Maternità e Partita IVA: chi può accedervi, come funziona, quando fare domanda

L'INPS fornisce indennità di maternità alle Partite IVA per una durata di cinque mesi, divisa tra il periodo prima e dopo il parto. Per accedere all'indennità, è necessario essere iscritte all’INPS e in regola con i contributi.

di Francesca Di Feo

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • In Italia l’INPS fornisce indennità economiche per lavoratrici autonome durante la maternità, indipendentemente dal regime fiscale a cui appartengono.
  • L’indennità di maternità per le lavoratrici autonome prevede una durata di cinque mesi, suddivisi tra periodo antecedente e successivo al parto, con specifiche per gravidanze complicate, interruzioni di gravidanza e adozioni o affidamenti.
  • Per beneficiare dell’indennità, le lavoratrici devono essere in regola con i versamenti contributivi, iscritte correttamente all’INPS e rispettare altri criteri.

Il sistema previdenziale italiano offre una serie di salvaguardie economiche per le lavoratrici autonome durante i periodi di tutela della maternità. Tali indennità sono rivolte a diverse categorie di lavoratori autonomi con l’obiettivo di fornire un sostegno durante momenti critici come la gravidanza, il parto o l’adozione.

Da un lato l’INPS fornisce diversi strumenti di sostegno alla maternità, dall’altro lato anche le singole casse previdenziali associate agli albi professionali stabiliscono alcune regole specifiche per il supporto alla maternità.

Maternità e Partita Iva: la gestione separata

La gestione separata INPS raccoglie lavoratori e lavoratrici autonomi che non appartengono a specifiche categorie professionali e, di conseguenza, non sono inclusi in altre forme di previdenza obbligatoria come per artigiani, commercianti o agricoltori.

All’interno della gestione separata si distinguono due regimi fiscali:

  • il regime ordinario su cui si applicano le aliquote IRPEF;
  • il regime forfettario, che beneficia di un’aliquota fiscale ridotta.

In entrambi i casi, nonostante le differenze fiscali, le lavoratrici autonome hanno diritto all’indennità di maternità. È però fondamentale che le lavoratrici siano in regola con i versamenti contributivi e rispettino gli altri requisiti previsti dalla normativa per poter usufruirne, come vedremo tra poco.

Se la madre non può accedere alla maternità, ovvero rientra nei casi specifici previsti dall’INPS, questo sostegno passa al padre.

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Maternità e Partita IVA: gestione artigiani e commercianti

Il sistema previdenziale italiano riconosce diverse gestioni a seconda delle categorie professionali. Tra queste, una menzione particolare va alle gestioni dedicate agli artigiani e ai commercianti, che rappresentano una porzione significativa delle partite IVA del paese.

Le lavoratrici iscritte in queste categorie, per poter beneficiare dell’indennità di maternità, hanno obblighi specifici:

  • analogamente ad altre categorie, è fondamentale essere in regola con i versamenti dei contributi;
  • al di là del mero aspetto contributivo, le lavoratrici autonome artigiane e commercianti devono essere iscritte alla loro specifica gestione INPS di riferimento.

Come funziona la maternità per le Partite Iva

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L’indennità di maternità per le Partite IVA prevede dei periodi specifici in cui viene erogata, tenendo conto delle diverse esigenze legate alla maternità, sia naturale che adottiva.

La normativa vigente prevede generalmente un periodo di indennità pari a 5 mesi totali. Tipicamente, tale periodo si divide in due mesi antecedenti il parto e 3 mesi successivi.

Questa suddivisione garantisce alla madre un periodo adeguato di riposo prima del parto, e un tempo sufficiente per la cura e l’assistenza al neonato subito dopo. L’indennità di maternità tuttavia non comporta per la lavoratrice l’obbligo di astensione dal lavoro.

