Come aprire un’attività nel settore cosmetico in Italia

Avviare un'attività nel mondo della cosmesi può essere molto proficuo oggi: il settore infatti in Italia è in rapida espansione. Ecco come avviare un'attività di produzione o di vendita di cosmetici.

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  • Aprire un negozio di cosmetici in Italia richiede il rispetto di requisiti e normative a livello nazionale ed europeo, ma è un investimento che può garantire un interessante guadagno futuro.
  • Il settore della cosmesi e del beauty è in crescita e non riguarda non soltanto le donne: il target di riferimento è ampissimo e i prodotti da commercializzare spaziano tra età, gusti e necessità.
  • I costi di apertura di un’attività di cosmetici possono variare in base all’ampiezza del locale, alla sede del punto vendita o di produzione e alla tipologia di prodotti venduti.

Il settore della cosmetica, dei prodotti di bellezza e del make-up non conoscono crisi: secondo i dati ufficiali rilasciati da Cosmetica Italia1, in occasione della 56esima edizione del Cosmoprof, il fatturato delle aziende italiane conferma un andamento sopra la media rispetto ai trend mondiali.

Basti pensare che nel 2024 il ricavo delle imprese di cosmetici ha superato i 16,5 miliardi di euro con una crescita del +9,1%, mentre le esportazioni hanno raggiunto il valore di 7,9 miliardi di euro, con una crescita del +12,0%. Con questi dati l’Italia si è confermata il quarto paese mondiale per il valore dell’export cosmetico, subito dopo Francia, Stati Uniti e Corea del Sud.

Investire in questo settore può portare guadagni e soddisfazione, ma bisogna avere ben chiara la tipologia di attività che si intende avviare tra produzione e rivendita.

Come avviare un’attività nella cosmesi in Italia

Per aprire un’attività di cosmetici in Italia è richiesto il rispetto di precise normative comunitarie oltre al rispetto di alcuni requisiti strutturali e burocratici. Si può decidere di avviare una vera e propria azienda nel settore, dedicata alla produzione e alla distribuzione, oppure di aprire un negozio (fisico oppure online) per la sola rivendita.

In ogni caso è necessario un investimento iniziale per l’affitto o per l’acquisto dei locali, per il rifornimento di prodotti e per il pagamento del personale. Ma ci sono anche numerosi permessi e autorizzazioni da richiedere per l’avvio dell’attività.

La filiera della cosmesi vanta un target di riferimento estremamente vario, che comprende non solo donne, ma anche uomini di tutte le età particolarmente attenti alla cura del proprio corpo e della propria persona. La cosmesi riguarda infatti il trucco e la bellezza, ma anche l’idratazione, l’estetica, la profumeria e tutto ciò che è connesso alla cura di sé stessi.

La prima cosa da fare per avviare un’azienda di cosmetici, quindi, è scegliere quali prodotti vendere o quali produrre e soprattutto a quale target di clientela fare riferimento. In questo modo è possibile rivolgersi a un nicchia di mercato per fornire prodotti specifici e di qualità elevata.

Partita IVA e autorizzazioni per la produzione di cosmetici

Avviare un’attività di produzione di cosmetici può garantire guadagni interessanti, ma bisogna mettere in conto anche una serie di spese da sostenere per la ricerca delle formule adatte ai prodotti e per la sperimentazione in laboratorio.

Inoltre prima di avviare l’attività, qualsiasi sia la sua forma, è bene mettere in regola la propria posizione affidandosi, per esempio, a un commercialista: questa figura può risultare indispensabile inizialmente per effettuare la richiesta di apertura della partita IVA all’Agenzia delle entrate e successivamente per la gestione della propria attività commerciale.

Oltre alla partita IVA, infatti, occorre effettuare l’iscrizione al Registro delle Imprese e presentare la SCIA nel Comune in cui sono situati i locali. La destinazione d’uso dei locali, inoltre, dovrebbe essere industriale o artigianale, salvo specifiche deroghe.

