Tetto al prezzo del gas: arriva il via libera dall’Europa con 180 euro a megawattora

L'Europa dopo diversi dibattiti conferma l'introduzione del tetto al prezzo del gas per salvaguardare l'economia. Ecco come funziona e qual è la soglia prevista.

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Tetto al prezzo del gas
  • L’Europa ha trovato un accordo per introdurre un tetto al prezzo del gas, per ciò che riguarda l’acquisto di questa materia prima dall’estero.
  • Il tetto al prezzo del gas viene stabilito a 180 euro a megawattora.
  • Un limite al prezzo del gas andrebbe a contrastare l’inflazione e i rincari riscontrati in bolletta in tutti i paesi europei, coinvolgendo anche famiglie e imprese italiane.

Dopo diversi dibattiti e trattative, l’Unione Europea è arrivata a stabilire con precisione un tetto al prezzo del gas, imponendo una misura di contenimento dell’aumento dei costi in bolletta per famiglie e imprese europee. Il limite, dopo diversi confronti, è stato impostato a 180 euro a megawattora, se il prezzo raggiungerà questa cifra per tre giorni.

L’intervento coinvolgerà anche l’Italia, per cui il governo si dice soddisfatto della nuova soglia limite, che potrà contenere nel prossimo periodo i costi dei gas acquistato da fornitori esterni all’UE. La misura tuttavia sarà attiva solamente a partire dal 15 febbraio 2023, per cui bisognerà ancora attendere.

Uno dei principali rischi di introdurre questa misura era quello di vedersi tagliate le forniture, dato che con un limite al prezzo, i venditori potrebbero rivolgersi ad altri mercati. Tuttavia secondo la soglia prevista, questo non dovrebbe accadere. Vediamo nell’articolo tutti i dettagli.

Come funziona il tetto al prezzo del gas

Vediamo nel dettaglio, secondo le ultime conferme, quando scatterebbe l’attivazione del tetto al prezzo del gas. Si tratta di una misura fortemente voluta da diversi paesi europei, ma contrastata da altri stati, come la Germania, che ne vedevano un pericolo per i rifornimenti.

Secondo le ultime decisioni, il tetto al prezzo del gas scatterà nel momento in cui il costo per megawattora supererà 180 euro, ma con una specifica, ovvero il superamento deve avvenire per tre giorni lavorativi consecutivi.

Questa soglia è stata decisa a seguito di numerosi dibattiti, e risulta ribassata rispetto alle proposte europee originarie di 275 euro per megawattora.

Il punto di riferimento per la soglia è la principale borsa europea, la Tft, tuttavia è prevista anche una condizione perché possa scattare la soglia prevista. Ovvero quando i prezzi in riferimento alla Tft superino di 35 euro sul costo del gas naturale liquefatto a livello globale.

Si tratta di una clausola aggiuntiva che è stata aggiunta per convincere principalmente la Germania ad accettare il tetto al prezzo del gas, e gli altri paesi che vengono riforniti maggiormente dal gas proveniente dall’esterno, a causa delle preoccupazioni per una possibile scelta dei fornitori di cambiare mercati di riferimento con questo tetto.

Soglia prezzo gas
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Tetto al prezzo del gas: il dibattito europeo

In Europa la questione sul tetto al prezzo del gas è stata ampiamente dibattuta per diversi mesi, e fino ad ora non era ancora stato trovato un accordo definitivo sul limite specifico da adottare.

La scelta di intervenire con questo limite era stata rimandata, e la misura sospesa, proprio per mancanza di un accordo tra i diversi paesi del continente.

Da un lato infatti, molti paesi, tra cui l’Italia, ma anche Francia e Spagna, proponevano di intervenire contro ai rincari dell’ultimo periodo tramite una soglia massima di prezzo al gas per importare questo materiale dall’estero.

Dall’altro lato invece, paesi come Germania, Austria e Paesi Bassi, hanno mostrato preoccupazione nell’introduzione di questa soglia.

Come abbiamo accennato precedentemente, la maggiore preoccupazione era quella di vedere dirottati i rifornimenti di gas verso altri mercati, dato che per i fornitori un tetto al prezzo del gas poteva risultare sconveniente, con la decisione di procedere verso paesi che potevano accettare prezzi più alti.

