Partita Iva fashion blogger: come aprirla, codice Ateco e regime forfettario

Tra le figure professionali più recenti c’è quella del fashion blogger. Questo professionista autonomo è tenuto all'apertura della Partita Iva. Continua a leggere per sapere come aprirla, e tutti i dettagli sul codice Ateco, la cassa previdenziale e il regime contabile.

Revisione a cura di Rosario EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Partita Iva fashion blogger
  • La figura del fashion blogger si occupa della creazione di contenuti inerenti il settore della moda e può guadagnare anche grazie all’affiliate marketing, alle sponsorizzazioni e ai banner pubblicitari.
  • I fashion blogger possono decidere di avviare l’attività sia come ditta individuale sia come professionista autonomo.
  • Aprire la Partita Iva è necessario se si soddisfa il requisito dell’abitualità.

Vuoi trasformare la tua passione per la moda in un vero e proprio lavoro diventando fashion blogger, ma non sai se è necessario aprire la Partita Iva? In questo articolo di approfondimento vedremo in quali casi è necessario aprire la Partita Iva, e tutto ciò che c’è da sapere per iniziare a lavorare come professionista.

Oggi grazie allo sviluppo della tecnologia e alla crescente rilevanza del web, sono nate molte nuove professioni che in passato erano svolte solamente come hobby. Infatti, gli appassionati di moda oggi possono guadagnare e lavorare in diversi modi, diventando influencer o fashion blogger.

Tuttavia, trattandosi di figure professionali nuove, non è sempre facile inquadrarle e capire quali sono gli obblighi che sono tenute a rispettare. In questa guida vi mostreremo in quali casi è necessario aprire la Partita Iva, con quale inquadramento e con quale codice Ateco, oltre a tutte le informazioni necessarie per svolgere la professione.

Fashion blogger: di cosa si occupa e come diventarlo

Ad oggi internet offre numerose opportunità di guadagno: aprire un blog e raggiungere un buon seguito di lettori online è possibile, e si può iniziare a guadagnare semplicemente condividendo le proprie esperienze e le proprie conoscenze.

Ma cosa fanno i fashion blogger? Il fashion blogger gestisce il proprio blog condividendo ai propri follower e agli utenti, consigli di moda, raccontando le nuove tendenze e le ultime novità, condividendo le proprie conoscenze in questo settore. Per fare questo, condivide contenuti sotto forma di articoli e sfrutta i social per raggiungere quanti più utenti possibili.

Pensare che si tratti di un lavoro facile e poco impegnativo non potrebbe essere più sbagliato. Infatti, il fashion blogger, come qualsiasi altro tipo di blogger, deve impegnarsi non solo a creare contenuti interessanti, ma anche a ottenere la fiducia degli utenti e studiare tecniche Seo e di digital marketing per aumentare la visibilità e rendere il suo lavoro redditizio.

Non tutti i fashion blogger riescono a ottenere successo, ma ciò non significa che debbano gettare la spugna. Ma quando si diventa fashion blogger solamente per hobby, è necessario aprire la Partita Iva? In alcuni casi specifici non è necessario. Vediamo in quali.

fashion blogger partita iva
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Partita Iva fashion blogger: è obbligatoria?

Partiamo dal presupposto che è necessario aprire la Partita Iva quando si tratta di un’attività lavorativa di tipo abituale. Se l’attività non presenta questa caratteristica si tratta di una prestazione occasionale che non richiede l’apertura della Partita Iva.

Per capire se per i fashion blogger è obbligatorio aprire la Partita Iva bisogna prima di tutto capire in che modo guadagna. Nella maggior parte dei casi i fashion blogger guadagnano attraverso la pubblicità sul blog, con i banner pubblicitari, ma possono anche ottenere dei ricavi tramite l’affiliate marketing, con cui guadagnare una commissione promuovendo i prodotti o i servizi di un’azienda.

In questo caso, poiché la pubblicità, le sponsorizzazioni o le affiliazioni sono attive in modo costante, essendo i blog accessibili in ogni momento, si concretizza il requisito dell’abitualità, rendendo necessaria l’apertura della Partita Iva.

Ma se i guadagni sono ancora esigui, è possibile sospendere momentaneamente i pagamenti, specialmente nel caso in cui si utilizzi AdSense per le pubblicità sul blog, finché non aumenteranno i ricavi, aprendo la Partita Iva in modo sostenibile.

