Sciopero benzinai: cause e revoche, arriva la bocciatura dell’Antitrust sui nuovi obblighi

Lo sciopero dei benzinai ha costretto molti cittadini alla corsa al rifornimento, tuttavia è stato in parte revocato, e ora arriva una bocciatura ad alcuni provvedimenti del governo dall'Antitrust. Ecco le motivazioni.

di Valeria Oggero

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Sciopero benzinai
  • Negli scorsi giorni è arrivato l’annuncio dello sciopero dei benzinai, con il blocco degli impianti.
  • Lo sciopero dei benzinai è stato indetto contro le misure del governo, che ha messo in campo diverse azioni per contrastare le speculazioni, ma, a detta del settore, senza dare sostegno a chi opera nella distribuzione dei carburanti.
  • Dopo una revoca per il secondo giorno di sciopero, che mette in luce le divisioni interne tra i sindacati che tutelano il settore, arriva anche la bocciatura dell’Antitrust sui nuovi obblighi.

Lo sciopero dei benzinai ha dettato lo stop all’erogazione dei carburanti presso diversi impianti di distribuzione in tutta Italia, per alcuni giorni, a cui è seguita una corsa al rifornimento da parte dei cittadini. Lo sciopero ha previsto lo stop alle erogazioni per 48 ore consecutive, anche se sono arrivate dai sindacati alcune revoche che hanno ridotto lo sciopero a 24 ore.

Le motivazioni sono strettamente legate alle ultime misure intraprese dal governo attuale, che secondo i sindacati che tutelano queste attività, è intervenuto togliendo i tagli alle accise, e dando piena responsabilità dell’aumento del prezzo della benzina ai distributori, tramite misure di trasparenza e riduzione delle speculazioni.

I sindacati sono intervenuti per tutelare le imprese che distribuiscono i carburanti, tuttavia hanno dimostrato diverse spaccature interne, che hanno portato ad una parziale revoca degli scioperi. Arriva tuttavia anche la bocciatura dell’Antitrust sulle misure di trasparenza di prezzo imposte dal governo.

Sciopero benzinai: le date

Lo sciopero dei benzinai è stato inizialmente indetto per 48 ore, per le seguenti giornate:

  • dalle 19 del 24 gennaio 2023 alle 19 del 26 gennaio 2023 per la rete ordinaria;
  • dalle 22 del 24 gennaio 2023 alle 22 del 26 gennaio 2023 per le autostrade.

Lo sciopero ha incluso non solamente l’erogazione servita dall’operatore, ma anche la modalità self service. Le organizzazioni che tutelano gli esercenti di questo settore hanno quindi annunciato due giorni di stop, criticando gli interventi sulla questione caro carburanti del governo.

I sindacati si sono dimostrati aperti a concedere delle revoche allo sciopero anche all’ultimo minuto, a seguito di una risposta tempestiva del governo. Lo sciopero ha avuto quindi lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui provvedimenti del governo intorno alla fine del taglio delle accise, ma anche intorno alle accuse di speculazione rivolte agli esercenti e alla recente istruttoria dell’Antitrust.

Ricordiamo che in questo periodo i prezzi dei carburanti sono nuovamente lievitati, e secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Ambiente si arriva a 1,83 euro al litro per la benzina e 1,87 euro al litro per il gasolio. I dati dimostrano che le adesioni allo sciopero sono state intorno all’80-90%, un numero di fatto rilevante.

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Le motivazioni dello sciopero dei benzinai

Lo sciopero dei benzinai ha tre principali motivazioni, collegate ai recenti provvedimenti del governo intorno alla questione caro benzina. In particolare si tratta di:

  • abolizione del taglio delle accise, ovvero le imposte sulla benzina;
  • istruttoria dell’Antitrust sulle speculazioni;
  • i controlli serrati sui prezzi ai distributori.

