Il nuovo calendario fiscale, tra riforme e reazioni

Ha fatto discutere la decisione dell'Agenzia delle Entrate di riformare il calendario fiscale. L'obiettivo finale dovrà essere semplificare e innovare

di Giovanni Emmi

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Il recente annuncio dell’Agenzia delle Entrate sul nuovo calendario fiscale1 ha scatenato un ampio dibattito tra i professionisti del settore fiscale e le aziende coinvolte nella gestione dei software contabili e fiscali.

Questo cambiamento, che introduce date chiave e scadenze riformulate, si prefigge l’obiettivo di semplificare e rendere più efficiente il rapporto tra Fisco e contribuente.

Tuttavia, le reazioni delle associazioni di commercialisti e delle aziende di software gestionale rivelano preoccupazioni significative e sfide operative.

Il nuovo calendario prevede importanti modifiche nelle date di rilascio dei software e dei modelli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Ad esempio, si propone il 28 febbraio come data definitiva per il rilascio dei Modelli, Software, Istruzioni e Circolari, compresi i moduli di controllo per gli invii telematici.

Inoltre, vengono introdotte scadenze specifiche per il pagamento delle imposte, sia per i soggetti ISA (Indicatori di Affidabilità Fiscale) che non ISA, con date come il 30 giugno e il 31 luglio, quest’ultima con una maggiorazione dello 0,4% per i pagamenti effettuati in ritardo.

Le proposte delle associazioni puntano a una maggiore chiarezza e prevedibilità, includendo anche nuove tempistiche per l’invio telematico dei dati e delle dichiarazioni, nonché per l’accettazione o il rifiuto delle proposte di concordato preventivo da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Questo scenario, sebbene miri a una riforma strutturale, solleva questioni riguardo alla capacità del sistema fiscale di adattarsi efficacemente alle esigenze di commercialisti, aziende di software e imprese.

Cerchiamo di capire come queste tematiche, ponendo l’accento sulle diverse prospettive e sull’urgente necessità di un approccio equilibrato, tengano conto delle esigenze di tutte le parti coinvolte.

Le criticità evidenziate dai commercialisti

La riformulazione del calendario fiscale ha suscitato un coro di critiche da parte delle associazioni di commercialisti.

Il nucleo delle preoccupazioni ruota attorno al fatto che la riforma, pur cercando di rispondere alle esigenze dell’amministrazione finanziaria, non semplifica gli adempimenti bensì li complica ulteriormente.

Secondo i commercialisti, la mossa dell’AdE non solo mantiene inalterate le scadenze preesistenti, ma aggiunge nuovi carichi di lavoro che gravano sui professionisti e sui loro studi. Questa situazione rischia di diventare insostenibile, mettendo a dura prova sia la capacità di gestione degli studi professionali sia la qualità del servizio offerto ai contribuenti.

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Qual è il ruolo dei commercialisti?

I commercialisti, in quanto intermediari tra il fisco e i contribuenti, svolgono un ruolo cruciale nell’ecosistema fiscale. Tuttavia, le modifiche apportate al calendario fiscale sembrano ignorare questa realtà, attribuendo ai commercialisti oneri aggiuntivi senza fornire adeguate compensazioni o strumenti per gestire efficacemente il crescente volume di lavoro.

Questa mancanza di considerazione non solo mette a rischio l’efficienza del sistema fiscale, ma solleva anche questioni relative alla sostenibilità di un approccio che trascura le esigenze di una figura professionale fondamentale per la corretta applicazione delle norme tributarie.

Secondo le associazioni dei commercialisti, mentre l’intenzione di riformare il calendario fiscale potrebbe essere ben accolta in teoria, nella pratica, si evidenzia un aumento significativo della complessità e del carico di lavoro. Questo si riflette negativamente sulla loro capacità di fornire servizi di qualità ai contribuenti e suggerisce la necessità di una maggiore attenzione alle loro esigenze da parte dei regolatori.

Le preoccupazioni delle aziende software di fronte al cambiamento

Le aziende di software gestionale si trovano ad affrontare sfide significative in seguito alla riformulazione del calendario fiscale.

Questi cambiamenti, che implicano un aggiornamento costante e rapido delle piattaforme software per allinearle alle nuove normative, rappresentano una fonte di preoccupazione per il settore.

Le società devono non solo adeguare i propri prodotti in tempi brevi, ma anche garantire che questi siano affidabili per commercialisti e contribuenti. La rapidità e l’efficacia con cui queste aziende rispondono ai cambiamenti normativi sono cruciali per il funzionamento efficiente dell’intero sistema fiscale.

Il settore del software gestionale in Italia si trova di fronte a una necessità imperativa di innovazione e sviluppo. Paragonando il contesto italiano con quello di altri paesi europei, come Francia e Germania, emerge che le aziende italiane di software gestionale sono spesso indietro in termini di tecnologia e di offerta di servizi.

