- Con la Legge di Bilancio 2023 sono arrivate alcune modifiche in merito al congedo parentale. Anche con la manovra 2024 vengono introdotte alcune novità.
- La manovra 2024 aggiunge un ulteriore mese di congedo parentale facoltativo e retribuito al 60%, da utilizzare fino al sesto anno del figlio.
- Secondo le attuali regole, anche i lavoratori autonomi hanno diritto al congedo parentale.
Con la Legge di Bilancio 2024 arriveranno alcuni provvedimenti rivolti alle famiglie e ai lavoratori con figli, tra cui alcune modifiche alle soglie sui fringe benefit. Sul tema dei congedi parentali, nell’ultimo anno sono state introdotte alcune novità, che vedremo tra poco.
Con la prossima manovra arriveranno ulteriori provvedimenti, a favore dell’estensione del congedo, per un mese, facoltativo e retribuito al 60%. Sarà possibile per i lavoratori dipendenti accedervi fino al sesto anno di vita del figlio.
Il congedo parentale facoltativo riguarda sia il padre che la madre, per garantire al figlio il supporto necessario i primi anni di vita. Con la manovra 2024 rimangono invariate le disposizioni applicate per il 2023, che vedremo tra poco.
Indice
Congedo parentale: novità con la manovra 2024
Con la Legge di Bilancio 2024 rimarranno invariate le caratteristiche del congedo parentale introdotte dalla precedente manovra. In aggiunta viene confermato un mese di congedo parentale retribuito al 60% invece che al 30%, che potrà essere percepito dalla madre o dal padre.
Questo mese si potrà richiedere entro i 6 anni di vita del figlio e si somma alle misure precedenti. Se non verranno messe in atto ulteriori modifiche alla Legge di Bilancio 2024, il congedo parentale il prossimo anno garantirà l’accesso, oltre al congedo di maternità di 5 mesi retribuito al 100%, ai seguenti congedi facoltativi.
Numero mesi | Percentuale di retribuzione |
1 | 80% |
1 | 60% |
8 | 30% |
Congedo parentale 2023: per quanti mesi è garantito
La manovra 2023 aveva già introdotto un’estensione dei congedi parentali. Non bisogna confondere il congedo parentale con la maternità obbligatoria: si tratta di due misure differenti, per cui cambia anche la retribuzione.
Il congedo parentale è un periodo di astensione dal lavoro facoltativo, accessibile da parte di lavoratori e lavoratrici dipendenti e autonomi. La maternità obbligatoria invece consiste in un periodo di astensione dal lavoro necessario per le lavoratrici durante la gravidanza e alcuni mesi dopo la nascita, che può essere esteso al padre in determinate circostanze.
Il testo della manovra del governo 2023 aveva stabilito per quest’anno una misura che è già andata ad incrementare il congedo parentale per i lavoratori dipendenti.
Il mese di congedo parentale aggiuntivo introdotto con la manovra di quest’anno è facoltativo e viene pagato all’80%, a differenza dei restanti 9 mesi, per cui i periodi facoltativi sono al 30% di retribuzione. Su questo punto, aveva spiegato Giorgia Meloni, la necessità è quella di aggiungere una sorta di cuscinetto come retribuzione aggiuntiva per sostenere le famiglie con figli.
Come funziona il congedo parentale per i lavoratori dipendenti

Vediamo nel dettaglio come funziona attualmente il congedo parentale per i lavoratori dipendenti, tenendo in considerazione le regole stabilite quest’anno. Durante questo periodo, ogni genitore ha diritto ad accedere a tre mesi di congedo parentale, secondo queste regole:
- il congedo spetta per un periodo massimo di 10 mesi, elevabili a 11 se il padre si astiene dal lavoro per almeno 3 mesi;
- i periodi di congedo possono essere usufruiti dai genitori anche contemporaneamente;
- l’indennità è del 30% della retribuzione giornaliera entro i 12 anni di età del figlio e per un periodo massimo di 9 mesi. Di questi, alla madre e al padre spettano 3 mesi non trasferibili all’altro genitore e ad entrambi spettano ulteriori tre mesi indennizzabili. Al genitore solo spettano 9 mesi indennizzabili;
- per il 2023 si prevede un mese indennizzabile all’80% invece che al 30%.
A queste soglie si dovrà poi aggiungere un mese erogato grazie alla misura presente nella prossima manovra per il 2024. Va ricordato che l’accesso al congedo parentale non è concesso solamente in caso di nascita di un figlio, ma anche dal momento dell’adozione o dell’affidamento.
Chi paga l’indennità per il congedo parentale
Spesso possono sorgere dei dubbi per ciò che riguarda il pagamento del congedo parentale ai lavoratori dipendenti, ovvero, chi deve pagare queste somme? I datori di lavoro come si devono muovere se un lavoratore accede al congedo parentale?
Premesso che è il lavoratore a dover chiedere il congedo parentale al datore di lavoro, con almeno 2 giorni di preavviso, o 5, in base al tipo di contratto, il congedo facoltativo può essere fruito in modo flessibile, ovvero può essere richiesto ad ore, oppure a giorni.
Per ciò che riguarda la maternità obbligatoria, questa è pagata all’80%, rispetto alla retribuzione media giornaliera. Normalmente questa indennità viene anticipata dal datore di lavoro, tuttavia l’erogazione è a carico dell’ente previdenziale INPS.
Quindi il datore di lavoro deve erogare solo la differenza tra indennità INPS al lordo e la retribuzione normale della lavoratrice quando non è in congedo.
Per ciò che riguarda il congedo parentale, per i lavoratori dipendenti viene anticipato dal datore di lavoro, in quanto sostituto di imposta, mentre per i lavoratori autonomi e categorie particolari, viene corrisposto direttamente dall’INPS.
Come funziona il congedo parentale per i lavoratori autonomi
Anche chi lavora in autonomia con una Partita Iva può accedere al congedo parentale, secondo le disposizioni INPS. La misura in questo caso spetta per un periodo di tre mesi massimo, per ogni figlio, erogati a ciascun genitore.
Questa misura è riconosciuta entro il primo anno di vita del figlio, oppure entro un anno dal momento dell’adozione o dell’affidamento. Per le lavoratrici questa misura è accessibile solamente in un momento successivo alla normale fruizione della maternità, entro un anno di vita del figlio.
Per i lavoratori autonomi la retribuzione spettante è del 30% rispetto a quella giornaliera, che viene stabilita ogni anno in base alla categoria in cui lavora il soggetto autonomo. Anche per i lavoratori con Partita Iva l’indennità viene corrisposta dall’INPS, successivamente alla presentazione della domanda.
Congedo parentale – Domande frequenti
Il congedo parentale, da non confondere con la maternità obbligatoria, è una indennità erogata ai lavoratori dipendenti o autonomi in modo facoltativo che permette l’astensione dal lavoro per un periodo per assistere il figlio. Ecco i dettagli del funzionamento.
Secondo le novità, il congedo parentale verrà esteso di un ulteriore mese, con accesso facoltativo, retribuito all’80%. Ecco la novità.
Consiste in un periodo di tre mesi da fruire in modo facoltativo, con retribuzione al 30% calcolata ogni anno in base al settore di riferimento.
Nel 2024 il congedo parentale garantirà una mensilità con retribuzione al 60% al posto del 30%. Per il resto, la misura funzionerà come nel 2023.
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