Come aprire una partita IVA in regime forfettario

Per aprire la Partita IVA in regime forfettario è necessario fare richiesta all'Agenzia delle Entrate e avere specifici requisiti societari e reddituali.

Adv

Aprire partita IVA in regime forfettario
  • Il regime forfettario è un sistema fiscale agevolato dedicato a professionisti e ditte individuali.
  • Per aprire la partita IVA forfettaria sono necessari specifici requisiti e ricavi inferiori agli 85.000€ all’anno.  
  • L’apertura non ha costi per i professionisti, mentre per le ditte è richiesto il versamento dei diritti camerali.

La partita IVA in regime forfettario o flat tax è una tipologia di tassazione agevolata introdotta dal 1° gennaio 2024 e rivolta ai lavoratori autonomi e alle ditte individuali. Oggi è tra le forme di regime fiscale più adottate in Italia: nel 2024 le nuove partite IVA in regime forfettario sono state 233.511, pari al 46,9% del totale1.

È un regime fiscale che semplifica la gestione contabile e la dichiarazione reddituale di un’attività riducendo l’importo tassato rispetto al calcolo effettuato secondo gli scaglioni IRPEF. Per aprire una partita IVA in regime forfettario è però necessario rispettare alcuni requisiti societari e reddituali e seguire una precisa procedura.

Requisiti per il regime forfettario

Aprire una partita IVA è obbligatorio per le attività svolte in maniera continuativa e professionale che generano reddito soggetto a tassazione. Per i professionisti e le ditte individuali è previsto un regime agevolato, finalizzato proprio a favorire la nascita di queste attività imprenditoriali: il regime forfettario.

È stato introdotto con la legge 190/2014 ed è entrato in vigore il 1° gennaio 2025. Può essere richiesto da tutte le nuove partite IVA per lavoratori autonomi e per le ditte individuali con un importo di ricavi annuo entro gli 85.000€. Superato questo limite è necessario passare al regime ordinario.

L’adesione a questo regime agevolato è consentita anche a chi ha un lavoro da dipendente o compensi da collaboratore che non superano i 20.000€ e a chi ha percepito per l’anno precedente un reddito da lavoro dipendente o assimilati non superiore ai 35.000€.

Come funziona il regime forfettario

Il principale vantaggio del regime forfettario è quello di applicare una tassazione sostitutiva all’IRPEF ordinaria. Per determinare l’importo delle tasse non verranno applicati i nuovi scaglioni IRPEF 2025, ma il calcolo del reddito imponibile, ovvero l’importo su cui si applicano le tasse, è fatto applicando un’imposta fissa pari al 5% per i primi cinque anni e poi del 15%.

Inoltre, il reddito imponibile nel regime forfettario è determinato non sul 100% dei guadagni ma in rapporto a un coefficiente di redditività, un valore in percentuale che va dal 40% all’86% in base alla tipologia di codice ATECO di un’attività.

Un ulteriore vantaggio è quello di avere una franchigia IVA, con l’esenzione dall’applicare questa imposta indiretta nelle fatture. Tuttavia con il regime forfettario non è possibile detrarre i costi legati alla gestione dell’attività.

Come aprire partita IVA forfettaria

Per aprire la partita IVA in regime forfettario è necessario effettuare una richiesta all’Agenzia delle Entrate presentando il modello AA9/12Dichiarazione di inizio attività, variazione dati o cessazione attività ai fini IVA“, entro 30 giorni dall’inizio dell’attività, una copia di un documento d’identità e il codice fiscale. 

Il modulo AA9/12 può essere inviato via PEC, raccomandata (A/R) o recapitandolo di persona all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate di riferimento, previo appuntamento. L’operazione può essere fatta anche in modo autonomo senza un commercialista.

Le tempistiche di apertura vanno dai 3 ai 5 giorni dal momento della ricezione della documentazione. Se manca qualche documento o la compilazione di uno dei campi è errata, le tempistiche si allungano.

Oggi però è possibile aprire partita IVA con regime forfettario online, riducendo così le tempistiche a circa 48 ore. Per fare richiesta basta scaricare l’apposito software di compilazione online oppure ci si può rivolgere a un commercialista o a un CAF abilitato. 

L’assistenza di un professionista è una valida alternativa, dato che è necessario comunque compilare il modulo AA9/12 in tutte le sue parti e inserire una serie di informazioni oltre ad effettuare delle scelte precise su: codice ATECO e regime contributivo.

