Curatore d’arte: chi è e cosa fa, quando serve la partita Iva, codice Ateco e stipendio

Il curatore d'arte è una figura essenziale nell'organizzazione di una mostra, un'esposizione artistica o un evento culturale: scopriamo di cosa si occupa e quanto guadagna.

di Laura Pellegrini

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  • Il curatore d’arte è una figura chiave per l’organizzazione di mostre ed eventi culturali: si occupa del contatto con gli artisti, della scelta delle opere, dell’allestimento dell’esposizione.
  • Per diventare curatore d’arte non esiste un percorso di studi specifico, ma è opportuno ottenere una laurea specialistica in discipline artistiche.
  • Non sempre è necessario aprire la partita Iva per diventare curatore d’arte, ma è un adempimento obbligatorio per i liberi professionisti.

Le discipline dell’arte e i beni culturali sono un ambito affascinante per moltissimi giovani che desiderano lavorare in un museo: tra le varie professioni c’è anche quella del curatore d’arte, che si occupa dell’allestimento di una mostra o di un’esposizione, a partire dal primo contatto con gli artisti fino alla scelta delle opere da esporre.

Solitamente il curatore d’arte è un libero professionista che lavora con clienti ed enti diversi tramite un contratto di curatela, che rientra tra i contratti di prestazione d’opera disciplinati dall’ex art. 2222 del codice civile (e seguenti modifiche).

Scopriamo come diventare curatore d’arte: quale percorso di studi è necessario seguire, come specializzarsi nella professione, quali adempimenti sono obbligatori (partita Iva, contributi e tasse) e quanto si può guadagnare.

Chi è il curatore d’arte e cosa fa

Per curatore d’arte si intende un libero professionista che si occupa dell’organizzazione, ideazione, coordinamento e gestione degli aspetti relativi a eventi artistici e culturali (come esposizioni, installazioni, mostre, ecc) all’interno di gallerie, fondazioni, musei e centri culturali di vario genere.

Possiamo distinguere due tipologie di professionisti in questo senso:

  1. si definisce curatore istituzionale colui che lavora con una certa stabilità per conto di istituzioni come musei, gallerie e fondazioni;
  2. si definisce curatore freelance colui che funge da agente per promuovere gli artisti che ritiene di valore.

Mentre i curatori istituzionali hanno come obiettivo quello di avvicinare il pubblico al mondo dell’arte attraverso il coinvolgimento diretto e l’interazione, i curatori freelance svolgono un ruolo più simile a manager o agenti e puntano su determinati artisti (emergenti o professionisti) in una logica di profitto.

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Come si diventa curatore d’arte: università e studi

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Non esiste un percorso unico e sicuro per diventare un curatore d’arte: si possono intraprendere diverse strade di avvicinamento alla professione, che passano però dalla necessaria laurea magistrale in discipline artistiche o umanistiche, magari accompagnata da un dottorato di ricerca.

Solitamente il curatore d’arte è una persona appassionata di beni culturali e storia dell’arte: il percorso di studi più in linea per diventare un professionista del settore è sicuramente la laurea magistrale in storia dell’arte (LM89) o in diagnostica per la conservazione dei beni culturali (L43).

Oltre alla laurea, per garantirsi maggiori possibilità lavorative all’interno di questo settore potrebbe essere utile pubblicare studi inerenti al settore o scrivere articoli scientifici nell’ambito. Insieme alla pratica sul campo è possibile affiancare anche la formazione specifica tramite il dottorato di ricerca.

Negli ultimi anni, inoltre, sono stati attivati nuovi corsi specialistici in questo senso anche in Italia: i più famosi sono il master in Arti visive e studi curatoriali, riconosciuto dal MIUR, presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e il master in Management dei beni e delle attività culturali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Curatore d’arte: contratto e partita Iva

Solitamente il curatore d’arte è un libero professionista che svolge i propri servizi per un museo o per un ente pubblico e che viene contattato direttamente per l’organizzazione di un evento culturale, un’esposizione artistica o una mostra d’arte.

La tipologia di contratto a cui è riconducibile il libero professionista in questo campo è quella dei contratti d’opera, disciplinati dal Codice Civile (ex art. 2222 c.c. e seguenti): perciò, tra il curatore e l’ente espositore intercorre un rapporto di lavoro autonomo. Più raramente può accadere che il curatore d’arte sia un dipendente dell’ente espositivo.

Codice Ateco e altri adempimenti necessari

Se vuoi diventare un curatore d’arte e svolgere il tuo incarico come libero professionista devi necessariamente aprire la partita Iva utilizzando il Codice Ateco 90.03.09, che identifica “altre attività di creazioni artistiche” e comprende artisti, scultori e scrittori. 

Dovrai poi iscriverti alla Gestione Separata INPS per il versamento dei contributi previdenziali e versare le tasse in base al regime fiscale di appartenenza:

  • nel regime ordinario pagherai l’IRPEF in base allo scaglione di reddito di riferimento con aliquote che vanno dal 23% al 43% e dovrai pagare l’IVA sui prezzi dei tuoi servizi;
  • nel regime forfettario, invece, pagherai un’imposta sostitutiva del 15% (o del 5% per i primi 5 anni di attività) e non dovrai applicare l’IVA ai tuoi prezzi. Con questo regime fiscale potrai anche detrarre le spese sostenute per la tua attività entro una certa soglia massima.
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Quanto guadagna il curatore d’arte

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Non è facile stimare lo stipendio di un curatore d’arte, in quanto il guadagno di queste figure professionali può variare in base a numerosi fattori: per esempio l’esperienza, il livello di istruzione, la reputazione, la dimensione e il tipo di istituzione per cui lavora.

L’esperienza è fondamentale in questo settore e soprattutto è determinante nel calcolo dello stipendio di un curatore d’arte: un professionista con anni di lavoro alle spalle guadagnerà certamente di più di un giovane che ha terminato da poco gli studi e sta ancora avviando la sua carriera in questo ambito.

Al contempo, anche la geografia e le istituzioni per cui si lavora fanno la differenza in termini di guadagno: un curatore d’arte di una grande e importante galleria avrà un compenso più alto rispetto a un curatore di una piccola mostra cittadina.

Infine, anche la distinzione tra ente pubblico e privato è fondamentale nella determinazione del salario: nel settore pubblico (come i musei nazionali e regionali) gli stipendi sono solitamente stabiliti in base alle scale retributive pubbliche.

Come diventare curatore d’arte – Domande frequenti

Che cosa fa un curatore d’arte?

Il curatore d’arte è quella figura che si occupa dell’organizzazione di un’esposizione artistica all’interno di centri culturali, musei, fondazioni, gallerie. Tra i suoi compiti ci sono anche: il contatto degli artisti, la scelta delle opere da esporre e l’allestimento dello spazio in cui si terrà l’esposizione.

Che titolo di studio ci vuole per lavorare nei musei?

Per diventare curatore d’arte è necessario avere tanta passione per questa materia, oltre a studiare storia dell’arte, teoria critica o gestione museale attraverso corsi universitari o specializzazioni post-laurea.

Quanto guadagna un curatore d’arte?

Il curatore d’arte è solitamente un libero professionista che svolge al propria attività in proprio ed è titolare di partita Iva: i suoi guadagni e lo stipendio possono variare in base alla mansione, al ruolo e alla sede in cui si trova a prestare servizio.

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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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