Aliquote Iva in Europa: la tabella delle percentuali nei Paesi europei

L’Imposta sul Valore Aggiunto, o Iva, presenta aliquote differenti in Europa in base al Paese. Nell’Unione Europea, gli Stati membri devono rispettare alcuni limiti. Continua a leggere per scoprire la tabella delle aliquote Iva in Europa.

revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Aliquote Iva
  • L’Iva è l’Imposta sul Valore Aggiunto e rappresenta la tassa applicata sui consumi, oltre ad essere una delle principali forme di entrata tributaria per lo Stato.
  • Ogni Stato stabilisce autonomamente le proprie aliquote Iva, sia ordinarie che ridotte.
  • Ogni paese europeo ha un’aliquota ordinaria, non inferiore al 15%, ma possono essere applicate anche altre aliquote su determinati beni o servizi: l’aliquota ridotta, aliquote minime e aliquote speciali.

L’Iva, o Imposta sul Valore Aggiunto, è una tassa che ogni Stato applica sui consumi. Ogni paese infatti può stabilire l’aliquota da applicare nel proprio territorio, perciò le aliquote Iva in Europa cambiano in base al Paese di riferimento.

L’imposta viene applicata in oltre 140 Paesi in tutto il mondo, ma nell’Unione Europea è prevista l’armonizzazione delle aliquote al fine di garantire la trasparenza negli scambi commerciali all’interno dell’UE.

Vi sono, infatti, alcuni limiti posti agli Stati nella scelta delle aliquote Iva, da applicare allo scambio di beni e servizi. Vediamo, quindi, quali sono questi limiti alle percentuali di tassazione in Europa, a cosa serve l’Imposta sul Valore Aggiunto e quando non si applica l’imposta.

Aliquote Iva: cos’è l’Imposta sul Valore Aggiunto

Il sistema tributario italiano prevede tre tipologie di tributi: le imposte, le tasse e i contributi. L’Iva fa parte della prima tipologia di tributo, perché si tratta di un versamento obbligatorio il cui ammontare dipende dalla capacità contributiva del cittadino.

L’Imposta sul Valore Aggiunto è inoltre un’imposta indiretta, in quando non colpisce direttamente in reddito del contribuente, ma solamente in relazione ai consumi e ai trasferimenti di ricchezze.

L’Iva in Italia fornisce circa il 30% delle entrate dello Stato. Ogni Stato può stabilire la propria aliquota, e questo vale non solo per quella ordinaria, ma anche per le altre tipologie di aliquote applicate sui consumi.

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Come funziona l’Iva

L’Imposta sul Valore Aggiunto determina il valore aggiunto sul costo della vendita, aggiungendo una percentuale in ogni fase, a partire dalla produzione fino allo scambio di un bene o di un servizio. Di conseguenza, colpisce l’incremento del valore che il bene acquisisce ad ogni passaggio economico

L’Iva, infine, grava interamente sul consumatore finale, che non gode della possibilità di detrazione. Per le imprese che hanno sede all’interno dell’Unione Europea, la maggior parte delle vendite e degli acquisti di prodotti e servizi è soggetta ad Iva. L’imposta è dovuta al paese dell’UE in cui i beni sono acquistati dal consumatore finale.

Questa tassa all’interno dell’Unione Europea si basa sul cosiddetto “principio di destinazione” secondo cui l’Imposta sul Valore Aggiunto si versa al governo del paese in cui viene acquistato il prodotto. Le caratteristiche principali di questa tassa sono le seguenti:

  • indiretta: colpisce lo scambio di beni e servizi in base alla capacità contributiva;
  • generale: colpisce tutti i contribuenti;
  • proporzionale: è calcolata applicando un’aliquota fissa alla base imponibile;
  • trasparente: tutti possono calcolare il suo importo;
  • non cumulativa: l’imposta calcolata su una fase non si somma a quella delle fasi precedenti;
  • neutra: si applica ad ogni passaggio economico.

Come si calcola l’Iva

Il calcolo dell’Iva è un’operazione molto semplice che chiunque può effettuare: è sufficiente partire dall’importo netto e conoscere l’aliquota specifica. In Italia per la maggior parte dei prodotti questa tassa è al 22%. Effettuare il calcolo è anche possibile per capire quanto si sta pagando di imposta. Quindi, il calcolo da fare è il seguente: “Iva = (Base imponibile * aliquota Iva) / 100“.

Invece, per calcolare quando bisogna pagare in totale per uno scambio di beni o acquisti, comprensivo di Iva, il calcolo da fare è il seguente: “Importo lordo = Iva + Base imponibile“.

