Dipendente pubblico e Partita IVA: quali sono le norme in Italia e le sanzioni in caso di illeciti

Un dipendente pubblico può aprire Partita IVA? Quali sono le sanzioni in caso di irregolarità? Ecco cosa prevedono le norme italiane.

di Francesca Di Feo

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  • Un dipendente pubblico può svolgere incarichi esterni e indipendenti, purché questi non interferiscano con i compiti istituzionali e non creino conflitti di interesse.
  • È fondamentale ottenere l’autorizzazione dall’amministrazione di appartenenza, dimostrando che l’attività sarà compatibile con gli impegni del lavoro pubblico e non utilizzerà risorse dell’ente.
  • In caso di irregolarità, come l’assenza di autorizzazione o l’esercizio di attività incompatibili, i dipendenti pubblici rischiano sanzioni.

Aprire una Partita IVA in Italia è una procedura relativamente semplice per i privati, ma cosa accade quando un dipendente pubblico desidera assumere incarichi esterni alla Pubblica Amministrazione?

Nell’esplorare la possibilità, bisogna prima addentrarsi nella complessità delle normative italiane che regolano questo ambito. La legge impone una serie di obblighi ai dipendenti pubblici per garantire che qualsiasi attività esterna sia svolta in assenza di conflitti di interesse e non comprometta l’impegno verso il proprio ruolo istituzionale.

In questo articolo, vedremo quali sono le dinamiche di autorizzazione, le implicazioni sanzionatorie in caso di irregolarità e le condizioni sotto le quali i dipendenti pubblici possono intraprendere lavori al di fuori del loro impiego principale.

Chi è dipendente pubblico può aprire la Partita IVA?

I dipendenti pubblici, nell’ambito delle normative italiane, non possono in linea generale aprire una Partita IVA, neanche nel caso in cui si trovino in periodo di aspettativa o abbiano un contratto a tempo determinato o part-time.

Tuttavia, questo non impedisce loro di assumere incarichi esterni tramite altre soluzioni, previa autorizzazione e a patto che le attività svolte non vadano in conflitto con i doveri e le responsabilità derivanti dal loro ruolo nell’amministrazione pubblica. In particolare, si parla di:

  • dipendenti pubblici part-time, solamente a 18 ore o per cui il contratto non sia superiore del 50% rispetto all’orario pieno;
  • insegnanti;
  • casi particolari autorizzati ad hoc.

La legge prevede comunque che qualsiasi attività extraprofessionale debba essere compatibile con gli orari e gli impegni del lavoro dipendente e non deve in alcun modo interferire o creare conflitti di interesse con le funzioni svolte come dipendente pubblico.

L’autorizzazione per un lavoro autonomo

Per assumere un incarico esterno, il dipendente pubblico deve prima di tutto informare la propria amministrazione di appartenenza dell’intenzione di assumere un incarico esterno, fornendo dettagli sull’attività che si prevede di svolgere come previsto dal d.P.R. 445/2000, in particolare:

  • la natura specifica dell’attività da svolgere;
  • l’identità dell’ente o della persona per cui l’attività verrà realizzata;
  • le date di inizio e termine dell’attività, incluse le previsioni sulla sua durata;
  • l’ammontare del compenso che si prevede di ricevere;
  • la conferma che l’attività sarà eseguita fuori dall’orario di servizio e senza impiegare risorse o spazi dell’ente di appartenenza;
  • la certezza che non esistano conflitti di interesse, neanche potenziali, con il ruolo ricoperto;
  • l’indicazione che l’incarico è di natura occasionale e non permanente;
  • l’impegno a segnalare eventuali modifiche relative agli aspetti dell’incarico precedentemente dichiarati.

L’amministrazione valuterà la richiesta per assicurarsi che non esistano conflitti di interesse e che l’attività non pregiudichi l’adempimento dei doveri di lavoro del dipendente. L’incarico dovrà in ogni caso essere svolto fuori dall’orario di lavoro, ma soprattutto non dovrà utilizzare beni o servizi derivanti dal ruolo pubblico del dipendente.

L’eventuale mancata comunicazione o il mancato rispetto delle normative possono portare a sanzioni disciplinari, tra cui anche il rischio di dover restituire eventuali compensi percepiti in modo non conforme alle regole. Vediamo quali.

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Dipendente pubblico e Partita IVA: sanzioni per irregolarità

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Abbiamo quindi visto come un dipendente pubblico intenzionato ad assumere incarichi esterni debba muoversi con cautela all’interno di un quadro normativo ben definito che disciplina tali pratiche. E quindi, quali sono le sanzioni in caso di irregolarità?

Se un dipendente pubblico assume incarichi senza la necessaria autorizzazione, dovrà pagare all’amministrazione di appartenenza il compenso ricevuto per il lavoro svolto. Questo vale anche se l’incarico viene dato da un’altra sezione della pubblica amministrazione, portando a sanzioni disciplinari per chi l’ha proposto senza controllare l’autorizzazione e rendendolo nullo.

Se un ente privato o un’organizzazione pubblica economica dà l’incarico senza autorizzazione, dovrà invece pagare una multa doppia rispetto al compenso dato al dipendente.

Casi di incompatibilità

Se un dipendente pubblico svolge attività non compatibili con il suo ruolo e non smette dopo essere stato avvertito dall’amministrazione, rischia di perdere il lavoro.

Inoltre, potrebbe dover affrontare azioni disciplinari. Se viola le regole esercitando attività vietate, le sanzioni possono variare: potrebbe dover restituire i soldi guadagnati con queste attività oppure potrebbe essere considerato responsabile di un danno economico all’ente pubblico, calcolato in base al lavoro che ha svolto per altre attività invece di dedicarsi a quelle istituzionali.

Queste valutazioni dipendono da due approcci differenti utilizzati dalla giustizia: in alcuni casi, il dipendente dovrà dimostrare di non aver danneggiato l’ente con le sue azioni, altrimenti potrebbe essere condannato a risarcire un danno tramite la decurtazione dello stipendio.

Dipendente pubblico e partita IVA – Domande frequenti

Chi lavora nel pubblico può avere partita IVA?

No, i lavoratori del settore pubblico non possono avere una Partita IVA, ma possono assumere incarichi esterni a condizione che l’attività svolta non generi conflitti di interesse con il loro impiego pubblico.

Chi lavora nel pubblico può fare altri lavori?

Sì, i dipendenti pubblici possono svolgere altri lavori, purché ottengano le necessarie autorizzazioni e non vi sia alcun conflitto di interesse.

Chi ha un contratto a tempo indeterminato può aprire partita IVA?

Sì, anche chi ha un contratto a tempo indeterminato può aprire una partita IVA per svolgere attività indipendenti o lavori autonomi.

Chi è titolare di partita IVA può lavorare come dipendente?

Sì, i titolari di partita IVA possono essere assunti come dipendenti, rispettando le normative fiscali e contributive vigenti.

Autore
Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.

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