Una volta ottenute le autorizzazioni ed effettuati i controlli igienico-sanitari e di sicurezza, prima dell’avvio delle attività bisogna inviare una notifica di inizio produzione al Ministero Salute e assicurarsi di aver acquistato tutti i macchinari e i prodotti necessari per la creazione dei cosmetici, nel rispetto delle normative vigenti.

Bisogna mettere in conto che un laboratorio cosmetico necessita di professionisti del settore, per cui bisogna valutare l’assunzione di dipendenti e esperti in materia, rispettando il Regolamento cosmetici (Reg. UE 2009/1223).

1. Codice Ateco per produrre cosmetici

Per l’apertura di un’azienda di produzione e distribuzione di cosmetici è necessario aprire la partita IVA con un codice ateco specifico, che è diverso rispetto a quello previsto per l’apertura di un negozio.

Codice AtecoDescrizione attività
20.42.00Fabbricazione di cosmetici e profumi

2. Regime fiscale

Se si intende avviare un’azienda di produzione di cosmetici, bisogna tenere in conto che il regime fiscale più adatto è quello ordinario, con applicazione delle aliquote Irpef secondo tre scaglioni, ovvero:

  • fino a 28.000 euro: 23%;
  • da 28.001 a 50.000 euro: 35%;
  • oltre 50.000 euro: 43%.

Il regime forfettario per un’azienda di questo tipo non è indicato perché prevede un limite ai ricavi annui (di 85.000 euro) e soprattutto una spesa massima di 20.000 euro per eventuali stipendi ai dipendenti. Con il regime ordinario invece non ci sono questi limiti. Allo stesso tempo però bisogna tenere in conto il pagamento dell’IVA e di eventuali tasse aggiuntive, come l’IRAP.

Alle spese per le tasse vanno poi aggiunte quelle per i contributi previdenziali, che devono essere versati sia per l’imprenditore che per i dipendenti dell’azienda.

Partita IVA e autorizzazioni per un negozio di cosmetici

La sola rivendita di cosmetici, invece, richiede l’avvio di un’attività in forma autonoma e quindi l’iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio di competenza territoriale. La procedura, denominata ComUnica, si può eseguire esclusivamente online.

Una volta aperta la partita IVA è necessario regolarizzare le posizioni previdenziali effettuando l’iscrizione all’INPS e le posizioni assicurative tramite l’iscrizione all’INAIL.

Prima dell’avvio dell’attività va poi richiesta l’autorizzazione di inizio attività al Comune (SCIA) presso cui avrà sede il negozio e i permessi per l’esposizione dell’insegna. Sarà necessario, infine, eseguire le ispezioni obbligatorie da parte dei Vigili del Fuoco e dell’Asl per ottenere le certificazioni che attestano il rispetto delle norme di sicurezza e di igiene.

1. Codice Ateco negozio di cosmetici

Il codice ateco associato alla partita IVA di un negozio di cosmetici può variare in relazione alla tipologia di attività che si intende aprire tra negozio fisico o store online.

Codice AtecoDescrizione attività
47.75.10Commercio al dettaglio di articoli di profumeria, prodotti per toletta e per l’igiene personale
47.91.10Vendita di cosmetici esclusivamente online

2. Regime fiscale

Il regime fiscale dell’attività di cosmetici può essere di due tipologie:

  • regime forfettario, con un fatturato non superiore a 85.000 euro;
  • regime ordinario, senza alcun limite di fatturato.

Il regime forfettario è ideale per le nuove attività con ricavi e compensi moderati, in quanto garantisce una tassazione agevolata e diverse esenzioni fiscali. In questo regime si paga un’imposta sostitutiva unica al 5% per i primi cinque anni di attività, poi al 15% dal sesto anno.

Nel regime ordinario, invece, la tassazione è progressiva in base al fatturato secondo le aliquote IRPEF 2025. Questo regime richiede l’applicazione dell’IVA e la tenuta dei registri contabili. Oltre alle tasse, bisogna anche in questo caso provvedere al pagamento dei contributi per sé e per i dipendenti.