Questi calcoli si possono effettuare per conoscere o applicare l’imposta, tuttavia l’aliquota varia di paese in paese, e può cambiare anche in base al prodotto o servizio specifico. Nel dettaglio, è possibile imbattersi in una aliquota ridotta al 10% o al 5% anche in Italia, per determinati prodotti o servizi.

Va considerato che l’Imposta sul Valore Aggiunto si basa su tre presupposti:

  • oggettivo: l’imposta si applica sulla cessione a titolo oneroso di beni o sulla prestazione di servizi;
  • soggettivo: le operazioni devono essere compiute da un soggetto nell’ambito di un’attività imprenditoriale o professionale.
  • territoriale: le operazioni vengono effettuate all’interno del territorio dello Stato.

Obbligo di rivalsa

L’imposta si applica su ogni cessione con obbligo di rivalsa. Stiamo parlando dell’obbligo, da parte del fornitore, di addebitarla al cliente e di versarla in seguito allo Stato effettuando il seguente calcolo:
Iva a debito (sulle vendite) – Iva a credito (sugli acquisti) =  IVA dovuta allo Stato“.

Con il sistema della detrazione fiscale, il fornitore versa l’imposta soltanto sulla differenza fra le vendite e gli acquisti. I soggetti passivi di Iva, ossia i titolari di Partita Iva, addebitano quindi l’imposta al cliente per poi includerla nella liquidazione Iva periodica.

Se l’importo è positivo bisogna versare l’Iva all’Erario, mentre se è negativo si risulta a credito con l’Erario e si può richiedere il rimborso dell’Iva.

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Aliquote Iva in Europa: quali sono e limiti

Le aliquote Iva si possono suddividere in tre tipologie principali:

  • ordinaria;
  • ridotta;
  • speciale.

Con l’armonizzazione delle aliquote Iva nell’Unione Europea sono stati imposti dei limiti alle aliquote che ogni Stato può imporre nel proprio territorio. Vediamoli nel dettaglio.

Ogni paese dell’Unione Europea ha un’aliquota ordinaria. Questa si applica allo scambio della maggior parte dei beni e dei servizi e non può essere inferiore al 15%. In Italia l’aliquota ordinaria è fissata al 22%.

Gli Stati possono decidere di applicare una o due aliquote ridotte allo scambio di determinati beni e servizi. In  genere, queste aliquote non si applicano ai servizi prestati tramite mezzi elettronici. Le aliquote ridotte non possono essere più basse del 5%.

Alcuni Paesi possono anche applicare aliquote speciali su determinate forniture. Si tratta di aliquote autorizzate per i paesi dell’UE che applicavano percentuali ridotte il 1° gennaio 1991. Le aliquote speciali in passato rappresentavano una misura transitoria per agevolare il passaggio alle norme dell’UE sull’IVA, introdotte con l’entrata in vigore del mercato interno il 1° gennaio 1993. L’intento era quello di abolirle gradualmente.

Sono tre le tipologie di aliquote speciali:

  • minima;
  • zero;
  • “di parcheggio” o intermedia.

Alcuni Stati dell’UE applicano un’aliquota inferiore al 5% sulle vendite di una selezione ridotta di beni e servizi, applicando l’aliquota minima. L’aliquota zero è prevista per determinate vendite. Come suggerisce il nome dell’aliquota, in questo caso il consumatore non è tenuto al pagamento dell’IVA, ma mantiene il suo diritto di detrarre l’IVA versata sugli acquisti direttamente connessi alla vendita.

Le cosiddette aliquote “di parcheggio”, o intermedie, si applicano a determinate cessioni di beni e prestazioni di servizi non inclusi nell’allegato III della direttiva dell’UE sull’IVA. I Paesi che applicano questa aliquota sono autorizzati a continuare ad applicare aliquote ridotte su questi beni, anziché quelle ordinarie, purché le aliquote ridotte non siano inferiori al 12%.

Quando non viene applicata l’Iva

Come abbiamo visto, l’aliquota Iva, che sia ordinaria, ridotta o speciale, viene applicata su tutti gli scambi di beni o servizi all’interno di un territorio. Tuttavia, vi sono alcune operazioni che, per la loro natura o utilità sociale, la normativa classifica come non soggette al tributo.

