Imprese e PA, due ministeri su tre pagano in ritardo

I Ministeri e la pubblica amministrazione in generale continuano a pagare in ritardo, creando non pochi problemi di liquidità ai fornitori.

di Pierpaolo Molinengo

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  • La pubblica amministrazione italiana pagano in ritardo i propri fornitori;
  • Il saldo delle fatture dai ministeri può arrivare anche con 68 giorni di ritardi;
  • Le imprese hanno accumulato 49,6 miliardi di euro di crediti con lo Stato.

I peggiori clienti per le imprese? Sono i ministeri. Due su tre pagano in ritardo i fornitori, creando ovviamente non pochi problemi di liquidità alle aziende.

Quella che ormai è diventata tradizionalmente una pessima abitudine della pubblica amministrazione italiana ha continuato anche nei primi sei-nove mesi del 2023.

A metterlo in evidenza è la Cgia di Mestre, con l’ultima rilevazione dell’Indice di Tempestività dei Pagamenti. Su quattordici ministeri, nove continuano a pagare in ritardo, e anche di parecchio (fino a 80 giorni dopo).

Cosa vuol dire tutto questo? Molto semplicemente, questi enti non stanno rispettando le disposizioni di legge sui pagamenti e sulle transazioni commerciali che intercorrono tra la Pubblica Amministrazione e le imprese private.

I ministeri pagano in ritardo

Avere come clienti i ministeri per le aziende può costituire un vero e proprio problema di liquidità. Continua, infatti, anche nel 2023 la prassi di pagare in ritardo i fornitori. Un’abitudine che mette a dura prova le finanze delle imprese.

La situazione più critica è quella che coinvolge direttamente il Ministero dell’Università e della Ricerca. Secondo i dati messi in evidenza dalla Cgia di Mestre nel primo trimestre 2023 i pagamenti erano avvenuti con una media di 12,2 giorni di anticipo.

Fin qui tutto bene, ma nel secondo trimestre i ritardi hanno superato gli 80 giorni (tabella).

MinisteriAnno 20221° trimestre 20232° trimestre 20233° trimestre 2023
Università e Ricerca+41,37-12,22+80,15+18,51
Turismo+1,55+14,26+68,80nd
Interno+49,26+46,70+39,85+35,78
Lavoro e Pol. Sociali+27,51+9,45+26,28nd
Infrastrutture e Trasp.+15,09+29,47+19,09+16,89
Cultura+10,53+5,94+12,71nd
Economia e Finanza-1,27+7,53+7,60nd
Giustizia+7,14+7,56+5,91nd
Istruzione e Merito+4,50-7,40+1,22-9,00
Imprese e Made in Italy+85,40-1,73-1,00+16,21
Esteri-4,75-3,65-2,73nd
Difesa+2,06+2,92*-4,33*nd
Ambiente+14,73-4,72-6,85nd
Agricoltura-4,88-46,25-17,79-23,16
Salute+14,47ndndnd
Indice di tempestività dei pagamenti dei ministeri – Cgia Mestre
*: Dato ITP comprensivo dei pagamenti riferiti a residui passivi perenti e ai connessi tempi tecnici di finanziamento.

Tra i ministeri che se la passano male dal punto di vista delle tempistiche c’è anche il Turismo: nel primo trimestre i ritardi sono saliti di 14,26 giorni, mentre nel secondo sono passati a 68,80 giorni.

Problemi anche per il Ministero dell’Interno: nei primi tre mesi dell’anno i ritardi erano pari a 46,70 giorni, mentre nel secondo trimestre sono scesi a 39,85 giorni.

Il miglioramento c’è stato, ma siamo ancora nettamente fuori dalle tempistiche previste dalla normativa.

Non buona nemmeno la situazione del Ministero del Lavoro, il quale ha registrato dei ritardi, nel primo trimestre di 9,45 giorni, mentre nel secondo di 26,28 giorni.

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I ministeri in controtendenza

Fortunatamente ci sono alcuni ministeri che risultano essere in controtendenza.

Tra questi c’è quello delle Imprese e del Made in Italy, che dall’inizio dell’anno riesce a pagare con un giorno di anticipo. Gli Esteri sono passati da -3,65 a -2,73 giorni.

Netto cambio di rotta per la Difesa che nel primo trimestre aveva un ritardo di 2,92 giorni, nel secondo è riuscita a recuperare e ha iniziato a saldare le fatture con un anticipo di 4,33 giorni.

Il podio del ministero più virtuoso è saldamente detenuto dall’Agricoltura, i cui pagamenti nell’arco dei primi tre mesi del 2023 sono arrivati in anticipo di 46,25 giorni, mentre nel secondo trimestre si è scesi a -17,79 giorni.

Solo e soltanto cinque ministeri, fino ad oggi, hanno provveduto ad aggiornare i dati relativi all’Indice di Tempestività dei Pagamenti del terzo trimestre.

L’Agricoltura, con i suoi – 23,6 giorni, continua la scia positiva registrata in precedenza. Altri quattro, purtroppo, sono in ritardo:

  • Imprese e Made in Italy: +16,21 giorni;
  • Infrastrutture e Trasporti: +16,89;
  • Università/Ricerca: +18,51;
  • Interno: +35,78).

L’economia in rallentamento costituirà, senza dubbio, un ulteriore problema per molte altre realtà pubbliche, che potrebbero allungare i tempi di pagamento.

Il rischio è quello di mettere in evidenza un dato ormai inconfutabile: la pubblica amministrazione in Italia non riesce a rispettare i tempi di legge dei pagamenti.

Quanto pesano i ritardi di pagamento

I ritardi dei pagamenti, purtroppo, costituiscono un problema annoso per le aziende, che stanno attendendo qualcosa come 49,6 miliardi di euro.

Siamo tornati, grosso modo, allo stesso livello che c’era prima della pandemia.

I mancati dei pagamenti dei ministeri e della pubblica amministrazione nel suo complesso costituiscono, in rapporto al Pil, il 2,6%.

Benché siano stati fatti molti sforzi, la PA italiana continua ad essere le peggiori pagatrici in Europa.

Un situazione fotografata anche dall’Eurostat: nel 2022 uno score peggiore è stato registrato solo da Belgio e Finlandia.

C’è solo una cosa da fare: prevedere per legge la compensazione secca, diretta e universale tra i crediti certi liquidi ed esigibili maturati da un’impresa nei confronti della PA e i debiti fiscali e contributivi che la stessa deve onorare all’erario“, sostiene la Cgia di Mestre, “Grazie a questo automatismo risolveremo un problema che ci trasciniamo appresso da decenni “.

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Ministeri che pagano in ritardo – Domande frequenti

Quanto ci vuole per essere pagati da un ministero o dalla pubblica amministrazione?

I tempi di pagamento variano da ente ad ente. Si passa da quello dell’Agricoltura che paga in anticipo (rispetot alla scadenza della fattura) a quello del turismo che arriva a pagare le fatture con 68 giorni di ritardo.

A quanto ammontano i crediti delle aziende nei confronti della pubblica amministrazione?

Complessivamente sono attesi qualcosa come 49,6 miliardi di euro.

Fino a quando continuerà questa situazione?

Secondo una stima della Cgia di Mestre il problema potrebbe continuare anche nei prossimi trimestri del 2023.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Ho una laurea in materie letterarie. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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