Questo ritardo potrebbe compromettere la loro capacità di rispondere efficacemente alle esigenze di un ambiente fiscale in continua evoluzione. Investire in ricerca e sviluppo diventa quindi un passo fondamentale per queste aziende per migliorare la qualità dei loro prodotti e per rimanere competitivi sul mercato.

Questo non solo beneficerà il settore del software gestionale, ma avrà anche ripercussioni positive sull’intero ecosistema fiscale, consentendo un più fluido scambio di informazioni tra contribuenti, commercialisti e Amministrazione Finanziaria.

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L’impatto sulle aziende e sui contribuenti: richiesta certezza e burocrazia leggera

Il nuovo calendario fiscale introdotto dall’Agenzia delle Entrate non solo impatta i commercialisti e le aziende di software gestionale, ma si ripercuote anche direttamente sulle aziende, in particolare sulle PMI, oltre che su tutti i contribuenti.

Queste ultime, già alle prese con un contesto economico complesso e in rapida evoluzione, si trovano ora a dover gestire un ulteriore strato di complessità burocratica. La necessità di adattarsi rapidamente alle nuove scadenze e regolamentazioni può portare a incertezze operative, con il rischio di incrementare gli errori e, di conseguenza, le sanzioni.

In questo contesto, le aziende richiedono non solo una maggiore chiarezza normativa, ma anche una burocrazia semplificata che permetta loro di concentrarsi sul core business senza essere appesantite da oneri amministrativi eccessivi.

La voce delle aziende si alza chiara nell’esprimere la necessità di un ambiente fiscale stabile e prevedibile. La certezza delle norme e la semplificazione dei processi burocratici sono fondamentali per consentire alle imprese di pianificare e operare con efficienza.

Le aziende, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, richiedono un sistema fiscale che le supporti, anziché rappresentare un ostacolo alla loro crescita. Questo include l’esigenza di una maggiore digitalizzazione e di processi automatizzati che riducano gli oneri amministrativi e consentano una gestione fiscale più fluida e meno onerosa.

Pertanto, il nuovo calendario fiscale, pur mirando a una riforma strutturale, deve tener conto delle esigenze reali delle aziende, garantendo stabilità normativa e semplificazione burocratica. È essenziale che le riforme siano orientate verso un sistema fiscale che sostenga l’innovazione e la crescita delle imprese, componente vitale dell’economia nazionale.

Cogliere l’occasione della riforma per migliorare il sistema paese e innovare le aziende

La riformulazione del calendario fiscale introdotta dall’Agenzia delle Entrate, sebbene abbia l’obiettivo di semplificare e rendere più efficiente il rapporto tra Fisco e contribuente, solleva diverse questioni e sfide che meritano un’analisi attenta.

In primo luogo, è evidente la necessità di un rapporto collaborativo tra tutti gli attori coinvolti: commercialisti, aziende di software gestionale, Agenzia delle Entrate e contribuenti. La collaborazione è fondamentale per garantire che le riforme siano efficaci e rispondano alle esigenze di tutti.

Tuttavia, ciò che emerge è una situazione di crescente complessità e carico di lavoro per i commercialisti, che mette a rischio l’efficienza del sistema fiscale e la qualità del servizio offerto ai contribuenti.

Inoltre, è indispensabile mettere al centro le esigenze dei contribuenti e delle aziende. Questo include non solo la semplificazione delle procedure e la riduzione della burocrazia, ma anche la certezza normativa e la prevedibilità del sistema fiscale, aspetti cruciali per la pianificazione e l’operatività delle imprese, soprattutto delle PMI.

Un altro aspetto da considerare è l’evoluzione del ruolo dei commercialisti. Con l’avvento delle nuove tecnologie e l’automazione di alcuni processi, i commercialisti dovrebbero orientarsi sempre più verso un ruolo di consulenti per la trasformazione digitale delle aziende, la crescita e l’innovazione, piuttosto che limitarsi alla consulenza fiscale.

Questo cambiamento di ruolo richiede un adeguamento in termini di competenze e un aggiornamento professionale continuo.

Le aziende di software gestionale, dal canto loro, devono fronteggiare l’urgenza di innovare e svilupparsi per rimanere al passo con le esigenze di un sistema fiscale in evoluzione. L’investimento in ricerca e sviluppo è cruciale per migliorare la qualità dei loro prodotti e per garantire un servizio efficiente e user-friendly. Questo è particolarmente importante in un contesto in cui altre nazioni, come la Francia, stanno investendo significativamente in intelligenza artificiale e altre tecnologie avanzate.

Sarà fondamentale che questa riforma sia guidata da un approccio equilibrato che tenga conto delle esigenze di tutte le parti, promuovendo l’innovazione, la collaborazione e la crescita delle competenze digitali, essenziali per mantenere l’Italia al centro del sistema economico mondiale.

  1. Scadenziario Fiscale, Agenzia delle Entrate ↩︎
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Giovanni Emmi

Dottore Commercialista

Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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