Queste vengono considerate operazioni fuori campo Iva, in quanto non presentano almeno uno dei presupposti oggettivo, soggettivo o territoriale. Stiamo parlando delle operazioni:

  • non imponibili: sono le operazioni in cui non si rispettano uno o più requisiti previsti dalla normativa, come il presupposto territoriale, ma mantengono tutti gli obblighi formali previsti dalla normativa. Di questa categoria fanno parte le esportazioni, le operazioni intracomunitarie e le operazioni inerenti al servizio nautico ed aeronautico;
  • operazioni esenti: le operazioni esenti sono disciplinate dall’articolo 10 del D.P.R. 633/72. Sono operazioni esentate per il loro carattere di utilità sociale o perché già soggette ad altri tributi. Da queste non è consentita la detrazione dell’Iva sugli acquisti. Tra queste rientrano, ad esempio, le prestazioni sanitarie, le prestazioni didattiche ed educative, i trasporti urbani e altre operazioni che riguardano prestazioni socialmente utili. Di queste operazioni fanno parte anche gli interessi per dilazioni di pagamento;
  • operazioni escluse: sono quelle operazioni che non presentano uno dei requisiti fondamentali dell’Iva, ossia quello soggettivo, oggettivo o territoriale, e che non rientrano nella norma istitutiva del tributo. La normativa tributarista le classifica come operazioni “non rilevanti” e non danno luogo a obblighi particolari. Di questa categoria di operazioni fanno parte gli interessi moratori, gli abbuoni o gli sconti sul valore nominale e gli importi sugli imballaggi.
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Tabella aliquote Iva in Europa

Stato membroAliquota ordinariaAliquota ridottaAliquota minimaAliquota di parcheggio
Austria20%10% – 13%13%
Belgio21%6% – 12%12%
Bulgaria20%9%
Cipro19%9%- 5%
Croazia25%5% – 13%
Danimarca25%
Estonia20%9%
Finlandia24%10% – 14%
Francia20%5,5% – 10%2,1%
Germania19%7%
Grecia24%6% – 13%
Irlanda23%9% -13,5%4,8%13,5%
Italia22%5% – 10%4%
Lettonia21%5%- 12%
Lituania21%5% – 9%
Lussemburgo17%8%3%14%
Malta18%5% – 7%
Paesi Bassi21%9%
Polonia23%5% – 8%
Portogallo23%6% – 13%13%
Repubblica Ceca21%10% – 15%
Romania19%5% – 9%
Slovacchia20%10%
Slovenia22%5% – 9,5%
Spagna21%10%4%
Svezia25%6% – 12%
Ungheria27%5% – 18%

Tra gli Stati dell’Unione Europea ad avere l’aliquota Iva più bassa c’è il Lussemburgo, con aliquota ordinaria fissata al 17%. Al di fuori dell’UE, in Europa lo Stato con l’aliquota Iva più bassa è la Svizzera con il 7,7%. Invece, il Paese UE con l’aliquota Iva più alta è l’Ungheria con il 27% di aliquota ordinaria.

Aliquote Iva in Europa – Domande frequenti

Qual è il Paese europeo con l’aliquota Iva più bassa?

Il Paese europeo con l’aliquota Iva più bassa è il Lussemburgo, come si può notare dalla tabella. A  seguire, il Paese con l’aliquota più bassa è Malta con il 18% di aliquota Iva ordinaria.

Quali sono le operazioni non soggette a Iva?

Le operazioni non soggette ad Iva sono quelle che mancano di uno o più presupposti, territoriale, oggettivo o soggettivo. Questo vale, ad esempio, per le esportazioni.

Quali sono i limiti europei nella scelta dell’aliquota Iva?

Nell’Unione Europea, l’aliquota ordinaria Iva non può essere inferiore al 15%, mentre l’aliquota ridotta non può essere inferiore al 5%.

Autore
Foto dell'autore

Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.
Fact-Checked
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 8 Luglio 2022
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

4 risposte a “Aliquote Iva in Europa: la tabella delle percentuali nei Paesi europei”

  1. Avatar Fava silvano
    Fava silvano

    Non c’è criterio quando si parla di bene essenziali .
    Il pellet per riscaldamento non può avere l IVA al 22% .

    1. Avatar Giovanni Emmi

      Buonasera,

      infatti, non è l’unico a pensarla in questo senso.

      Grazie per averci scritto

      Team partitaiva.it

  2. Avatar Alberto Caruso
    Alberto Caruso

    Buon pomeriggio, ma come faccio a sapere l’iva da applicare all’olio extravegine di oliva nei vari paesi europei?

    1. Avatar Redazione Professionale
      Redazione Professionale

      Buongiorno,
      dovrebbe verificare in ogni stato modalità di applicazione e aliquote. Se l’olio è prodotto in Italia e venduto all’estero non si applica iva in Italia.

      Grazie per averci scritto

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