Addio caldaie a gas in Europa: le rinnovabili superano i combustibili fossili

L'Unione Europea ha annunciato l'addio al gas in Europa, entro il 2029, per ciò che riguarda le caldaie: ecco cosa potrebbe accadere a privati e imprese.

di Valeria Oggero

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Addio caldaie gas Europa
  • L’Unione Europea ha ipotizzato l’addio all’utilizzo del gas, in particolare per le caldaie.
  • Entro il 2029 potrebbe arrivare l’addio alle caldaie a combustibili fossili autonome.
  • Nel frattempo nel 2022 l’Europa ha consumato più energia prodotta dalle rinnovabili, come eolico e solare, che dal gas.

L’Unione Europea ha annunciato la possibilità di dire addio al gas, entro il 2029, per ciò che riguarda le caldaie a combustibili fossili autonome. Questo passaggio comporterebbe un decisivo cambiamento nelle abitudini dei paesi europei, inclusa l’Italia.

L’Europa potrebbe anche stabilire il divieto di vendita delle caldaie a gas, oppure prevedere l’uso di combustibili non fossili, come idrogeno e biogas. L’obiettivo è dare priorità all’utilizzo di energia rinnovabile, e i dati confermano un trend positivo in questa posizione.

I consumi da fonti rinnovabili nel 2022 hanno infatti superato quelli da combustibili fossili. Nel frattempo l’Europa ha evitato il ritorno al carbone, ipotizzato per rispondere alla crisi energetica e del gas degli ultimi mesi.

Addio al gas in Europa: le ipotesi

L’Unione Europea ha avanzato l’ipotesi di un allontanamento definitivo dal gas, almeno per ciò che riguarda le caldaie a combustibili fossili autonome. L’Europa ha anche stabilito una data da cui verrà dato definitivamente lo stop a questo tipo di caldaie: dal 2029 infatti non saranno più a norma.

Questo obiettivo è stato stabilito per rispondere alle ultime problematiche diffuse in Europa intorno all’approvvigionamento del gas, incluse le dinamiche che hanno portato questo elemento ad aumentare esponenzialmente di prezzo, mettendo in difficoltà cittadini e imprese europee.

Tra le tante strategie per superare il problema, l’Europa vuole puntare sulle energie rinnovabili, come l’eolico o la produzione da impianti solari.

Queste soluzioni garantirebbero prima di tutto un netto risparmio rispetto all’utilizzo del gas da fonti nn rinnovabili, porterebbe ad una buona diversificazione dell’approvvigionamento energetico, favorendo l’ambiente tramite produzione di energia verde.

Il piano europeo che segue questi obiettivi è il REPowerEU, in cui rientra anche il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Italia. Ecosostenibilità e innovazione tecnologica sono al centro del piano europeo, che ipotizza anche una fase di transizione con l’impiego di caldaie ibride, in modo da garantire un passaggio alle rinnovabili meno impattante possibile sull’economia dei paesi.

Oggi non esiste ancora una norma che vieta le caldaie a gas da fonti non rinnovabili, tuttavia presto potrebbe arrivare, poiché l’Europa sta stabilendo un testo definitivo per il provvedimento.

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L’energia da fonti rinnovabili supera i combustibili fossili

Un dato interessante, che ci può dare un’idea del processo di cambiamento in corso, riguarda i consumi stessi dell’energia in Europa.

Dall’arrivo dell’inflazione e dagli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto Russia e Ucraina, l’Unione Europea si è mossa in diverse direzioni per garantire il corretto approvvigionamento di energia e gas, istituendo anche un tetto al prezzo di questa risorsa per limitare le conseguenze economiche su famiglie e imprese.

In questa prospettiva, un dato interessante del 2022 rileva che per la prima volta nel continente l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, come eolico e solare, abbia superato l’uso dei combustibili fossili.

Questo dato è accompagnato da una risposta positiva del mercato, che poco alla volta si sta convertendo all’energia pulita e al green. Nel passaggio dall’energia da fossili combustibili a quella pulita, l’Italia si posiziona bene nel quadro europeo, ovvero al settimo posto nel 2022.

