Decreto Sicurezza, per la CGIL è anticostituzionale: quali sono i motivi

Il Decreto Sicurezza è stato definito come anticostituzionale dalla CGIL, che ne ha rimarcato la forte deriva autoritaria. Quali sono i motivi.

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Il Decreto Sicurezza è stato approvato alla Camera e contiene interventi mirati alla lotta al terrorismo e alla criminalità in forma organizzata, ma anche misure per la tutela alle forze dell’ordine. Un decreto che arriva al Senato il 3 giugno e sarà definitivo con molta probabilità il 5 giugno 2025.

Il provvedimento è al centro di numerose proteste e dal dissenso dell’opposizione, per cui la CGIL è intervenuta descrivendolo come anticostituzionale: introdurrebbe inoltre nuovi reati e pene più severe per chi manifesta bloccando il traffico.

Decreto Sicurezza: quali sono le misure

Il decreto va a definire un inasprimento delle pene e nuovi reati intervenendo su diverse questioni:

  • viene introdotto il reato di detenzione di materiale con finalità di terrorismo, includendo il caso di diffusione di istruzioni online per compiere atti di terrorismo. La conseguenza è la reclusione da 2 a 6 anni;
  • cambiano le norme sulla documentazione antimafia, per cui si potranno escludere in via temporanea alcune interdittive in specifici casi;
  • viene introdotto il reato di occupazione abusiva, con la pena della reclusione fino a 7 anni e la possibilità delle autorità di intervenire al rilascio dell’immobile anche senza mandato di un giudice;
  • conseguenze più pesanti nel caso di violenza o resistenza ad un pubblico ufficiale, con l’adozione delle bodycam e di un sostegno economico specifico per gli agenti in caso di controversie legali;
  • nuovo reato di rivolta nelle carceri e nei centri migranti, con pene severe anche in caso di resistenza passiva;
  • nuovi reati in caso di proteste e manifestazioni con blocchi stradali o delle vie ferroviarie, con pena la reclusione fino a 6 mesi in caso di presenza di più persone;
  • pene più severe per chi impiega i minori in situazioni di accattonaggio, con fino a 5 anni di reclusione.

Oltre a queste misure, vengono definiti nello specifico i divieti di produzione, coltivazione e commercio di prodotti a base cannabis light e vengono adottate misure per il sostegno delle vittime di usura.

Decreto Sicurezza: perché è definito come anticostituzionale

La CGIL ha recentemente definito questo decreto come anticostituzionale, pericoloso e contro la democrazia. In particolare Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil, ha descritto i rischi di tale provvedimento:

“È evidente la volontà del governo di soffocare ogni espressione di dissenso, sottraendo prerogative al Parlamento e colpendo direttamente le persone più fragili. Il decreto criminalizza chi manifesta, introduce nuove norme repressive, persino contro chi protesta pacificamente per il clima, l’ambiente o i diritti sociali. Si tratta di un chiaro segnale di deriva autoritaria.”

Le proteste contro il decreto si sono tenute gli scorsi giorni sul territorio, in particolare a Roma con la partecipazione di 150 mila persone, ma anche in Aula. Ma si è manifestato anche in altri luoghi, come nella città di Torino. Si attende di conoscere i prossimi sviluppi, in un clima di tensione che non si ferma.

Al contrario Confimprenditori accoglie con favore il decreto, anche se chiede maggiore attenzione alle esigenze della sfera imprenditoriale. In particolare fa riferimento all’insicurezza economica e alle estorsioni intorno alle PMI.

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