Di fatto l’ultimo provvedimento del governo ha eliminato le agevolazioni presenti in precedenza che riguardavano il taglio delle accise, ovvero delle imposte che i cittadini pagano ad ogni rifornimento. Le organizzazioni che tutelano gli esercenti che vendono carburanti dichiarano che il governo avrebbe tolto queste agevolazioni per poi puntare il dito contro le così dette speculazioni dei distributori.

Nel frattempo l’Antitrust ha avviato controlli serrati e una istruttoria verso alcune grandi compagnie di distribuzione, e contro le speculazioni è scesa in campo anche la guardia di finanza. I controlli sui prezzi quindi sono diventati più serrati, proprio con l’obiettivo di evitare le speculazioni.

Con questi provvedimenti è diventato quindi giornaliero l’obbligo per i distributori di comunicare i prezzi di vendita praticati, oltre al prezzo medio. Inoltre sono state rafforzate le sanzioni in caso di mancata comunicazione, con conseguente chiusura dell’attività da 7 a 90 giorni in caso di comportamento recidivo.

I sindacati si sono trovati in un primo momento a indire lo sciopero di 48 ore contro tali provvedimenti, tuttavia all’interno delle organizzazioni si è poi riscontrata una spaccatura, che porta ad oggi ad una revoca parziale dello sciopero.

Revoca parziale dello sciopero

La revoca dello sciopero è andata a ridurre le ore di stop da 48 a 24, ma non per tutti i distributori. Lo sciopero in parte si ferma a seguito dell’incontro avvenuto tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy con le organizzazioni di settore Faib, Fegica e Figisc. I presidenti di queste organizzazioni annunciano che la revoca parziale è fatta principalmente a favore degli automobilisti, tuttavia l’incontro sarebbe avvenuto in modo costruttivo:

“Il secondo giorno di sciopero lo revochiamo a favore degli automobilisti, non certo per l’esecutivo. Pur riconoscendo di aver potuto interloquire in maniera costruttiva con il ministero che si è speso per diventare interlocutore propositivo, l’incontro ha confermato il persistere di molte criticità.”

Al centro del dibattito vi è anche una possibile riforma complessiva del settore, che vada a rivedere anche le misure introdotte dal governo recentemente. Nel frattempo, alcune associazioni hanno reagito in modo differente: l’Angac vede lo sciopero come un flop, mentre Assoutenti chiede al governo di intervenire per la trasparenza delle compagnie petrolifere.

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L’Antitrust boccia gli obblighi di trasparenza a livello regionale

Recentemente l’Antitrust è intervenuto bocciando la misura che obbliga i distributori di carburanti a esporre, oltre al prezzo di vendita giornaliero dei carburanti, anche il prezzo medio per regione, calcolato dal Ministero.

Secondo l’Antitrust infatti, questo provvedimento non gioverebbe i clienti finali, e potrebbe anche mettere a rischio la concorrenza tra i venditori. Inoltre, questo obbligo andrebbe a prevedere l’apposizione di una duplice cartellonistica, che potrebbe confondere ancora di più i clienti.

Esporre quindi il prezzo di vendita medio della Regione andrebbe a danneggiare la competitività locale, imponendo nella pratica un prezzo unico per tutti.

Sciopero benzinai – Domande frequenti

Quando è stato indetto lo sciopero dei benzinai?

Lo sciopero dei benzinai è stato indotto per le giornate dal 24 al 26 gennaio 2023, tuttavia sono arrivate delle revoche parziali.

Quali sono le motivazioni dello sciopero dei benzinai?

Sono legate agli ultimi interventi del governo in materia di caro benzina. Le misure hanno imposto maggiori controlli contro le speculazioni sui prezzi al distributore.

In cosa consiste la revoca dello sciopero dei benzinai?

Alcune sigle sindacali a tutela degli esercenti ha indetto una revoca dello sciopero, portandolo da 48 a 24 ore. Ecco le motivazioni.

Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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