Fondo per la Repubblica Digitale: di cosa si tratta

Viene varato il nuovo Fondo per la Repubblica Digitale. Scopriamo come funziona e da quando è possibile accedervi.

di Pierpaolo Molinengo

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Fondo per la Repubblica Digitale
  • Il Fondo per la Repubblica Digitale va a finanziare progetti per incentivare la formazione digitale.
  • Con questa misura sono finanziati soprattutto progetti per donne e persone inoccupate.
  • I primi bandi saranno pubblicati a partire da metà ottobre 2022.

Il Governo ha varato il Fondo per la Repubblica Digitale. L’iniziativa serve per coprire il gap del nostro paese sulle competenze digitali: in Italia ci sono almeno 26 milioni di persone che ne sono completamente a digiuno.

Stando ai dati rilevati dal Desi, ossia il Digital Economy and Society Index, il nostro paese si colloca al diciottesimo posto su ventisette Stati Membri dell’Unione europea per questo tipo di competenze. A scattare una fotografia particolarmente angosciante è anche il Rapporto 2022 della Commissione europea: solo e soltanto il 46% delle persone, di età compresa tra i 16 ed i 74 anni, ha le competenze digitali di base.

La media europea, invece, si attesta intorno al 54%. Il problema è che queste carenze non permettono lo sviluppo tecnologico dell’Italia. Ma non solo: limitano pesantemente la partecipazione dei cittadini ad un’economia sempre più digitale.

Una mancanza che accomuna i lavoratori, ma anche i possibili beneficiari dei vari servizi messi a disposizione dalla pubblica amministrazione. Queste sono le motivazioni che hanno indotto il Governo ad istituire, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Fondo per la Repubblica Digitale.

Cos’è il Fondo per la Repubblica Digitale

Il progetto prende luce a seguito di un accordo innovativo tra il pubblico ed il privato. Il Fondo per la Repubblica Digitale vede la collaborazione tra il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, il Ministro dell’economia e delle finanze ed Acri, l’Associazione di fondazioni e di casse di risparmio.

La misura, varata in via sperimentale fino al 2026, prevede lo stanziamento di qualcosa come 350 milioni di euro. Ad alimentare costantemente le risorse saranno le Fondazioni di origine bancaria. Lo scopo è quello di incentivare le competenze fondamentali per concretizzare praticamente la transizione digitale dell’Italia.

Per realizzare la misura dovranno essere selezionati alcuni bandi per progetti specifici digitali, che coinvolgano dei lavoratori disoccupati o inattivi. Particolare attenzione sarà dedicata a quelli che sono stati battezzati come Neet, ovvero coloro che non studiano e non lavorano.

L’intenzione, infine, è quella di investire su specifici programmi, che siano dedicati all’aumento delle competenze digitali delle donne. Questo particolare progetto nasce dalla consapevolezza che, a causa delle differenze di genere che le donne hanno subito nel mondo della scuola e del lavoro, troppo spesso hanno avuto meno opportunità di crescita professionale in questo settore.

Incentivi digitale

L’impatto sull’occupazione

Il Fondo per la Repubblica Digitale ha dei fini molto pragmatici. È, infatti, previsto che a seguito dell’attivazione di un progetto, il finanziamento sarà erogato solo quando i singoli corsi di formazione si trasformeranno in veri e propri contratti di lavoro per chi vi ha partecipato.

Una delle tappe fondamentali e più importanti per i progetti selezionati, è costituita dalla valutazione attraverso la quale entro il 2026 verranno selezionate le proposte più efficaci per ampliare la loro azione sul territorio nazionale.

Vittorio Colao, Ministro del governo Draghi per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, e Francesco Profumo, Ministro del governo Draghi dell’istruzione, dell’università e della ricerca, hanno spiegato: 

Per raggiungere gli obiettivi in termini occupazionali, il Fondo deve poter finanziare progetti sperimentali, identificare i migliori modelli formativi e reinvestire solo in quelli a maggior impatto. A tal fine, il Fondo mette al centro la valutazione d’efficacia, gestita da un Comitato scientifico indipendente con il supporto del Soggetto attuatore, espressione delle Fondazioni. Il Comitato scientifico costituirà anche un evaluation lab, composto da giovani talenti universitari italiani: una prima vera e propria scuola di valutazione per le politiche pubbliche.

Sono focalizzati su Neet e donne i primi due avvisi che dovrebbero essere pubblicati a metà ottobre. Il loro valore complessivo è pari a 13 milioni di euro. Nel corso del 2023, il Governo pubblicherà gli avvisi successivi: il legislatore ha previsto un finanziamento da 85 milioni di euro.

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Fondo per la Repubblica Digitale: arriva il codice tributo

Con la risoluzione n. 55 del 4 ottobre 2022, l’Agenzia delle Entrate ha istituito ufficialmente il codice tributo 6988, che permette ai beneficiari di utilizzare effettivamente il bonus.

Grazie a questa nuova misura, le Fondazioni bancarie, che hanno versato delle somme per finanziare il Fondo per la Repubblica Digitale, avranno l’opportunità di usufruire di un credito d’imposta del 65% per i versamenti che hanno effettuato nel 2022 e nel 2023 e del 75% per quelli che verranno effettuati nel 2024, 2025 e 2026.

A stabilire le disposizioni attuative del credito d’imposta è stato direttamente un decreto del 25 marzo 2022 del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, firmato congiuntamente con il ministro dell’Economia e delle Finanze.

Il credito d’imposta deve essere utilizzato tramite un modello F24, da presentare unicamente attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. Il codice tributo da utilizzare è 6988, e deve essere esposto nella sezione Erario, in corrispondenza delle somme indicate nella colonna importi a credito compensati, ovvero, nei casi in cui il contribuente debba procedere al riversamento dell’agevolazione, nella colonna importi a debito versati. Il campo anno di riferimento è valorizzato con l’anno di riconoscimento del credito, nel formato AAAA.

Fondo per la Repubblica Digitale – Domande frequenti

A cosa serve il Fondo per la Repubblica Digitale?

Il suo scopo, sostanzialmente, è quello di finanziare dei corsi per far crescere le competenze digitali delle persone. Ecco come funziona.

Da chi è finanziato il Fondo per la Repubblica Digitale?

Il progetto nasce dalla collaborazione del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, del Ministro dell’economia e delle finanze e di Acri, l’Associazione di fondazioni e di casse di risparmio. È finanziato dalle Fondazioni bancarie.

Quando partirà il bando del Fondo per la Repubblica Digitale?

I primi due avvisi sono attesi per metà ottobre 2022. Ecco cosa sapere su come funziona il fondo.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Ho una laurea in materie letterarie. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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