Rettifica IVA per il passaggio al regime forfettario: come funziona per le partite Iva

La rettifica Iva va effettuata nel momento in cui una partita Iva decide di passare dal regime ordinario al forfettario. Ecco come funziona e tutte le implicazioni.

di Valeria Oggero

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  • In alcuni casi una partita Iva potrebbe passare dal regime ordinario al forfettario, nel momento in cui vengono rispettati i requisiti per l’agevolazione.
  • Coloro che passano dal regime fiscale ordinario a quello forfettario devono prevedere la rettifica IVA.
  • Chi è coinvolto in questo cambiamento deve procedere con la rettifica IVA in riferimento all’ultimo anno in cui si applicano le regole per la partita Iva ordinaria, con pagamento dell’eventuale tassa a debito.

Per molte partite Iva l’arrivo dell’anno nuovo determina il passaggio dal regime fiscale forfettario a quello ordinario: questo capita quando vengono superate le soglie di ricavi annui stabilite attualmente per legge. Tuttavia può anche accadere l’esatto opposto, ovvero il lavoratore autonomo passa dal regime ordinario a quello forfettario.

Quando sono rispettati i presupposti per questo cambiamento, bisogna tenere conto che si passerà da una contabilità che prevede il pagamento di Iva e Irpef ad una in cui si applica una tassa sostitutiva specifica.

In questo caso quindi le partite Iva sono tenute alla rettifica Iva in riferimento all’ultimo anno in cui sono attive le regole per il regime ordinario. Vediamo di cosa si tratta e come procedere.

Passaggio al regime forfettario: tutte le regole

Vediamo prima di tutto cosa comporta il passaggio da un tipo di regime fiscale ad un altro, per una partita Iva. Possono aderire al regime forfettario coloro che non superano la soglia di 85.000 euro annui di ricavi e che rispettano una serie di requisiti specifici per ciò che riguarda il lavoro pregresso.

Per fare un esempio pratico, se una partita Iva ordinaria ha registrato dei ricavi inferiori a questa soglia, automaticamente ha diritto a rientrare nel regime agevolato, con una tassa sostitutiva del 15% (oppure del 5% per le attività appena avviate).

Questa agevolazione permette agli autonomi di risparmiare notevolmente sulle imposte, tuttavia devono essere rispettati i limiti e le norme previste per l’anno in corso. Il regime ordinario viene riattivato nel caso in cui la soglia massima di ricavi viene superata, dall’anno successivo. Oltre 100.000 euro invece l’autonomo è obbligato al passaggio all’ordinario immediatamente.

Tornando al regime forfettario, questo non prevede l’applicazione delle aliquote Irpef e dell’Iva, per cui le partite Iva coinvolte devono procedere con la rettifica Iva, se precedentemente hanno lavorato in regime ordinario.

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Come funziona la rettifica Iva

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La rettifica Iva coinvolge coloro che passano dal regime ordinario a quello forfettario. Ma come si deve procedere nella pratica? Questa rettifica va fatta nella dichiarazione Iva riferita all’ultimo anno in cui il contribuente ha aderito al regime ordinario.

Questa procedura riguarda quindi sia i liberi professionisti, sia gli imprenditori che passano al regime forfettario e deve essere effettuata durante l’ultimo anno di accesso al regime ordinario, per coloro che passeranno al forfettario nell’anno successivo.

Ad esempio, si procede alla rettifica Iva nella dichiarazione del 2023 attivando il regime forfettario a partire dal primo giorno di gennaio 2024. Il passaggio al nuovo regime fiscale può quindi comportare una certa spesa per il lavoratore autonomo, che dovrà versare in un’unica soluzione eventuali debiti fiscali.

Si parla dell’Iva detratta per beni e servizi non ancora ceduti, oppure per beni ammortizzabili. Questo cambiamento può comportare uno svantaggio per alcune tipologie di attività, soprattutto nel momento in cui sono presenti beni non ancora utilizzati (pensiamo alle rimanenze di magazzino).

Rettifica Iva e versamento dei debiti fiscali

Vediamo da vicino in cosa consiste il versamento dei debiti in relazione alla rettifica Iva. Poniamo che un imprenditore abbia delle rimanenze di magazzino su cui ha già detratto l’Iva, possibilità garantita nel regime ordinario. Queste merci non sono state vendute o utilizzate e lo saranno nell’anno nuovo.

In questo caso l’imprenditore deve procedere, a causa del passaggio al regime forfettario, alla rettifica Iva delle detrazioni già assorbite, perché questa agevolazione non è prevista con il regime forfettario. Si trova quindi a dover versare per intero l’Iva detratta in un momento precedente, presentando la dichiarazione Iva dell’ultimo anno.

In questo caso quindi il passaggio al regime forfettario potrebbe non essere vantaggioso, soprattutto per chi ha grandi rimanenze di magazzino. Esiste tuttavia una soglia al di sotto della quale è possibile essere esonerati dalla rettifica Iva, ovvero non deve essere effettuata per quei beni il cui costo unitario è inferiore a 516,46 euro.

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Passaggio al regime forfettario: conviene sempre?

Nonostante la convenienza generale del regime fiscale forfettario, non sempre il passaggio è conveniente. Un’impresa commerciale ad esempio potrebbe ritrovarsi nella situazione di dover restituire grosse somme di denaro derivate dalla detrazione Iva assorbita precedentemente, soprattutto se ci sono grandi rimanenze di magazzino.

Il regime forfettario conviene soprattutto per quelle attività di arti e professioni, mentre per imprese commerciali può comportare degli scompensi. Il regime fiscale ordinario, anche se comporta il versamento di maggiori imposte, garantisce l’accesso a diverse detrazioni fiscali utili per rientrare di alcuni costi, assenti invece nel regime di vantaggio.

Non esiste una formula unica valida per tutti: per chi intende cambiare regime fiscale si consiglia di procedere con il supporto di un commercialista esperto, in modo da valutare con precisione il caso specifico.

Rettifica Iva e passaggio al forfettario – Domande frequenti

Cos’è la rettifica Iva?

Una rettifica Iva va fatta quando si decide di passare dal regime ordinario a quello forfettario, versando le somme eventualmente a debito. Scopri qui come funziona.

Qual è il limite di ricavi per il regime forfettario?

Nel 2024 il limite massimo di ricavi per rientrare nel regime agevolato è di 85.000 euro.

Chi penalizza la rettifica Iva?

La rettifica Iva può penalizzare le imprese che operano nel commercio, che hanno grosse rimanenze di magazzino, che si troverebbero a dover versare in un’unica soluzione una somma a debito relativa alle detrazioni Iva precedenti.

Quando si deve procedere alla rettifica Iva?

La rettifica Iva va fatta nel passaggio dal regime ordinario a quello forfettario, con la dichiarazione Iva dell’ultimo anno in cui è applicata la contabilità ordinaria.

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Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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