Naturopata: cosa fa, come diventarlo, aspetti fiscali

Ruolo e percorso formativo del naturopata: le basi scientifiche, le modalità di formazione e le prospettive professionali di questa disciplina olistica alla luce delle attuali normative

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naturopata cosa fa
  • La naturopatia è un approccio olistico alla salute, volto a promuovere il benessere e la prevenzione delle malattie attraverso metodi naturali.
  • In Italia, la naturopatia si muove in un ambito non regolamentato, in mancanza di un percorso formativo universitario ufficiale e di un riconoscimento che legittimi l’esercizio professionale.
  • Il reddito di un naturopata varia significativamente a seconda che operi come libero professionista o dipendente, influenzato dal contesto lavorativo e dalle tariffe personali stabilite.

Il naturopata adotta un approccio globale e integrato alla salute e al benessere, radicato nella convinzione che il corpo umano abbia una sua innata capacità di guarigione.

Attraverso un’ampia varietà di pratiche e terapie naturali, tra cui fitoterapia, omeopatia, nutrizione e molte altre, i naturopati si dedicano a stimolare questa capacità curativa naturale, affrontando le cause alla radice dei disturbi, oltre ai sintomi.

Questa professione, tuttavia, naviga in acque complesse in Italia, dove la mancanza di un percorso formativo ufficiale e di un riconoscimento legale chiaro la rende un campo professionale di particolare interesse e in continua evoluzione.

Naturopata: significato e ambito

La naturopatia si presenta con un approccio olistico alla salute, focalizzandosi sulla promozione del benessere e sulla prevenzione delle malattie attraverso l’utilizzo di metodi naturali.

Il naturopata opera quindi seguendo alcuni principi fondamentali che guidano la sua pratica:

  • la fiducia nella forza vitale del corpo umano per il recupero della salute;
  • l’impegno a trattare non solo i sintomi, ma anche le cause profonde delle malattie;
  • la scelta di metodi e sostanze che riducano al minimo il rischio di effetti collaterali;
  • l’attenzione a tutti gli aspetti della vita del paziente, compresi quelli fisici, mentali, emotivi, genetici, ambientali e sociali;
  • l’importanza di educare i pazienti verso uno stile di vita salutare e una presa di responsabilità attiva per la propria salute.

Per raggiungere questi obiettivi, i naturopati si avvalgono di un’ampia varietà di tecniche e trattamenti. Tra questi, la fitoterapia si basa sull’uso di piante e erbe medicinali, mentre l’omeopatia impiega piccole dosi di sostanze naturali che, in quantità maggiori, provocherebbero i sintomi della malattia da curare.

Consigli su alimentazione e nutrizione, così come la prescrizione di supplementi alimentari, sono fondamentali per migliorare la salute del paziente. L’idroterapia utilizza l’acqua in diverse forme e temperature per scopi terapeutici e l’agopuntura prevede l’inserimento di aghi sottili in punti specifici del corpo.

Per gestire lo stress e promuovere il benessere mentale, vengono adottate tecniche di rilassamento e meditazione. Infine, la massoterapia si rivela un efficace strumento per rilassare i muscoli, migliorare la circolazione e promuovere il generale rilassamento del corpo.

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Come si diventa naturopata

Il professionista naturopata in Italia si muove in un contesto particolare, in quanto la professione, nonostante sia molto richiesta, non gode di un percorso di formazione universitario né di un riconoscimento legale che ne legittimi l’esercizio in termini giuridici.

La situazione attuale vede l’assenza di un albo professionale dedicato e di scuole di formazione riconosciute ufficialmente per intraprendere questa carriera. Questo scenario deriva dalla mancanza di una normativa specifica che regolamenti la professione in modo chiaro e definito, lasciando così spazio a un panorama formativo variegato, ma non ufficialmente sancito.

In questo contesto, diverse associazioni e istituti privati offrono corsi di formazione in naturopatia, promettendo talvolta un riconoscimento ufficiale che, data l’attuale situazione normativa italiana, non può essere garantito.

La formazione in naturopatia in Italia si svolge infatti in una zona grigia dal punto di vista legale, sotto l’ombrello della Legge n. 4 del 14 gennaio 20131, che regolamenta le professioni non organizzate, offrendo un quadro di riferimento per chi esercita attività professionali che non rientrano in ordini o collegi professionali.

È quindi fondamentale che chi desidera intraprendere questo percorso professionale proceda con cautela, informandosi adeguatamente sulla serietà e sull’affidabilità degli enti formativi prescelti, evitando di incorrere in proposte ingannevoli o eccessivamente onerose.

Naturopatia: i regolamenti regionali

Nonostante lo stallo a livello nazionale, alcune regioni italiane hanno intrapreso iniziative proprie per riconoscere e regolamentare la professione di naturopata, che hanno portato alla creazione di leggi specifiche che mirano a definire il percorso formativo e i criteri per l’esercizio professionale dei naturopati.

Tra le regioni che si sono mosse in questa direzione troviamo la la Toscana, la Lombardia e l’Emilia-Romagna, ciascuna con proprie normative e requisiti per l’accesso alla professione.

La Liguria aveva introdotto una legge per riconoscere gli operatori di discipline bionaturali, inclusa la naturopatia, ma tale provvedimento è stato poi dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale.

Al contrario, regioni come la Toscana, la Lombardia e l’Emilia-Romagna hanno stabilito criteri specifici per la formazione e l’accreditamento degli operatori in discipline bio-naturali, prevedendo l’istituzione di registri o elenchi regionali per gli operatori qualificati.

Corsi di formazione in naturopatia

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Come accennato, seppur in mancanza di un percorso formativo riconosciuto a livello statale, l’aspirante naturopata può scegliere tra diversi enti formativi per intraprendere il proprio percorso.

Solitamente l’itinerario si estende per un periodo di tre o quattro anni. Durante questo arco temporale, il focus è sullo studio approfondito di discipline variegate che spaziano dall’iridologia all’erboristeria, dall’oligoterapia all’anatomia, passando per la fisiologia, la biologia, l’istologia, la riflessologia, la bioenergetica, fino a coprire ambiti quali nutrizione, educazione alimentare, life coaching e counseling naturopatico.

Numerose associazioni e scuole in Italia offrono formazione in questo ambito, tra cui:

  • la Scuola di Naturopatia Riza;
  • l’Università Popolare di Scienze della Salute, Psicologiche e Sociali;
  • la Scuola Italiana di Scienze Bio-Naturali.

È importante sottolineare che, nonostante la presenza di corsi di naturopatia all’estero, in paesi come la Germania o la Svizzera, dove la professione gode di un maggiore riconoscimento, il conseguimento di titoli in queste nazioni non garantisce la possibilità di esercitare in Italia conformemente alla normativa vigente sulle professioni sanitarie.

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Come aprire uno studio da naturopata

Per chi desidera intraprendere questa attività sotto forma di impresa, ad esempio aprendo un centro per il benessere fisico, esistono diverse opzioni societarie previste dal Codice Civile, che permettono di strutturare l’attività in maniera conforme alle leggi italiane.

In fase di apertura, è necessario registrare la posizione IVA presso l’Agenzia delle Entrate, utilizzando il codice ATECO adatto per la tipologia di impresa che si desidera avviare:

  • codice Ateco 96.09.09: “altri servizi alla persona nca” per chi sceglie di lavorare come professionista;
  • codice Ateco 96.04.10: “servizi di centri per il benessere fisico” per chi apre un centro benessere come ditta individuale.

Per coloro che invece optano per l’apertura di un centro olistico attraverso la costituzione di un’associazione, le vie percorribili si moltiplicano, spaziando dalle associazioni culturali a quelle di volontariato o di promozione sociale, ciascuna con le proprie specificità e vantaggi, inclusi regimi fiscali agevolati e altre facilitazioni previste per le entità non lucrative.

Partita IVA da naturopata

Per chi inizia come professionista, l’apertura della Partita IVA può avvenire tramite diversi canali: online, direttamente presso lo sportello dell’Agenzia delle Entrate o attraverso un commercialista. Inoltre, sarà necessario iscriversi alla Gestione Separata INPS, con un’aliquota contributiva per il 2024 fissata al 26,07%.

Invece, un’attività di tipo imprenditoriale richiede l’apertura della Partita IVA come ditta individuale artigiana, con l’obbligo di presentare la pratica ComUnica per l’iscrizione alla Camera di Commercio, alla Gestione Artigiani INPS e all’INAIL.

In questo caso, è anche necessario avviare la pratica SCIA all’ufficio SUAP del Comune di riferimento. L’iscrizione alla cassa previdenziale degli artigiani INPS prevede contributi fissi di 4.427,04€ fino a un imponibile di 18.415€, con l’applicazione di un’aliquota del 24% sui guadagni aggiuntivi.

La scelta del regime fiscale rappresenta un altro aspetto cruciale. Il regime forfettario offre il vantaggio di un’aliquota ridotta del 5% sulle tasse per i primi cinque anni di attività, che poi passa al 15% dal sesto anno, calcolando le tasse solo sul 67% dei ricavi.

Il regime ordinario, d’altra parte, prevede il pagamento dell’IRPEF secondo aliquote progressive che vanno dal 23% al 43%, calcolate sull’imponibile ottenuto sottraendo le spese sostenute dai ricavi.

Quanto guadagna un naturopata?

Il guadagno di un naturopata in Italia è influenzato da diversi fattori, tra cui il modo in cui si sceglie di esercitare la professione, come dipendenti o come liberi professionisti, oltre al contesto in cui si opera.

I liberi professionisti, che stabiliscono autonomamente le proprie tariffe orarie, possono vedere un’ampia variazione nel loro reddito annuale, a seconda della clientela, della specializzazione offerta e della propria reputazione nel settore.

Per coloro che lavorano come dipendenti, il riferimento può essere trovato in categorie lavorative similari, considerando che la naturopatia non è una professione regolamentata e pertanto non esiste un Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) specifico.

Tuttavia, prendendo in esame il CCNL per il settore olistico, il quale include professioni affini alla naturopatia, lo stipendio medio lordo mensile varia da 1.139 € a 1.395 €.

I naturopati possono trovare impiego come dipendenti in vari contesti, tra cui centri estetici, termali, palestre, erboristerie, case di cura, studi medici e altre strutture private. Il compenso in queste situazioni dipende dal CCNL applicabile al contesto specifico.

Ad esempio, un naturopata che lavora in un’erboristeria potrebbe avere uno stipendio che varia da un minimo di 760€ lordi al mese per un inquadramento al 7° livello del CCNL Commercio, fino a 1.700€ lordi mensili per il 1° livello.

Nel settore termale, la retribuzione annua per un terapista può mediamente raggiungere i 25.000€. I naturopati impiegati in palestre e centri fitness, seguendo le tabelle salariali specifiche del settore sportivo e del benessere, possono guadagnare circa 1.231 € mensili.

Naturopata – Domande frequenti

Che cosa fa un naturopata?

Un naturopata si dedica alla promozione della salute e alla prevenzione delle malattie attraverso metodi naturali, enfatizzando l’auto-guarigione del corpo e adottando un approccio olistico che considera la persona nella sua interezza.

Che titolo di studio serve per diventare naturopata?

Per diventare naturopata non esiste un percorso di studio universitario regolamentato in Italia; i candidati solitamente seguono corsi offerti da associazioni private e istituti specializzati, operando in un ambito professionale non regolamentato a livello nazionale.

Quando si va dal naturopata?

Si va dal naturopata per una varietà di motivi, inclusi il desiderio di migliorare il proprio benessere generale, la ricerca di un approccio naturale alla gestione della salute, l’assistenza nella prevenzione di malattie e il supporto nel trattamento di condizioni croniche in modo complementare alla medicina convenzionale.

  1. Legge 14 gennaio 2013, n.4, Gazzetta Ufficiale, gazzettaufficiale.it ↩︎
Autore
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Francesca Di Feo

Redattrice Partitaiva.it

Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.

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