La legge di Bilancio 2026, che dovrà essere approvata nei prossimi giorni, vale 16 miliardi. La stima della crescita del Pil si ferma a +0,5, mentre il deficit scende al 3% e l’Italia si prepara a uscire dall’infrazione. C’è grande attesa sulle misure che saranno effettivamente approvate, per supportare famiglie, professionisti e imprese nei loro progetti. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha già annunciato che salteranno i programmi di incentivi per l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese. I crediti di imposta 4.0 e 5.0, riconosciuti nel 2025 per l’acquisto di beni strumentali, macchinari e software innovativi, probabilmente, dal 2026 verranno superati dal Piano transizione 6.0. La manovra, però, confermerà alcuni bonus per il 2026 e introdurrà un piccolo taglio dell’IRPEF per il ceto medio.
Legge di Bilancio 2026, cosa sarà tagliato e perché
Durante l’audizione parlamentare sul Documento programmatico di finanza pubblica (DPFP), Giorgetti ha chiarito che tra le misure che spariranno il prossimo anno, perché non confermate dalla legge di bilancio 2026, ci sono il credito di imposta 4.0 per beni strumentali e il Piano transizione 5.0 per gli investimenti digitali e tecnologici delle imprese.
Come spiegato dal ministro, l’Italia non potrà più applicare le deroghe fiscali europee che in passato avevano consentito di finanziare tali agevolazioni, temporaneamente approvate da Bruxelles dopo la pandemia, ma il Governo sta già lavorando a un nuovo Piano Transizione 6.0, che dovrà sostituire i programmi precedenti con incentivi automatici e più mirati, evitando la complessità burocratica che aveva penalizzato il 5.0.
Confermata anche la rottamazione quinquies, ma introdotta in forma più selettiva (anti “furbetti), per favorire i contribuenti che intendono regolarizzare la propria posizione, con rate più lunghe e sconti limitati. Giorgetti ha confermato che il governo sta lavorando a una nuova sanatoria fiscale più equilibrata, evitando condoni generalizzati: “Non è possibile immaginare una rottamazione all’infinito, bisogna distinguere tra meritevoli e non meritevoli”, ha dichiarato.
Manovra, i bonus 2026 confermati
Nonostante lo stop ai piani 4.0 e 5.0, restano in vigore diverse agevolazioni utili a sostenere la competitività e gli investimenti produttivi e misure rivolte a lavoratori e famiglie del ceto medio.
Bonus 2026 per le imprese
Tra i bonus confermati o prorogati per il 2026 per le imprese ci sono la Nuova Sabatini per l’acquisto di macchinari, impianti e tecnologie produttive anche digitali e il credito d’imposta per ricerca e sviluppo. In quest’ultimo caso, per il 2026 l’aliquota prevista per le attività di ricerca e sviluppo è confermata al 10% delle spese ammissibili, con un limite massimo di 5 milioni di euro.
Prosegue anche l’esonero contributivo per l’assunzione di under 35 e lavoratori svantaggiati, con attenzione particolare al Sud e ai settori turismo e manifatturiero. Mentre sono previsti finanziamenti e contributi per l’efficienza energetica e ambientale, insieme al rifinanziamento dei contratti di sviluppo.
Bonus 2026 per le famiglie
Per le famiglie sono confermate diverse misure rivolte a sostenere i redditi medi e bassi e a favorire la natalità. Tra queste c’è il taglio IRPEF per il ceto medio, con l’aliquota del secondo scaglione (per redditi compresi tra 28.001 e 50.000 euro) ridotta dal 35% al 33%.
Confermati poi l’assegno unico universale con maggiorazioni, il bonus nido, la carta Dedicata a te per le famiglie con ISEE fino a 15.000 euro, valida per alimentari e beni di prima necessità.
E a proposito di proroghe, Giorgetti ha ribadito che l’intenzione dell’esecutivo è quella di confermare il bonus ristrutturazione al 50% per le prime case nel 2026. Per le seconde abitazioni, invece, è probabile che l’aliquota rimanga al 36%.
Bonus 2026 per professionisti e autonomi
Per lavoratori autonomi e partite IVA, la manovra 2026 punta su flat tax al 15% per chi registra un aumento del reddito rispetto all’anno precedente e voucher digitali per studi professionali, erogati come contributi per strumenti informatici, software gestionali e formazione digitale.
Sono previste anche detrazioni per la previdenza complementare, confermate per chi aderisce a fondi pensione integrativi, insieme a crediti di imposta per aggiornamento delle competenze digitali e green.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it