Zona Economica Speciale per il Sud: cos’è e come funzionerà

Presto verrà istituita una Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno. Ecco come funziona e quali sarebbero i vantaggi.

di Ilenia Albanese

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • Le regioni di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna, rientreranno in una unica ZES, Zona Economica Speciale.
  • La proposta ha l’obiettivo di dare la possibilità alle aziende del Mezzogiorno di beneficiare di speciali condizioni per gli investimenti e per lo sviluppo.
  • Dopo l’approvazione europea, il Consiglio dei Ministri del 7 settembre 2023 ha approvato un decreto per istituire la ZES da gennaio 2024, ora in Gazzetta Ufficiale.

L’intero sud Italia entrerà a far parte di un’unica Zona Economica Speciale, anche detta ZES. Questo è quanto ha previsto la proposta fatta dal ministro per gli affari europei Raffaele Fitto alla responsabile della concorrenza, Margrethe Vestager a Bruxelles, a luglio 2023, e quanto confermato dal Consiglio dei Ministri del 7 settembre 2023 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Le regioni interessate a questa proposta sono le regioni del Mezzogiorno, vale a dire Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Calabria e le isole di Sicilia e Sardegna.

La ZES proposta dal ministro mira ad estendere alle regioni meridionali le misure di semplificazione e accelerazione delle procedure approvative e autorizzative e di sostegno previste per le imprese che fanno parte delle zone economiche speciali. Ma vediamo in cosa consiste la nuova misura e quali sarebbero i vantaggi di cui beneficeranno le aziende.

Cos’è la Zona Economica Speciale

Il decreto Sud n.124 del 19 settembre 2023 istituisce una unica zona speciale che include le regioni considerate dalla normativa europea come “meno sviluppate” e “in transizione”, ovvero Zone Economiche Speciali (ZES), per il Sud Italia.

Queste zone, secondo la normativa, devono includere almeno un’area portuale che sia compresa nella rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). Tali aree devono consentire lo sviluppo delle imprese già operanti, nonché l’insediamento di nuove imprese, attraverso la creazione di condizioni più favorevoli in termini economici, finanziari ed amministrativi.

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La ZES è, quindi, definita in Gazzetta Ufficiale come:

“Una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un’area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315 dell’11 dicembre 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T).”

Ciò fa sì che le imprese operanti nelle ZES possano beneficiare di speciali condizioni, come le procedure semplificate e i regimi procedimentali speciali, oltre alle misure di agevolazione fiscale, come il credito d’imposta ZES. Ad oggi nell’Unione Europea vi sono oltre 90 Zone Franche, comprese le Zone Economiche Speciali.

Con la recente pubblicazione del decreto legge in Gazzetta Ufficiale viene approvata la zona unica speciale per il sud Italia, operativa dal 1 gennaio 2024.

Procedure semplificate e regimi speciali

Le imprese operanti nelle ZES beneficiano di procedure semplificate ed i regimi speciali. Questi sono disciplinati dal decreto-legge n. 91/2017. Queste prevedono:

  • l’introduzione dello strumento dell’autorizzazione unica: questo concentra in un unico provvedimento autorizzatorio, ad eccezione delle normative vigenti in materia di valutazione di impatto ambientale, valido per tutti gli atti di autorizzazione, assenso e nulla osta previsti dalla legislazione vigente in relazione alle opere da eseguire, alle attività da intraprendere o ai progetti da approvare nelle ZES. Prevede, inoltre, l’operatività del modello di conferenza di servizi semplificata;
  • la riduzione della metà dei termini per l’ottenimento dell’autorizzazione unica e per gli adempimenti nell’ambito delle procedure con silenzio-assenso;
  • il raccordo tra gli sportelli unici istituiti e i procedimenti in materia di autorizzazione unica.
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Contributo per le imprese della ZES

Secondo le previsioni, alle imprese situate nella zona ZES del sud Italia saranno destinati alcuni sostegni sotto forma di agevolazioni per investimenti mirati a:

  • acquistare macchinari, impianti e attrezzature per strutture produttive esistenti o nuove;
  • acquistare terreni, realizzare o ampliare immobili strumentali agli investimenti.

Gli investimenti iniziali dovranno essere rivolti alla realizzazione o all’ampliamento di uno stabilimento o a cambiamenti per migliorare l’aspetto produttivo. Oppure ad acquisire attivi di uno stabilimento chiuso (che non può superare il 50% del valore totale dell’investimento che viene agevolato). L’acquisizione di quote di impresa è esclusa dall’agevolazione.

Il credito di imposta verrà erogato per investimenti nel range da 200.000 euro minimi e di 100 milioni di euro massimi. Il credito di imposta varierà in base all’intervento, e si utilizzerà in compensazione tramite F24.

Sono escluse le imprese in difficoltà, e alcuni settori non potranno accedere al sostegno: l’industria siderurgica, carbonifera e della lignite, trasporti e infrastrutture, produzione, stoccaggio, trasmissione e distribuzione di energia e infrastrutture energetiche, banda larga. Sono esclusi anche ai settori creditizio, finanziario e assicurativo. Si prevede inoltre l’uso delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) per il periodo 2021-2027.

Tipologie di Zone Economiche Speciali

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L’OECD, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, identifica quattro diversi tipi di Zone Economiche Speciali:

  • zone di libero scambio (free trade zone): si tratta di zone che si trovano nei pressi di porti e aeroporti, e offrono esenzioni parziali o totali sui dazi all’import o all’export dei beni che vengono riesportati;
  • export processing zone: sono zone che offrono agevolazioni riservate alla riesportazione di beni lavorati in loco;
  • zone economiche speciali vere e proprie: sono le zone che offrono un pacchetto di incentivi, agevolazioni e semplificazioni amministrative a tutte quelle imprese che decidono di stabilire la propria sede all’interno di una determinata area geografica;
  • zone speciali industriali: in queste zone le agevolazioni si limitano a specifici settori, per i quali si possono costruire anche infrastrutture e servizi ad hoc.

