Sovraindebitamento, la notte oscura di imprese e cittadini

Cos'è il sovraindebitamento, come si interviene e cosa bisogna sapere sull'argomento.

di Alfredo Piccaluga

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Immaginate di trovarvi sul ciglio di quel baratro psicologico che è l’avere così tanti debiti da sentirsi ragionevolmente sicuri di non poterli assolutamente saldare.

Di essere cioè in quella condizione nota come sovraindebitamento.

Avere più debiti di quanti se ne possano affrontare e non intravedere all’orizzonte alcuno strumento per farvi fronte è una condizione psicologicamente angosciante.

Come si arriva al sovraindebitamento?

Prestiti, carte di credito, spese fuori controllo. E chiaramente una vita moderna, con tutte le sue tentazioni consumistiche, che non aiuta affatto.

O magari un progetto imprenditoriale sfortunato. O un licenziamento inatteso. Talvolta un lutto.

Non importa se questa situazione sia colpa vostra o del destino infausto, di scelte sbagliate o di gioco d’azzardo, del vostro operato o della sfortuna di aver incontrato persone spiacevoli.

Neppure conta se gli impegni siano stati contratti con privati, banche o Fisco. Conta solo la sostanza dei fatti: i debiti ci sono. Ed a meno di vincere alla lotteria, ci resteranno.

A quel punto dovrete avere la maturità di sapere che, quando certi impegni economici raggiungono un determinato ammontare, hanno oramai superato il punto critico, il Break even point, e non potranno più essere affrontati con competenze ordinarie.

Sfuggono ai criteri di gestione dell’uomo medio ed a meno di grandi ed inaspettati incassi, non potranno essere onorati. Impoverirsi è un attimo.

Per contro arricchirsi è un evento eccezionale, talvolta un caso. E sicuramente nessuno di noi può sperare di arricchirsi lavorando onestamente in un impiego dipendente. Per cui non è con quel sistema che potremo rientrare di debiti epocali.

La vostra vita sarà circondata ora e per sempre dalle ombre oscure dei creditori, con debiti che si annunciano come creature mostruose pronte a divorare i profitti. A meno di… risolvere il problema.

Si, perché a dispetto della premessa, in realtà una soluzione esiste.

Vediamo cosa fare.

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Il problema esiste e va affrontato

Di fronte ad un sovraindebitamento, la reazione di quasi tutti, dopo aver realizzato l’inefficacia dei tentativi iniziali, è quella di lasciarsi andare. Il nichilismo.

Come barche in mezzo al mare vi lasciate trascinare dalla corrente, attendendo accada qualcosa di miracoloso che ovviamente non accadrà.

A quel punto reagirete in modo scomposto, pagando in ordine casuale quel che vi riesce. Senza un reale criterio e senza pianificazione. Privilegiando il creditore che urla più forte o che preoccupa di più.

Bisogna essere consapevoli di essere dei sovraindebitati… ossia non semplici indebitati, ma indebitati la cui mole passiva non può affrontarsi con incassi ordinari.

E che quindi una condizione speciale vuole misure speciali.

Le contromisure esistono: la “legge Antisuicidi” ed il nuovo Codice della Crisi

Sin dagli anni ’90, pieni di speranze ma anche di insidie economiche, si è iniziato a discutere del fenomeno del sovraindebitamento.

Ma ci sono voluti parecchi anni perché si arrivasse a legiferare e strutturare una soluzione finalizzata a coloro che si trovavano in difficoltà finanziarie dando una seconda possibilità a chi aveva perso il controllo dei propri debiti.

Senza divagare, quindi senza fare in questa sede i pur interessanti richiami a sentenze storiche, possiamo dire che lo Stato italiano è finalmente intervenuto concretamente con la promulgazione della legge italiana 3/20121 conosciuta anche come “Legge sul sovraindebitamento” e battezzata subito dai media con il nome di “legge antisuicidi”.

Quest’ultimo appellativo voleva enfatizzare l’arrivo di una soluzione estrema ad un rischio estremo.

Questa legge ha istituito una procedura di concordato per le famiglie e le persone fisiche in difficoltà finanziarie che vi può consentire di negoziare con i creditori una soluzione in sede protetta. Ossia con l’ausilio delle istituzioni e di uno o più professionisti nominati dal tribunale per assistervi nel processo di negoziazione con i creditori.

Il procedimento è stato infine affinato e perfezionato con l’introduzione del Codice della Crisi di Impresa.

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Sovraindebitamento: cosa bisogna concretamente fare?

La procedura è ora ben chiara.

Una volta edotti nel merito da un Consulente specializzato, dovrete rivolgerci ad un Organismo di Composizione della Crisi (OCC).

Sono gli unici enti previsti dalla norma per seguire aziende, attività commerciali e singoli cittadini sovraindebitati. Non può quindi farsi alcunché senza rivolgersi prioritariamente a loro.

I professionisti dell’ente vi spiegheranno in dettaglio la procedura e verificheranno la sussistenza dei presupposti per potervi aderire. Se sarete convinti di proseguire sottoscriverete un’istanza di conferimento incarico all’OCC, il quale a sua volta nominerà i professionisti, in genere due, che dovranno gestire la procedura di composizione delle crisi da sovraindebitamento.

Il professionista incaricato, chiamato Gestore della Crisi, se convinto confermerà la fattibilità della procedura formulando un parere scritto e chiederà la nomina del secondo Gestore della Crisi per la prosecuzione della pratica.

