di cibo online

Oltre ai requisiti personali e professionali, per poter vendere dei prodotti alimentari online il venditore deve garantire il rispetto delle norme igienico sanitarie.

Per questo deve rispettare due requisiti oggettivi fondamentali:

  • disporre di locali dedicati allo stoccaggio della merce, di proprietà o in locazione;
  • rispettare le norme igienico sanitarie, urbanistiche e edilizie.

I locali devono essere, inoltre, conformi ai requisiti di sicurezza, ed è necessaria una verifica della destinazione d’uso oltre ai certificati di agibilità.

Vendere prodotti alimentari online: la Partita Iva

Per la vendita di prodotti alimentari online è necessaria prima di tutto l’apertura della Partita Iva. Per fare questo è necessario scegliere il codice Ateco che meglio rispecchi l’attività svolta. In questo caso il codice Ateco più adatto è: “52.61.3 – Commercio al dettaglio di prodotti alimentari effettuato via internet.”

L’apertura della Partita Iva è il primo passo per vendere online. Trattandosi di un eCommerce, per richiedere l’apertura della Partita Iva bisogna compilare il modello AA9/11 per le persone fisiche o il modello AA7/10 per gli altri soggetti, da consegnare all’Agenzia delle Entrate per via telematica, tramite raccomandata A/R o presso la sede fisica.

Gli alti adempimenti di cui il venditore deve occuparsi sono i seguenti:

  • creare un indirizzo di Posta Elettronica Certificata;
  • iscriversi alla Camera di Commercio;
  • comunicare all’Agenzia delle Entrate l’indirizzo del sito eCommerce;
  • presentare la SCIA al Comune di competenza e indicare se si tratta di commercio intracomunitario;
  • aprire la posizione previdenziale all’INPS;
  • iscriversi alla Gestione Separata INPS dei Commercianti.

Nel caso della vendita di alimenti online è possibile aderire al regime forfettario in modo da affrontare contributi più contenuti rispetto al regime ordinario o semplificato. Infatti, il regime forfettario ha l’imposta sostitutiva al 15% (5% per i primi 5 anni di attività) e tra gli altri vantaggi troviamo anche:

  • nessun obbligo di applicazione dell’Iva in fattura;
  • nessun obbligo di registrazione e tenuta delle scritture contabili.

Per aderire a questo regime bisogna rispettare i seguenti requisiti:

  • incassi inferiori ai 65.000 euro lordi annui (30.000 euro lordi annui per lavoratori dipendenti);
  • spese per il personale inferiori a 20.000 euro.
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Etichettatura e trasparenza: gli obblighi

Quando si tratta di cibo è fondamentale garantire il massimo della trasparenza per far conoscere ai consumatori cosa si sta mangiando, come è stato realizzato e come è stato conservato. Per questo la normativa stabilisce quelle che sono le informazioni sugli alimenti che è obbligatorio riportare sull’etichetta.

Quando l’alimento è prei-mballato, le informazioni obbligatorie devono comparire sul preimballaggio o su un’etichetta. Invece, per gli alimenti non preimballati, le informazioni sugli alimenti devono essere trasmesse all’operatore che riceve tali alimenti, affinché quest’ultimo possa fornirle al consumatore finale. Le informazioni obbligatorie sono le seguenti:

  • denominazione dell’alimento;
  • elenco degli ingredienti;
  • ingredienti o coadiuvanti tecnologici che possono provocare allergie o intolleranze, usati nella fabbricazione o nella preparazione di un alimento e ancora presente nel prodotto finito, anche se in forma alterata;
  • quantità di alcuni ingredienti o categorie di ingredienti;
  • quantità netta dell’alimento;
  • termine minimo di conservazione o la data di scadenza:
  • condizioni particolari di conservazione e le condizioni d’impiego;
  • nome o ragione sociale e indirizzo dell’operatore del settore alimentare;
  • paese d’origine o il luogo di provenienza;
  • istruzioni per l’uso ove necessario;
  • per le bevande che contengono più di 1,2 % di alcol in volume, il titolo alcolometrico volumico effettivo;
  • dichiarazione nutrizionale.

I venditori possono, poi, aggiungere informazioni facoltative, purché non inducano in errore il consumatore o non siano ambigue. Devono, inoltre, basarsi su dati scientifici pertinenti e non possono togliere spazio nell’etichetta alle informazioni obbligatorie che abbiamo appena elencato.

Tuttavia, la data di scadenza ed il numero di lotto si possono comunicare anche direttamente al momento della consegna.

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Vendere alimenti online: il diritto di recesso

Il Codice del Consumo stabilisce che anche per le vendite online il venditore deve comunicare al consumatore il diritto alla restituzione del prodotto acquistato entro un massimo di 14 giorni dalla consegna.

Tuttavia, questo non vale per tutti i prodotti alimentari venduti. Infatti, sono esclusi tutti quei prodotti alimentari, le bevande e gli alcolici soggetti a deterioramento o che scadono rapidamente, come stabilito dall’ art. 47, comma 1, lett. l, cod. cons. e art. 59 cod. cons.

Secondo quanto stabilito dal D. Lgs. 3 marzo 1993, n. 123 per cibo deteriorabile si intendono anche alimenti come latte, latticini e prodotti alimentari preconfezionati il cui periodo di vita commerciale è inferiore a novanta giorni, ma anche specifici prodotti a base di carne o pesce, prodotti freschi o ortofrutticoli così come le paste fresche con ripieno.

Si tratta, quindi, di prodotti la cui qualità e la salute del consumatore dipendono principalmente dallo stato di conservazione.

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Come vendere alimenti online

Per iniziare a vendere prodotti alimentari online, una volta ottenute tutte le autorizzazioni e aver adempiuto agli aspetti amministrativi e burocratici per l’avvio dell’attività, si può procedere con l’apertura di un sito web eCommerce.

Sul sito devono essere riportati i dati relativi all’attività, tra cui la Partita Iva. Si può quindi personalizzare il sito e tutta la parte marketing scegliendo il nome commerciale dell’attività, creando il design del packaging, purché si rispetti il regolamento dell’imballaggio.

I prodotti sul sito devono indicare tutte le informazioni necessarie che abbiamo visto di sopra. Un altro aspetto fondamentale da valutare è la consegna dei prodotti freschi.

Vi sono tre classi di trasporto per prodotti freschi:

  • A: mezzi che mantengono una temperatura tra i 12° C e 0° C;
  • B: mezzi che mantengono una temperatura tra i +12°C e –10°C;
  • C: mezzi che mantengono una temperatura tra i +12°C e –20°C.

Vendere alimenti online – Domande frequenti

Quale codice Ateco scegliere per vendere alimenti online?

Il codice Ateco più adatto all’attività di vendita di alimenti online è 52.61.3 – Commercio al dettaglio di prodotti alimentari effettuato via internet.

Quali sono i requisiti personali e professionali necessari per vendere alimenti online?

Come abbiamo visto nella guida, il venditore di alimenti online deve possedere i requisiti morali (non deve aver subito condanne entro i precedenti 5 anni), deve avere la certificazione SAB e ottenere tutte le autorizzazioni necessarie.

Come vendere cibo fatto in casa online?

Per vendere il cibo fatto in casa online bisogna ottenere la certificazione Haccp, aprire la Partita Iva, presentare la SCIA al comune di riferimento e ottenere la cosiddetta “licenza alimentare”. Scopri come, in questa guida.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 27 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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