Requisiti delle ZES

Per poter beneficiare di tutti i vantaggi previsti per le zone economiche speciali, queste devono rispettare precisi requisiti. Infatti, le imprese devono:

  • mantenere la loro attività nell’area ZES per almeno dieci anni;
  • conservare i posti di lavoro creati nell’ambito dell’attività avviata nella ZES per almeno dieci anni.
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Zona Economica Speciale per il Sud Italia

Il ministro per gli affari europei Raffaele Fitto ha avanzato a luglio una richiesta alla responsabile della concorrenza Margrethe Vestager. La proposta italiana aveva come obiettivo quello di istituire un’unica Zona Economica Speciale per l’intero Sud Italia.

Il ministro ha annunciato poi che Margrethe Vestager ha accolto positivamente la proposta sulla ZES, superando le attuali 8 zone economiche speciali già previste e istituite per rafforzare il sistema e sostenere la crescita e la competitività del Mezzogiorno.

Le regioni individuate per l’istituzione della Zona Economica Speciale sono:

  • l’Abruzzo;
  • la Campania;
  • la Puglia;
  • la Basilicata;
  • il Molise;
  • la Calabria;
  • la Sicilia;
  • la Sardegna.

La nota ministeriale ha, inoltre, anticipato che i piani di incentivazione:

“saranno improntati a principi di certezza e stabilità del quadro normativo e di semplificazione procedurale, coprendo un orizzonte temporale più esteso rispetto agli attuali strumenti, in coerenza con i diversi strumenti di programmazione pluriennale europei e nazionali: Pnrr e relativo capitolo REPowerEU, la politica di coesione e il fondo di sviluppo e coesione”.

La misura prevede, inoltre, di estendere a tutto il Mezzogiorno l’autorizzazione unica per l’avvio delle attività produttive e la riduzione di un terzo dei termini di conclusione dei procedimenti. Lo sportello unico digitale, inoltre, garantirà la trasparenza e l’efficienza dell’intero processo.

Per quanto concerne, invece, la misura decontribuzione Sud in scadenza al 31 dicembre 2023, l’Italia ha ottenuto una proroga annuale. In questo modo il governo vuole promuovere un quadro normativo stabile pluriennale di riferimento per le imprese e per i lavoratori, per sostenere l’occupazione nel Mezzogiorno, in particolare per le donne e i giovani.

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha confermato la conclusione dell’accordo sulla ZES per il Mezzogiorno, intervento che va ad inserirsi negli obiettivi del PNRR. Recentemente inoltre è stato approvato questo intervento al Consiglio dei Ministri, del 7 settembre 2023, con pubblicazione recente in Gazzetta Ufficiale.

Per la gestione della nuova ZES verrà definita una nuova Cabina di regia alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM), che dovrà coordinare e monitorare la zona. Per ciò che riguarda i contributi alle imprese della zona, potrà essere richiesto il supporto a Invitalia S.p.a.

ZES del Mezzogiorno: i benefici

La responsabile della concorrenza Margrethe Vestager ha espresso la piena disponibilità della Commissione al dialogo con il governo italiano per la trasformazione di questo strumento in una misura strutturale e permanente, rendendola al tempo stesso più orientata agli investimenti e andando così incontro alle necessità e alle sfide per la crescita economica del Mezzogiorno.

Secondo il ministro Fitto la ZES unica è decisiva, non solo a livello regionale per il sud, ma anche nazionale. Di conseguenza, il ministro considera positiva l’apertura della Commissione sulla decontribuzione Sud.

Presto è arrivato anche il commento da parte del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto:

“Il via libera della vicepresidente esecutiva della Commissione europea e commissaria per la Concorrenza, Margrethe Vestager, alla proposta avanzata dal ministro agli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, per istituire un’unica Zona economica speciale per l’intero Sud Italia è un’ottima notizia per tutte le Regioni del Mezzogiorno”.

Il presidente della Calabria ha, inoltre, dichiarato che le ZES sono strumenti fondamentali per sburocratizzare le procedure, per le agevolazioni fiscali e contributive, per semplificare le autorizzazioni, e di conseguenza per attrarre sul territorio imprese e investimenti.

Con l’approvazione della costituzione della ZES unica, verrà istituito anche un apposito sportello digitale con tutte le relative informazioni. Sarà istituito quindi uno Sportello Unico ZES rivolto alle imprese interessate, che dovranno presentare progetti in linea con le normative presenti.

Zona economica speciale – Domande frequenti

Cosa sono le ZES e dove si trovano?

La Zona Economica Speciale (ZES) è una zona geograficamente limitata e chiaramente identificata, nella quale le aziende già operative possono beneficiare di procedure semplificate e i regimi procedimentali speciali, oltre a crediti d’imposta per gli investimenti.

Quali sono le zone ZES in Italia?

Ad oggi in Italia vi sono otto ZES. Da gennaio 2024 arriverà la nuova Zona economica speciale per tutto il sud Italia, che include le seguenti regioni: l’Abruzzo, la Campania, la Puglia, la Basilicata, il Molise, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna.

Quali sono i vantaggi della ZES?

La ZES gode di benefici fiscali, come i crediti d’imposta, oltre ad una fiscalità di vantaggio e l’introduzione dello strumento dell’autorizzazione unica.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 29 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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