Sanremo in Mediaset: fumata nera, il festival resta in Rai

Sanremo resta a casa: l'unica busta presentata per la manifestazione di interesse legata all'organizzazione e trasmissione del Festival d Sanremo è quella della Rai. Nessuna proposta da Mediaset e Discovery.

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  • Il Festival di Sanremo verrà organizzato e trasmesso dalla Rai, l’unica emittente che ha presentato la busta al Comune entro i termini per la manifestazione di interesse.
  • Nonostante i rumors degli ultimi mesi, da Mediaset e Discovery non è arrivata nessuna candidatura per Sanremo, né alcuna proposta alternativa all’evento.
  • Se il Consiglio di Stato confermerà la congruità e la validità giuridica dell’offerta, la Rai potrà mettere in moto la macchina organizzativa del Festival per i prossimi tre anni.

Il Festival di Sanremo resta nelle mai della Rai per le edizioni 2026, 2027 e 2028: l’emittente pubblica è l’unica ad aver mostrato interesse per l’organizzazione e la trasmissione della kermesse. Alle ore 12:30 del 19 maggio sono intatti scaduti i termini per la partecipazione all’avviso pubblico del Comune, che ha visto un solo partecipante alla gara: l’emittente pubblica.

C’è chi parla di requisiti troppo specifici e stringenti del bando, che solo la Rai avrebbe potuto soddisfare, ma in realtà nessuna emittente pubblica o privata ha avanzato proposte.

Sanremo resta in Rai: nessuna proposta da Mediaset e Discovery

Alla scadenza dei termini per la manifestazione di interesse legata all’organizzazione e alla trasmissione del Festival di Sanremo per il triennio 2026-2028 (con possibile proroga per altri due anni), è arrivata in Comune una sola proposta: l’unica busta presentata era quella della Rai. Il Festival della canzone italiana, quindi, resta a casa.

Non sono state avanzate altre proposte da Mediaset o Discovery, nonostante i rumors dei mesi precedenti. Nemmeno Sky e Nove hanno presentato la propria candidatura. Si parlava di un cambio sede per la kermesse italiana, o addirittura della contrapposizione di alcuni eventi alternativi. Nulla di tutto questo si è concretizzato, visto che l’unica busta presentata al Comune era quella della tv pubblica.

Scaduti i termini e considerata l’unica proposta avanzata, si attenderà ora il parere del Consiglio di Stato chiamato a verificare la congruità e la validità giuridica della proposta ricevuta. In caso di esito positivo si passerà poi alla fase negoziale, che andrà a concludersi con l’assegnazione formale dell’incarico.

Lo scontro con il Tar

L’esito della manifestazione di interesse è arrivato proprio a pochi giorni di distanza dall’udienza del Consiglio di Sato chiamato a esaminare il ricorso presentato dalla Rai e dal Comune di Sanremo contro la pronuncia del Tribunale amministrativo.

Il Tar della Liguria, infatti, si era pronunciato lo scorso dicembre chiedendo una revisione della procedura organizzativa del Festival per promuovere la trasparenza e l’apertura. Venne richiesta, in quell’occasione, la pubblicazione di un avviso pubblico per permettere a tutte le emittenti di candidarsi per organizzare e trasmettere la kermesse.

A partire da quella sentenza, il sindaco di Sanremo e l’assessore al Turismo si sono da subito messi al lavoro per la pubblicazione di un avviso pubblico con specifici parametri economici e organizzativi che mettesse chiunque (emittenti televisive ma anche privati) nelle condizioni di poter farsi carico dell’organizzazione e trasmissione del Festival.

I requisiti del bando per il Festival di Sanremo

Il bando pubblicato dal Comune di Sanremo per l’organizzazione del Festival prevedeva requisiti specifici e, per molti, considerati troppo eccessivi. L’avviso pubblico richiedeva ai partecipanti:

  • il versamento di un minimo di 6 milioni e mezzo di euro al Comune, più l’1% degli introiti pubblicitari e lo sfruttamento dei machi;
  • il rispetto di alcuni obblighi editoriali tra i quali trasmettere “Sanremoinfiore” e riprendere almeno altre due manifestazioni a scelta dell’amministrazione (una delle quali rigorosamente estiva);
  • la partecipazione al festival dei due vincitori di “Area Sanremo”;
  • l’esposizione della targa in via Matteotti, ogni anno, con il nome del vincitore del festival.

Inoltre, il bando fissava anche la cosiddetta clausola “anti flop”, cioè la possibilità del Comune di interrompere la trasmissione del Festival qualora gli ascolti di una o più edizioni risultassero inferiori del 15% rispetto alla media delle precedenti cinque. Considerando che l’ultima kermesse ha registrato uno share sopra il 60% per tutte le serate, il margine d’errore è davvero minimo.

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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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