- Con la Legge di Bilancio 2023 arrivano alcune novità in merito al congedo parentale.
- La manovra aggiunge un mese di congedo parentale facoltativo e retribuito all’80%, da utilizzare fino al sesto anno.
- Secondo le attuali regole, anche i lavoratori autonomi hanno diritto al congedo parentale, tuttavia non è ancora stato deciso se la nuova misura con la manovra si riferisce anche alle Partite Iva.
Con la Legge di Bilancio 2023 arriveranno anche alcuni provvedimenti rivolti alla famiglia e ai lavoratori con figli, tra cui un incremento dell’Assegno Unico e l’introduzione del quoziente familiare. Sul tema dei congedi parentali, nell’ultimo anno sono state introdotte alcune novità, che vedremo tra poco.
Con la prossima manovra arriveranno ulteriori provvedimenti, a favore dell’estensione del congedo, facoltativo e retribuito all’80%. Secondo le prime indiscrezioni, che dovranno essere confermate definitivamente dalla manovra, sarà possibile per i lavoratori dipendenti accedervi fino al sesto anno di vita del figlio.
Non è ancora chiaro se queste modifiche alla misura andranno a coinvolgere anche i lavoratori autonomi, tuttavia per chi ha una Partita Iva è già possibile, sulla base di alcuni provvedimenti che risalgono ad agosto 2022, chiedere il congedo con specifiche modalità, che vedremo nell’articolo.
Congedo parentale 2023: le novità
La manovra al vaglio del governo Meloni introdurrà diverse misure per le famiglie, tra cui l’estensione di alcune già presenti, come l’Assegno Unico e il congedo parentale. Non bisogna confondere il congedo parentale con la maternità obbligatoria, per cui si tratta di due misure differenti, e per cui cambia anche la retribuzione.
Il congedo parentale è un periodo di astensione dal lavoro facoltativo, accessibile da parte di lavoratori e lavoratrici dipendenti e autonomi. La maternità obbligatoria invece consiste in un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro per le lavoratrici durante la gravidanza e alcuni mesi dopo la nascita, che può essere estesa al padre in determinate circostanze.
Secondo le anticipazioni, il testo della manovra del governo 2023 conterrà una misura che va ad incrementare il congedo parentale per i lavoratori dipendenti.
Il mese di congedo parentale aggiuntivo introdotto con la manovra è facoltativo, e viene pagato all’80%, a differenza dei 9 mesi di congedo attuali della norma, per cui i periodi facoltativi sono al 30% di retribuzione. Su questo punto, ha spiegato Giorgia Meloni, la necessità è quella di aggiungere una sorta di cuscinetto come retribuzione aggiuntiva per sostenere le famiglie con figli:
“Sul congedo parentale: io ho sempre pensato che molte madri non se lo potessero permettere con il 30% della retribuzione. Noi abbiamo aggiunto un mese di congedo facoltativo retribuito all’80% e utilizzabile fino al sesto anno di vita”.
Questa misura non è equiparabile al congedo obbligatorio di maternità, perché si riferisce invece ad un sostegno aggiuntivo facoltativo, che può essere richiesto in qualsiasi momento, entro i sei anni di età del figlio.
Secondo le ipotesi da confermare tuttavia la retribuzione aggiuntiva all’80% sarà tale solo per il mese in più garantito, non per tutto il periodo di congedo.

Come funziona il congedo parentale per i lavoratori dipendenti
Vediamo nel dettaglio come funziona attualmente il congedo parentale per i lavoratori dipendenti, tenendo in considerazione le regole stabilite quest’anno e che sono state comunicate dall’INPS ad agosto 2022.