Partita Iva e maternità a rischio

Non tutte le gravidanze seguono lo stesso andamento. In presenza di gravi complicanze durante la gestazione, l’indennità può essere riconosciuta anche prima dei canonici due mesi precedenti al parto. In questi casi, è fondamentale presentare adeguata documentazione medica che attesti la necessità di un periodo di riposo anticipato.

Nel triste evento di un’interruzione di gravidanza dopo il terzo mese, la legge prevede un’indennità specifica. In questo caso, la lavoratrice avrà diritto a percepire l’indennità di maternità per un periodo di 30 giorni.

La maternità non riguarda però solo la nascita biologica. Per le lavoratrici autonome che decidono di adottare un bambino o di prendere un minore in affidamento, esistono disposizioni specifiche.

La durata dell’indennità in questi casi può variare in base alle circostanze: ad esempio, l’età del bambino o le particolari esigenze dell’adozione/affidamento. Come per le gravidanze complicate, è essenziale fornire tutta la documentazione necessaria per poter beneficiare di questa indennità.

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Partita Iva e maternità INPS: gli importi

L’indennità viene calcolata in relazione alla retribuzione giornaliera media stabilita annualmente dalla legge per quanto riguarda l’attività svolta.

La lavoratrice ha diritto a percepire l’80% di tale retribuzione giornaliera come indennità di maternità. Ad esempio, se la retribuzione giornaliera prevista dalla legge fosse di 100 euro, la lavoratrice autonoma riceverebbe una indennità di 80 euro al giorno.

Con l’obiettivo di garantire efficacia e tempestività nel pagamento, l’INPS ha messo a disposizione delle lavoratrici diverse opzioni tra cui scegliere, in modo da rispondere alle diverse esigenze e preferenze:

  • una delle modalità più tradizionali è quella del bonifico postale. Questa opzione permette alla lavoratrice di ricevere l’indennità direttamente presso un ufficio postale, fornendo un metodo sicuro e collaudato;
  • per chi preferisce la comodità dell’accredito diretto, l’INPS offre la possibilità di ricevere l’importo dell’indennità direttamente sul proprio conto corrente bancario;
  • simile al bonifico postale ma con una maggiore flessibilità, l’utilizzo del libretto postale permette di ricevere l’indennità direttamente sul proprio libretto;
  • infine, esiste la possibilità di utilizzare una carta di pagamento dotata di IBAN, come una carta prepagata.

Maternità e Partita Iva: come accedere

L’accesso all’indennità di maternità per le lavoratrici autonome non avviene in maniera automatica, ma è legato al rispetto di determinati requisiti, necessari per assicurare che il beneficio arrivi effettivamente a chi ne ha diritto. Vediamo nel dettaglio quali sono questi requisiti:

  • il primo e fondamentale requisito è l’iscrizione alla gestione INPS corrispondente all’attività lavorativa svolta;
  • la lavoratrice deve essere in regola con i versamenti dei contributi INPS durante tutto il periodo di tutela della maternità.

La richiedente potrà accedere al 100% del beneficio solamente se sono soddisfatti determinati requisiti:

  • per artigiani e commercianti l’iscrizione alla propria gestione deve avvenire entro 30 giorni dall’avvio dell’attività e, per gli altri, entro 90 giorni dall’inizio dell’attività;
  • l’attività dev’essere iniziata prima dell’inizio del periodo di maternità.

In alternativa, si riceve un beneficio parziale. Se l’attività autonoma ha avuto inizio dopo l’apertura del periodo di maternità, l’indennità viene corrisposta a partire dal momento in cui l’attività ha avuto inizio.

Qualora l’iscrizione si concretizzi oltre i tempi stabiliti dalla legge, l’indennità di maternità verrà erogata dalla data in cui viene presentata la domanda di iscrizione all’ente competente.

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Partita IVA e maternità: quando fare domanda

La procedura standard prevede che la domanda per l’indennità di maternità venga presentata dopo la nascita del bambino. Questo consente alle lavoratrici di avere tutti i documenti e le certificazioni necessarie per dimostrare la nascita e la propria condizione.

Se durante la gravidanza si verificano complicanze che richiedono un’astensione anticipata dal lavoro, la domanda può essere presentata anche prima della data prevista del parto. In questi casi, è fondamentale avere la documentazione medica che attesti la situazione di salute e la necessità di un’astensione precoce.

Maternità e Partita IVA: come chiederla all’INPS

L’INPS ha modernizzato negli anni le proprie procedure, rendendo possibile la presentazione della domanda direttamente online.

Attraverso il portale INPS, le lavoratrici possono accedere a un’interfaccia dedicata, che guida passo passo nella compilazione della domanda, rendendo il processo più semplice e veloce. Inoltre, la piattaforma offre la possibilità di caricare digitalmente tutti i documenti necessari.

Per chi non è a proprio agio con le procedure online o preferisce un contatto diretto, è possibile rivolgersi al contact center INPS, dove operatori specializzati forniranno assistenza nella presentazione della domanda.

In alternativa, è possibile rivolgersi direttamente agli enti di patronato per ricevere supporto nella compilazione e nell’invio della domanda.

Quando arriva l’indennità di maternità

Una volta che la lavoratrice autonoma ha presentato la sua domanda di indennità di maternità, l’INPS si impegna a processare e definire il provvedimento entro 55 giorni.

Questa decisione è stata presa considerando l’importanza di fornire alle lavoratrici una chiara prospettiva sulle loro tutele economiche in modo tempestivo.

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Maternità e Partita Iva: casse professionali

Fino a qui abbiamo visto come funziona la maternità per le Partite Iva che sono iscritte ad una gestione INPS. Tuttavia i lavoratori autonomi possono anche aderire ad una propria cassa professionale specifica, correlata ad esempio al proprio Albo di appartenenza.

Ogni cassa professionale ha le proprie regole per la gestione dei contributi, e le aliquote contributive possono anche essere molto diverse rispetto a quelle applicate dall’INPS. Anche per ciò che riguarda la maternità, le regole per il versamento dei contributi e per l’accesso alle indennità possono essere molto diverse in base alla cassa di riferimento.

Per fare un esempio, i dottori commercialisti accedono ad una indennità di maternità è parti a 5/12 dell’80% del reddito netto professionale dichiarato l’anno precedente. L’importo inoltre non può essere inferiore a 5.610,80 euro o superiore a 28.05,00 euro.

Maternità e Partita IVA – Domande frequenti

Chi ha la partita IVA può avere la maternità?

Le lavoratrici con Partita IVA possono avere accesso all’indennità di maternità, a condizione di rispettare determinati requisiti.

Come funziona la maternità per le Partite IVA?

La maternità per le Partite IVA può avere durata diversa in base alle esigenze legate alla maternità, sia naturale che adottiva. Generalmente, la durata prevista dell’indennità è di cinque mesi, ed è suddivisa in due mesi prima del parto e tre dopo.

Chi paga la maternità alle lavoratrici autonome?

È l’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) che paga l’indennità di maternità alle lavoratrici autonome attraverso diverse modalità come bonifico postale, accredito su conto corrente, libretto postale o carta di pagamento con IBAN. Le cose cambiano per chi è iscritto ad una cassa professionale specifica.

Autore
Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 27 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

2 commenti su “Maternità e Partita IVA: chi può accedervi, come funziona, quando fare domanda”

  1. Buongiorno,
    sono libera professionista al 4° mese di gravidanza.
    Sto valutando di chiudere partita iva a fine anno. In tal caso avrei comunque diritto all’indennità? O dovrei attendere l’anno prossimo?
    Grazie

    Rispondi
    • Buongiorno,
      l’indennità dovrebbe essere possibile richiederla dopo il parto o nel malaugurato caso di interruzione della gravidanza.

      Tuttavia si consiglia di verificare sul regolamento della cassa previdenza cosa è previsto sui tempi di richiesta.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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