Sulla tassazione delle auto aziendali ad uso promiscuo, l’Agenzia delle Entrate è intervenuta pubblicando un chiarimento su come applicare le regole dei fringe benefit nel 2025. Va ricordato che sono definiti come veicoli ad uso promiscuo tutti quei mezzi che vengono utilizzati dal lavoratore sia per motivi personali che per lo svolgimento del proprio ruolo in azienda.
Il fisco chiarisce che le regole sulla tassazione sono cambiate da gennaio 2025, per cui sono state introdotte nuove soglie per poter accedere all’esenzione dalle imposte. Cambia anche il calcolo della base imponibile, in relazione al tipo di mezzo concesso al lavoratore.
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Auto aziendali e fringe benefit: come funzionano le tasse
I fringe benefit costituiscono tutti quei benefit materiali o sotto forma di servizi che l’azienda può erogare al lavoratore in più rispetto alla normale paga. L’auto aziendale può rientrare tra questi beni, anche se usata in modo promiscuo. La legge di bilancio 2025 ha stabilito nuove regole per la tassazione, in particolare sulla soglia massima di esenzione fiscale intorno a questi benefit. Fino a questi limiti infatti, non si applicano le tasse:
- 1.000 euro per i lavoratori dipendenti;
- 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico;
- 5.000 euro per lavoratori appena assunti a tempo indeterminato nel 2025, che abbiano conseguito un reddito nel 2024 inferiore a 35.000 euro e abbiano trasferito la residenza per motivi di lavoro di oltre 100 km.
Con la circolare n. 10/E, l’Agenzia delle Entrate spiega come si devono applicare le nuove regole per il calcolo del valore del benefit per la formazione del reddito del lavoratore. Questo si ottiene applicando il 50% del costo a chilometro annuo, valore stabilito in base alle tabelle ACI, al netto degli importi trattenuti al lavoratore.
Ma la percentuale per il calcolo è del 10% per i veicoli elettrici e al 20% per gli ibridi plug in. Una distinzione necessaria a calcolare nel modo corretto la base imponibile per la tassazione. Inoltre per poter applicare questa novità , i mezzi devono essere immatricolati a partire dal 1 gennaio 2025 e dati al dipendente come fringe benefit.
Un chiarimento necessario alla luce del fatto che le nuove regole non si applicano per tutti, ovvero sono esclusi i veicoli immatricolati e dati al lavoratore prima del 2025. Vi è comunque un margine di flessibilità per cui si possono ancora applicare le regole precedenti, ad esempio se l’auto è stata immatricolata nel 2024, ma consegnata al lavoratore nel 2025.
Requisiti per l’applicazione delle nuove regole dei fringe benefit
Nello specifico, il fisco spiega che le nuove regole si possono applicare solamente se sono rispettati tutti i requisiti:
- il veicolo è stato immatricolato dal 1 gennaio 2025;
- il veicolo è stato consegnato per l’uso promiscuo al lavoratore dipendente con contratto stipulato dal 1 gennaio 2025;
- il mezzo è stato assegnato ai lavoratori dipendenti dal 1 gennaio 2025.
Le nuove disposizioni introdotte con la manovra fiscale di quest’anno si possono quindi applicare solamente se il veicolo è concesso nel 2025. Da qui, le nuove soglie dei fringe benefit.
Auto aziendali a uso promiscuo: le regole in caso di proroga
Cosa succede se viene prorogato un contratto e quindi viene riassegnato nuovamente il veicolo ad uso promiscuo? Se l’operazione è semplicemente una continuazione delle disposizioni precedenti, si devono applicare le regole fiscali attive nel momento della prima sottoscrizione, rispettandone i requisiti.
Se invece il mezzo viene disposto per un altro lavoratore (quindi non si tratta di una proroga per lo stesso dipendente), si deve fare riferimento alle regole fiscali attive mentre si stipula il nuovo accordo.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it