Corrispettivi telematici tardivi: cosa fare per rimediare

In caso di corrispettivi telematici tardivi, quest'anno è possibile rimediare tramite ravvedimento operoso aderendo alla pace fiscale entro il 31 marzo 2023. Ecco come funziona il provvedimento.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Corrispettivi telematici tardivi
  • L’invio tardivo dei corrispettivi telematici, per soggetti obbligati come le Partite Iva, comporta l’applicazione di diverse sanzioni.
  • L’Agenzia delle Entrate, con apposito provvedimento, garantisce sanzioni ridotte per chi rimedia ai corrispettivi telematici tardivi entro il 31 marzo 2023.
  • Tale provvedimento riguarda l’invio delle fatture elettroniche e dei corrispettivi giornalieri telematici.

Arriva una possibilità in più per le Partite Iva per rimediare all’invio tardivo dei corrispettivi telematici. L’invio di queste comunicazioni, che si tratti di fatture elettroniche tardive, scontrini o altro tipo di documentazione, è obbligatorio per legge.

Chi ha una Partita Iva deve quindi provvedere per tempo ad inviare i corrispettivi telematici generalmente entro 12 giorni dal momento in cui sono state svolte le operazioni commerciali. Se questo non accade, viene applicata dal fisco una multa salata, calcolata sull’imposta non versata.

Tuttavia con un recente provvedimento, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato una possibilità per rimediare aperta fino al 31 marzo 2023, per tutti coloro che presentano corrispettivi telematici tardivi: vediamo di cosa si tratta.

Cosa sono i corrispettivi telematici e scadenze

Per corrispettivi telematici si intendono tutti quei documenti validi a livello fiscale che vengono trasmessi da chi ha una Partita Iva, come un’impresa commerciale o artigiana, e svolge delle operazioni di tipo commerciale.

Ogni attività commerciale deve inviare quotidianamente al fisco il resoconto delle operazioni svolte giornalmente, tramite appositi registratori che memorizzano e inviano le informazioni, e il portale messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

La legge prevede in alcuni casi che l’invio sia effettuato giornalmente, e sono comprese tutte le attività che operano tramite commercio al dettaglio, con una Partita Iva. I corrispettivi telematici tardivi si possono inviare al massimo entro 12 giorni successivi dal momento in cui si è svolta l’operazione.

Se questo non accade, si possono ricevere sanzioni calcolate sull’imposta non versata, e si parla di una multa minima di 500 euro, per il 90% dell’imposta non versata. Quest’anno tuttavia arriva una soluzione per sanare la situazione tardiva di invio, entro il 31 marzo 2023.

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Corrispettivi telematici tardivi: il provvedimento

Il provvedimento n.61196 del 6 marzo 2023 comunica alle Partite Iva, che si trovano in ritardo con la presentazione dei corrispettivi telematici, alcune informazioni per sanare la situazione. In particolare vengono fornite specifiche per l’adempimento spontaneo a proposito di:

  • fatture elettroniche emesse per cessioni di beni e prestazioni di servizi avvenuti tra soggetti residenti, nel territorio dello Stato  e verso le Pubbliche Amministrazioni, inviate oltre i termini previsti dalla legge;
  • i corrispettivi giornalieri telematici memorizzati elettronicamente, inviati oltre i termini previsti dalla legge;

L’Agenzia delle Entrate quindi procede ad informare il singolo contribuente con Partita Iva, tramite dati contenuti nel cassetto fiscale specifico e accessibili telematicamente, a proposito delle fatture che sono state emesse in modo tardivo, oltre i termini di legge.

Il contribuente quindi viene informato sulla quantità di fatture o corrispettivi giornalieri inviati in modo tardivo, con tipo di fattura, data e tutte le informazioni specifiche utili. In questo modo il contribuente può risolvere il ritardo in modo spontaneo.

Corrispettivi telematici tardivi come rimediare

Corrispettivi telematici tardivi: come rimediare

Per rimediare a fatture elettroniche o corrispettivi telematici inviati in modo tardivo, il cittadino può accedere alle informazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate dal proprio cassetto fiscale online, e chiedere il ravvedimento operoso per ottenere una riduzione delle sanzioni applicate.

Ricordiamo che il ravvedimento operoso è quella procedura che si può applicare in diversi contesti, che può essere richiesta dal contribuente che ha un debito di tipo fiscale, entro certi termini.

Anche in questo caso è possibile ricevere una riduzione delle sanzioni, tuttavia è possibile in aggiunta ricevere una ulteriore agevolazione prevista dalla recente pace fiscale.

Nel dettaglio, sono coinvolte le violazioni avvenute entro il 31 ottobre 2022, e quelle prodromiche alle violazioni sulle dichiarazioni presentate per il periodo di imposta al 31 dicembre 2021, o periodi precedenti.

In questi casi è possibile risolvere la situazione accedendo alle riduzioni di sanzione previste dalla tregua fiscale, tuttavia è necessario procedere entro il 31 marzo 2023. Ricordiamo infatti che il nuovo governo ha introdotto una serie di misure volte a risolvere le situazioni di debito dei cittadini verso il fisco.

Tra le diverse misure di pace fiscale vi sono anche quelle volte a incentivare una maggiore trasparenza fiscale tra cittadini e fisco, tramite risoluzione spontanea delle situazioni di debito o errore, con l’applicazione di minori sanzioni.

Differenza tra fattura elettronica tardiva e differita

Va ricordato che per fattura elettronica tardiva si intende un documento con valenza fiscale inviato in ritardo rispetto alla scadenza di legge. La fattura differita invece è prevista per legge in determinate circostanze, e le due terminologie non vanno confuse.

Quando si parla di corrispettivi giornalieri, in particolare per attività che operano nel commercio al dettaglio, questa documentazione va inviata il giorno stesso, o al più tardi, entro 12 giorni. Invece in alcuni casi è ammesso l’invio della fattura differita.

Si tratta di una possibilità ammessa per documenti che vanno a riepilogare le operazioni avvenute con lo stesso committente, e in questo caso l’invio è previsto entro il 15 di ogni mese.

Corrispettivi telematici tardivi – Domande frequenti

Cosa sono i corrispettivi telematici?

Sono tutte quelle comunicazioni obbligatorie per legge che le Partite Iva devono inviare giornalmente o entro 12 giorni dal momento in cui viene effettuata l’operazione: si tratta ad esempio di fatture elettroniche o scontrini.

Corrispettivi telematici tardivi: quali sono le conseguenze?

In caso di corrispettivi telematici tardivi, inviati oltre i termini previsti per legge, il soggetto obbligato riceverà una sanzione in denaro collegata all’imposta non versata.

Come rimediare ai corrispettivi telematici tardivi?

Quest’anno è possibile chiedere il ravvedimento operoso o sanare la situazione di irregolarità accedendo alle agevolazioni introdotte con la pace fiscale, entro il 31 marzo 2023. Ecco come fare.

Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 20 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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