Prestito, finanziamento o fido: quali sono le differenze e strumenti per le imprese

Quali sono le differenze tra un prestito, un finanziamento e un fido bancario? Ecco cosa sapere e come accedervi da parte delle imprese.

di Valeria Oggero

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  • Persone fisiche o imprese possono chiedere agli istituti bancari di accedere a diversi tipi di prestiti, come un finanziamento o un fido, per ottenere liquidità.
  • Chiedere un prestito per un’azienda può essere vantaggioso, ma è un’operazione che va pianificata in modo puntuale per evitare di indebitarsi troppo con la banca.
  • Anche se quando si parla di prestiti, il termine finanziamento è spesso utilizzato come sinonimo di fido, si tratta di due strumenti differenti.

Sempre più spesso le aziende hanno la necessità di accedere ad una certa quantità di denaro per finanziare progetti, acquistare nuova attrezzatura, provvedere al pagamento degli stipendi di collaboratori e dipendenti, attuare piani di espansione di determinati rami d’azienda.

Per questo motivo anche le imprese, come i privati cittadini, possono rivolgersi ad un istituto bancario, fisico oppure online, per ricevere un supporto economico tramite diversi strumenti. Un prestito, che sia un finanziamento o un fido, consente alle aziende di portare avanti i propri progetti o pagare alcune spese arretrate, tuttavia bisogna pianificare con cura tutti gli step per procedere.

Spesso la parola finanziamento viene utilizzata come sinonimo di fido bancario, tuttavia sono due strumenti diversi. Un fido si distingue per alcune caratteristiche, come vedremo in questo articolo, rispetto ad un finanziamento vero e proprio. Andiamo ad approfondire i diversi tipi di prestiti erogabili alle imprese da parte delle banche.

Come funzionano i finanziamenti per le imprese

Oltre alle persone fisiche, anche aziende, società, ditte individuali e partite Iva in generale possono richiedere l’accesso ad un finanziamento (o prestito) presso un istituto bancario oppure autofinanziarsi. Le motivazioni possono essere le più differenti: l’esigenza di espandere una certa area aziendale, la necessità di innovare e acquistare nuovi macchinari, di comprare un immobile e così via.

Attingere ad un finanziamento comporta l’impegno da parte dell’impresa alla restituzione di tale somma, soprattutto se è coinvolto un soggetto terzo. Esistono diversi strumenti che consentono alle imprese di ottenere un prestito per raggiungere un determinato obiettivo specifico. Bisogna quindi prima di tutto distinguere tra:

  • finanziamento a titolo di capitale proprio: in questo caso l’azienda attinge alle proprie risorse, ovvero ai conferimenti posti dall’imprenditore o dai diversi titolari, al momento dell’apertura oppure in un momento successivo;
  • finanziamento a titolo di capitale di terzi: in questo caso l’impresa chiede una somma di denaro ad un soggetto esterno, solitamente una banca, impegnandosi a restituire tale importo pagando una somma aggiuntiva sotto forma di interessi.

In entrambi i casi l’impresa è tenuta a valutare con attenzione come investire il denaro ottenuto, in modo da garantire un ritorno economico o di valore. Il classico esempio di un finanziamento a titolo di capitale proprio è quello di una startup finanziata dai suoi soci, che attinge alle risorse immesse inizialmente per poter sostenere le spese di avviamento.

Un esempio di finanziamento a titolo di capitale di terzi è quello garantito da una banca, per un obiettivo specifico dell’impresa, con diversa durata e interessi specifici sulla somma erogata.

Quanto dura un finanziamento

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Un finanziamento esterno prevede che l’azienda accetti di restituire le somme periodicamente al soggetto che le ha erogate, pagando una certa quota di interessi (non presenti nel caso di un finanziamento a titolo di capitale proprio).

Il periodo in cui l’impresa deve procedere alla restituzione corrisponde quindi alla durata del finanziamento, che può essere a breve, medio o a lungo termine. Solitamente gli importi più alti costituiscono finanziamenti a lungo termine, data la grande quantità di denaro da restituire.