Modello AA9/12, codice ATECO e regime contributivo

Il modello AA9/12 deve essere compilato in tutte le sue sezioni facendo attenzione a selezionare nel riquadro A il valore 1: Inizio attività. Il passo successivo è quello di scegliere il codice ATECO, un numero che identifica la tipologia di attività svolta, inserendola in una specifica categoria.

Quasi sempre ogni attività ha un suo codice ATECO, ma per quelle di nuova generazione come le professioni digitali (influencer, copywriter, project manager, media buyer) si utilizza un codice ATECO generale.

Conclusa questa sezione si passa alla scelta del regime fiscale. Quello forfettario è definito dall’Agenzia delle Entrate come un regime fiscale naturale. Di conseguenza non è necessario effettuare una richiesta specifica per la sua attivazione, ma rimarrà in vigore se a fine anno si rientra nei requisiti di reddito indicati prima

L’ultima sezione da compilare è quella del regime contributivo. Anche qui la scelta varia in base alla tipologia di attività. I professionisti che hanno un albo dovranno iscriversi alle casse di riferimento, mentre le attività commerciali dovranno registrarsi alla gestione Artigiani e Commercianti INPS. Invece per le attività che non hanno una cassa previdenziale è necessario registrarsi alla Gestione Separata INPS.

Quanto costa aprire partita IVA forfettaria?

L’apertura di una Partita IVA forfettaria per i lavoratori autonomi non ha un costo, mentre per le ditte individuali sono richiesti i diritti camerali che possono arrivare fino ai 120€.

Se ci si rivolge a un commercialista o a un CAF si deve aggiungere il costo del professionista che non supera i 150-300€. Oltre al versamento delle tasse, l’altro costo fisso è legato ai contributi INPS nel regime forfettario. Anche qui variano in base alla tipologia di attività. 

I professionisti devono far riferimento alla loro cassa previdenziale, mentre gli artigiani hanno un contributo fisso da versare (4.427,04€ per gli artigiani e i 4.515,43€ per i commercianti), una quota minimale (su importi superiori ai 18.555€) e un contributo variabile di circa il 25% per gli incassi superiori ai 55.448€. I lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata devono versare il 26,07% di contributi previdenziali INPS sull’imponibile.

Altri costi 

Non si devono dimenticare alcuni costi per strumenti necessari all’attività professionale e commerciale come un indirizzo PEC, con una spesa che varia in base al provider a cui ci riferisce e che non supera i 50-80€ all’anno.

Dal 2024 tutte le partite IVA in regime forfettario sono obbligate ad emettere fattura elettronica, utilizzando il sistema SDI dell’Agenzia delle Entrate, senza canone o costi di attivazione, o registrandosi a uno dei servizi privati di fatturazione elettronica. In questo caso c’è un costo che va dai 50€ ai 100€ all’anno.

Per gli importi inferiori ai 77,47€ non c’è imposta di bollo, mentre per quelli superiori è richiesto il pagamento del bollo in digitale pari a 2€.

Infine, c’è anche il costo di un conto aziendale, anche se molte banche o istituti di moneta elettronica propongono offerte davvero interessanti.

È obbligatorio aprire un conto aziendale?

Aprire un conto corrente aziendale non è un obbligo di legge per le partite IVA forfettarie. Tuttavia, può essere molto utile al fine di gestire il proprio denaro e in caso di controlli fiscali. 

Un conto online business permette di dividere le entrate personali e le spese da quelle legate alla gestione della propria attività. Inoltre offre l’opportunità di semplificare il pagamento delle fatture tramite bonifico bancario o collegare un terminale POS per le transazioni.

Dal punto di vista dei controlli fiscali, con un conto aziendale è facile risalire agli importi delle fatture incassate e delle spese effettuate ai fini dell’attività. E questo mette al riparo da possibili chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Conto business per partite IVA forfettarie

Oggi alcune banche hanno creato pacchetti tariffari dedicati proprio a chi ha un regime forfettario. Finom ad esempio offre un conto online con IBAN italiano per le partite IVA forfettarie senza canone o costo di attivazione, carte di pagamento,  un sistema di fatturazione integrato e la possibilità di pagare le imposte in Italia tramite F24.

finom conto aziendale partita iva forfettaria

I piani tariffari Finom partono da 0 €/mese, l’ideale per una partita IVA forfettaria appena aperta. Inoltre hai carte fisiche e virtuali per le tue spese, una dashboard dove controllare in ogni momento entrate e uscite, un’app mobile per la gestione del conto (anche multivaluta) e tante altre funzionalità.

