Flat tax incrementale solo per gli autonomi: la questione delle partite Iva con redditi da lavoro dipendente

La nuova flat tax incrementale prevista dal governo con la manovra sarà rivolta solo agli autonomi. Ecco come funziona e cosa accade se si percepiscono redditi sia da lavoro autonomo che dipendente.

di Valeria Oggero

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • Secondo le ultime indiscrezioni sulla manovra, la flat tax incrementale sarà disponibile solamente per i lavoratori autonomi, mentre viene cancellata l’ipotesi per i dipendenti.
  • La nuova manovra 2023 prevede una estensione della flat tax dagli attuali 65.000 euro a 85.000 euro di limite per poter accedere al regime agevolato.
  • Sorgono dubbi per ciò che riguarda l’applicazione della nuova flat tax su lavoratori autonomi che percepiscono anche redditi da lavoro dipendente.

Con la nuova manovra, una delle principali misure prese in considerazione per i lavoratori autonomi è l’estensione della soglia massima entro cui è possibile beneficiare della flat tax, ovvero dell’aliquota fissa al 15%. Con la nuova misura si estende il limite massimo da 65.000 a 85.000 euro per le partite Iva.

Tuttavia secondo le ultime novità, scompare la flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti ipotizzata inizialmente, per rimanere solamente per i lavoratori autonomi, con guadagno superiore al 5% rispetto al periodo precedente.

Tra le diverse misure fiscali ipotizzate nella Legge di Bilancio, sono previsti comunque alcuni tagli alle imposte anche per i lavoratori dipendenti, per una certa percentuale.

I dubbi possono sorgere quando un lavoratore dipendente lavora anche con Partita Iva, ricavando sia un reddito come autonomo che un reddito come dipendente. Cerchiamo di chiarire questi dubbi, vedendo nel dettaglio quali sono le regole attualmente in vigore per il regime fiscale forfettario, e quali le prospettive di modifica.

Flat tax incrementale solo per gli autonomi

La flat tax incrementale è una misura ipotizzata dal governo Meloni che ha trovato applicazione solamente in parte. Ma andiamo con ordine: la flat tax prevista dal governo consiste nell’aumento della soglia di reddito dei beneficiari di quello che attualmente è il regime fiscale forfettario, con limite massimo portato da 65.000 euro a 85.000 per il 2023.

Con questa nuova soglia, molti lavoratori con Partita Iva si troveranno a pagare meno tasse, perché invece di passare al regime ordinario superati i 65.000 euro, avranno accesso a questa imposta sostitutiva fino a 85.000 euro.

Inoltre, passeranno subito al regime ordinario solamente superati i 100.000 euro, perché è previsto un cuscinetto ulteriore di un anno di tempo entro questa soglia. Tuttavia la manovra del governo 2023 prevede anche l’applicazione di una flat tax incrementale.

Si tratta di una tassa specifica applicata sui guadagni superiori percepiti nel corso di un anno, almeno del 5%, a confronto con quelli dei tre anni precedenti.

Nello specifico è una aliquota, sempre al 15%, applicata solamente sul guadagno aggiuntivo percepito nel corso dell’anno, rispetto al periodo precedente. Dalla misura sono esclusi gli autonomi con il regime forfettario, già agevolati.

Questa misura inizialmente era stata ipotizzata sia per i lavoratori autonomi che per i dipendenti, tuttavia questo non viene confermato, perché nella Legge di Bilancio 2023 sarà presente solamente la flat tax incrementale per i lavoratori autonomi.

Quello che è certo è che la limitazione della flat tax incrementale di questo tipo è stata una scelta dovuta soprattutto alla ripartizione dei fondi a disposizione del governo per intervenire, non sufficienti per coprire anche l’eventuale flat tax incrementale per i dipendenti.

Flat tax incrementale dipendenti
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Flat tax incrementale e lavoro dipendente: diversi sostegni fiscali

Quello che emerge in questi giorni è una forte differenza tra la misura di agevolazione fiscale della flat tax applicata a livello incrementale per i lavoratori autonomi, rispetto agli aiuti fiscali per i dipendenti.

Ricapitolando, la flat tax incrementale verrà applicata ad una fascia molto ristretta di lavoratori, ovvero agli autonomi, ad esclusione dei forfettari, purché abbiano guadagnato almeno il 5% in più rispetto ai tre anni precedenti, e solamente sul guadagno aggiuntivo. Si tratta di un vantaggio quindi molto limitato, che esclude i lavoratori dipendenti.