Un’impresa può trovarsi nella situazione di dover accedere ad una somma considerevole per effettuare determinate spese: pensiamo ad esempio a macchinari particolari o ad immobili (in questi casi si parla di mutuo). Per ciò che riguarda invece prestiti più piccoli, possiamo prendere come esempio la necessità di un’impresa di comprare un veicolo, materie prime o beni di valore inferiore.

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Cos’è la cessione del quinto e cosa prevede

Un tipo particolare di finanziamento bancario è la cessione del quinto: questo strumento è rivolto a lavoratori dipendenti oppure ai pensionati. Funziona come un prestito, ma le somme mensili vengono prelevate dallo stipendio o dalla pensione mensile del cliente della banca.

Anche in questo caso ci sono delle regole precise per poterlo chiedere e per il suo funzionamento, in base agli accordi con l’istituto bancario. La durata massima di questo prestito è di 10 anni, mentre la quantità di denaro che mensilmente il lavoratore cede non può andare oltre al 20% dello stipendio.

Questo strumento non è accessibile per i lavoratori autonomi con partita Iva o per le imprese e ne sono anche esclusi i disoccupati. Oltre allo stipendio, non è necessario presentare garanzie da altri soggetti.

Cos’è e come funziona un fido bancario

Vediamo nello specifico come funziona invece un fido bancario, che può essere rivolto sia ad un privato cittadino, sia ad un’impresa. Questo strumento permette l’accesso tramite il conto corrente ad una somma specifica garantita dalla banca, per un preciso periodo di tempo.

Il cittadino o l’impresa accedono a denaro aggiuntivo da utilizzare per qualsiasi spesa, in qualsiasi momento entro i limiti stabiliti insieme alla banca. Questa forma di prestito bancario è piuttosto flessibile, perché permette di spendere la somma aggiuntiva in modi differenti.

Anche nel caso del fido bancario, come accade per un finanziamento o un mutuo, esistono delle spese specifiche di cui il cliente della banca deve farsi carico. Sono quindi impostati degli interessi che vengono calcolati sulla cifra effettiva che il beneficiario utilizza, che dovrà poi restituire. Questo vuol dire che se il cliente utilizza solo una parte di questa somma, paga gli interessi solo su di essa.

Non vi è quindi l’obbligo di utilizzare l’intero importo corrisposto sul conto corrente dalla banca, per questo chiedere un fido può essere particolarmente vantaggioso soprattutto in alcuni casi. Va sottointeso che l’istituto bancario che lo eroga va prima a verificare l’affidabilità del cliente, persona fisica oppure azienda.

Chiedere un fido può comportare comunque alcuni rischi da non sottovalutare, come quello di cumulare debiti con la banca nel caso di ritardi nella restituzione delle somme. Si tratta quindi di uno strumento da utilizzare in modo pianificato e responsabile.

Le aziende possono richiedere un fido?

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Molti possono avere dei dubbi intorno alla possibilità di chiedere un fido come impresa. Cerchiamo di rispondere: anche le imprese, ditte individuali, società o i liberi professionisti possono richiedere l’accesso ad un fido bancario.

Questa può essere una scelta vantaggiosa soprattutto in alcune situazioni, per avere liquidità disponibile in modo immediato e sopperire ad alcune spese. Inoltre, l’imprenditore non deve necessariamente aprire un conto corrente nuovo, ma può appoggiarsi a quello già utilizzato per la gestione delle risorse aziendali.

Teniamo presente che oggi è possibile accedere a conti correnti che funzionano interamente online e allo stesso tempo chiedere un fido aziendale.

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Differenza tra fido e finanziamento

Vediamo ora, per chiarire ogni dubbio, quali sono le differenze principali tra un fido e un finanziamento. La prima caratteristica del fido è la sua flessibilità, rispetto ad alti tipi di prestiti. Con un fido infatti il beneficiario può utilizzare la somma pattuita con la banca in modi differenti, per spese varie.