Quanto costa aprire un negozio di cosmetici

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Aprire un’attività di cosmetici in Italia richiede un investimento iniziale importante per l’acquisto o l’affitto dei locali: considerando che gli spazi commerciali devono avere un’ampiezza minima di 50 mq, possiamo ipotizzare una spesa minima di 15.000 euro per i piccoli centri cittadini e massima di 50-60.000 euro per le grandi città metropolitane.

Per l’arredamento interno occorre acquistare, nel caso di rivendita, espositori per il trucco, specchi, postazioni make-up, pennelli monouso, espositori per i tester e riservare un angolo del negozio per posizionare la cassa. Per la produzione di cosmetici, invece, serviranno bilance, miscelatore, eventuale fusore, ecc.

Un altro aspetto importante è la scelta dei fornitori presso i quali acquistare i prodotti di bellezza, in modo da garantire elevata qualità a prezzo competitivo rispetto al mercato. Si può puntare esclusivamente su alcune tipologie di prodotti (per il viso, per i capelli, per l’idratazione, ecc.), oppure su determinati marchi, o ancora su un particolare target di clientela di riferimento.

Infine, potrebbe rendersi necessaria l’assunzione di personale qualificato per la vendita e promozione dei prodotti, oltre a investire nella pubblicità online e offline per far conoscere la propria attività.

Aprire un negozio di cosmetici in franchsing

L’apertura di un negozio di cosmetici in franchising può ridurre notevolmente i costi iniziali e garantire al contempo un ottimo guadagno. Sfruttare un brand già noto sul mercato, o un marchio in crescita, per lanciare una nuova attività è una sicurezza che non tutti possono avere.

Ci sono diversi brand che si adoperano a questa soluzione: per esempio, la catena di profumeria alla spina Inestasy oppure il negozio di prodotti naturali e sostenibili Amatè.

Vendita di cosmetici online: la normativa

La normativa in vigore per la vendita di cosmetici online è estremamente rigida e volta a tutelare la salute e il benessere dei consumatori. Alla base del quadro normativo c’è il regolamento europeo CE 1223/20092, detto anche regolamento sui cosmetici, che fissa precisi requisiti di sicurezza che i prodotti cosmetici devono possedere per essere venduti.

Chi desidera avviare un’attività di vendita prodotti cosmetici tramite e-commerce deve rispettare anche ulteriori regole: per ogni store online è prevista la nomina di un responsabile della conformità del prodotto al regolamento UE. Il responsabile può essere sia un soggetto fisico sia un soggetto giuridico.

Il regolamento sulla sicurezza dei prodotti cosmetici (GPSR), invece, fissa precise regole sull’etichettatura, tramite la quale si devono fornire indicazioni sulle caratteristiche e sulla composizione di ciascun prodotto. Infine, la sicurezza degli ingredienti dei prodotti venduti viene verificata dall’SCCP, un ente di controllo a livello europeo.

Come aprire un’attività di cosmetici – Domande frequenti

Cosa serve per aprire un’azienda di cosmetici in Italia?

L’avvio di un negozio di cosmetici e make-up in Italia richiede l’apertura della partita IVA, la registrazione presso il Registro delle Imprese, l’apertura delle posizioni INPS e INAIL. Sono poi richieste alcune autorizzazioni dal Comune per garantire il rispetto delle normative igienico-sanitarie e di sicurezza.

Quanto costa aprire un’attività di cosmetici?

L’investimento iniziale per l’apertura di un’attività di cosmetici può variare in base ai prodotti venduti, all’ampiezza dei locali e alla zona geografica di riferimento: i costi partono da un minimo di 15.000 euro per un piccolo negozio fino a oltre 50.000 euro per uno store nelle grandi città.

Come iniziare a vendere cosmetici online?

Per vendere prodotti cosmetici online tramite un e-commerce è necessario aprire la partita IVA, registrare l’attività presso il Registro delle Imprese, presentare la comunicazione di avvio attività (SCIA), ottenere autorizzazioni sanitarie e assicurarsi che i prodotti siano conformi a tutte le normative del settore.

  1. I numeri della cosmetica, Cosmetica Italia, cosmeticaitalia.it ↩︎
  2. Regolamento CE n.1223/2009 del parlamento europeo e del consiglio, eur-lex.europa.eu ↩︎
Autore
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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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