- La riforma dello sport è in vigore dal 1 luglio 2023, e un primo correttivo è stato avviato a partire dal 31 maggio 2023. Intanto arriva un secondo correttivo, di agosto, in Gazzetta Ufficiale.
- Uno dei punti centrali della nuova riforma è l’adeguamento dello statuto delle associazioni sportive dilettantistiche, entro la fine del 2023.
- Una novità riguarda la possibilità per le attività con finalità istituzionali di essere compatibili con le destinazioni d’uso dell’immobile in cui sono svolte.
La riforma dello sport annunciata già da diversi mesi è arrivata a luglio 2023, tuttavia in questo periodo vi sono diversi correttivi specifici avviati per intervenire su alcuni punti della riforma. Uno degli obiettivi centrali dell’intervento su questo settore è quello di dare maggiori garanzie ai lavoratori, tramite alcuni interventi importanti per i collaboratori sportivi.
Sulla riforma dello sport, a fine maggio 2023 sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri alcuni correttivi sulla bozza del testo. Inoltre nel mese di agosto è arrivato un correttivo bis, con decreto legislativo n.120 del 2023. Alcune delle ultime novità riguardano importi e durata delle prestazioni, e le modalità di impiego dei lavoratori della PA.
Tra i principali interventi sulla bozza del decreto, spiccano la possibilità di adeguare lo statuto secondo le regole del D.Lgs. 36/2021 entro la fine dell’anno 2023, oltre all’estensione di ciò che riguarda le destinazioni d’uso degli immobili.
Indice
Riforma dello sport, tutti i correttivi
Il primo decreto correttivo della riforma dello sport è stato annunciato a fine maggio dal Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, e il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone. L’obiettivo di questo intervento è un’ulteriore semplificazione, per il mondo sportivo, come spiega il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sul proprio sito ufficiale:
“Tutele, semplificazione e trasparenza sono le parole chiave che identificano il correttivo proposto ai decreti attuativi della delega contenuta nella Legge 86/2019 con l’obiettivo di portare migliorie ed innovazioni normative nel mondo dello sport.”
La riforma dello sport è comunque attiva a partire dal 1 luglio 2023, nonostante gli ultimi correttivi, incluso l’ultimo del mese di agosto.
Tra le diverse correzioni alla riforma, si è proposta una ulteriore semplificazione di quelli che sono gli adempimenti a carico del settore dello sport, con le norme specifiche per dipendenti pubblici, sui contratti di lavoro e collaborazione, e sull’Osservatorio nazionale sul lavoro sportivo.

La riforma dello sport nel testo originale già prevedeva alcuni interventi per la semplificazione, come l’esenzione dagli adempimenti per collaboratori con guadagno inferiore a 5.000 euro, e il potenziamento del Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche.
Questa riforma viene rivolta a tutti coloro che ruotano intorno al settore sportivo, a partire dagli atleti, fino agli allenatori, i custodi, e il personale come receptionist e giardinieri.
Primo decreto correttivo: le modifiche alla riforma dello sport
In base ad un comunicato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell’8 giugno 2023, il testo della riforma dello sport contiene numerose novità, come:
- ulteriore semplificazione degli adempimenti a carico del settore dello sport, a partire dalle comunicazioni dei centri dell’impiego fino alla tenuta del libro unico del lavoro, tramite registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche;
- Il registro viene potenziato con ulteriori funzioni. Tramite questo registro, tutte le informazioni relative ai collaboratori sportivi possono essere inserite dalle associazioni e dalle società sportive, con un’apposita piattaforma web;
- per i giudici di gara sono stabilite norme specifiche secondo cui il rapporto di lavoro può essere attivato con un’apposita convocazione dell’organismo sportivo;
- arrivano norme specifiche che riguardano i dipendenti pubblici, per ciò che concerne le autorizzazioni per lo svolgimento di attività sportiva retribuita. Per le attività non retribuite invece non è necessaria un’autorizzazione, ma una semplice comunicazione al datore di lavoro;
- sul lavoro sportivo dilettantistico si è deciso l’innalzamento a 24 ore settimanali di limite allo svolgimento nella forma autonoma;
- sostegno specifico alla sfera sportiva paraolimpica, con la possibilità per i lavoratori di partecipare agli allenamenti o alle gare con un permesso retribuito, senza dover ricorrere alle ferie, e conservando il posto di lavoro. Si prevede un rimborso specifico per le spese sostenute dal datore di lavoro in questi casi;
- apprendistato per l’istruzione secondaria: si è proposto un abbassamento dell’età minima a 14 anni sia nel mondo del professionismo che nel dilettantismo;
- Irap: esclusa su una base imponibile inferiore a 85.000 euro nel mondo del dilettantismo;
- istituzione dell’Osservatorio nazionale sul lavoro sportivo, con compiti di monitoraggio;
- viene cancellata l’esenzione dalle ritenute fiscali per i premi sportivi fino a 300 euro.