5/5
Finom Solo
  • Conto per liberi professionisti
  • Accesso per 1 utenza
  • Fino a 50 operazioni SEPA gratis in entrata e uscita
Canone mensile
0 €
Canone mensile
0 €
Vai al sito senza impegno
Prelievi gratis fino a 1.000€
3.000 recensioni su

FAQ

Quanto tempo ci vuole per aprire una partita IVA in regime forfettario?

L’apertura online di una Partita IVA in regime forfettario richiede dalle 24 alle 48 ore. Per l’invio tramite PEC o raccomandata (A/R) le tempistiche si allungano dato che si dovrà attendere l’arrivo della documentazione e l’elaborazione della pratica.

Quali sono i documenti per aprire una partita IVA forfettaria?

Per aprire una Partita IVA forfettaria serve il documento di riconoscimento e il codice fiscale del lavoratore autonomo o del legale rappresentante della ditta individuale. Inoltre è necessaria una PEC e una firma digitale per l’apertura online.

Quali sono i requisiti per una partita IVA forfettaria?

Per accedere al regime forfettario nel 2025 bisogna essere persona fisica titolare di partita IVA che svolge impresa, arti o professione, che i ricavi o compensi percepiti nell’anno precedente non superino 85.000 €, che non siano state sostenute spese per lavoro dipendente, accessorio o collaboratori superiori a 20.000 €, che non partecipi a società di persone o associazioni professionali né a SRL che operano nell’attività che svolgi personalmente, che tu risieda fiscalmente in Italia o in uno Stato UE/SEE con cui c’è adeguato scambio di informazioni, e che tu non sia escluso dal regime da specifiche prestazioni esclusive come la cessione di fabbricati o terreni edificabili, né da regimi speciali IVA incompatibili con il forfettario.

Cosa si può “scaricare” con la partita IVA forfettaria?

Con il regime forfettario non si possono dedurre le spese ordinarie e professionali come nel regime ordinario. L’unico costo ammesso in deduzione è quello dei contributi previdenziali versati all’INPS o a casse professionali private.

Quanto costa un commercialista per Partita IVA in regime forfettario?

I costi variano molto. In media si va da 400 a 1.000 € all’anno per un libero professionista con attività non complessa. Se scegli un commercialista tradizionale i costi sono verso la parte alta; servizi online costano meno, magari 200-500 €. Alcuni servizi digitali (commercialisti online) offrono pacchetti a partire da 300 € annui.

Come gestire la Partita IVA forfettaria senza commercialista?

Puoi farlo se l’attività è semplice: emetti fatture, versi contributi e imposte, fai la dichiarazione dei redditi. Serve familiarità con il sito dell’Agenzia delle Entrate, invio telematico, F24. Importante tener traccia delle entrate, dei contributi previdenziali. Rischio: errori di compilazione e sanzioni. Se le fatture o le attività aumentano, il supporto di un professionista diventa quasi indispensabile.

Come fare fattura in Partita IVA forfettaria?

Serve emettere una fattura con: i tuoi dati (nome, partita IVA), dati del cliente, descrizione del servizio/prodotto, importo lordo, non mettere IVA (sei in regime forfettario), applicare l’imposta sostitutiva se previsto, inserire la marca da bollo se la fattura supera 77,47 € se richiesta dalla normativa. Conserva ricevute/fatture. Usa un software o un conto business come Finom, che offre un sistema di fatturazione elettronica già integrato e gratuito.

Quanto costa chiudere una Partita IVA in regime forfettario?

Chiudere la Partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate è gratuito, ma può esserci un costo se ti affidi a un commercialista o a un servizio professionale per fare la pratica. Alcuni commercialisti fanno pagare circa 30-50 € per le pratiche di cessazione.

  1. Osservatorio sulle partite IVA – sintesi dei dati anno 2024, finanze.gov.it ↩︎

Argomenti Trattati:

Autore
Foto dell'autore

Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.

Lascia un commento

Continua a leggere

Iscriviti alla Newsletter

Il meglio delle notizie di Partitaiva.it, per ricevere sempre le novità e i consigli su fisco, tasse, lavoro, economia, fintech e molto altro.

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.