L’obiettivo della conversione all’energia pulita è chiaro, portato avanti anche dalle proposte del PNRR, e allo stesso tempo vengono promosse iniziative per contenere gli aumenti di prezzo delle bollette. Per fare un esempio, recentemente è nato un nuovo Registro dei venditori di energia elettrica, che consente di accedere ad una lista di fornitori affidabili.

Addio al gas in Italia: incentivi per l’energia rinnovabile

Per un graduale allontanamento dall’utilizzo del gas in Italia, da fonti non rinnovabili, vengono messi in campo anche per il 2023 particolari incentivi per imprese e soggetti che attuano una transizione green.

Per coloro che intendono installare un impianto fotovoltaico per aziende, per la produzione di energia pulita infatti, lo stato garantisce alcuni sostegni specifici, come gli incentivi a fondo perduto, per le imprese agricole, con il bando “Parco Agrisolare” confermato anche per quest’anno.

Per chi invece nel 2022 ha installato delle batterie di accumulo per gli impianti fotovoltaici, sarà presto possibile accedere ad uno specifico credito di imposta, il cui funzionamento e la cui percentuale devono ancora essere stabilite dal governo.

Fino a dicembre 2024 invece sarà possibile accedere al bonus ristrutturazioni, con una percentuale del 50% sulle spese, come credito Irpef, sempre per l’installazione di impianti fotovoltaici. Su queste installazioni inoltre è sempre prevista l’IVA ridotta al 10%, per ciò che riguarda gli immobili ad uso abitativo.

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Cosa comporta l’addio alle caldaie a gas in Italia

Se gli obiettivi europei verranno perseguiti e definiti da una norma specifica, entro il 2029 anche in Italia bisognerà dire addio all’utilizzo delle caldaie a gas. Ma cosa comporta questo cambiamento? Va tenuto presente che il passaggio comporterà un grande cambiamento, non semplice da attuare.

La maggior parte delle abitazioni e degli spazi utilizzati dalle imprese sono riscaldati da caldaie a gas a combustibili fossili. Il gas rimane la prima fonte nel paese per il riscaldamento e l’acqua calda, e una ricerca Legambiente del 2020 rilevava la presenza in Italia di almeno 19 milioni di caldaie a gas.

Da queste caldaie derivava almeno il 60% delle polveri sottili prodotte nelle città italiane. Anche se con le ultime agevolazioni per il rinnovamento energetico, come il superbonus 110%, le cose sono in parte cambiate, la strada è ancora lunga per immaginare un distacco totale da questo tipo di energia.

L’obiettivo principale dell’Unione Europea attualmente è il graduale distacco dalla dipendenza dal gas russo, e questo ha portato ad accelerare il processo di transizione all’energia pulita, anche in Italia. Nel nostro paese potrebbe essere introdotta quindi una forma ibrida di energia, che possa facilitare il passaggio, con l’uso di parti di idrogeno o biogas maggiore.

Si attende tuttavia di conoscere quale sarà la decisione finale dell’Unione Europea, a cui si ipotizza l’applicazione di misure specifiche anche in Italia per il passaggio all’energia green.

Addio al gas in Europa – Domande frequenti

Cosa comporta l’addio al gas in Europa?

Si ipotizza l’addio al gas per la produzione di energia a partire dal 2029, a cui anche l’Italia dovrà adeguarsi. Ecco quali sono attualmente le strategie per il passaggio.

Perché si parla dell’addio al gas in Europa?

L’UE ipotizza entro il 2029 di eliminare le caldaie a gas prodotto da combustibili fossili, con l’utilizzo invece di nuova energia verde. Tuttavia deve ancora arrivare una norma specifica.

Cosa comporta l’addio al gas in Italia?

L’addio al gas ipotizzato dall’Europa comporterebbe la necessità di un passaggio anche in Italia alle caldaie a energia rinnovabile, con una fase intermedia con caldaie ibride.

Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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