Sostanzialmente queste sono le modifiche alla bozza del testo della riforma dello sport, secondo il primo correttivo. Tuttavia il testo contiene altri tipi di interventi importanti, che vanno ad inserirsi in una riforma ampia e che prende in considerazione l’intero mondo sportivo.
Tra questi, si prevede anche un credito di imposta rivolto a Asd/Ssd con ricavi fino a 100mila euro nel 2022. Per aderire è necessaria l’iscrizione al Registro attività sportive, e il deposito dei relativi bilanci.
Decreto correttivo bis della riforma dello sport
L’ultima novità in merito alla riforma dello sport riguarda il decreto correttivo bis, di agosto 2023, ovvero decreto legislativo n.120 del 2023. Secondo il decreto, diversi soggetti operanti nell’ambito sportivo possono richiedere prestatori di lavoro occasionale, ovvero:
- Federazioni Sportive Nazionali;
- Discipline Sportive Associate;
- Enti di Promozione Sportiva;
- CONI, CIP e Sport e Salute S.p.a..
Per questi lavoratori è attiva l’esenzione INAIL perché già coperti da obbligo assicurativo. Il decreto bis va a spiegare inoltre che chi fornisce prestazioni secondo una professione con abilitazione esterna all’ordinamento sportivo con appositi albi, non rientra nella definizione di lavoratore sportivo.
Il decreto correttivo bis va anche a precisare quali sono le disposizioni per i lavoratori dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni, che prestano attività verso realtà sportive come volontari. Questo è possibile al di fuori dell’orario normale di lavoro, purché avvenga la comunicazione specifica alla PA.
Questi soggetti percepiscono qualche indennità da questa attività? Il decreto specifica che si tratta di un rimborso per le spese documentate, che riguardano strettamente vitto e alloggio, viaggio e trasporto. Le attività tuttavia devono essere svolte al di fuori del Comune in cui il lavoratore risiede. I rimborsi non formano reddito per il lavoratore.
Viene previsto un corrispettivo per l’attività solamente a seguito di una autorizzazione dalla PA specifica, entro 30 giorni dalla richiesta. Questa richiesta è accettata in ogni caso se entro 30 giorni la PA non procede con autorizzazione o rigetto della domanda.
Per i Direttori di gara si prevede semplicemente l’autorizzazione della Federazione sportiva nazionale, o dell’ente competente. I rimborsi in questo caso sono consentiti per le spese documentate (mai in modo forfetario), e sono possibili anche nel Comune di residenza senza superare 300 euro al mese.
Sono comunque necessarie le comunicazioni al centro dell’impiego, anche se questi importi non formano reddito e sono inferiori a 5.000 euro annui. La questione dei rimborsi coinvolge anche i volontari, per cui vanno documentate le spese e non devono superare 150 euro al mese.
Enti sportivi dilettantistici, novità sullo statuto
Una parte importante della riforma prende in considerazione lo statuto degli enti sportivi dilettantistici, e il il d.lgs. 36/21 ha introdotto alcune novità. Una di queste riguarda l’oggetto sociale nello statuto, che deve contenere il riferimento all’esercizio stabile e principale nell’organizzazione (e nella gestione) di attività sportive dilettantistiche.
