- Nel primo trimestre 2025 si sono tenuti i Campionati europei delle tasse, una partita comunitaria che mette a confronto aliquote fiscali, riforme e impatti macroeconomici dei principali paesi Ue.
- L’Italia ha registrato la crescita più bassa delle entrate tributarie tra i principali Paesi Ue, mentre il primato del gettito tributario spetta all’Irlanda.
- La vera sfida per i Paesi europei rimane quella di mantenere alto il gettito delle entrate, senza minare la crescita economica e la sostenibilità sociale.
Si è conclusa la partita dei “Campionati europei delle tasse”, un appuntamento che permette di confrontare strategie, sistemi fiscali e impatti economici delle decisioni in materia tributaria adottate nei principali Paesi Ue. L’attenzione è rivolta in particolare alle imposte indirette e dirette. Il periodo di riferimento è il primo trimestre 2025.
Il Dipartimento delle Finanze ha analizzato l’andamento delle entrate tributarie nei Paesi dell’Unione europea e dell’area Euro tenendo conto di un contesto economico difficile caratterizzato da tensioni geopolitiche, inflazione moderata, misure protezionistiche e da una tendenza alla digitalizzazione.
L’Italia, nel complesso, supera il confronto registrando la minor crescita di entrate tributarie rispetto all’anno precedente e guadagnando il 13° posto nella classifica delle entrate IVA, con un’aliquota del 22%, in linea con la media europea.
Indice
Tasse 2025: la classifica dei Paesi Ue delle entrate tributarie
Il Dipartimento delle Finanza ha pubblicato il bollettino delle entrate tributarie internazionali 2025 andando a confrontare le strategie e l’andamento delle tasse nei principali Paesi Ue, relativamente ai primi tre mesi dell’anno (gennaio-marzo 2025) confrontati con lo stesso periodo 2024.
Classifica | Paese UE | Entrate tributarie variazione tendenziale (%) |
---|---|---|
1. | Irlanda | +17,5% |
2. | Portogallo | +12,5% |
3. | Spagna | +9,7% |
4. | Germania | +9,5% |
5. | Francia | +7,6% |
6. | Regno Unito | +4,7% |
7. | Italia | +4,6% |
Il primato per le maggiori entrate tributarie spetta all’Irlanda, che viene collocata al primo posto della classifica con una variazione tendenziale di +17,5% rispetto all’anno precedente. Il Portogallo, invece, allunga le distanze dalla prima classificata con cinque punti percentuali di differenza, fermandosi a +12,5%.
Positivi anche gli andamenti di Spagna e Germania, che si distanziano per 0,2 punti percentuali (rispettivamente 9,7% e 9,5%), mentre la Francia registra una crescita più bassa rispetto agli altri Paesi Ue ma comunque superiore a quella del 2024 (+7,6%)
Tasse 2025: l’Italia registra la crescita più bassa
L’Italia nella classifica Ue delle entrate tributarie registra la crescita più bassa, fermandosi a +4,6% e registrando entrate inferiori rispetto all’anno precedente. Secondo l’ultimo rapporto sulle entrate tributarie a marzo 2025, pubblicato dal Dipartimento delle Finanze, le casse statali hanno contabilizzato un gettito di imposte pari a 5.702 milioni di euro: crescono, in particolare, gli incassi da attività di accertamento e controllo (+7,9%) e le entrate degli enti territoriali (+3,8%).
Non bisogna dimenticare che la vera sfida a livello europeo è quella di mantenere un buon livello delle entrate tributarie, ma non intaccare il benessere e la crescita economica. Il contesto geopolitico, inoltre, non è dei migliori: a partire dalla competizione fiscale sempre più agguerrita in Europa, fino ad arrivare alle misure protezionistiche che arrivano oltreoceano.
Come ha sottolineato il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, le priorità per l’Italia, ad oggi, riguardano l’approvazione di una riforma fiscale che punti alla riduzione della pressione fiscale sui redditi medio-bassi e quindi ad abbassare le aliquote IRPEF per il ceto medio dal 35% al 33%.
Aliquote IVA a confronto tra i Paesi Ue
L’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) è una delle tasse dirette più discusse in tutti i paesi comunitari: l’Italia si colloca all’interno della media Ue, con un’aliquota al 22%. Il primato va invece all’Ungheria, dove si registra un’aliquota IVA pari al 27%, seguita dalla Finlandia (che ha recentemente aumentato l’aliquota al 25,5%) e poi Croazia, Danimarca e Svezia (tutte al 25%).
La variazione tendenziale più significativa delle entrate IVA è stata registrata in Portogallo ed è pari a +18,2%: il motivo risiede in parte nella sensibile riduzione dei rimborsi rispetto al primo trimestre 2024.
La Slovacchia, invece, è il Paese che ha aumentato maggiormente l’aliquota IVA passando dal 20 al 23% e modificando anche le aliquote agevolate per contenere il debito pubblico.
Digitalizzazione e aliquote agevolate
Le strategie dei Paesi Ue convergono tutte nella medesima direzione: la spinta alla digitalizzazione porta nella maggior parte dell’area Euro a una revisione del sistema fiscale e tributario sempre più improntato allo sviluppo tecnologico.
In tutta l’Europa, per esempio, sono stati introdotti gli obblighi di fatturazione elettronica (che in Italia è stata estesa anche ai forfettari) e una maggiore flessibilità nell’applicazione delle aliquote ridotte. Queste ultime, nel nostro Paese, riguardano 29 categorie di beni e servizi, compresi alcuni prodotti ecologici e servizi sociali.
E in occasione de Festival dell’Economia di Trento, il vice ministro Maurizio Leo ha anticipato l’intenzione del governo di introdurre un’aliquota agevolata al 5% sulle opere d’arte (ad oggi pari al 22%) per accrescere la competitività del mercato italiano.
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor