Riforma fiscale, arriva il monito dall’Unione Europea

L'Unione europea punta il dito contro la riforma fiscale sulla quale sta lavorando il Governo Meloni. Ecco i principali problemi.

di Pierpaolo Molinengo

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Riforma fiscale Unione Europea
  • L‘Unione europea boccia la riforma fiscale italiana: è troppo iniqua.
  • Il suggerimento dell’UE è quello di tassare meno il lavoro e di più le altre fonti di reddito.
  • Per l’Ue dovrebbe essere tassata di più la proprietà immobiliare.

L’Unione europea boccia la riforma fiscale targata Giorgia Meloni. In questo periodo, come ogni anno, l’Ue predispone il consueto pacchetto di primavera del Semestre europeo: si tratta, in estrema sintesi, di una guida predisposta direttamente dall’esecutivo comunitario per la politica fiscale dei vari paesi membri.

Il pacchetto, che è stato predisposto quest’anno, ha un obiettivo molto preciso: andare a costruire un’economia solida e che sia, soprattutto, adeguata alle esigenze future. Deve essere, inoltre, garantita la competitività e la prosperità a lungo termine per tutti, benché si stia attraversando un contesto geopolitico particolarmente difficile.

Questo è il motivo per il quale l’Unione europea ha fornito delle indicazioni precise e dettagliate. Ma soprattutto ha puntato il dito contro la riforma fiscale che il Governo guidato da Giorgia Meloni sta predisponendo.

Fisco, le annotazioni della Commissione Ue

Ma cerchiamo di entrare un po’ più nel dettaglio e vediamo cosa sta accadendo. La Commissione Ue ha predisposto una relazione, rispettando le regole stabilite dall’articolo 126, paragrafo 3 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea.

L’obiettivo di questa relazione, in estrema sintesi, è quello di mettere in luce e valutare se gli Stati membri rispettino i criteri del disavanzo e del debito, così come è stato previsto dallo stesso trattato.

Da questa relazione risulta che a non soddisfare i criteri del disavanzo sono:

  • Belgio;
  • Bulgaria;
  • Repubblica Ceca;
  • Germania;
  • Estonia;
  • Spagna;
  • Francia;
  • Italia;
  • Lettonia;
  • Ungheria;
  • Malta;
  • Polonia;
  • Slovenia;
  • Slovacchia.

La relazione ha inoltre messo in evidenza che Italia, Francia e Finlandia non soddisfano i criteri del debito. La Commissione Ue, inoltre, ha messo in evidenza che il rispetto del parametro per la riduzione del debito non risulti essere giustificato dalle condizioni economiche prevalenti.

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Riforma fiscale e inflazione in Italia

Con la propria lente d’ingrandimento, l’Unione europea si è soffermata ad analizzare la situazione della Grecia e dell’Italia, che continuano a presentare alcuni squilibri ritenuti eccessivi. La loro vulnerabilità, comunque vada, sembra continuare a diminuire, anche grazie alle varie politiche economiche che sono state intraprese.

Nel corso di quest’anno l’inflazione è destinata a diminuire a seguito del calo dei prezzi dell’energia, che si è trasferito direttamente ai prezzi dei beni industriali, dei generi alimentari e dei servizi. Almeno in linea teorica, questa tendenza al ribasso potrebbe continuare a diminuire, almeno nei termini previsti all’interno dell’orizzonte di previsione.

La crescita del Pil nominale ha avuto un’influenza positiva sulle entrate tributarie, che sono riuscite a beneficiare anche dell’impatto dei passati accantonamenti volti a rafforzare la riscossione. Grazie proprio a quest’ultima operazione, è stata compensata la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro.

Il rinnovo dei contratti pubblici per il biennio 2019-2021 non ha inciso sulla spesa primaria totale, che è calata di circa l’1,4% del Pil. Questo calo è stato determinato dai trasferimenti sociali, che sono aumentati meno del Pil nominale e la spesa in conto capitale è diminuita.

È molto probabile che le imposte correnti siano destinate a continuare a crescere, anche se sono stati previsti degli ulteriori tagli al cuneo fiscale sul lavoro per i redditi bassi e medi.

Fisco Meloni 2023

I problemi della riforma fiscale

La Commissione europea ha messo in evidenza alcune criticità legati alla riforma fiscale, che aumenterebbe i rischi legati all’equità. Gli esperti della Commissione europea ritengono che la riduzione del numero degli scaglioni Irpef possa compromettere la progressività del sistema fiscale.

Per poter attuare una riforma fiscale valida è importante riuscire a mantenere la natura progressiva del sistema fiscale. È importante, inoltre, lavorare per ridurre la complessità e aumentare gli incentivi al lavoro. Particolare attenzione, inoltre, deve essere dedicata alla lotta all’evasione fiscale.

Attraverso la riforma fiscale, inoltre, è importante riuscire a garantire che le misure messe in campo per la riscossione non indeboliscano la conformità fiscale nel momento in cui il legislatore procede con la riorganizzazione di alcune categorie di addebiti e sanzioni fiscali.

La Commissione europea, inoltre, suggerisce di spostare il carico fiscale che attualmente grava sul lavoro, e che appare particolarmente pesante, su altre fonti di reddito attualmente poco utilizzate. Questa soluzione appare meno dannosa per la crescita.

Attualmente il sistema fiscale italiano appare esacerbato da fin troppe detrazioni fiscali, che creano troppe distorsioni e contribuiscono a ridurre le entrate. Anche se, proprio queste ultime, risultano essere cresciute nel corso del 2022.

Per quanto riguarda le imposte sull’energia, l’Ue sottolinea che non sono state varate per tentare di sostenere la transizione verso tecnologie pulite. Uno dei problemi dell’Italia, comunque, è che l’evasione fiscale continua a rimanere troppo elevata, anche se le misure di contrasto messe in campo nel corso degli ultimi anni stanno dando i loro frutti.

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Quali sono gli obiettivi di una riforma fiscale

Cosa dovrebbe ottenere l’Italia dalla riforma fiscale? Uno degli obiettivi che dovrebbe essere centrato è la riduzione dell’elevato cuneo fiscale sul lavoro.

Si dovrebbe arrivare ad una riforma neutrale, almeno dal punto di vista del bilancio statale, spostando la tassazione dal lavoro ad altre fonti di reddito, che siano meno dannose per la crescita.

Tra le soluzioni che potrebbero essere adottate vi è una revisione delle aliquote Iva ridotte e dei loro ambiti di applicazione.

Si potrebbe operare sulla ridefinizione della tassazione ambientale e dei vari sussidi che sono stati messi in campo per promuovere la transizione verde. Sarebbe poi necessario rivedere la tassazione sugli immobili occupati.

Riforma fiscale – Domande frequenti

Quali sono le annotazioni fatte dall’Ue all’Italia sulla riforma fiscale?

Secondo l’Unione europea la riforma è iniqua perché cancella uno scaglione Irpef. Scopri qui tutte le prospettive fiscali.

Cosa suggerisce di fare l’Europa in merito alla riforma fiscale?

I consigli europei suggeriscono di spostare la tassazione dal lavoro ad altre forme di reddito. Dovrebbe essere modificata la tassazione sugli immobili e ridefinite le aliquote ridotte dell’Iva.

Se l’Italia accettasse i suggerimenti europei, cosa cambierebbe per i contribuenti?

Nel caso in cui questo dovesse avvenire, gli italiani potrebbero mettere in conto il pagamento di una tassa sulla prima casa e l’aumento dei costi di alcuni beni.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Ho una laurea in materie letterarie. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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