Italia fuori dall’infrazione? La BCE chiede ora ratifica del MES e piano Draghi

La linea suggerita della presidente della BCE, Christine Lagarde, è quella individuata dall'ex premier.

Adv

Christine Lagarde al parlamento europeo su riforme Draghi

L’Italia sta per uscire dalla procedura d’infrazione UE, come suggerito dal DPFP. Una buona notizia a metà per le partite IVA, che potranno beneficiare di una maggiore flessibilità di bilancio, che però vedrà ancora il vincolo della maggior parte delle risorse. Adesso la presidente della BCE, Christine Lagarde attacca l’Italia per non aver ratificato il Mes (Meccanismo europeo di stabilità), auspicando che le riforme indicate nel rapporto Draghi sulla competitività europea vengano attuate. Ecco di cosa si tratta.

L’Italia esce dall’infrazione: professionisti e imprese fuori dalla crisi?

Il quadro emerso dal documento di finanza pubblica è quello di una politica economica prudente, più che alto volta a ricondurre deficit e debito. La stima sulla crescita del PIL resta bassa, con un valore di +0,5%, che potrebbe arrivare a +0,9% solo nel 2028.

L’uscita dalla procedura d’infrazione, grazie al deficit al 3% già a partire da quest’anno, non si tradurrà dunque in un immediato successo spendibile da imprese e professionisti che avrebbero sperato in maggiori opportunità. La legge di Bilancio viaggia sui 25 miliardi, ma la sua flessibilità resta piuttosto ridotta, anche a causa dell’incertezza geopolitica che gonfia le spese militari previste dai piani UE e che coinvolgono tutti gli Stati membri. Restano tuttavia certe le misure del taglio IRPEF e della rottamazione.

Lagarde chiede all’Italia MES e piano Draghi

Davanti alla commissione economica di Bruxelles, la presidente della BCE si è riferita, indirettamente, proprio all’Italia come al “Paese che blocca il meccanismo europeo di stabilità”, essendo l’unico a non averlo fatto. Al Belpaese chiede di attuare il piano Draghi sulla competitività, di stringere nuovi accordi commerciali e di investire in sicurezza e produttivi, adottando un approccio “meeting-by-meeting”.

La ratifica è rimasta in bilico per tre anni, non vedendo mai un’unità tra i partiti al governo. A essere contrari erano soprattutto i partiti attualmente alla maggioranza. Per Lagarde la disciplina di bilancio resta “imprescindibile”, anche di fronte all’aumento delle spese per la difesa: “Non è una questione di austerità, ma di focus negli investimenti – ha detto -. Gli impegni NATO vanno rispettati, ma senza compromettere la sostenibilità dei conti pubblici”.

L’Europa resiste, ma la crescita resta fragile: perché servono le riforme Draghi

Secondo i dati della BCE, il quadro macroeconomico dell’Europa resta moderatamente positivo, con una crescita stimata all’1,2% nel 2025, all’1% nel 2026 e all’1,3% nel 2027. Numeri lontani dai ritmi pre-crisi, ma sufficienti a dimostrare che l’UE, pur colpita da dazi, rallentamento dell’export e concorrenza globale, non è in recessione.

Lagarde ha invitato a guardare oltre l’incertezza attuale, prevedendo che già dal 2026 l’impatto delle tariffe imposte dagli Stati Uniti possa ridursi. “Il vento contrario dei dazi si attenuerà – ha spiegato – ma non possiamo affidarci solo al ciclo economico, servono riforme strutturali. È giunto il momento di passare dalle parole ai fatti”.

Il rapporto redatto dall’ex premier e presidente della BCE delineava una strategia chiara per rilanciare la competitività dell’Unione europea con più investimenti comuni, un mercato unico dell’energia e del digitale davvero integrato e un sostegno deciso all’innovazione e alla produttività.

Il richiamo alle riforme Draghi non è casuale, poiché la stessa Lagarde ha sottolineato come, senza un piano industriale e fiscale condiviso, l’Europa rischia di perdere terreno sia rispetto agli Stati Uniti, che con l’Inflation Reduction Act hanno dato una forte spinta agli investimenti verdi e tecnologici, sia rispetto alla Cina. “L’Europa deve agire ora – ha insistito – rafforzando le sue catene del valore, firmando nuovi accordi commerciali e investendo in sicurezza e difesa comune. In un mondo sempre più incerto, l’unità è la vera forma di forza economica”.

Massima prudenza sui tassi e l’importanza dell’euro digitale

Lagarde ha ribadito infine che il processo di disinflazione (riduzione dell’inflazione su base annua) è ormai completato, con i prezzi stabili attorno al 2% e in linea con l’obiettivo della BCE. Tuttavia, la politica monetaria resterà guidata dai dati e non da previsioni e, dopo otto tagli consecutivi, ogni nuova decisione sui tassi sarà presa “riunione dopo riunione”.

E a proposito di politica monetaria, nel suo discorso la presidente ha ribadito l’importanza dell’euro digitale come strumento per rafforzare il ruolo internazionale della moneta unica. In un mondo dominato dalle valute digitali e dalle piattaforme tecnologiche globali, l’Europa deve dotarsi di strumenti capaci di garantire autonomia e competitività. “Con politiche adeguate e una visione comune l’Europa può tornare protagonista, più forte e più unita”, ha concluso.

Autore
Foto dell'autore

Redazione

Il team editoriale di Partitaiva.it

Siamo un team di giornalisti, consulenti, commercialisti e altri professionisti che ogni giorni si occupano di temi legati al lavoro, fisco, economia, previdenza e finanza.

Lascia un commento

Continua a leggere

Iscriviti alla Newsletter

Il meglio delle notizie di Partitaiva.it, per ricevere sempre le novità e i consigli su fisco, tasse, lavoro, economia, fintech e molto altro.

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.