Gli statuti quindi dovranno contenere le indicazioni sullo svolgimento in via prevalente delle attività sportive, per cui si prevede la necessità, per molti enti e società, di cambiare i propri statuti. Su questo punto i correttivi intervengono per garantire più tempo per il cambiamento degli statuti, ovvero fino al 31 dicembre 2023.
Va tenuto in considerazione che se gli statuti non verranno adeguati, l’associazione o la società verranno cancellate dal registro, perdendo la propria definizione di attività sportiva, sia in relazione ai rapporti di lavoro che verso il fisco, e non potranno essere iscritte al RAS.

Inoltre con la riforma sarà ammesso lo svolgimento di attività secondarie strumentali, che siano differenti dalle attività sportive principali, solamente se queste vengono espressamente indicate negli statuti. Tra queste attività possono rientrare tutte quelle collaterali come le sponsorizzazioni e le pubblicità, e le indennità eventuali inerenti alla formazione degli atleti.
Per cambiare gli statuti uniformandoli alle nuove regole, viene dato tempo fino al 31 dicembre 2023 alle associazioni e società sportive interessate. Il passaggio tuttavia non potrà avvenire, secondo una recente proposta, con assemblea ordinaria e senza imposta di registro. Viene infine annullato l’obbligo di comunicazione del modello EAS.
Riforma dello sport e lavoratori
Per ciò che riguarda il lavoro nel mondo sportivo, le ultime correzioni prevedono un limite di tempo esteso al 31 ottobre 2023 per gli adempimenti sui contratti da luglio a settembre, ovvero per il tempo necessario all’introduzione dei cambiamenti per il nuovo registro delle attività sportive.
Viene anche prevista l’estensione, come accade per gli enti del terzo settore, per quelli sportivi, della possibilità che le attività che seguono finalità istituzionali di essere compatibili con le destinazioni d’uso dell’immobile in cui esse si svolgono.
Sempre a proposito del lavoro nello sport, si escludono con la riforma dalla categoria dei lavoratori sportivi coloro che sono iscritti ad un Albo riconosciuto, che sono impiegati nell’attività in ambito sportivo.
Verrà fatta una precisa distinzione secondo la riforma tra lavoratori sportivi e volontari, e questi ultimi potranno essere rimborsati fino al massimo di 150 euro al mese, se non è presente documentazione.
Sarà anche applicato il silenzio assenso ai dipendenti pubblici che vogliono lavorare nello sport dilettantistico a titolo oneroso.
Come anticipato, il limite massimo settimanale per il lavoro sportivo autonomo viene portato da 18 a 24 ore, e i contratti possono essere applicati anche verso:
- FSN: Federazioni Sportive Nazionali;
- DSA: Discipline Sportive Associate;
- EPS: Enti di Promozione Sportiva.
Arrivano novità anche sugli obblighi assicurativi, per cui anche i lavoratori sportivi con guadagno inferiore a 5.000 euro dovranno provvedere ad assicurarsi al pari dei volontari.
La riforma dello sport è arrivata a luglio 2023, tuttavia alle associazioni e alle società sportive viene dato più tempo per intervenire sulle modifiche allo statuto, fino alla fine dell’anno. In questi mesi sono operativi diversi correttivi alla riforma. Non viene prevista una proroga alla riforma, per il momento, né uno slittamento delle date decise dai correttivi.
Riforma dello sport, decreto correttivo – Domande frequenti
L’ultimo decreto correttivo della riforma dello sport interviene con ulteriori semplificazioni sugli adempimenti per questo settore, come abbiamo indicato in questa guida.
La riforma dello sport è arrivata a partire dal 1 luglio 2023, tuttavia a fine maggio e ad agosto sono stati presentati alcuni correttivi alla bozza del testo.
Con la riforma dello sport si prevede una netta distinzione tra lavoratori impiegati nel settore e volontari: scopri tutte le novità nell’articolo.
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