IPERF al 33%, pace fiscale e nuove agevolazioni: gli aiuti confermati in manovra 2026

La legge di Bilancio 2026 stanzia 18 miliardi per lavoro, imprese e famiglie, con nuove misure fiscali e incentivi alla crescita.

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Il Consiglio dei Ministri approva linee guida manovra 2026

Sul tavolo del governo, pronte a essere attuate, ci sono agevolazioni che interessano il mondo del lavoro e le famiglie, ma anche un nuova rottamazione per chi ha debiti pregressi con il fisco. È quello che è emerso dopo il Consiglio dei ministri, il 14 ottobre 2025, con l’approvazione del Documento programmatico di bilancio (DPB), che ha anticipato e confermato i contenuti della manovra 2026. Si tratta di interventi mirati a specifiche categorie, perché c’è l’esigenza di dover far quadrare i conti, contenere la spesa pubblica e ottenere l’ok anche da parte dell’Unione europea.

Per esempio, tra le agevolazioni per il ceto medio, è stata confermata anche l’intenzione dell’esecutivo di intervenire in materia di pensioni, con una riforma che blocchi l’aumento dell’età pensionabile nel 2027, posticipandolo. Mentre, proseguirà il percorso di riduzione della tassazione e saranno approvate nuove misure per la crescita produttiva.

Manovra 2026: riduzione dell’IRPEF dal 35% al 33% e la nuova rottamazione

In manovra nel 2026 ci sarà la riduzione della seconda aliquota IRPEF, ovvero quella applicata sui redditi medi (compresi tra 28.001 euro e fino a 50.000 euro annui), che passa dal 35% al 33%. Questo intervento, secondo le stime riportate, costerà allo stato circa 9 miliardi di euro nel prossimo triennio.

Il governo sta inoltre lavorando a una nuova pace fiscale, simile alle precedenti rottamazioni e sanatorie, ma con modalità più selettive e orientate al recupero effettivo delle entrate. Quello che i rappresentanti della maggioranza hanno più volte ribadito pubblicamente è che vogliono evitare di fare uno sconto ai “furbetti”, ovvero i recidivi, i cosiddetti “rottamatori seriali” che,  stando ai dati forniti dall’Agenzia delle Entrate non sarebbero oltre 13 milioni di contribuenti (più di 6 contribuenti su 10 in Italia avrebbero cartelle non pagate da oltre 10 anni). In questo modo si vogliono definire regole e condizioni per aiutare i contribuenti in difficoltà, soprattutto professionisti, artigiani e piccole imprese, così che possano regolarizzare la loro posizione senza compromettere i loro bilanci.

Come? Secondo le ultime dichiarazioni, l’esecutivo potrebbe procedere con una nuova rottamazione dei carichi affidati all’Agenzia delle Entrate fino al 2023, riconoscendo la definizione agevolata delle liti tributarie pendenti e meccanismi di rateizzazione più lunghi e meno onerosi per i debiti fiscali.

Per le imprese nuovi incentivi e proroghe delle agevolazioni

La manovra dedica un capitolo anche al mondo delle imprese, confermando, e ampliando in alcuni casi, nuovi e vecchi incentivi per sostenere la crescita e la digitalizzazione delle imprese. Si pensa infatti di far confluire nel nuovo piano di transizione 6.0 i fondi non utilizzati dei crediti di imposta 4.0 del piano transizione 5.0, favorendo gli investimenti in beni materiali strumentali, attraverso una maggiorazione del costo di acquisizione ai fini dell’ammortamento. In questo caso, il valore complessivo dell’intervento stimato è di 4 miliardi di euro nel triennio.

A proposito invece di agevolazioni già esistenti e confermate, sarà finanziata nel 2026 la misura “nuova Sabatini”, che agevola l’acquisto di macchinari, impianti e tecnologie digitali per micro, piccole e medie imprese (PMI) e proseguiranno i crediti d’imposta destinati alle imprese situate nelle zone economiche speciali (ZES).

A queste misure si aggiunge la proroga fino al 31 dicembre 2026 dello stop della plastic e sugar tax.

Bonus sociali e per famiglie della manovra 2026

Come confermato in Cdm, la legge di bilancio 2026 stanzia 3,5 miliardi di euro nel prossimo triennio per le misure a sostegno delle famiglie e del contrasto alla povertà. Prima di tutto, ci sarà una riforma del calcolo dell’ISEE, che modificherà il peso del valore della casa e delle scale di equivalenza, rendendo più equo l’accesso a bonus e prestazioni sociali. L’effetto stimato è di 500 milioni di euro annui in termini di maggiori agevolazioni.

Queste nuove regole dovrebbero permettere a più famiglie di rientrare nelle soglie di reddito che riconoscono l’accesso ad aiuti come l’assegno unico universale, i bonus sociali elettrici e i contributi previdenziali per affitti e servizi educativi.

Più risorse per pensioni e sanità

In ambito previdenziale, il governo sta lavorando a una riforma pensionistica nel 2026 che tenga conto dell’allungamento della vita media. È vero infatti che l’intenzione è quella di rimandare l’aumento dell’età pensionabile dal 2027 al 2030, ma questo intervento interesserebbe solo chi raggiunge i requisiti per la pensione di vecchiaia.

Infatti, per far quadrare i conti e non stressare troppo le casse dello stato, alcune delle attuali misure che permettono di andare in pensione prima (come ad esempio quota 103, opzione donna e l’ape sociale) potrebbero essere riviste e cambiate. Come, sarà definito nei prossimi mesi, ma l’esecutivo ha già dichiarato che vuole imporre condizioni più stringenti e severe per i pensionamenti anticipati, così da preservare la sostenibilità del sistema.

Sul fronte sanitario, invece, la manovra 2026 prevede 2,4 miliardi di euro aggiuntivi per il 2026 e 2,65 miliardi nel biennio successivo, che si sommano agli oltre 5 miliardi già stanziati lo scorso anno e saranno utilizzati per ridurre le liste d’attesa, rafforzare la sanità territoriale e sostenere l’acquisto di nuovi macchinari e tecnologie, in linea con le riforme del PNRR.

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