Enti del terzo settore in aumento: gli ultimi dati 2023

Secondo gli ultimi dati di Infocamere, il numero degli enti del Terzo settore è in aumento. Continua a leggere per conoscere tutti i dati e i benefici riservati al Terzo settore.

di Ilenia Albanese

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  • Gli enti del terzo settore, o ETS, sono una topologia di organizzazione, commerciale o non commerciale, introdotta con il decreto legislativo n. 117 del 2017.
  • Nel 2023 gli enti del terzo settore sono più di 100.000 e il 30% di essi è costituito da associazioni di volontariato.
  • Fanno parte degli ETS gli enti a carattere privato che agiscono negli ambiti dell’assistenza della persona e dell’ambiente, dei servizi sanitari e socioassistenziali e dell’animazione culturale.

Secondo gli ultimi dati gli enti del terzo settore sono in aumento e sono più di 100.000. Per esattezza sono oltre 104.000, e 4/5 di questi sono trasmigrati dai registri nazionali e territoriali.

In più, secondo i dati di Infocamere, circa il 30% degli ETS è costituito da associazioni di volontariato. Ma cosa sono gli enti del terzo settore?

Il terzo settore è composto dagli enti privati che si trovano a metà strada tra la pubblica amministrazione e il mercato. Si tratta, quindi, di enti che svolgono un’attività senza scopo di lucro.

Cosa sono gli enti del terzo settore

Dopo il primo settore, composto dalle istituzioni pubbliche, e il secondo settore, rappresentato dal mercato e dagli enti privati, ed è stato riconosciuto il terzo settore composto da enti di carattere privato che si pongono a metà strada tra il privato e le istituzioni.

Il terzo settore esiste ormai da decenni, pur senza riconoscimento giuridico. Il decreto del 2017, quindi, è stato realizzato per definirne i confini e stabilire in modo chiaro le regole di funzionamento.

Come stabilito dal decreto legislativo n. 117 del 3 luglio 2017, rientrano nella categoria degli enti del Terzo settore:

  • le organizzazioni di volontariato;
  • le associazioni di promozione sociale;
  • gli enti filantropici;
  • le imprese sociali;
  • le cooperative sociali;
  • le reti associative;
  • le società di mutuo soccorso;
  • le associazioni, riconosciute o non riconosciute;
  • le fondazioni.

Rientrano in questa categoria anche gli altri enti di carattere privato diversi dalle società, costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale attraverso lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di una o più attività di interesse generale. L’attività può essere svolta in forma di:

  • azione volontaria;
  • erogazione gratuita di denaro, beni o servizi, o di mutualità;
  • produzione o scambio di beni o  servizi.

Per rientrare in questa categoria gli enti devono essere iscritti nel registro unico nazionale del Terzo settore.

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Enti del terzo settore in aumento: i dati del 2023

Secondo i numeri del 2020 tratti dall’aggiornamento dell’Istat relativi al Censimento permanente delle istituzioni non profit, in Italia ve ne erano più di 360.000, con oltre 870.000 dipendenti, con una crescita pari allo 0,2%. E per quanto riguarda gli enti del terzo settore?

Secondo gli ultimi aggiornamenti, gli enti iscritti al registro del terzo settore sono in aumento e oggi sono più di  104.000. Tra questi, circa il 40% sono Associazioni di promozione sociale, e per oltre 4/5 sono enti trasmigrati dai registri nazionali e territoriali. Invece, il 30% di questi 100mila enti sono rappresentate dalle associazioni di volontariato.

Questi sono i dati forniti da Infocamere aggiornati all’8 maggio 2023, presentati dal direttore del Mlps, Alessandro Lombardi, all’evento organizzato dall’Istat.

In questa occasione sono stati presentati anche i dati relativi al “Censimento permanente delle Istituzioni non profit”. Infatti, da questa indagine emerge che nel dicembre 2020 gli enti non profit erano esattamente 363.499 unità.

Gli enti trasmigrati ex art. 54 del Codice del terzo settore nello stesso periodo erano pari a 91.853, di cui 65.268 iscritti dopo la trasmigrazione, 17.530 per decorrenza dei termini. Invece, per 7.831 enti l’iscrizione al Runts è stata negata e altri 8.806 enti hanno ritirato la loro iscrizione.

Per quanto riguarda il numero delle nuove domande di accesso al Registro del Terzo, secondo gli ultimi dati, a partire dal mese di novembre 2021 le domande pervenute sono state 25.317, di cui 14.377 hanno avuto esito positivo.

Enti iscritti al registro unico nazionale del Terzo settore in aumento

Fra gli enti iscritti al Registro unico nazionale del Terzo settore, dopo le Associazioni di promozione sociali e le Organizzazioni di volontariato, la terza categoria più comune è rappresentata dalle Imprese sociali.