Per ciò che riguarda questi ultimi invece, ad un primo avviso sembrerebbe che i vantaggi fiscali siano molto ridotti: si parla del taglio di due punti del cuneo fiscale, con riduzione di un ulteriore punto per redditi inferiori a 20.000 euro. Oltre a questo taglio, sono previste a favore dei lavoratori dipendenti altre misure:

  • viene portata dal 10% al 5% l’aliquota fiscale sulle voci salariali negli accordi integrativi, come premi di produttività, redditività e così via;
  • viene aumentata la soglia detassata dei fringe benefit a 3.000 euro;
  • tra i benefit aziendali verranno inclusi anche i pagamenti delle bollette di luce, gas e acqua, secondo le nuove soglie.

Il governo ha anche previsto alcune misure per incentivare le assunzioni, in particolare di giovani, donne e percettori del reddito di cittadinanza, misura al centro di una forte revisione.

Partite Iva con redditi da lavoro dipendente

La questione si fa spinosa quando si parla di lavoratori autonomi con partita Iva che percepiscono anche redditi da lavoro dipendente. In Italia secondo alcune precise condizioni è possibile affiancare al proprio lavoro dipendente anche un’attività di tipo autonomo, con una partita Iva.

Questi lavoratori autonomi possono anche accedere ai vantaggi del regime fiscale forfettario, tuttavia devono rispettare alcuni parametri, primo tra tutti il limite di reddito annuo derivato dal lavoro dipendente di 30.000 euro.

Attualmente, con l’estensione della flat tax a 85.000 euro, ci si chiede se ci sarà una revisione anche su questo requisito, tuttavia ancora non ci sono conferme definitive.

La misura potrebbe essere rivista, alla luce delle ultime novità, tuttavia al momento le regole rimangono quelle di sempre, con applicazione dell’imposta sostitutiva al 15%, agevolata secondo regime forfettario, anche per i lavoratori autonomi che percepiscono redditi da lavoro dipendente o da pensione, nel rispetto dei requisiti.

Con questa manovra il rischio principale è quello di vedersi tassare maggiormente i redditi da lavoro dipendente rispetto a quelli derivati dal lavoro autonomo. Al momento si attendono le ultime modifiche alla Legge di Bilancio 2023, per cui le cose comunque potrebbero ancora cambiare.

Flat tax incrementale lavoratori autonomi – Domande frequenti

Cos’è la flat tax incrementale?

Si tratta di una tassazione al 15% da applicare sui guadagni aggiuntivi dei lavoratori autonomi rispetto agli anni precedenti, ovvero di una agevolazione introdotta dal governo Meloni.

La flat tax incrementale sarà disponibile per lavoratori dipendenti?

No, la flat tax incrementale viene inserita nella Legge di Bilancio 2023 solamente per i lavoratori autonomi con Partita Iva. Ecco come funziona.

Come funzioneranno le tasse per le partite Iva con redditi da lavoro dipendente?

Per le partite Iva che percepiscono anche redditi da lavoro dipendente, sarà possibile accedere al regime fiscale forfettario entro la soglia di 30.000 euro di reddito da lavoro dipendente. Tuttavia le cose potrebbero ancora cambiare con la prossima Legge di Bilancio.

Argomenti Trattati:

Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 25 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

20 commenti su “Flat tax incrementale solo per gli autonomi: la questione delle partite Iva con redditi da lavoro dipendente”

  1. Io sono un lavoratore dipendente … e ho partita iva, anche sommando ke due entrate rientrerei nei 65 milaeuro per il regime forfettario, ma ad oggi non ci entro perché percepisco più di 30 milaeuro come lavoratore dipendente. Cambierà qualcosa con questa manovra?

    Rispondi
  2. Sono lavoratore dipendente con reddito superiore a 30.000 euro e ho p.iva. Non rientro nella flat tax. Ma sui redditi incrementali da p.iva rispetto l’anno 2021 ho l’aliquota agevolata ? Grazie

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  3. Sono da una vita gestione separata CO reddito fisso da insegnante ora in pensione da 1 anno e per pochi spiccioli sono stato sempre sopra i 30.000 €. Solo nel 2019 era stato tolto il tetto e quindi sono riuscito a essere forfettario. Già sol o l’inflazione dovrebbe indurre ad alzare questo limite che è fermo credo da 5/6 anni. La mia domanda è: il lordo di cui si parla è l’imponibile annuale della busta paga? Se è così quest’anno, da pensionato ho dovuto versare diversi riscatti laurea ecc per oltre 6000€. Questi importi abbassano l’imponibile e quindi il mio lordo scenderebbe sotto i 30000?
    Grazie

    Rispondi
    • Buonasera,
      il riscatto della laurea è una deduzione al reddito imponibile, il parametro per l’esclusione dal regime è al lordo di questa somma.

      Si consiglia, in ogni caso di verificare la documentazione con un professionista per essere certi.