Di fatto gli ultimi interventi su questo sostegno l’hanno esteso da sei a nove mesi, con accesso alla misura fino ai 12 anni di vita. Durante questo periodo, ogni genitore ha diritto ad accedere a tre mesi di congedo parentale non trasferibile all’altro genitore, secondo queste regole:
- ogni genitore può accedere a tre mesi di congedo parentale retribuito, non trasferibile all’altro genitore, fino al dodicesimo anno di vita del figlio, e questa regola vale anche per i padri;
- ogni genitore ha diritto ad accedere ad un ulteriore periodo di indennità per tre mesi, per cui il periodo massimo di congedo parentale, sommato tra i genitori, è di 9 mesi;
- per ciò che riguarda i limiti massimi di accesso alla misura, la madre può accedere ad un massimo di 6 mesi di congedo parentale per ogni figlio entro 12 anni di vita;
- il padre può accedere ad un massimo di 6 mesi di congedo parentale per ogni figlio entro i 12 anni di vita, oppure 7 mesi nel caso in cui si astenga per un periodo non inferiore a tre mesi;
- entrambi i genitori possono fruire al massimo di 10 mesi di congedo parentale.
A queste soglie si dovrà poi aggiungere un mese erogato grazie alla misura presente nella prossima manovra per il 2023. Va ricordato che l’accesso al congedo parentale non è concesso solamente in caso di nascita di un figlio, ma anche dal momento dell’adozione o dell’affidamento.
Chi paga l’indennità per il congedo parentale
Spesso possono sorgere dei dubbi per ciò che riguarda il pagamento del congedo parentale ai lavoratori dipendenti, ovvero, chi deve pagare queste somme? I datori di lavoro come si devono muovere se un lavoratore accede al congedo parentale?
Premesso che è il lavoratore a dover chiedere il congedo parentale al datore di lavoro, con almeno 2 giorni di preavviso, o 5, in base al tipo di contratto, il congedo facoltativo può essere fruito in modo flessibile, ovvero può essere richiesto ad ore, oppure a giorni.
Per ciò che riguarda la maternità obbligatoria, questa è pagata all’80%, rispetto alla retribuzione media giornaliera. Normalmente questa indennità viene anticipata dal datore di lavoro, tuttavia l’erogazione è a carico dell’ente previdenziale INPS.
Quindi il datore di lavoro deve erogare solo la differenza tra indennità INPS al lordo e la retribuzione normale della lavoratrice quando non è in congedo.
Per ciò che riguarda il congedo parentale, per i lavoratori dipendenti viene anticipato dal datore di lavoro, in quanto sostituto di imposta, mentre per i lavoratori autonomi e categorie particolari, viene corrisposto direttamente dall’INPS.
Come funziona il congedo parentale per i lavoratori autonomi
Anche chi lavora in autonomia con una Partita Iva può accedere al congedo parentale, secondo le disposizioni INPS. La misura in questo caso spetta per un periodo di tre mesi massimo, per ogni figlio, erogati a ciascun genitore.
Questa misura è riconosciuta entro il primo anno di vita del figlio, oppure entro un anno dal momento dell’adozione o dell’affidamento. Per le lavoratrici questa misura è accessibile solamente in un momento successivo alla normale fruizione della maternità, entro un anno di vita del figlio.
Per i lavoratori autonomi la retribuzione spettante è del 30% rispetto a quella giornaliera, che viene stabilita ogni anno in base alla categoria in cui lavora il soggetto autonomo. Anche per i lavoratori con Partita Iva l’indennità viene corrisposta dall’INPS, successivamente alla presentazione della domanda.
Al momento si attende di capire se la nuova misura prevista dal governo Meloni, che aggiunge una mensilità retribuita all’80%, possa essere estesa anche ai lavoratori autonomi. Per conoscere i dettagli bisogna aspettare la versione definitiva della Legge di Bilancio 2023.
Congedo parentale – Domande frequenti
Il congedo parentale, da non confondere con la maternità obbligatoria, è una indennità erogata ai lavoratori dipendenti o autonomi in modo facoltativo che permette l’astensione dal lavoro per un periodo per assistere il figlio. Ecco i dettagli del funzionamento.
Secondo le novità, il congedo parentale verrà esteso di un ulteriore mese, con accesso facoltativo, retribuito all’80%. Ecco la novità.
Consiste in un periodo di tre mesi da fruire in modo facoltativo, con retribuzione al 30% calcolata ogni anno in base al settore di riferimento.
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