Con un normale prestito invece si richiede una somma specifica da spendere per qualcosa di prestabilito. Si pensi ad esempio all’apertura di un mutuo con una banca, finalizzato all’acquisto di un immobile. La seconda differenza sostanziale riguarda la restituzione delle somme: gli interessi si applicano solamente sulle cifre effettivamente utilizzate dal beneficiario, non sul totale del fido garantito dalla banca.

In un finanziamento, il cliente della banca deve restituire il denaro mensilmente in base all’accordo specifico, aggiungendo gli interessi, mentre nel caso del fido, come abbiamo visto questi non si applicano sull’intera somma.

Il fido garantisce quindi liquidità immediata e questo è il principale vantaggio per cui si richiede alla banca l’accesso a questo strumento. Anche per le aziende in determinate circostanze può essere utile chiedere un fido ad un istituto bancario.

Va anche tenuto presente che un prestito come un finanziamento generalmente ha una durata lunga, mentre un fido dura per un periodo nettamente più limitato.

Chiedere un prestito, un finanziamento o un fido: i requisiti

Quali requisiti deve avere un’azienda per poter richiedere ad una banca l’accesso ad un prestito, che sia un finanziamento o un fido bancario? Gli istituti in genere vogliono conoscere la storia creditizia dei soggetti che richiedono del denaro, per verificarne l’affidabilità nella restituzione delle somme.

A questo proposito, quando si tratta di un’azienda, le banche verificano che non siano presenti debiti pregressi non saldati con altre banche, o situazioni di insolvenza similari. Viene anche valutata la correttezza nel versamento di tasse e contributi, la stabilità economica generale dell’azienda e altri parametri utili a conoscere lo stato di salute dell’impresa.

Uno degli strumenti più richiesti e utilizzati in questo senso è il bilancio aziendale: al suo interno infatti vengono descritte nel dettaglio le caratteristiche di una determinata impresa, in termini economici e finanziari, con le spese e i guadagni. Alcuni istituti prevedono anche limiti specifici minimi di ricavi per poter accedere a determinati prestiti.

Un imprenditore che intende procedere con la richiesta di un prestito deve quindi presentare i dati specifici dei titolari e dell’azienda, la partita Iva, il bilancio aziendale, eventuali estratti conto e altri documenti utili. Se non è confermata l’affidabilità dell’azienda, è probabile che la banca rifiuterà di concedere il prestito, di qualsiasi tipo sia.

Oggi esistono diverse società che aiutano le imprese a conoscere il proprio rating aziendale, ovvero la valutazione a proposito dell’azienda specifica, in base a cui è più probabile o meno ottenere un prestito.

Prestito, finanziamento o fido – Domande frequenti

Cos’è un fido bancario?

Un fido bancario permette l’accesso tramite il conto corrente ad una somma specifica garantita dalla banca, per un preciso periodo di tempo. Risulta utile alle aziende per avere una liquidità immediata da utilizzare per diverse spese in modo flessibile.

Cos’è un finanziamento per un’impresa?

Un finanziamento consente ad un’impresa di attingere ad una somma di denaro prestata da un soggetto esterno o autofinanziata, da impiegare per un progetto o obiettivo specifico.

Come può essere finanziata un’impresa?

Un’impresa può ottenere un finanziamento grazie a diversi strumenti: un prestito con una banca, un fido aziendale, oppure può partecipare ad un’operazione di crowdfunding o a bandi specifici.

Cosa comporta chiedere un fido?

Un cliente privato o un’impresa che chiedono un fido bancario accedono ad una quantità di denaro stabilita, tuttavia possono utilizzarne anche solamente una parte. Sono previsti degli interessi per la restituzione degli importi utilizzati.

Conviene di più un prestito o un fido bancario?

Dipende dalle esigenze specifiche. Lo strumento più flessibile tra i due è il fido bancario, a cui possono accedere anche le aziende e i liberi professionisti.

Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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