Infatti, le imprese sociali iscritte al terzo settore sono oggi 24.232, e la maggioranza di queste è rappresentata da cooperative sociali. Meno diffusi sono, invece, gli Enti filantropici e le Società di mutuo soccorso.

Per il futuro, invece, il registro sarà aggiornato con l’iscrizione di circa 22.000 Onlus, enti che al momento che sono in attesa della all’autorizzazione della commissione Europea. Infatti, con l’art. 101 comma X del Cts permetterà anche a loro di beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per gli ETS.

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Enti del terzo settore: di cosa si occupano

Gli enti del terzo settore, o ETS, possono agire in diversi ambiti, tra cui:

  • l’assistenza alle persone con disabilità;
  • la tutela dell’ambiente;
  • i servizi sanitari e socioassistenziali;
  • l’animazione culturale.

Inoltre, possono gestire servizi di welfare istituzionale e hanno l’obiettivo di tutelare il bene comune e la salvaguardia dei diritti.

Questi enti, poi, hanno accesso a benefici e agevolazioni oltre ad un regime di vantaggio che ne facilitano l’esercizio.  

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I requisiti degli enti del terzo settore

La legge delega 106 del 2016 recita:

“Per Terzo settore si intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi”.

Per poter rientrare nel terzo settore, l’ente deve essere in possesso di precisi requisiti, che sono:

  • essere un ente privato che agisce senza scopo di lucro;
  • svolgere attività di interesse generale;
  • svolgere l’attività per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale;
  • essere iscritto al registro unico nazionale del Terzo settore.

Di conseguenza, essendo un ente senza scopo di lucro, utilizza i profitti realizzati non per ridistribuirli tra i membri dell’ente, ma li reinveste per finanziare le attività.

Erroneamente, spesso si fa confusione tra enti no profit e enti del terzo settore. La principale differenza tra i due sta nelle finalità perseguite.

Infatti, alcuni enti no profit sono esclusi dal terzo settore perché non svolgono attività di interesse generale, che è uno dei requisiti fondamentali per essere definito un ETS. Un esempio sono, quindi, i sindacati e i partiti, o le fondazioni di origine bancaria, che sono enti no profit, ma non enti del terzo settore.

Per poter accedere al terzo settore gli enti privati, dotati o meno di personalità giuridica, devono iscriversi al registro unico nazionale del Terzo settore, o Runts.

Enti terzo settore in aumento agevolazioni

Enti del terzo settore: i benefici e le agevolazioni

Agli enti no profit che svolgono attività di interesse generale conviene entrare a far parte del terzo settore perché offre loro la possibilità di avere accesso a benefici e agevolazioni.

Tra le principali agevolazioni di cui godono gli ETS ci sono:

  • esenzione o misura fissa dell’imposta di registro su modifiche dello statuto obbligatorie per legge e su altre modifiche statutarie;
  • esenzione totale dell’imposta di bollo per qualsiasi tipologia di atto;
  • imposte in misura fissa per le imposte di registro, ipotecarie e catastali per acquisto immobili;
  • esenzione dell’Imu in caso di svolgimento di particolari attività comunque rese in forma non commerciale;
  • riduzione o esenzione di altri tributi locali;
  • esenzione da imposte dirette per beni immobili per le Organizzazioni di Volontariato, gli Enti Filantropici e le Associazioni di Promozione Sociale;
  • esenzione da tasse sulle concessioni governative;
  • non commercialità dell’ente: l’ente può decidere se finanziare le attività da più da entrate come donazioni e 5 per mille o da ricavi commerciali;
  • non commercialità di categorie di attività svolte dall’ente;
  • non commercialità dei corrispettivi da soci: le entrate per corrispettivo da soci sono considerate non commerciali;
  • la determinazione dell’IRES avviene con modalità forfetaria sulla base dei ricavi;
  • la determinazione dell’IRES con modalità forfetaria per ODV e APS con semplificazioni in relazione all’IVA.

Enti terzo settore in aumento – Domande frequenti

Quanti sono oggi gli enti del terzo settore in Italia?

Secondo gli ultimi dati di Infocamere, oggi ci sono oltre 104.000 enti iscritti al Registro Unico Nazionale del Terzo settore, e si prospetta nei prossimi anni un ingresso di oltre 22.000 nuove Onlus.

Che differenza c’è tra enti del terzo settore e enti no profit?

Alcuni enti no profit possono far parte del terzo settore, purché in possesso dei requisiti stabili dalla legge. Enti no profit come sindacati e partiti non possono far parte del terzo settore perché non svolgono attività di interesse generale.

Quali sono gli enti del Terzo settore?

Gli enti del terzo settore sono quegli enti privati che svolgono attività di interesse generale, senza scopo di lucro, e presentano i requisiti stabiliti dalla legge, come l’iscrizione al Registro unico nazionale del Terzo settore. Scopri qui gli ultimi dati 2023 sul numero di enti in Italia.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.

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