Bonus mamme lavoratrici 2025 confermato nel 2026: come ricevere fino a 480 euro, anche con partita IVA

Il Governo conferma il bonus per le mamme lavoratrici 2025 e lo estende nel 2026 anche alle autonome con partita IVA: ecco quali sono i requisiti e come ricevere fino a 480 euro.

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Con lil documento programmatico di finanza pubblica (DPFP) sono stati confermati interessanti sostegni per le famiglie, specialmente quelle più numerose e in presenza di figli minori. In particolare, il governo ha previsto il bonus mamme 2025 anche nel 2026, come sostegno economico per le lavoratrici dipendenti e per le autonome con partita IVA.

Due sono i requisiti principali per poter accedere alla misura: le mamme devono avere almeno due figli e il reddito annuo dev’essere inferiore a 40.000 euro. Il sostegno infatti è pensato per supportare le famiglie più numerose e le lavoratrici con una situazione economica più precaria.

L’estensione alle lavoratrici autonome verrà confermata per tutte coloro che lavorano con una partita IVA e hanno due figli a carico. Vediamo nello specifico come funzionerà il bonus mamme e come accedere.

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Come funziona il bonus mamme

Il bonus mamme, confermato dalla legge di bilancio 2025, sarà riproposto nel 2026 con le stesse caratteristiche, ovvero come un esonero parziale dei contributi a carico delle lavoratrici mamme, sia che siano dipendenti di un’azienda (anche a tempo determinato) sia che lavorino in proprio con una partita IVA. Questa è infatti una novità molto apprezzata dalle lavoratrici autonome, spesso escluse da misure similari.

Restano fuori dal sostegno invece le lavoratrici con contratto domestico e va ricordato che non possono accedervi, anche se i requisiti sono rispettati, le stesse che hanno percepito questo bonus nell’anno precedente. La misura è solamente uno degli aiuti annunciati con il DPFP e in arrivo con la manovra 2026, che vuole introdurre anche altri sostegni per famiglie, genitori e ceto medio.

Per ciò che riguarda gli importi, con il bonus si possono ottenere 40 euro al mese per ogni mensilità di lavoro effettivo, per un totale che arriva a 480 euro.

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Chi può accedere al bonus mamme lavoratrici

Sono incluse nel sostegno:

  • lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato o determinato, ad esclusione di chi lavora in ambito domestico;
  • lavoratrici con partita IVA, che percepiscono redditi di lavoro autonomo. Sono escluse coloro che operano con il regime fiscale forfettario.

L’esclusione delle partite IVA forfettarie lascerà fuori dalla misura diverse lavoratrici autonome, tenendo presente che attualmente questa opzione è la più conveniente per chi è freelance a livello di tassazione e adempimenti contabili, con un limite annuo di 85.000 euro di reddito.

Oltre a questo sostegno, con la legge di bilancio 2026 il Governo ha confermato che riproporrà, in alcuni casi potenziandoli ed estendendoli, altri interventi aiutare le neomamme, come l’Assegno Unico e il bonus asilo nido.

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Requisiti per il bonus mamme

Per accedere al bonus mamme bisogna, come abbiamo visto, essere mamma di almeno due figli e avere un reddito annuo inferiore a 40.000 euro (anche in caso di ricavo da partita IVA). Si ha diritto all’esonero contributivo fino a quando il figlio più piccolo compie 10 anni di età.

A partire dal 2027, se la lavoratrice ha tre o più figli, l’esonero spetterà fino al 18esimo anno di età del più piccolo. La misura infatti sarà confermata non solo per il 2026, ma anche l’anno successivo, nell’ottica di supportare le famiglie e ridurre il gap di genere attualmente molto elevato in Italia.

Come anticipato, chi ha un lavoro di tipo domestico e le partite IVA forfettarie sono escluse dalla possibilità di percepire il sostegno. Va ricordato che per le lavoratrici assunte a tempo indeterminato con 3 o più figli è possibile ottenere un esonero contributivo totale per due anni, secondo i bonus assunzione.

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Come accedere al bonus mamme lavoratrici

Per procedere bisognerà contattare l’INPS presentando la domanda all’ente previdenziale, come funziona con altri tipi di aiuti economici. L’importo verrà erogato tutto in un’unica soluzione, a dicembre.

Sono state definite anche le regole intorno alla percezione del bonus. Se i figli sono già nati, la richiesta presentata nel prossimo periodo è valida per ottenere un esonero applicabile da gennaio.

Se invece il figlio nasce durante l’anno, l’esonero contributivo si applicherà dal mese successivo al momento della nascita. Attualmente però non è ancora stata disposta la percentuale dello sgravio, che non sarà totale ma riguarderà solo una parte delle somme da versare e sarà definita da un decreto attuativo ad hoc.

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