      Grazie per averci scritto

      Team partitaiva.it

      Rispondi
  4. Lasciando la soglia a 30000 percepisco discriminazione economica/lavorativa visto che chi guadagna fino a 85000 paga di meno di chi ne guadagna 50000 calcolando che i 30000 sono già belli che tassati in busta.
    E come cittadino e lavoratore mi sento maltrattato oltremisura visto che la P IVA l’ho aperta per esigenza e non per arricchirmi.

    Rispondi
    • Buonasera,
      i regimi forfettari, in genere, sono istituiti per semplificare e non sono sempre in linea con il principio della capacità contributiva.

      Grazie per averci scritto

      Team partitaiva.it

      Rispondi
  5. Buongiorno,

    Per quanto riguarda il superamento della soglia dei 30000€ per il lavoro dipendente, si fa riferimento all’imponibile fiscale, a quello previdenziale o ad altra voce?

    mi spiego meglio: devo guardare solamente la voce 1 del CUD “redditi da lavoro dipendente e assimilati” dove vengono riportati i redditi ai fini IRPEF (dal quel sono già state dedotte dal datore di lavoro le somme versate sia all’INPS sia a forme di previdenza complementare) oppure devo guardare la voce “Dati previdenziali ed assistenziali” dove viene riportato l’imponibile previdenziale? O altra voce?

    Grazie mille del supporto

    Rispondi
    • Buonasera,
      per la soglia dei 30.000 il riferimento è al reddito imponibile riportato nel CUD alla voce 1.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  6. Buonasera, una domanda in merito alla flat tax incrementale. Qualora si apra una partita IVA nel 2023 e fino al 2022 si sia stati dipendenti, non ci sarebbe un triennio precedente da considerare. In questo caso:
    1) si potrebbe applicare comunque la flat tax incrementale considerando “0” nel triennio precedente
    2) si potrebbe applicare comunque la flat tax incrementale considerando il percepito come dipendente nel triennio precedente
    3) in questo caso, aprendo una partita IVA nel 2023 e non potendo accedere al forfettario, sarebbe preclusa anche la flat tax incrementale

    Rispondi
    • Buonasera,
      si attendono chiarimenti in relazione alle suindicate ipotesi. A mio modo di vedere, stante la ratio della norma, ovvero all’intento perseguito dal legislatore, la flat tax incrementale dovrebbe incentivare la produzione di un maggior reddito derivante dal lavoro autonomo (sono infatti escluse le società) ed a tal proposito credo che calcolare l’incremento su 2 tipologie di reddito diverse sia precluso. Si attendono comunque, come detto, maggior approfondimenti interpretativi che probabilmente saranno resi noti nel 2024, anno nel quale si dovrà effettivamente calcolare la tassazione per il 2023.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  7. Buon Giorno
    Per poche centinaia di euro, superata la soglia dei 30.000 globale di pensione INPS+pensione EPPI, sono stato costretto (come libero professionista Per.ind.) ad andare al regime ordinario.
    Anche la deducibilità e scarsa per cui avendo margini di guadagno molto stretti e le tasse si sono ulteriormente avanzate e se non ci saranno variazioni, molto probabilmente sarò costretto ad abbandonare o trovare soluzioni alternative che al momento non vedo.
    Ci possono essere secondo voi possibili variazioni alla Flat tax, in considerazione che come me ci sono parecchi professionisti specialmente nel settore della sanità che abbandonano.
    Grazie Sergio

    Rispondi
  8. Buongiorno,
    per la verifica del limite dei 30.000€ sostenete di guardare il punto 1 della CU.

    Tuttavia il reddito della CU viene già dedotto dei contributi versati tramite sostituto d’imposta alla previdenza complementare con il limite di 5164€ l’anno.

    Quindi già l’assunto che ho letto che vada considerato il reddito al lordo di tutte le deduzioni non torna.

    Inoltre se io versassi 5000€ al mio fondo di previdenza complementare invece che con il sostituto d’imposta con un bonifico, esso non andrebbe in CU, ma andrebbe dedotto dal reddito in sede di 730.
    In questo caso il reddito imponibile nel 730 non cambierebbe ma cambierebbe il reddito al punto 1 della CU.
    Appare quindi strano che la verifica di un limite dipenda da come verso al fondo, se tramite sostituto o in forma privata.

    Quindi mi sembra abbastanza strano che il numero da prendere in considerazione sia il punto 1 della CU e non il reddito imponibile irpef finale calcolato nel 730.
    Anche considerando l’art 51 del TUIR che dice che i contributi complementari NON concorrono alla formazione del reddito imponibile.

    Cosa ne pensate?

    Rispondi
    • Buonasera,
      l’indicazione del punto 1 è generale per dare un primo elemento di raffronto. E’ ovvio che ogni situazione specifica, debba essere approfondita con il proprio commercialista. Il ragionamento sulla CU è un ragionamento di massima, la valutazione del reddito deve sempre essere fatta nella sostanza.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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