Va anche ricordato che paesi come l’Italia o la Spagna si sono trovati maggiormente in difficoltà di fronte agli aumenti del prezzo del gas e dell’energia dell’ultimo anno, mentre paesi come la Germania erano comunque ancora in grado di sostenere i costi elevati.

Il dibattito è proseguito per diversi mesi, e inizialmente si ipotizzava una soglia massima di 275 euro, molto più elevata rispetto al limite deciso in via definitiva. Questa soglia poco a poco è stata abbassata, tuttavia anche paesi come la Germania hanno infine accettato di procedere con il limite di 180 euro.

Dato che gli aumenti sono collegati anche alle ultime dinamiche che coinvolgono Russia e Ucraina, inizialmente l’UE ipotizzava di intervenire con questa soglia solamente sul gas importato dalla Russia, tuttavia successivamente si è deciso di estendere il tetto al prezzo del gas per tutte le importazioni dall’esterno dell’Unione Europea.

Quali sono i costi attuali del gas

Va tenuto presente che al momento il tetto al prezzo del gas imposto dall’Europa è comunque decisamente superiore al prezzo effettivo che sta raggiungendo il gas a megawattora. Attualmente infatti il prezzo si aggira intorno a 135 megawattora, contro le cifre record raggiunte in estate di 300 euro a megawattora.

Secondo le conferme quindi, a controllare l’andamento del prezzo sarà l’Agenzia per la Cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (ACER), che si occuperà di monitorare l’andamento dei prezzi. Nel momento in cui questi supereranno la soglia prevista, ne verranno impedite le transazioni a prezzo superiore.

Questo limite sarà attivo per almeno 20 giorni dopo il primo superamento, per poi essere annullato se i prezzi scenderanno oltre la soglia europea prevista. Con questo tipo di limite, l’Europa è sicura che i fornitori non sceglieranno di rivolgersi altrove, ma continueranno a rifornire i paesi del continente.

Cosa comporta il tetto al prezzo del gas per le imprese

Va ricordato che l’Europa applicherà questo tetto al prezzo del gas per almeno un anno, ma che tale limite potrà essere cambiato in corso d’opera se si riterrà necessario per mantenere la fornitura, oppure per contrastare ulteriori eventi.

Il tetto al prezzo del gas verrà introdotto ufficialmente dal 15 febbraio 2023, per un anno. Ma cosa comporterà tale intervento, per famiglie e imprese italiane? Il governo attuale si ritiene soddisfatto di questo risultato, in linea con la volontà del governo precedente.

Una soglia di questo tipo potrà infatti fare da cuscinetto sugli aumenti riscontrati a carico delle imprese italiane, per cui i rincari delle bollette di energia e gas hanno comportato non pochi problemi di tipo economico. L’inflazione e i rincari si sono fatti sentire nel tessuto imprenditoriale italiano, causando anche la chiusura di aziende.

Tuttavia con questa nuova soglia, le imprese non vedranno ulteriori aumenti, almeno per un anno, per cui si prevede che non si raggiungerà una situazione simile a quella del 2022 anche il prossimo anno. Questa misura quindi potrà portare una certa stabilità dal punto di vista dei prezzi per i consumi delle imprese, ma anche per le famiglie.

Infine, l’Europa si ritiene soddisfatta anche delle misure intraprese dai singoli stati per il contenimento dei consumi, per cui per esempio si è deciso anche in Italia di abbassare i riscaldamenti e limitare i consumi di gas anche per le imprese.

Tetto al prezzo del gas – Domande frequenti

Qual è il tetto al prezzo del gas?

L’Europa ha deciso di impostare il tetto al prezzo del gas su 180 euro a megawattora, e la misura sarà attiva per un anno a partire da febbraio 2022.

Come funziona il tetto al prezzo del gas?

Il limite di 180 euro a megawattora impedirà di acquistare gas da paesi extra UE il cui prezzo supera questa soglia. Tuttavia la misura prevede anche altre condizioni, spiegate in questo articolo.

Cosa comporta il tetto al prezzo del gas per le imprese?

Il tetto al prezzo del gas consentirà alle imprese di non tornare alla situazione di rialzo dei prezzi per la fornitura riscontrata nell’estate 2022, per cui si parla di una tutela vantaggiosa.

Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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