Oggi l’appuntamento a Palazzo Chigi per discutere delle misure della prossima manovra 2026 da 16 miliardi. Venerdì sarà la volta dell’interlocuzione con i sindacati e lunedì con rappresentati delle imprese. Sul tavolo la tanto attesa riforma dell’IRPEF, la decontribuzione del lavoro straordinario, la rottamazione, la riforma dell’ISEE e quella delle pensioni, che potrebbe costare tre mesi di lavoro in più nel 2027 per gli under 64 con 42 anni e 10 mesi di contributi versati. Bankitalia frena l’ottimismo, consigliando al governo Meloni di non proporre misure “spot” ma di allargare in modo definitivo le opportunità di crescita per imprese e professionisti.
Manovra 2026, le novità per professionisti e imprese
Tra le misure contenute nel DPFP ci sono diverse novità fiscali di rilievo per partite IVA, professionisti e imprese.
Prima di tutto, l’intento del governo è quello di proseguire con la riforma dell’IRPEF e alleggerire il carico fiscale sul lavoro. Il piano è quello di ridurre l’aliquota intermedia dal 35% al 33% e ampliare lo scaglione fino a 60 mila euro di reddito annuo. Un’ipotesi alternativa potrebbe essere una soglia a 50 mila euro.
Oggi le aliquote IRPEF sono:
- 23% fino a 28 mila euro;
- 35% tra 28 mila e 50 mila euro;
- 43% oltre i 50 mila euro.
Parallelamente, il governo sta lavorando a una riforma dell’ISEE, con l’introduzione di criteri più coerenti con la reale capacità economica dei nuclei familiari e imprenditoriali. Tra le misure di carattere fiscale, si attende la riapertura dei termini della rottamazione delle cartelle esattoriali, per permettere a chi è rimasto indietro con i versamenti di regolarizzare la propria posizione in modo agevolato. Infine, ci sono risorse anche per confermare il bonus mamme lavoratrici, un contributo fino a 480 euro per chi ha almeno due figli, destinato adesso pure alle titolari di partita IVA. A patto che, però, non siano in regime forfettario.
I dubbi di Bankitalia
Nel suo intervento in audizione, Andrea Brandolini, capo del dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia ha espresso le perplessità dell’istituto sulla manovra 2026: “Gli interventi di copertura dovranno essere certi. Sarebbe inoltre opportuno limitare gli incrementi di spesa o le riduzioni di entrate di natura temporanea”, ha detto.
I dubbi che riguardano soprattutto i bonus di durata limitata, crediti d’imposta a scadenza o agevolazioni occasionali che creano solo effetti transitori sulla domanda, aumentano il debito pubblico e senza assicurare crescita stabile alle imprese. Il rischio, secondo Bankitalia, è di alimentare aspettative economiche di breve periodo, senza incidere realmente sulla produttività.
Nuove priorità: spostare risorse su crescita, ricerca e formazione
L’orientamento proposto da via Nazionale va in direzione opposta rispetto ai bonus a pioggia. Brandolini ha suggerito infatti una riallocazione delle risorse pubbliche verso investimenti produttivi e infrastrutturali, ma anche su ricerca, innovazione e digitalizzazione, leve decisive per la competitività del tessuto produttivo e capaci di generare domanda stabile e valore aggiunto nel tempo.
Importante, poi, è prevedere risorse anche per istruzione e formazione, elementi chiave per ridurre il mismatch di competenze, avvicinare domanda e offerta di lavoro e sostenere la transizione tecnologica delle imprese. Per rendere questo possibile, Bankitalia invita a una razionalizzazione delle spese fiscali, favorendo la scalabilità e la transizione verso forme più strutturate di impresa.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it