Dichiarazione IVA con anomalie, l’Agenzia delle Entrate spiega come rimediare: tutte le possibilità

L'Agenzia delle Entrate ha spiegato in un messaggio come rimediare agli errori intorno alle dichiarazioni IVA: come fare e in quali casi.

Adv

anomalie dichiarazioni iva 2025

La dichiarazione IVA è una scadenza importante per tutte quelle partite IVA che sono soggette a questa imposta e si deve presentare ogni anno entro il 30 aprile. L’Agenzia delle Entrate ha chiarito come procedere nel caso in cui sussistano delle anomalie del contribuente nel presentare questa comunicazione.

In particolare con il recente provvedimento il fisco intende favorire l’adempimento spontaneo, ovvero la correzione da parte del contribuente, mettendo a disposizione degli strumenti per rimediare agli errori. L’Agenzia comunica con il soggetto interessato tramite alert alla piattaforma informatica o utilizzando la PEC. Il ravvedimento operoso è il principale strumento per rimediare.

Dichiarazione IVA con errori o omissioni: come rimediare

Tutte le anomalie riscontrate dall’Agenzia vengono riportate all’interno del cassetto fiscale del contribuente, dopo una serie di controlli incrociati tra i dati a disposizione del fisco. In particolare le autorità procedono con la verifica dei dati contenuti all’interno delle fatture elettroniche inviate e dei corrispettivi giornalieri.

Anche la Guardia di Finanza può accedere alle informazioni sulle omissioni o sugli errori specifici. Se viene rilevata un’anomalia, il contribuente può rimediare in autonomia alla situazione.

Attualmente i controlli si focalizzano sulle dichiarazioni relative al 2024 e le anomalie vengono segnalate se manca la comunicazione oppure se non è compilato il Quadro VE (relativo a operazioni intracomunitarie). La verifica scatta anche con dichiarazioni inferiori a 1.000 euro.

Come fare per sanare la situazione? Prima di tutto l’interessato può richiedere all’Agenzia delle Entrate informazioni aggiuntive sull’errore riscontrato, ad esempio procedendo tramite il proprio intermediario (il commercialista) oppure presentando la domanda di chiarimento direttamente online dove è presente la segnalazione. In questo caso non si può rispondere all’indirizzo PEC da cui si riceve il messaggio.

In caso di irregolarità quindi si può rimediare in diversi modi. Se la dichiarazione risulta omessa, si può presentare una nuova comunicazione entro 90 giorni dalla scadenza originaria (del 30 aprile 2025). Questo comporterà il versamento delle imposte dovute e l’applicazione di sanzioni e interessi. Si può ricorrere al ravvedimento operoso per ottenere sanzioni ridotte.

In caso di errori o omissioni in una dichiarazione che è stata presentata, si deve inviare una dichiarazione integrativa. In questo caso si versano le imposte eventualmente rimanenti, con sanzioni e interessi secondo le riduzioni previste dal ravvedimento.

Autore
Foto dell'autore

Redazione

Il team editoriale di Partitaiva.it

Siamo un team di giornalisti, consulenti, commercialisti e altri professionisti che ogni giorni si occupano di temi legati al lavoro, fisco, economia, previdenza e finanza.

Lascia un commento

Continua a leggere

Iscriviti alla Newsletter

Il meglio delle notizie di Partitaiva.it, per ricevere sempre le novità e i consigli su fisco, tasse, lavoro, economia, fintech e molto altro.

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.