Il Piano Transizione 5.0 è un’iniziativa volta a incentivare la trasformazione digitale ed energetica delle imprese italiane, in un contesto in cui i costi per effettuare questi cambiamenti possono essere alti e le imprese hanno bisogno di un supporto concreto.
I dati presentati al Sonepar Industry Summit però sono tutt’altro che positivi: solamente il 21% delle aziende ha realmente avviato dei lavori in questo senso, portando avanti investimenti green o digitali. Un dato che riflette le difficoltà delle imprese nell’avvicinarsi ai sostegni dello Stato o europei, anche per un fattore di complessità burocratica.
Piano Transizione 5.0: ha aderito solo un’impresa su 5
Solamente un’impresa su 5 ha deciso di aderire al Piano Transizione 5.0 e portare avanti degli investimenti verso il digitale e la transizione verde, rilevando un problema strutturale. I fondi ci sono, ma pochi fanno realmente affidamento a queste iniziative.
Il 38% delle imprese intervistate da Sonepar non ha ancora avviato alcun investimento ma vorrebbe farlo nel prossimo periodo, accedendo proprio ai sostegni del piano. Si tratta di un credito di imposta a cui le aziende possono aderire fino al 31 dicembre 2025, a copertura delle spese per innovare i sistemi e i processi.
Il credito di imposta è proporzionato all’investimento effettuato dall’impresa, purché si raggiunga una diminuzione reale dei consumi energetici del 3% per ciò che riguarda la struttura produttiva o del 5% per il processo di produzione. Le imprese possono portare avanti spese sia per beni materiali che immateriali purché raggiungano l’obiettivo.
Perché poche imprese aderiscono al Piano Transizione 5.0
In generale non ci sono limitazioni per tipologia di impresa o per settore, per cui possono partecipare le aziende di qualsiasi organizzazione, per qualsiasi ambito. Devono però avere sede in Italia. Gli unici casi di esclusione sono relativi a chi ha sanzioni interdittive a carico e a chi si trova in difficoltà economica e finanziaria.
In tutti gli altri casi è possibile accedere all’incentivo in compensazione rispettando i requisiti richiesti e seguendo la procedura ufficiale per la richiesta. Ma allora come mai così poche imprese aderiscono alle iniziative? Il motivo sarebbe per lo più di tipo burocratico: il 73% delle aziende a cui Sonepar si è riferita hanno individuato complessità burocratiche nell’accesso ai sostegni.
Complessità che, non è la prima volta, disincentiva le imprese a usufruire di sostegni che altrimenti potrebbero essere molto vantaggiosi. Lo stesso è accaduto infatti con altri tipi di aiuti, come quelli del PNRR.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it