Bonus mamme lavoratrici 2025 al via: come ricevere fino a 480 euro, anche con partita IVA

L'INPS ha pubblicato le istruzioni per fare domanda e ottenere 40 euro al mese, che nel 2026 diventeranno 60. La richiesta può essere presentata anche dalle lavoratrici con partita IVA.

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È finalmente possibile presentare domanda per ottenere il bonus mamme destinato alle lavoratrici nel 2025, anche con partita IVA. Nonostante fosse stato annunciato da diverso tempo ormai, mancavano le istruzioni operative per farne richiesta. Con un’apposita circolare, però, l’INPS ha ora dato il via. Due sono i requisiti principali per poter accedere alla misura: le mamme devono avere almeno due figli e il reddito annuo dev’essere inferiore a 40.000 euro. Il sostegno infatti è pensato per supportare le famiglie più numerose e le lavoratrici con una situazione economica più precaria.

Vediamo nello specifico come funziona e come richiederlo.

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Come funziona il bonus mamme lavoratrici nel 2025

Il bonus per le mamme lavoratrici riconosciuto nel 2025 è un contributo economico pari a 40 euro erogato mensilmente dall’INPS, dietro apposita domanda. Possono richiederlo le madri lavoratrici con almeno due figli e un reddito da lavoro non superiore a 40.000 euro. Spetta sia alle dipendenti (escluse le colf e badanti) che alle madri lavoratrici autonome (iscritte a casse o gestioni previdenziali, come ad esempio i professionisti con partita IVA).

La durata dell’erogazione di questo beneficio è strettamente legata alla composizione del nucleo familiare, in particolare al numero di figli. Il bonus viene concesso fino al mese in cui il secondo figlio compie 10 anni alle lavoratrici madri di due figli. Il beneficio viene esteso quando il nucleo familiare è più numeroso, ma con un vincolo sul tipo di reddito. L’erogazione continua fino al mese in cui il figlio più piccolo compie 18 anni. Tuttavia, dopo i 10 anni per usufruire del bonus fino alla maggiore età del figlio piccolo, è necessario che il reddito non derivi da un rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.

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Come fare domanda

La domanda va presentata all’INPS direttamente dalla lavoratrice madre che è la titolare del beneficio. È possibile inoltrare la richiesta accedendo al sito inps.it con la propria identità digitale (SPID di almeno Livello 2, CIE 3.0, CNS o eIDAS). È possibile fare richiesta anche tramite contact center multicanale, chiamando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) oppure il numero 06 164.164 (da rete mobile, a pagamento secondo la tariffa del gestore). In alternativa, ci si può avvalere dei servizi offerti dai Patronati, che possono inoltrare la domanda per conto della lavoratrice.

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Quali dati inserire

Ai fini dell’ammissibilità, la richiedente deve autocertificare (ai sensi del D.P.R. n. 445/2000) di possedere i requisiti richiesti per l’accesso al bonus. Inoltre, vanno riportati i dati anagrafici dei figli, la data di nascita (o la data di ingresso nel nucleo in caso di adozione/affidamento) e, se disponibile, il codice fiscale per ciascun figlio. In assenza del codice fiscale, è necessario allegare documentazione che provi la filiazione e l’esistenza in vita. Al momento della domanda, bisogna anche indicare la modalità di pagamento preferita (accredito su IBAN o bonifico domiciliato). Il servizio permette di selezionare un IBAN già registrato o inserirne uno nuovo. Per IBAN di area SEPA (non italiani), è obbligatorio allegare il modulo di identificazione finanziaria “MV70” (se non già fornito in precedenza). Le madri di tre o più figli con un rapporto di lavoro dipendente devono anche dichiarare di non avere un contratto a tempo indeterminato attivo nei mesi per cui richiedono il bonus.

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Quando va presentata la richiesta

Le domande devono essere presentate entro il 9 dicembre 2025. La data comunicata dall’INPS inizialmente con la circolare n. 139 del 28 ottobre 2025 è stata infatti differita. Poiché il termine al 7 dicembre 2025 cade di domenica e l’8 dicembre è un giorno festivo (festa dell’Immacolata Concezione), si è reso necessario posticipare il termine ultimo al primo giorno lavorativo utile, ossia il 9 dicembre.

Per le lavoratrici che maturano i requisiti necessari successivamente a tale scadenza, invece, è possibile presentare la domanda entro e non oltre il 31 gennaio 2026. Dopo l’invio, sarà possibile accedere al cassetto previdenziale INPS per visualizzare le ricevute, monitorare lo stato di lavorazione della pratica ed eventualmente aggiornare le coordinate per il pagamento (IBAN).

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Controlli e Sanzioni

Tutte le informazioni e i documenti forniti saranno soggetti a controlli anche dopo l’erogazione. In caso di dichiarazioni mendaci, sono previste sanzioni amministrative e penali, la decadenza dal beneficio con conseguente recupero delle somme erogate, e la segnalazione alle autorità giudiziarie competenti.

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Quando arriva

Il bonus per le mamme lavoratrici del 2025 sarà erogato nel mese di dicembre, per chi ha presentato la domanda entro i termini. Entro il mese di febbraio 2026, invece, il contributo è erogato a chi ha presentato richiesta dopo il 7 dicembre 2025 o, comunque, entro il 31 gennaio 2026, per un importo mensile di 40 euro per un massimo di 12 mensilità.

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Novità proroga 2026

Il bonus mamme 2025, come un esonero parziale dei contributi a carico delle lavoratrici mamme, sarà riproposto anche nel 2026. Il governo, con la manovra 2026, ha inoltre deciso di incrementare gli importi, riconoscendo 60 euro mensili invece che 40 euro. I requisiti di accesso, invece, rimangono gli stessi.

Pertanto, le lavoratrici con contratto domestico restano fuori dal sostegno e non possono accedervi, anche se i requisiti sono rispettati, le stesse che hanno percepito questo bonus nell’anno precedente.

Sono incluse invece nel sostegno anche nel 2026:

  • le lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato o determinato, ad esclusione di chi lavora in ambito domestico;
  • le lavoratrici con partita IVA, che percepiscono redditi di lavoro autonomo. Sono escluse coloro che operano con il regime fiscale forfettario.

L’esclusione delle partite IVA forfettarie lascerà fuori dalla misura diverse lavoratrici autonome, tenendo presente che attualmente questa opzione è la più conveniente per chi è freelance a livello di tassazione e adempimenti contabili, con un limite annuo di 85.000 euro di reddito.

Oltre a questo sostegno, con la legge di bilancio 2026 il Governo ha confermato che riproporrà, in alcuni casi potenziandoli ed estendendoli, altri interventi aiutare le neomamme, come l’Assegno Unico e il bonus asilo nido.

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Requisiti per il bonus mamme

Per accedere al bonus mamme bisogna, come abbiamo visto, essere mamma di almeno due figli e avere un reddito annuo inferiore a 40.000 euro (anche in caso di ricavo da partita IVA). Si ha diritto all’esonero contributivo fino a quando il figlio più piccolo compie 10 anni di età.

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