Ti spiego come fare il commercialista. Come migliorare il proprio lavoro senza cadere in trappola

Come si esce da una situazione in cui la professione del commercialista arranca? Lascia stare i coach, che non sanno cosa sia uno studio professionale. È tempo di fare rete fra professionisti

di Giovanni Emmi

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I commercialisti sono letteralmente bombardati da messaggi che suonano come la minaccia della spada di Damocle sulle loro teste, per un futuro sempre più incerto.

Cerchi nuovi clienti e non sai come fare? Sei oberato di scadenze e non riesci a essere performante? Solo lead di qualità per far crescere il valore aggiunto del tuo studio. Ti spiego come fare il commercialista, anche se non l’ho mai fatto…..

A fronte di questo, la legge del contrappasso garantisce una moltitudine di possibilità di crescita e di acquisizione di nuovi contatti in studi popolati da clienti di qualità.

Situazioni idilliache, dove collaboratori sorridenti ascoltano con empatia il loro ex capo, oggi leader, che spiega il modo più semplice per guadagnare di più, lavorando meno.

Coach per commercialisti: attenzione a chi non ha esperienza

Oggi è il tempo del coaching. Ogni commercialista sembra che debba avere uno che gli spieghi come fare per migliorare le sue condizioni di vita e professionali.

Peccato che nessuno di questi coach sia mai stato commercialista.

Ma in fondo cosa è il coach, o “mental coach”? Colui che ti insegna a essere un leader dello studio, a gestire i collaboratori, a organizzare meglio il tuo tempo e la tua agenda a comunicare meglio con i tuoi clienti, a selezionare quelli di qualità.

È una sorta di “allenatore”, che guida il commercialista in tutte queste attività, con la sola competenza derivante dalla osservazione.

È come fare l’allenatore di una squadra di calcio, avendo visto il calcio solo in televisione. Nulla di male per carità, ma il punto è: questa attività di training è davvero efficace su un professionista?

Di sicuro i migliori allenatori della storia sono stati anche calciatori professionisti. Per questo motivo è ipotizzabile una maggiore efficacia della consulenza di un professionista che sia già stata parte attiva del processo.

E non un coach che non ha esperienza del settore.

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Un errore comune: non fidarsi dei “colleghi”

Tuttavia il commercialista, come molti altri professionisti, non intende farsi spiegare da altri professionisti nulla sulle attività da svolgere.

Si parte dal presupposto che, se si è svolta la pratica e superato un esame di abilitazione, non vi sia necessità di prendere altre lezioni da qualcuno.

Nei casi in cui si renda conto di avere bisogno di una mano, preferisce affidarsi a qualcuno che non sia un altro commercialista, che ha già percorso la via dell’innovazione. Per quale motivo?

Il timore è quello di condividere informazioni sui clienti e di stimolare un confronto con altri professionisti, con il rischio di perdere quote di mercato.

Niente di più sbagliato.

In questo caso, infatti, la soluzione migliore è quella di mettere a fattor comune le esperienze con altri professionisti e trovare soluzioni per uscire fuori da questa situazione difficile in cui si trova il commercialista.

Senza specifiche riserve di legge, senza attribuzioni e competenze specialistiche, salvo il ruolo di intermediario del fisco e, come tale, interfaccia della politica economica italiana verso le PMI. Situazione difficile e pregna di rischi.

Fare rete tra commercialisti: la via d’uscita

Dalla condivisione di esperienze comuni, dal fare rete professionale, fare sistema si esce più facilmente da questa difficoltà del commercialista. Si deve uscire dalle maglie di questa deriva professionale che ha portato il commercialista ad assolvere al mero ruolo di esecutore burocratico, anziché di consulente delle aziende.

Le micro e piccole imprese scaricano sul commercialista tutte le inefficienze della burocrazia italiana, il professionista arranca e non riesce a gestire i picchi, generati dall’ingolfamento delle scadenze.

Per questo motivo serve il supporto di professionisti che portino ad esempio le best practice dell’innovazione degli studi più evoluti e che hanno investito nella trasformazione digitale prima degli altri.

Senza necessariamente inventarsi degli improbabili coach dell’innovazione professionale, che non hanno esperienza diretta con lo studio professionale, con la deontologia professionale, con i rischi e le problematiche quotidiane di un esercizio quotidiano che resta molto complicato.

Autore
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Giovanni Emmi

Dottore Commercialista

Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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