Invece, nel caso in cui si svolga un altro tipo di attività, come la consulenza, ma in modo occasionale, non è necessario aprire la Partita Iva. Tuttavia, al raggiungimento dei 5.000 lordi annui di guadagno bisogna iscriversi alla Gestione separata INPS per iniziare a versare i contributi previdenziali.

Impresa individuale o libero professionista

In base al tipo di attività svolta dal fashion blogger, questo potrà figurare come ditta individuale o come libero professionista. Fare questa distinzione è fondamentale prima dell’apertura della Partita Iva perché una volta stabilita la tipologia di attività, si potrà capire se è necessario o meno iscriversi alla Camera di Commercio.

Infatti, i fashion blogger che figurano come impresa individuale dovranno effettuare l’iscrizione alla Camera di Commercio e al Registro delle Imprese, al contrario di quelli che figurano come liberi professionisti.

Ma in quali casi si figura come ditta individuale? Il fashion blogger che guadagna da diverse fonti, come ad esempio: dalle sponsorizzazioni, dai banner pubblicitari e dall’affiliate marketing, figura come ditta individuale. Al contrario, il fashion blogger che guadagna solamente in base ai testi scritti o alle consulenze figurerà come libero professionista.

Come aprire la Partita Iva per fashion blogger

Aprire la Partita Iva non richiede alcun costo. Prima di tutto è necessario:

  • scegliere il Codice Ateco più adatto alla professione;
  • individuare il regime contabile a cui aderire;
  • individuare la cassa previdenziale di appartenenza.

Questi sono aspetti fondamentali da conoscere e scegliere prima dell’apertura della Partita Iva, perché andranno indicati nel Modello AA9/12 da inviare all’Agenzia delle Entrate, entro 30 giorni prima dell’inizio dell’attività.

Le modalità disponibili tra cui scegliere per consegnare il modello all’Agenzia delle Entrate sono le seguenti:

  • in via telematica sul sito dell’Agenzia delle Entrate;
  • presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate con un documento d’identità in corso di validità;
  • con raccomandata A/R allegando una copia del documento di identità in corso di validità.

In questo modo per i liberi professionisti l’apertura della Partita Iva richiederà solamente pochi giorni. Risulta anche possibile avvalersi del supporto di un commercialista esperto per muovere i primi passi come lavoratore autonomo.

Invece, per le ditte individuali la procedura è più lunga perché è necessario iscriversi alla Camera di Commercio e al Registro delle Imprese.

Fashion blogger

Partita Iva fashion blogger: costi

L’apertura della Partita Iva prevede alcuni costi iniziali, anche se piuttosto limitati. Vi sono infatti alcune spese da affrontare per: l’apertura della Posta Elettronica Certificata, o PEC, la richiesta della firma digitale, il commercialista.

Per le imprese individuali bisogna, inoltre, considerare la spesa legata ai diritti annuali della Camera di Commercio, che ammontano a circa 80 euro. Tra le spese relative al sostentamento della Partita Iva troviamo poi le tasse, come l’IRPEF, e i contributi INPS, che variano in base al regime contabile a cui si aderisce.

I costi per il sostentamento dell’attività sono strettamente legati alla modalità con cui viene svolta, agli strumenti utilizzati (per esempio computer, macchine fotografiche, e così via), e per quanto riguarda le tasse e i contributi, si fa riferimento al guadagno totale cumulato durante l’anno per stabilire le effettive spese.

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Codice Ateco fashion blogger

Il codice Ateco è il codice alfanumerico che serve a classificare le attività economiche, ed è importante individuare il codice che rispecchi al meglio l’attività. Infatti, da questo dipende anche il coefficiente di redditività su cui vengono calcolate le tasse.

Il codice Ateco per fashion blogger può essere:

  • 73.11.02 – Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari;
  • 70.21.00 – Pubbliche Relazioni e Comunicazione;
  • 74.10.10 – Attività di design di moda e design industriale;
  • 74.90.99 – Altre attività professionali nca.

Il commercialista di fiducia potrà aiutarti ad individuare il codice Ateco più adatto alla tua attività, e tieni in considerazione che potrai sceglierne più di uno, al momento dell’apertura, o aggiungerlo successivamente.