A questo punto, a seconda dei casi che vi vedono coinvolti, vi verrà proposta una di queste tre strade tra loro alternative:

Ristrutturazione dei debiti del consumatore

Con questa procedura, riservata solo a chi ha maturato debiti personali (quindi esterni ad attività di impresa o professionale) potrete proporre un piano di ristrutturazione del vostro debito con i creditori al fine di ridurre il debito totale e stabilire modalità di rimborso più sostenibili.

In questo caso potrete sostanzialmente proporre uno stralcio parziale, la dilazione dei pagamenti o altre misure per rendere i pagamenti più accessibili.

Concordato minore

Questa è l’esatto contrario della precedente. Si rivolge principalmente alle piccole imprese e ai lavoratori autonomi con debiti inferiori a 2 milioni di euro.

Se insomma avete una piccola attività, questa opzione vi consente di negoziare un accordo con i creditori al fine di ridurre il debito e pianificare un piano di pagamento sostenibile, evitando la dichiarazione di fallimento.

Liquidazione controllata del sovraindebitato

Questa infine è una procedura aperta a tutti. Che voi siate un privato cittadino o i titolari di un’impresa che non possano più onorare i propri debiti, verrete dichiarati insolventi ed i vostri beni saranno messi a disposizione dei creditori per coprire il debito residuo.

A differenza di una liquidazione standard, in una liquidazione controllata avrete il vantaggio di mantenere un certo grado di controllo sulla gestione del processo, in particolare per quanto riguarda la vendita dei beni e la distribuzione dei proventi ai creditori.

Ci va attenzione e consapevolezza però

Non siate superficiali, non affidatevi a stereotipi o luoghi comuni e dimenticate tute le notizie apprese da qualche sedicente “consulente” truffaldino o scovate on line con qualche ricerca fai-da-te.

Queste procedure vi possono offrire il vantaggio di venire coinvolti nel determinare il destino dei vostri beni ed il pagamento dei creditori, cercando di massimizzare i benefici per entrambe le parti. Garantiscono poi semplificazione dei tempi e dei costi rispetto ad altre procedure.

Purtroppo però in troppi ci si approcciano nel modo sbagliato. Colpa anche e soprattutto dei mass media, che hanno spesso dipinto questa soluzione come un qualcosa di semplice, scontato o dovuto.

Un risultato spettante ed automatico. Hanno finanche enfatizzato la possibilità di chiudere accordi senza spendere alcunché, realtà rarissima e riservata a casi specifici.

Niente di tutto ciò è vero. Nulla è dovuto.

Non cadete nella trappola del pressapochismo. Sarebbe un peccato.

La gestione del sovraindebitamento è un processo a tutti gli effetti, che coinvolge la magistratura e professionisti tecnici.

Come ben sa chi ha già dovuto affrontare un dibattimento, quando si entra in un’aula di tribunale il risultato è tutt’altro che scontato.

Il processo è complesso e richiede il coinvolgimento di Commercialisti ed Avvocati appositamente specializzati (ed iscritti in un elenco ministeriale) per guidarvi nella controversia.

Se doveste mentire (anche solo sminuendo le vostre reali possibilità), o se doveste risultare aver compiuto atti in frode o dolosi o ancora colposi, o se ancora in qualsiasi momento dovessero emergere circostanze che rendano infattibile la procedura, l’ente procederà chiaramente con l’archiviazione della pratica.

Dovete peraltro pensare che si tratta di una procedura relativamente giovane, di disposizioni specifiche e requisiti in continua evoluzione, che possono variare nel tempo ed essere soggetti a modifiche. Tribunali diversi possono dare interpretazioni diverse ed ogni singolo tribunale, esprimendosi nel merito, muta significativamente il contesto.

Il legislatore, in ultimo, non sempre aiuta. Si pensi anche solo al fatto che la recente introduzione del Codice della Crisi di Impresa ha nella sostanza legiferato anche in questo settore sostituendo la Legge 3/2012 e generando lunghi momenti di perplessità.

Di fatto, per mesi ci siamo ritrovati con due norme vigenti, in quanto non abrogate, che in teoria legiferavano contemporaneamente sulla medesima materia.

La verità è che tutto ruota attorno voi ed alla maturità con la quale affronterete l’opportunità. I consulenti potranno coadiuvarvi, ma il perno di tutto restate voi. Gli indebitati.

A voi spetta essere precisi e sinceri, predisporre con estrema attenzione i documenti, non omettere alcuna informazione e mettere a disposizione le vostre risorse in modo realistico.

Non dare il massimo, non offrire cifre realmente appetibili ai creditori (inducendoli quindi a votare in senso contrario), dare un immagine diversa da quella reale, tacere problemi personali che incidono (come alcolismo o ludopatie), nascondere proprietà, ecc. può far fallire tutto.

E certe occasioni, se perse, non si ripropongono a breve.

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Ma il premio finale è la rinascita

È una procedura complessa, spesso richiede un periodo di prova durante il quale vi verrà richiesto di rispettare i piani di pagamento o altre condizioni. Ma alla fine i debiti rimanenti possono essere cancellati, le banche possono darvi nuova fiducia e la società concedervi una nuova opportunità.

Vi sarà finanche possibile chiedere la cosiddetta esdebitazione, ossia la formale liberazione dalle obbligazioni finanziarie non saldate.

Se avrete fatto le cose per bene comincerà una nuova vita.

  1. Legge 3/2012 – Composizione delle crisi da sovraindebitamento, Camera.it ↩︎
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Alfredo Piccaluga

Commercialista di Torino

Dottore in Economia ed in Giurisprudenza. Gestore crisi da sovraindebitamento. Representative Camera di Commercio di Dubai in Italia

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