Partita Iva fashion blogger: regime forfettario o semplificato?

Il regime contabile stabilisce quelli che sono gli obblighi e le formalità che un professionista o un’impresa deve rispettare per essere in regola con il Fisco. Infatti, in base al regime contabile a cui si aderisce, cambiano i documenti da conservare e le tasse da pagare.

I fashion blogger che figurano come liberi professionisti o come ditte individuali possono aderire al regime forfettario e accedere, così, ai suoi vantaggi, purché rispettino principalmente i seguenti requisiti:

  • fatturazione inferiore ai 65.000 euro lordi annui;
  • fatturazione inferiore ai 30.000 euro lordi annui per lavoratori dipendenti;
  • spese per il personale inferiori a 20.000 euro.

I vantaggi del regime forfettario sono:

  • nessun obbligo di fatturazione elettronica fino a 25.000 euro di ricavi;
  • imposta sostitutiva al 15% (5% per i primi 5 anni);
  • nessun obbligo di applicazione dell’Iva in fattura;
  • nessun obbligo di registrazione e tenuta delle scritture contabili.

Il calcolo dell’imposta con il regime forfettario si applica sul coefficiente di redditività al 78%. Se non si rispettano i requisiti bisogna aderire al regime ordinario o semplificato. Questi due regimi prevedono maggiori obblighi e aliquote più elevate sulla tassazione dei guadagni.

Cassa previdenziale fashion blogger
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Partita Iva fashion blogger: cassa previdenziale

La cassa previdenziale di appartenenza dipende dal tipo di inquadramento. Infatti, nel caso di ditta individuale, sarà necessario iscriversi alla Gestione commercianti INPS. Invece, i fashion blogger che figurano come liberi professionisti dovranno iscriversi alla Gestione separata INPS.

Nella Gestione separata Inps per professionisti che non hanno l’obbligo di iscrizione ad un albo i contributi si calcolano con aliquota del 26,23% sul reddito. Di conseguenza, prendendo ad esempio il caso in cui si raggiunga un reddito di €20.000, per calcolare le tasse e i contributi che si andranno a pagare bisogna tenere presente le seguenti aliquote:

  • Coefficiente di redditività: 78%
  • Aliquota imposta sostitutiva: 5%
  • Aliquota Gestione separata INPS: 26,23%

Da questo possiamo quindi calcolare:

  • Reddito imponibile: € 20.000 x 78% = € 15.600
  • Imposta sostitutiva : € 15.600 x 5% = € 780
  • Contributi INPS: € 15.600 x 26,23% = € 4.091,88

Invece, nella Gestione INPS artigiani e commercianti, le ditte individuali con regime forfettario calcolano i contributi sulla base del minimale contributivo (circa 3.900 euro) ridotto del 35%. Il pagamento è suddiviso in quattro rate da pagare nelle date:

  • 16 maggio 2022;
  • 22 agosto 2022;
  • 16 novembre 2022;
  • 16 febbraio 2023.

Partita Iva fashion blogger – Domande frequenti

È obbligatorio aprire la Partita Iva per i fashion blogger?

Sì, se l’attività è di tipo abituale e non occasionale, svolta in modo continuativo, per esempio anche se viene affiancata a sponsorizzazioni, guadagni derivati da banner pubblicitari e dall’affiliate marketing.

Qual è il codice Ateco per i fashion blogger?

Il codice Ateco più utilizzato per inquadrare i fashion blogger è 73.11.02 – Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari. Consigliamo comunque di rivolgersi al commercialista per individuare il codice più adatto all’attività. Scopri di più qui.

I fashion blogger possono aprire la Partita Iva forfettaria?

Si, i fashion blogger in quanto ditte individuali o liberi professionisti possono aderire al regime forfettario se hanno un fatturato annuo inferiore ai 65.000 euro (30.000 euro per i lavoratori dipendenti) e spese del personale inferiori a 20.000 euro.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.
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Rosario Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 18 Aprile 2024
Dottore commercialista specializzato in startup e pmi innovative, operazioni di equity crowdfunding, e-commerce, food and casual dining. Con uno sguardo sempre rivolto al futuro, trova sistemi innovativi nello sviluppo dell’attività professionale.

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